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Aforismi, frasi e citazioni sulla Misantropia

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulla misantropia e sui misantropi (dal greco misánthrōpos, composto di miso- "odio" e ánthrōpos "uomo / umano"). Ecco una definizione abbastanza articolata di misantropia tratta dal vocabolario Treccani
"Avversione verso la società, che si manifesta nella ricerca della solitudine e nel rifiuto scontroso di ogni forma di socialità: è un atteggiamento dovuto sia a disprezzo e odio verso l’umanità nel suo complesso, sia a incapacità di prendere parte attiva alla vita, e in taluni casi, pur non avendo per sé carattere patologico, può essere espressione di certe affezioni psichiche (sindromi maniaco-depressive, paranoia, ecc.)".
Umberto Galimberti, nel suo Dizionario di psicologia (UTET, 1992) definisce la misantropia come:
"Avversione per l'umanità in genere che si esprime nella ricerca della solitudine e in comportamenti asociali. Può manifestarsi in sindromi paranoiche ο depressive. Il termine è stato coniato da Platone che attribuisce la misantropia a una fiducia mal riposta".
Giovanni Soriano, nel libro L'inconveniente umano. Princìpi di sana e consapevole misantropia (Eretica, 2022), riguardo alla definizione della misantropia, precisa che: 
"Essa non consiste in un puro e semplice atteggiamento di odio verso il prossimo, ma è un misto di avversione, disprezzo, cattiva considerazione e sfiducia nei confronti dell’umanità in generale, che spesso sfocia in distacco e indifferenza. Ciò che caratterizza la misantropia, dunque, non è soltanto una viscerale idiosincrasia nei confronti dell’essere umano, ma anche una disistima di tipo razionale. Tra l’altro, l’odio è tipico di chi si pone sullo stesso piano dell’odiato, il disprezzo, invece, è tipico di chi sente – a torto o a ragione – di trovarsi su un piano superiore rispetto al disprezzato, e ogni misantropo “soffre” di questo malcelato complesso di superiorità che lo induce ad allontanarsi dagli altri, sia fisicamente sia, e soprattutto, psicologicamente. Inoltre, sebbene l’ostilità nei confronti del prossimo può essere a volte sintomo di un disagio interiore (ad esempio di una condizione depressiva), la misantropia non è, come crede qualcuno, un disturbo psicologico, ma un tratto della personalità, come può esserlo l’introversione o la socievolezza. C’è chi è arrivato addirittura a scrivere libri su come guarire dalla misantropia, il che sarebbe come consigliare a qualcuno il modo per guarire dalla stupidità: non si guarisce né dall’una né dall’altra, per il semplice fatto che la misantropia, come la stupidità, non sono malattie, sono modi di essere".
La rappresentazione pittorica più nota della misantropia è quella de Il Misantropo di Pieter Bruegel il Vecchio (1568, Museo di Capodimonte, Napoli), un dipinto che rappresenta un vecchio solitario e misantropo, il quale, mentre passeggia lungo una stradina di campagna, è derubato della propria borsa da un ometto dentro un globo, che rappresenta l'umanità intera. Da notare che la borsa ha la forma e il colore rosso di un cuore, e dunque il furto è la rappresentazione simbolica della privazione dell'amore verso gli umani causato al misantropo dagli umani stessi con il loro comportamento. Da notare, sullo sfondo, la tranquillità del pastore la cui unica compagnia è quella degli animali. I versi in fiammingo riportati alla base del quadro: Om dat de werelt is soe ongetru / Daer om gha ic in den ru, significano: Poiché il mondo è così infido / mi vesto a lutto.

Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa contro l'umanità, contro il mondo, contro la società e sugli asociali. [I link sono in fondo alla pagina].
Il misantropo di Molière
Odio tutti gli uomini: gli uni perché malvagi e di cattive azioni;
gli altri perché ai malvagi mostrano compiacenza. (Molière)

Il bambino, quando dalle retrovie dell’infanzia si avvicina al fronte della vita, si vede messo a confronto coi tre grandi problemi esistenziali: società, lavoro e amore, che per essere risolti richiedono tutti e tre un forte interesse per il prossimo. Pertanto la preparazione in tal senso è determinante; in chi non è stato educato ad amare il prossimo si osservano misantropia, antipatia-odio-diffidenza per gli altri, desiderio di danneggiarli, vanità, ipersensibilità, inganno, menzogna, adulazione, ambizione, malvagità e molti altri atteggiamenti negativi. Mentre chi è stato educato alla socialità farà amicizia facilmente, si interesserà a tutti i problemi che affliggono l’intera umanità e opererà a vantaggio del bene comune. Non cercherà il successo emergendo, nel bene o nel male. La sua vita nella società sarà caratterizzata dal desiderio di far bene e, se necessario, combatterà contro coloro che danneggiano la comunità.
Alfred Adler, Il senso della vita, 1933

La misantropia è quasi sempre una specie di grande vanità nascosta sotto una pelle di porcospino.
[La misanthropie est presque toujours une grande vanité cachée sous une peau de hérisson].
Honoré de Balzac, Il medico di campagna, 1833

Niente di meglio della vista di una moltitudine umana (e figurarsi del contatto pelle contro pelle) per far nascere in noi sentimenti decisamente contrari alla filantropia. L'eroico desiderio di amare il prossimo!
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Non dirò che quella che siamo soliti di vedere negli uomini studiosi e di molto ingegno sia sempre vera misantropia, quantunque volte ne imiti l'aspetto; ma s'egli è pur vero che molti fra gli uomini d'ingegno e gli studiosi pendano al misantropo, la cagione non sarebbe gran fatto malagevole a ritrovarsi. Lo studio previene assai spesso l'opera dell'esperienza, e conversando co' trapassati facciamo più corto il viaggio necessario a conoscere la specie umana col semplice consorzio de' presenti.
Luigi Carrer, Discorsetti morali, 1838

La misoginia è figlia del mistero. Al contrario, la misantropia è figlia della conoscenza: più si conoscono gli uomini, più si è misantropi. Ma il buon misantropo non fa distinzione di sesso: l'uomo, nelle due versioni proposte dal Creatore, non gli piace.
Guido Ceronetti, Scritti inediti, in Emanuela Muratori (a cura di), La fragilità del pensare, 2000

La misantropia non è tanto odio degli uomini, quanto noia e disgusto dello stato in cui gli uomini e il fato hanno ridotto, in un dato momento del tempo, il consorzio civile: è fuga dalla solitudine per difendersi dallo smarrimento e dalla disgregazione, rifiuto della umana compagnia per ritrovare il senso della propria come della altrui umanità, quel giusto rapporto tra l'uomo e la natura che il disordine della società ha ottenebrato.
Nicola Chiaromonte, su L'Espresso, 1970

Chi ha appreso i rudimenti della misantropia, se vuole andare oltre, deve seguire l'insegnamento di Swift: imparerà come dare al proprio disprezzo per gli uomini l’intensità di una nevralgia
Emil Cioran, Sillogismi dell'amarezza, 1952

La sensualità ci riconcilia con la razza umana. La misantropia del vecchio è dovuta in gran parte allo svanire del magico bagliore del desiderio.
Eric Hoffer [1]

Esser sufficiente a se stesso, non aver quindi bisogno di compagnia, senza essere però antisocievole, cioè senza fuggirla, è qualcosa che si avvicina al sublime, come ogni liberazione da bisogni. Al contrario, il fuggire gli uomini perché si odiano, per misantropia, o per antropofobia, perché si considerano come nemici (paura degli uomini), è cosa odiosa e disprezzabile insieme. Vi è nondimeno una specie di misantropia (detta così molto impropriamente), di cui la disposizione si trova con l’invecchiare in molti uomini assennati; è uno stato d’animo, che non lascia a desiderare riguardo alla benevolenza, perché è abbastanza filantropico, ma che è ben lungi dal trovar piacere nella compagnia degli uomini, per effetto di una lunga e triste esperienza.
Immanuel Kant, Critica del Giudizio, 1790

Misoginia e misandria sono semplicemente dei sostituti della misantropia per coloro che non sono ancora pronti a fare quel passo da gigante per
l'umanità.
Florence King, With charity toward none, 1992

La mia filosofia, non solo non è conducente alla misantropia, come può parere a chi la guarda superficialmente, e come molti l’accusano; ma di sua natura esclude la misantropia, di sua natura tende a sanare, a spegnere quel mal umore, quell'odio, non sistematico, ma pur vero odio, che tanti e tanti, i quali non sono filosofi, e non vorrebbero esser chiamati né creduti misantropi, portano però cordialmente a’ loro simili, sia abitualmente, sia in occasioni particolari, a causa del male che, giustamente o ingiustamente, essi, come tutti gli altri, ricevono dagli altri uomini. La mia filosofia fa rea d’ogni cosa la natura, e discolpando gli uomini totalmente, rivolge l’odio, o se non altro il lamento, a principio più alto, all'origine vera de’ mali de’ viventi.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Tutto quello che si cede è perduto, posto il sistema dell’egoismo universale. Anche per altra parte, questo egoismo cagiona l’egoismo individuale, cioè non solo per l’esempio, ma pel disinganno che cagiona in un uomo virtuoso, la trista esperienza della inutilità, anzi nocevolezza della virtù e de’ sacrifizi magnanimi: e per la misantropia che ispira il veder tutti occupati per se stessi, e non curanti del vostro vantaggio, non grati ai vostri benefizi, e pronti a danneggiarvi.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Misantropia e amore. Solo quando non li si può più digerire, ma se ne ha ancora lo stomaco pieno, si dice che si è sazi degli uomini. Misantropia è la conseguenza di un eccessivamente bramoso amore degli uomini e di una "antropofagia": ma chi ti impone del resto di ingollare gli uomini come ostriche, mio principe Amleto?
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, 1882

La misantropia nasce quando si è riposta eccessiva fiducia in qualcuno, senza conoscerlo bene, ritenendolo amico leale, sincero, fedele, mentre poi, a poco a poco, si scopre che è malvagio e infido, un essere del tutto diverso. Quando questa esperienza si ripete più volte, specie con quelli che stimavamo più fidati e più amici, si finisce, dopo tante delusioni, con l’odiare tutti e col credere che in nessun uomo vi sia qualcosa di buono.
Platone, Fedone, IV sec. a.e.c.

Qualsiasi uomo notevole, chiunque cioè non appartenga a quei 5/6 dell'umanità dotati tanto miseramente dalla natura, rimarrà dopo i quarant'anni difficilmente esente da una certa traccia di misantropia.
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851

La misantropia e l’amore della solitudine sono concetti affini.
Arthur Schopenhauer, ibidem

La misantropia, per es. quella di un Timone d'Atene, è qualcosa di totalmente diverso dall'ordinaria ostilità dei malvagi. La prima nasce da una conoscenza della malvagità e della stoltezza degli uomini in generale, non riguarda i singoli, anche se possono essere stati dei singoli la prima occasione, ma si rivolge a tutti, e quei singoli vengono considerati soltanto come un esempio indifferente. Si tratta anzi sempre di un'indignazione in certa misura nobile, che ha luogo solo là dove esiste la coscienza di una propria natura migliore, che si è sdegnata di una cattiveria del tutto inattesa. Invece l'ordinaria ostilità, malevolenza, astiosità è qualcosa di totalmente soggettivo, sorto non dalla conoscenza ma dalla volontà, che gli altri uomini contrastano con collisioni costanti, e che ora odia i singoli che le sono d'impedimento, poi poco per volta anche tutti coloro che possono esserle d'ostacolo, ossia tutti, propriamente, ma pur sempre uno per volta, singolarmente, e solo a partire da quel punto di vista soggettivo. Amerà quei pochi con cui, legato per affinità e abitudine, ha un interesse in comune, benché non siano in nulla meglio degli altri.
Arthur Schopenhauer, Scritti postumi, 1804/60 (postumo 1966/75)

La misantropia è il problema della disgregazione dell'Altro. Ma il misantropo ne ha bisogno per affermarsi come tale.
Manlio Sgalambro, Della misantropia, 2012 [4]

Sebbene la misantropia vera e propria sia appannaggio di una ristrettissima minoranza di persone, esiste una forma attenuata e inconsapevole di misantropia che è invece molto diffusa, e che si manifesta in tutti quegli atteggiamenti e quei comportamenti in cui l’altro, senza che ne abbia colpa, non è benvisto. Ad esempio: nel bisogno di mantenere le distanze dagli altri, nella diffidenza verso gli sconosciuti, nell’indif­fe­ren­za verso i più bisognosi, nel non fidarsi di nessuno, nel malignare alle spalle altrui, nell’antipatia a pelle, nel disprezzo per i “diversi” e così via. Del resto, ognuno sa quant’è difficile amare il prossimo.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

L'osservazione troppo minuziosa degli uomini può diventare misantropia.
Ludwig Tieck, Il superfluo della vita, 1839

Da soli non si è nemmeno uomini, ma solo dei misantropi che male hanno interpretato la vita propria e quella dell'insieme sociale.
Vittorino Andreoli, L'uomo di vetro, 2008

Sia il filantropo che il misantropo pongono l’uomo al centro delle proprie riflessioni; ma alla fine l'unico disposto a soffrire per lui è il secondo.
Amedeo Ansaldi, Manuale di scetticismo, 2014

Bada a non avere mai nei confronti del misantropo i sentimenti che il misantropo nutre nei confronti degli altri uomini.
Marco Aurelio, Pensieri, 166/79

Perduto in questo mondo villano, urtato col gomito dalla folla, sono come un uomo stanco il cui occhio non vede dietro, negli anni profondi, altro che disinganno e amarezza, e davanti a sé altro che una tempesta in cui niente di nuovo v’è contenuto, né insegnamento, né dolore. La sera in cui quest’uomo ha rubato al destino qualche ora di piacere, cullato nella sua digestione, dimentico – per quanto possibile – del passato, contento del presente e rassegnato all'avvenire, inebriato del suo sangue freddo e del suo dandismo, fiero di non essere così basso come quelli che passano, egli si dice contemplando il fumo del suo sigaro: che m’importa dove vanno queste coscienze?
Charles Baudelaire, Razzi, 1855/62 (postumo 1887-1908)

L’amore per gli altri, quando è sincero, finisce per rendere misantropi.
Alain de Benoist, Ultimo anno, 2001

I misantropi sono uomini dotati di buona memoria.
Anselmo Bucci, Il pittore volante, 1930

Gli uomini non possono nascere misantropi; bensì nascono, pur troppo! alle volte egoisti. La misantropia è conseguente a lunghe e dolorose esperienze, e se ne va preso chi aveva sortito un'indole molto confidente e amorevole; l'egoismo all'opposto è disposizione che portiamo con noi dalla nascita (prendiamo la frase discretamente), può credersi innestata nell'esser nostro, e non ha bisogno di tempo e di concorso di circostanze a manifestarsi. Ragazzi misantropi non ne ho mai veduti, ne ho veduti bensì di egoisti.
Luigi Carrer, Discorsetti morali, 1838

Esistono tre tipi dominanti di misantropo. Il misantropo più vistoso odia se stesso e tutta l'umanità e lo fa con passione. con tutto il suo essere. Molto più diffuso è il misantropo satirico, soddisfatto di se stesso che pare godere allo spettacolo della stupidità umana e di ogni tipo di male. Tutti i grandi scrittori satirici appartengono a questa categoria. Da ultimo viene il misantropo, che odia solamente i suoi contemporanei e il mondo a lui più vicino perché possiede una visione interiore di un'umanità trasformata. Egli può ritenere che nel passalo o nel futuro sia esistita o esisterà una versione migliore del genere umano. Questo misantropo può scegliere l'isolamento da una società che gli ripugna. ma può anche decidere di muovere guerra contro un'umanità fallita. Per identificare questo tipo basta solo ricordare l'Alceste di Molière e Nietzsche.
Bernardo Cattarinussi, Sentimenti, passioni, emozioni, 2006

Il misantropo è, necessariamente, il più strenuo negatore di un Dio antropomorfo.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979

Quand’ero giovane, con i bisogni provocati dalle passioni, e attirato da esse tra la gente, obbligato a cercare in società e nei piaceri alcune distrazioni a pene crudeli, mi predicavano l’amore della vita ritirata, del lavoro e mi stordivano di sermoni pedanti su questo tema. Arrivato a quarant’anni, con l’avvenuta perdita delle passioni che rendono la società sopportabile, senza vederne altro che la miseria e la futilità, senza aver più bisogno della gente per sfuggire a pene che non esistevano più, il gusto della vita ritirata e del lavoro è diventato molto vivo in me e ha sostituito tutto il resto. Ho smesso di andare tra la gente. Allora, non hanno smesso di tormentarmi affinché vi ritornassi. Sono stato accusato di essere misantropo, ecc. Cosa concludere di questa strana differenza? Il bisogno che hanno gli uomini di biasimare tutto.
Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795/1953 (postumo)

La debolezza, la mancanza di idee o, in una parola, tutto ciò che può impedirci di vivere bastando a noi stessi: ecco i soli mezzi che impediscono a molti di essere misantropi.
Nicolas de Chamfort, ibidem

È pressoché impossibile che un filosofo o un poeta non siano misantropi: 1° perché il loro gusto e talento li portano all'osservazione della società, studio notoriamente capace di affliggere il cuore; 2° perché non essendo quasi mai il loro talento ricompensato dalla società (è già un lusso che non venga invece castigato), questa ragione di tormento non fa che raddoppiare la loro tendenza alla malinconia.
Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795/1953 (postumo)

Nel vedere quel che succede nel mondo, il più misantropo finirebbe col rallegrarsi, e Eraclito col morire dal ridere.
Nicolas de Chamfort, ibidem

D..., amabile misantropo, mi diceva riguardo alla malvagità umana: "Solo l'inutilità del primo diluvio trattiene Dio dal mandarne un secondo".
Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795/1953 (postumo)

Chi a quarant'anni non è misantropo, non ha mai amato gli uomini.
Nicolas de Chamfort, attribuito su Journal de Paris, 1795

Il misantropo non odia gli altri quanto sé stesso.
Charles Chincholle, Les Pensées de tout le monde, 1868

Ogni misantropo, per quanto sincero sia, ricorda a volte quel vecchio poeta inchiodato a letto e completamente dimenticato, il quale, infuriato con i contemporanei, aveva decretato di non volerne più ricevere nessuno. Sua moglie, per spirito di carità, andava di tanto in tanto a suonare alla porta.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

Fra tutte le persone, le meno insopportabili sono quelle che odiano gli uomini. Non bisogna mai fuggire un misantropo.
Emil Cioran, Esercizi di ammirazione, 1986

Gli uomini mi fanno orrore, ma non sono un misantropo. Se fossi onnipotente - Dio o Diavolo -, eliminerei l'uomo
Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995

La scimmia imbecille è anche la sola scimmia detenuta o detenibile, perché delinquente, ossia capace del male. La misantropia, non la filantropia, è la chiave di comprensione dell’imbecillità come tratto esclusivo dell’umano.
Maurizio Ferraris, L'imbecillità è una cosa seria, 2016

I misantropi sono onesti; per questo sono misantropi.
Delphine Gay de Girardin, Margherita, o Due amori, 1882

La differenza tra il misantropo e il misogino è che il primo non ama gli uomini, e il secondo conosce le donne.
Roberto Gervaso, La volpe e l'uva, 1989

Si sa che tutti i Misantropi, come Alceste [2], son quelli che amano e hanno amato troppo i loro simili.
Domenico Giuliotti e Giovanni Papini, Dizionario dell'omo salvatico, 1923

L’ordine di preferenza del misantropo: una telefonata è meglio di una visita, una lettera è meglio di una telefonata, una cartolina illustrata da un luogo lontano è meglio di una lettera.
Carlo Gragnani [1]

Definizione di misantropo: "Qualcuno che non soffre gli sciocchi e che ama vedere gli sciocchi soffrire".
Florence King, With charity toward none, 1992

Se incontri qualcuno che non riesce a capire perché l'isolamento è considerato una punizione, hai incontrato un misantropo.
Florence King, ibidem

I misantropi hanno delle virtù ammirevoli anche se paradossali. Non è esagerato dire che siamo tra le persone più gentili che si possano incontrare. Poiché le buone maniere costruiscono muri robusti, la nostra avversione per l'intimità ci rende estremamente cordiali: "navi che passano di notte". Finché rimarrai un estraneo saremo tuoi amici per sempre.
Florence King, With charity toward none, 1992

Si alza tardi, molto tardi, e lo fa, a suo dire, per contemplare il meno possibile i suoi simili...
[Il se lève tard, très tard, afin, dit-il, de contempler moins longtemps ses semblables...].
Eugène Labiche, Il misantropo e l’alverniate, 1852

Chi comunica poco cogli uomini, rade volte è misantropo. Veri misantropi non si trovano nella solitudine, ma nel mondo: perché l’uso pratico della vita, e non già la filosofia, è quello che fa odiare gli uomini. E se uno che sia tale, si ritira dalla società, perde nel ritiro la misantropia.
Giacomo Leopardi, Pensieri, 1845 (postumo - cfr. citazione dallo Zibaldone))

Oggi chi conoscendo ed avendo sperimentato il mondo, non è divenuto egoista, se ha niente niente di senso e d'ingegno, non può esser divenuto che misantropo.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Chi pratica poco cogli uomini, difficilmente è misantropo. I veri misantropi non si trovano nella solitudine, si trovano nel mondo. Lodan quella, sì bene; ma vivono in questo. E se un che sia tale si ritira dal mondo, perde la misantropia nella solitudine.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Nessuno è più misantropo di un giovane deluso.
Herman Melville, Redburn, 1849

Anche il più grande tra i misantropi, ogni tanto, un po' per noia e un po' per non si sa cosa, ricomincia a credere nelle persone. Poi però tutto finisce e l'odio ritorna. E il merito è tutto delle persone e del loro talento nell'esprimere tanto eloquentemente la loro infima natura.
Francesco Nitti [1]

La trovata dostojevskiana è che si cessa di soffrire soltanto accettando. E pare che si possa accettare la sofferenza soltanto sacrificandosi. In queste cose il torto è di fare il passo più lungo della gamba. Si accetta di soffrire (rassegnazione) e poi ci si accorge che si è sofferto e basta. Che la sofferenza non ha servito a noi e gli altri se ne infischiano. E allora si digrigna i denti e si diventa misantropi. Voilà.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)

A conoscerci meglio saremmo tutti misantropi.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014

Il carattere del Misantropo sfugge al dominio del poeta; esso è determinato dalla natura della sua passione dominante. Questa passione consiste in un violento odio per tutti i vizi, nato da un amore ardente per la virtù e inacidito dal continuo spettacolo della malvagità umana. Solo un animo grande e nobile ne è dunque suscettibile.
Jean-Jacques Rousseau, Lettera a d'Alambert, 1758

Il misantropo non ha forse altro torto che estendere troppo il suo odio e non fare eccezioni.
Joseph Sanial-Dubay, Pensieri sull'uomo, il mondo e la morale, 1813

Misone [3], il misantropo, venne sorpreso da una persona, mentre stava ridendo da solo; richiesto perché ridesse, dato che era solo: "Appunto perciò rido", fu la sua risposta.
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851

Il misantropo ha con l'ordinario malevolo il rapporto che l'asceta, colui che rinuncia alla volontà di vivere, che si rassegna, ha con il suicida, che ama bensì la vita, ma più ancora teme un qualche caso determinato della vita, sicché questo timore supera quell'amore. L'ostilità e il suicidio si rivolgono solo a un caso particolare, misantropia e rassegnazione al tutto. I primi due sono come il navigatore abituale che per routine sa percorrere una certa rotta per mare, ma al di fuori di essa è perduto: gli ultimi due invece come il navigatore addestrato a maneggiare bussola, carta nautica, quadrante e cronometro, che in tutto il mondo trova le rotte. Ostilità e suicidio scomparirebbero con il venir meno del caso singolo, ma misantropia e rassegnazione stanno ben ferme e nulla di temporale le smuove.
Arthur Schopenhauer, Scritti postumi, 1804/60 (postumo 1966/75)

“Misantropo” è il mio nome, e ho in odio l’intera umanità. In quanto a te, vorrei che fossi un cane per poterti volere un po’ di bene.
William Shakespeare, Timone d'Atene, ca. 1605/08

Il misantropo è colui che rimprovera agli uomini di essere ciò che egli è.
Louis Scutenaire, Le mie iscrizioni, 1945/84

Gli esseri umani sono animali sociali. Anche i misantropi, in fondo, vogliono sentirsi graditi e apprezzati.
Beppe Severgnini, Italiani di domani, 2012

C'è l'infelice che possiamo definire astratto. Egli è infelice e basta. C'è il più infelice che odia se stesso. Infine c'è l'infelice assoluto che odia immediatamente se stesso e mediatamente l'altro. Costui è il misantropo.
Manlio Sgalambro, Della misantropia, 2012

I più alti spiriti, se così dobbiamo chiamarli, sono stati misantropi e misologi. [5]
Manlio Sgalambro, ibidem

Come chiunque, il misantropo ha i suoi impegni quotidiani. Non è un bilioso. Gentile come un passero, anche lui cinguetta. La misantropia sta in agguato. Uno stato di avversione permanente caratterizza il misantropo.
Manlio Sgalambro, ibidem

Il misantropo è certo di non avere nulla da spartire col prossimo, salvo l'odio.
Manlio Sgalambro, ibidem

Il misantropo è una fortezza senza ponte levatoio. Egli può portare il suo neikos oltre, ma nessuno può entrare in lui. Nemmeno l"amore' lo tocca. Egli non ama. Se qualcuno vuole amarlo, si accomodi pure. Il misantropo non soffre. Solo così si è misantropi: facendo soffrire gli altri. Non si è mai visto un misantropo rassegnato.
Manlio Sgalambro, Della misantropia, 2012

Non c’è essere più infelice su questa terra di un misantropo costretto a vivere in un condominio.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007

I peggiori guai per l’umanità non provengono da malvagi misantropi senza scrupoli, ma da coloro che la amano e che intendono guidarla o migliorarla.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

Il misantropo è il piú democratico dei razzisti; per lui, tutte le razze della specie umana sono ugualmente degne di disprezzo.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Io non sono misantropo, è l’umanità che è insopportabile.
Giovanni Soriano, ibidem

Un misantropo non si riconosce tanto dalla sua tendenza a evitare gli altri, quanto dal non riuscire a rassegnarsi all'idea di dover condividere lo stesso pianeta per tutta la vita col resto dell’umanità.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

“Per vivere soli si deve essere una bestia o un dio”, dice Aristotele. “Manca il terzo caso”, ribatte Nietzsche, “essere l'una e l'altra cosa: filosofo”. Ma se è per questo, aggiungo io, ne manca anche un quarto di caso: essere misantropi.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

Ci sono soltanto due cose capaci di scalfire la spessa corazza di un misantropo: il genio di un uomo e il fascino di una donna – e più quello che questo.
Giovanni Soriano, ibidem

Se il dio dell’Antico Testamento esistesse davvero, sarebbe il più gran misantropo di tutti i tempi. Egli, infatti, dopo aver creato gli esseri umani con tutte le buone intenzioni possibili e con la speranza in una pacifica convivenza, se n’è dovuto presto pentire, e dopo averli scacciati dal Paradiso e quasi sterminati col Diluvio, pare abbia finalmente deciso di non farsi più vedere né sentire, lasciando, com’è giusto, questi malnati e incorreggibili esseri al loro misero destino.
Giovanni Soriano, ibidem

Ogni misantropo serba in sé la più sublime e la più paradossale delle utopie: poter ammirare, un giorno, un mondo non più infestato da esseri umani.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

Il genio di solito è misantropo, ha una tormentata socievolezza, non sa stare in gruppo e far setta o lobby, e tende a isolarsi perché è difforme e anacronistico. Con il dolore aggiuntivo di ritrovarsi confuso tra tanti eccentrici privi di genio che, vedendo disprezzato o disconosciuto il loro presunto talento, traggono alibi e presagio della loro grandezza.
Marcello Veneziani, Dio, Patria e Famiglia, 2012

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Alceste: protagonista della celebre commedia di Molière, Il misantropo, del 1666.
  3. Misone: filosofo greco antico del VI secolo a.e.c., annoverato fra i sette sapienti.
  4. Della misantropia (Adelphi 2012) di Manlio Sgalambro non è un vero e proprio saggio dedicato alla misantropia, ma un libro di aforismi e riflessioni su vari argomenti, fra cui anche la misantropia.
  5. Misologo: chi ha avversione per le discussioni e i ragionamenti astratti. Secondo Platone, che ha introdotto il termine, la misologia nasce dall'aver creduto senza discernimento a ragionamenti che si sono poi rivelati falsi.
  6. Vedi anche: Frasi contro l'Umanità - Frasi contro il Mondo - Frasi contro la Società - Asociali