Aforismi, frasi e proverbi sull'Elefante

Raccolta di aforismi, frasi celebri e proverbi sull'elefante, il più grande dei mammiferi terrestri viventi, che può superare i tre metri di altezza e i cinquanta quintali di peso. Oltre che dalla mole gigantesca, l'elefante è contraddistinto da una lunga proboscide, alla cui estremità si trovano le narici, e da due zanne d'avorio, che sono denti incisivi a crescita continua.

L'elefante appartiene all'ordine degli ungulati proboscidati, e si distingue in due specie: elefante africano (Loxodonta africana), caratterizzato da grandi orecchie ed enormi zanne, e l’elefante indiano o asiatico (Elephas maximus), che ha orecchie più piccole e zanne meno sviluppate.

L'elefante ha dato vita nel corso dei secoli a una notevole simbologia. Nelle mitologie indiane sorregge il mondo. Ganesha, dio della forza, della fertilità e della lussuria, ha la testa d'elefante. Si racconta, inoltre, che un elefante fecondò Maya, la quale generò Buddha. Ecco un'efficace sintesi della valenza simbolica dell'elefante tratta dal Dizionario dei proverbi italiani [Mondadori 2007] di Carlo Lapucci:
"Nei tempi antichi l’elefante entrò nella memoria degli abitanti della Penisola come animale da guerra: prima con gli elefanti di Pirro, re dell’Epiro, che mosse contro Roma e poi con quelli di Annibale. E a lungo rimase un essere favoloso, lontano dalle conoscenze dirette dei più, visto solo nei serragli dei re e dei principi. Infatti le rappresentazioni antiche dell’elefante non sono molto precise, anche se la sua configurazione è abbastanza definita. Si porta dietro una serie di caratteristiche e particolarità di tipo leggendario, dovute alla lontananza che incoraggia le creazioni favolose: per i bestiari medievali, ad esempio, è animale privo di articolazioni, che si riposa appoggiandosi agli alberi; pertanto i cacciatori lo catturerebbero segando tali alberi e facendo cadere l’animale che sarebbe incapace di rialzarsi (interpretano poi figurativamente l’elefante come l’uomo, e il cacciatore come il diavolo). Solo attraverso i circhi del XIX secolo si è diffusa la sua conoscenza, ma solo nella sua specie indiana, essendo quella africana assai meno addomesticabile. È considerato un animale non violento e simpatico, divertente per la sua conformazione un po’ goffa. Nella simbologia ha un posto ragguardevole. Benignità: incontrando il viandante smarrito nelle solitudini, lo riporta sulla retta via e lo accompagna fino al sentiero; continenza: durante i due anni di gravidanza della femmina, il maschio si conserva casto; forza: è ritenuto l’animale terrestre più forte che esista; goffaggine: ha movimenti lenti e impacciati dalla grande dimensione; la metafora definisce l’inetto che combina guai come ‘‘un elefante in un negozio di porcellane’’; intelligenza e memoria: tra gli animali ha un quoziente d’intelligenza molto alto, soccorsa da una considerevole memoria; longevità: si vuole che viva trecento anni; mansuetudine: non combatte se non è aggredito e si lascia addomesticare, lavorando per l’uomo; prudenza: avanza lentamente per non travolgere gli esseri più piccoli; regalità: è il più forte e, insieme al leone, è considerato il re degli animali; si collega con la regalità anche per il fatto di essere il mezzo di trasporto dei sovrani orientali; stabilità: è collegato con la torre, della quale tiene il posto negli scacchi orientali (in battaglia sosteneva una specie di torretta dalla quale i soldati scagliavano frecce)".
Un'altra credenza molto diffusa sugli elefanti è che quando si sentono prossimi alla fine (l'età media media è tra i 50 e i 70 anni), si avviano tutti verso lo stesso luogo per attendervi la morte. Questi luoghi, in cui si trovano numerosi resti, sono chiamati "cimiteri degli elefanti". A questo proposito, scrivono Stefano Apuzzo e Monica D’Ambrosio:
"Si racconta che gli animali quando giunge il momento di morire, cerchino posti così solitari che nessuno li può trovare. Solo il cacciatore vede l'animale morire e chissà poi se quella di cui è testimone è davvero la morte. Forse è solo un inganno, forse non gli viene offerto che lo spettacolo di una ferita e di un occhio vitreo. Ma può essere che lo spettacolo della morte sia qualcosa di completamente diverso, di più semplice. La morte è per l'animale una vergogna da nascondere o è, al contrario, una festa di cui è l'unico invitato? Quanti piccoli animali muoiono ignorati all'ombra dell'elefante - ma all'ombra di chi muore l'elefante?". [Anche gli animali vanno in Paradiso, Edizioni Mediterranee 2001].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sugli animali in genere e su diverse specie: ippopotamo, giraffa, leone, ecc. [I link sono in fondo alla pagina].

Elefante e topolino
Elefante: un topo costruito secondo le indicazioni del Governo. (Robert Anson Heinlein)

Una donna che riceve in dono un elefante si concede al donatore. Tanta condiscendenza a causa di un elefante non è giudicata disonorevole dagli indiani; anzi, alle donne sembra addirittura sublime che alla loro bellezza sia dato un valore così alto, quello di un elefante.
Arriano, II sec. [1]

Elefante. Tipo ameno appartenente al regno animale, provvisto di naso flessibile, ma con scarsa possibilità di immagazzinamento per i suoi denti.
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

Avorio. Materia cortesemente fornita dalla natura per fabbricare palle da biliardo. Di solito lo si toglie di bocca agli elefanti.
Ambrose Bierce, ibidem

Proboscide. Cospicuo e rudimentale organo dell’elefante, a lui concesso al posto della forchetta e del coltello, che le leggi evolutive tuttora gli negano di usare.
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

Quando ero piccolo adoravo il circo, ero attirato in particolar modo dall'elefante. Durante lo spettacolo faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune, ma fino a un momento prima di entrare in scena, era sempre legato con una catena a un minuscolo paletto conficcato nel suolo soltanto per pochi centimetri. Anche se la catena era grossa mi pareva ovvio che un animale del genere potesse liberarsi facilmente. Che cosa lo teneva legato? Chiesi in giro a tutte le persone che incontravo di risolvere il mistero dell'elefante; non ricordo di aver ricevuto nessuna risposta coerente. Per mia fortuna qualche anno dopo ho scoperto che l'elefante non scappava perché era stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo. Chiusi gli occhi e immaginai l'elefantino indifeso appena nato, legato a un paletto che provava a spingere, tirare e sudava nel tentativo di liberarsi, ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui, così dopo vari tentativi un giorno si rassegnò alla propria impotenza. L'elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché crede di non poterlo fare: sulla sua pelle è impresso il ricordo dell'impotenza sperimentata e non è mai più ritornato a provare... non ha mai più messo alla prova di nuovo la sua forza... mai più!
Jorge Bucay [1]

Sopporterò gli abusi come un elefante in battaglia sopporta la freccia scoccata dall'arco: questo perché il mondo ha una cattiva natura.
Siddhārtha Gautama Buddha, Dhammapada (Versi della Legge), V sec. a.e.c.

L'elefante chiamato Dhanapalaka, legato fermamente, essendo difficile da controllare, non mangia nulla in questa condizione: l'elefante desidera soltanto tornare nella sua foresta.
Siddhārtha Gautama Buddha, ibidem

Questa mia mente in un tempo precedente vagava come le pareva, dove inclinava, dove le piaceva; ma ora la terrò ferma completamente, al modo del domatore che con le redini trattiene il furioso elefante.
Siddhārtha Gautama Buddha, ibidem

Meglio è viver da soli, non c'è alcuna compagnia con uno stupido; cammini egli da solo! Non commettendo alcuna colpa, con pochi desideri, come un elefante nella foresta.
Siddhārtha Gautama Buddha, Dhammapada (Versi della Legge), V sec. a.e.c.

C’è della presunzione nella fede in un unico Dio, a immagine e somiglianza dell’uomo. Più che l’autocoscienza, più che l’intelligenza e la ragione, sembra essere la fede in Dio la qualità che distingue l’uomo dagli animali. Ma pare che alcuni etologi abbiano osservato comportamenti religiosi negli elefanti.
Pasquale Cacchio, Frantumi, 2010

La carcassa di un elefante nutre, quella di una macchina sporca.
Pasquale Cacchio, ibidem

Credere a quello che si fa o che fanno gli altri significa infatuarsi di quisquilie. Si dovrebbe voltare le spalle ai simulacri e persino alle "realtà", porsi al di fuori di tutto e tutti, scacciare o stroncare i propri appetiti, vivere, secondo un adagio indù, con così pochi desideri quanti ne ha un "elefante solitario".
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973 [cfr. citazione di Buddha].

Ne ho vedute tante da raccontar, / giammai gli elefanti volar!
I corvi, in Dumbo - L'elefante volante, 1941

Si sa che qualche volta l'elefante indiano piange. Sir E. Tennent, descrivendo quelli veduti da lui catturati e imprigionati a Ceylan, si esprime così: «Alcuni si mantenevano immobili, accosciati sul suolo, senza manifestare il proprio dolore altrimenti che per mezzo di lacrime le quali bagnavano loro gli occhi e sgorgavano incessanti». E parlando d'un altro elefante: «Quando fu vinto e legato, mostrò estremo dolore; la violenza diede luogo a una completa prostrazione, ed esso piombò a terra, mandando grida soffocate e colla faccia bagnata di lacrime». Al Giardino zoologico, il custode degli elefanti indiani m'ha positivamente asserito d'aver visto molte volte cascar delle lacrime sulla faccia della vecchia femmina, allorché la si separava dal suo piccino.
Charles Darwin, L'espressione delle emozioni negli animali e nell'uomo, 1872

Certi vecchi sono come gli elefanti. Di tanto in tanto si eccitano e diventano selvaggi.
Charles Dickens, Il Circolo Pickwick, 1836

Com'è degli uomini, è delle bestie. Le più loquaci (per esempio i pappagalli) sono le meno intelligenti. Il quasi muto elefante è invece intelligentissimo.
Carlo Dossi, Note azzurre, 1870/1907 (postumo 1912/64)

Io posso sollevare un elefante con una mano sola. Ma dove lo trovo un elefante con una mano sola?
Leopold Fechtner [1]

Le donne per me sono come gli elefanti: belle da guardare, ma non ne vorrei mai una mia.
William Claude Fields [1]

Li abbattono con i kalashnikov, ne segano le zanne, lasciano la carcassa a marcire nella savana, tutto per ottenere bacchette da riso o insulse statuine prendi-polvere da tenere in salotto. Evidentemente gli elefanti, fra le creature più grandi della Terra, sul nostro pianeta da cinque milioni di anni, non suscitano abbastanza rispetto da parte dei «piccoli» uomini.
Carlo Grande, Elefanti, giganti a rischio per colpa di uomini piccoli, su La Stampa, 2012

Il grande elefante ha per natura quel che raro negli omini si truova, cioè probità, prudenza e equità e osservanza in religione, imperoché quando la luna si rinnova, questi vanno ai fiumi, e quivi purgandosi solennemente si lavano, e così salutato il pianeta ritornano alle selve. E quando sono ammalati, stando supini gittano l'erbe verso il cielo, quasi come se sacrificare volessino.
Leonardo da Vinci, Codici, XV-XVI sec. (postumo)

Se [l'elefante] trova l'omo solo e smarrito piacevolmente lo rimette nella perduta strada. Se trova le pedate dell'omo prima che veda l'omo, esso teme tradimento, onde si ferma e soffia, mostrandola a li altri elefanti, e fanno schiera e vanno assentitamente.
Leonardo da Vinci, Codici, XV-XVI sec. (postumo)

[Gli elefanti] vanno sempre a schiere, e 'l più vecchio va innanzi, el secondo d'età resta l'ultimo, e così chiudano la schiera. Temano vergogna, non usano il coito se non di notte e di nascosto, e non tornano dopo il coito alli armenti se prima non si lavano nel fiume. Non combattono [per] femmine come gli altri animali, ed è tanto clemente che malvolentieri per natura noce ai men possenti di sé, e scontrandosi nella mandria o greggi delle pecore, colla sua mano le pone da parte per non le pestare co' piedi, né mai noce se non sono provocati.
Leonardo da Vinci, Codici, XV-XVI sec. (postumo)

Il denaro si prende col denaro, come i grandi elefanti con altri elefanti.
Mahābhārata, IV sec. a.e.c. - IV sec.

Un elefante non dimentica mai; ma che cos'ha da ricordare?
Robert Orben [1]

Giuba racconta che gli elefanti, senza che nessuno li abbia istruiti prima, sono capaci di recitare preghiere in onore degli dèi. Essi infatti si purificano nel mare e, sollevando la proboscide come fosse una mano, si genuflettono al cospetto del sole nascente. È come conseguenza di questo fenomeno che l'elefante – come testimonia Tolomeo Filopatore – è l'animale più caro agli dèi.
Plutarco, Moralia, II sec.

Elefante. Un animale con un aspirapolvere davanti e un battipanni di dietro.
John Garland Pollard, A Connotary, 1932

E ricorda, un elefante non dimentica niente.
Colonello Hathi, in Il libro della giungla, 1967

Elefante: un topo costruito secondo le indicazioni del Governo.
[An elephant. A mouse built to government specifications]. 
Robert Anson Heinlein, Lazarus Long l'Immortale, 1973

Possiamo anche dire che gli elefanti hanno qualche cognizione di religione, poiché dopo molte abluzioni e purificazioni li vediamo, levando la proboscide come fosse un braccio, e tenendo gli occhi fissi verso il sol levante, rimanere a lungo in meditazione e contemplazione a certe ore del giorno, di loro proprio impulso, senza istruzione e senza precetto.
Michel de Montaigne, Saggi, 1580/88

Donne ed elefanti non dimenticano mai.
[Women and elephants never forget].
Dorothy Parker, Ballata di uno sfortunato mammifero, 1931

Donne ed elefanti non dimenticano mai un'offesa.
[Women and elephants never forget an injury].
Saki (pseudonimo di Hector Hugh Munro), Reginald, 1904

Un terreno di pochi iugeri basta per saziare un toro; una selva è sufficiente per molti elefanti. Per saziare l’uomo c’è bisogno della terra e del mare.
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, 62/65

Temi chi ti teme, anche se questi fosse una mosca e tu un elefante.
Saadi Shirazi, XIII sec. [1]

Vorrei le mie parole diventassero un giorno proprietà degli elefanti, vorrei i loro occhi le capissero, e per me le ricordassero, racchiudendole nelle loro proboscidi, mentre tutto s'allontana.
Isabella Santacroce, Lulù Delacroix, 2010

Come fanno a stare cinque elefanti in una Fiat 500? Semplice: due davanti e tre di dietro.
Anonimo

Elefante seduto
Le donne e gli elefanti non dimenticano mai un'offesa. (Saki)

Proverbi sull'Elefante
  • Chi caccia l’elefante deve pensare a come portarlo a casa.
  • Chi compra un elefante deve prima allargare la porta.
  • Dove ballano gli elefanti le talpe fanno largo.
  • L’elefante ha una lunga memoria.
  • L'elefante non sente il morso della pulce.
  • L’elefante non va a caccia di topi.
Proverbi africani
  • Anche a un elefante basta un solo giorno per morire.
  • Anche se l'elefante è dimagrito, non oserà attraversare un ponte di liane.
  • Anche se magro, l'elefante resta il re della foresta.
  • Chi mangia elefanti, mangia anche antilopi.
  • Chi uccide gli elefanti sarà ucciso da un elefante.
  • Con una sola lancia non si uccide l'elefante.
  • Dove ballano gli elefanti, le formiche stanno alla larga.
  • Il bufalo non si vanta della sua forza davanti all'elefante.
  • Il cuore dell'adulto assomiglia a quello dell'elefante.
  • Il gracidare delle rane non impedisce all'elefante di bere.
  • L'elefante muore, ma le sue zanne restano.
  • L'elefante non si stanca di portare le sue zanne.
  • La donna sposata è come una zanna di elefante, non toccarla.
  • Le zanne dell'elefante valgono più dello stesso elefante.
  • Lo scoiattolo è piccolo, ma non è schiavo dell'elefante.
  • Non c'è bisogno di mostrare l'elefante con il dito.
  • Non si nasconde un cadavere di elefante sotto le foglie.
  • Quando due elefanti litigano in mezzo all'erba è l'erba a rimetterci.
  • Quando si scappa davanti all'elefante ci si espone a incontrare il bufalo.
  • Un capo è come un elefante; è difficile rovesciarlo.
  • Una trappola che prende un topo non prende un elefante.
Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Animali - IppopotamoGiraffa - Leone

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