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Frasi e citazioni su Apollineo e Dionisiaco

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'antitesi tra apollineo e dionisiaco, introdotta nel linguaggio filosofico da Friedrich Nietzsche ne La nascita della tragedia (1872) per illustrare i due impulsi essenziali dai quali nacque la tragedia attica, «opera artistica altrettanto dionisiaca quanto apollinea». Lo spirito apollineo rappresenta l'ordine e l'armonia delle forme, mentre lo spirito dionisiaco è ebbrezza ed esaltazione entusiastica priva di forma: il primo domina l’arte plastica, il secondo pervade la musica.
Secondo Nietzsche, la perdita dell’elemento dionisiaco è all'origine della decadenza del mondo occidentale, che trova espressione nell'allontanamento dai valori vitali (bellezza, salute, forza, potenza) e nella lunga serie di ‘menzogne’ (la più grande delle quali è Dio) con le quali gli uomini hanno ingannato sé stessi per secoli. [Dizionario di filosofia Treccani, 2009].

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Nell'arte dionisiaca e nel suo simbolismo tragico la stessa natura ci parla
con la sua voce vera e aperta: «Siate come sono io!». (Friedrich Nietzsche)
Immagine: La giovinezza di Bacco, William Bouguereau, 1884
L'elemento dionisiaco esprime l'enorme potere delle nostre dimensioni più arcaiche, più primitive. In quanto tali però, queste dimensioni sono le più vicine alla vita, ma la loro forza è talmente grande da suscitare in noi un autentico terrore. Per fronteggiare questa paura siamo allora portati a «trattenerci», a reprimerci e a sforzarci di vivere esclusivamente la dimensione apollinea.
Aldo Carotenuto, L'anima delle donne, 2001

Il sublime nasce ogniqualvolta il comico e il tragico coincidono. Non appena, cioè, l'apollineo e il dionisiaco si mettono a letto per fare l'amore.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005

Avremo acquistato molto per la scienza estetica, quando saremo giunti non soltanto alla comprensione logica, ma anche alla sicurezza immediata dell'intuizione che lo sviluppo dell'arte è legato alla duplicità dell'apollineo e del dionisiaco, similmente a come la generazione dipende dalla dualità dei sessi, attraverso una continua lotta e una riconciliazione che interviene solo periodicamente.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Alle due divinità artistiche dei Greci, Apollo e Dioniso, si riallaccia la nostra conoscenza del fatto che nel mondo greco sussiste un enorme contrasto, per origine e per fini, fra l'arte dello scultore, l'apollinea, e l'arte non figurativa della musica, quella di Dioniso: i due impulsi così diversi procedono l'uno accanto all'altro, per lo più in aperto dissidio fra loro e con un'eccitazione reciproca a frutti sempre nuovi e più robusti, per perpetuare in essi la lotta di quell'antitesi, che il comune termine «arte» solo apparentemente supera; finché da ultimo, per un miracoloso atto metafisica della «volontà» ellenica, appaiono accoppiati l'uno all'altro e in questo accoppiamento producono finalmente l'opera d'arte altrettanto dionisiaca che apollinea della tragedia attica.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Apollo, come divinità etica, esige dai suoi la misura e, per poterla osservare, la conoscenza di sé. E così, accanto alla necessità estetica della bellezza, si fa valere l'esigenza del «conosci te stesso» e del «non troppo», mentre l'esaltazione di sé e l'eccesso furono considerati i veri demoni ostili della sfera non apollinea, quindi qualità dell'epoca preapollinea, dell'età titanica, e del mondo extraapollineo, cioè del mondo barbarico.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Il dionisiaco e l'apollineo, con creazioni sempre nuove e successive, e rafforzandosi a vicenda, dominarono la natura ellenica.
Friedrich Nietzsche, ibidem

Sotto l'incantesimo del dionisiaco non solo si restringe il legame fra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata celebra di nuovo la sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l'uomo.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Ogni artista è «imitatore», cioè o artista apollineo del sogno o artista dionisiaco dell'ebbrezza o infine - come per esempio nella tragedia greca - insieme artista del sogno e dell'ebbrezza.
Friedrich Nietzsche, ibidem

Cos'è il canto popolare in antitesi all'epos interamente apollineo? Cos'altro se non il perpetuum vestigium di un'unione dell'apollineo e del dionisiaco? La sua enorme diffusione, che si estende a tutti i popoli e si rafforza attraverso creazioni sempre nuove, è per noi una testimonianza di quanto sia forte quel duplice impulso artistico della natura, il quale lascia le sue tracce nel canto popolare in modo analogo a come i moti orgiastici di un popolo si eternano nella sua musica.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Nell'arte dionisiaca e nel suo simbolismo tragico la stessa natura ci parla con la sua voce vera e aperta: «Siate come sono io!».
Friedrich Nietzsche, ibidem

Come cambia improvvisamente il deserto della nostra stanca cultura, quando lo tocca la magia dionisiaca! Un turbine afferra tutto ciò che è spento, marcio, rotto, appassito, lo avvolge roteando in una rossa nube di polvere e come un avvoltoio lo porta in alto.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

L'arte dionisiaca vuole convincerci dell'eterna gioia dell'esistenza: senonché dobbiamo cercare questa
gioia non nelle apparenze, ma dietro le apparenze.
Friedrich Nietzsche, ibidem

L'arte dionisiaca suole esplicare effetti di due specie sulla facoltà artistica apollinea: la musica spinge all'intuizione simbolica dell'universalità dionisiaca, e in secondo luogo la musica fa risaltare l'immagine simbolica in una suprema significazione. Da questi fatti in sé comprensibili e non inaccessibili a una considerazione un po' profonda, io deduco l'attitudine della musica a generare il mito, cioè l'esempio più significativo, e precisamente il mito tragico : il mito che parla per simboli della conoscenza dionisiaca.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Il dionisiaco, con la sua gioia originaria percepita anche nel dolore, è il grembo comune della musica e del mito tragico.
Friedrich Nietzsche, ibidem

Si potrebbe simboleggiare il difficile rapporto fra l'apollineo e il dionisiaco nella tragedia con un legame di fratellanza fra le due divinità: Dioniso parla la lingua di Apollo, ma alla fine Apollo parla la lingua di Dioniso. Con questo è raggiunto il fine supremo della tragedia e dell'arte in genere.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Musica e mito tragico sono in uguale maniera espressioni dell'attitudine dionisiaca di un popolo e inseparabili l'una dall'altro. Entrambi provengono da un dominio artistico che è aldilà dell'apollineo; entrambi trasfigurano una regione, nei cui accordi di gioia si smorza incantevolmente tanto la dissonanza quanto l'immagine terribile del mondo.
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

La tragedia sta in mezzo a questa sovrabbondanza di vita, di dolore e di piacere, in estasi sublime, ascolta un lontano e melanconico canto − esso narra delle Madri dell’essere, i cui nomi suonano: follia, volontà, dolore. − Sì, amici miei, credete con me alla vita dionisiaca e alla rinascita della tragedia. Il tempo dell’uomo socratico è finito: inghirlandatevi di edera, prendete in mano il tirso e non vi meravigliate che la tigre e la pantera si accovaccino carezzevolmente ai vostri ginocchi. Ora osate essere uomini tragici. Accompagnerete il corteo dionisiaco dall'India alla Grecia! Armatevi a dura lotta, ma credete ai miracoli del vostro dio!
Friedrich Nietzsche, La Nascita della tragedia, 1872

Colui che è più ricco di pienezza vitale, il dio e l'uomo dionisiaco, non solo può concedersi lo spettacolo dell'orrore e della precarietà, ma perfino l'azione terribile e ogni lusso di distruzione, di dissolvimento, d'annientamento; malvagità, assurdità, deformità gli appaiono in un certo senso permesse in conseguenza di uno straripamento di forze generatrici e fecondanti che possono fare di ogni deserto ancora una contrada fertile ed ubertosa. Mentre invece il più sofferente, il più depauperato di vita avrebbe soprattutto bisogno di dolcezza, di mansuetudine, di bontà nel pensiero e nell'azione, possibilmente di un dio che fosse veramente un dio di malati, un "salvatore"; gli sarebbe quindi necessaria anche la logica, la comprensione concettuale dell'esistenza, - è la logica, infatti, a racquietare, a dar fiducia, - insomma una certa calda ristrettezza che fugasse ogni paura e un rinserrarsi in ottimistici orizzonti.
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, 1882

Tra la noluntas di matrice schopenhaueriana, fatta di ascetismo e rinuncia alla volontà di vivere, e l’amor fati nietzschiano, animato da accettazione gioiosa e dionisiaca della vita, propenderei, come atteggiamento di fronte all'esistenza, per una terza via – assai piú praticabile – suggerita da quel filosofo sotto mentite spoglie che è Woody Allen: «È chiaro che il futuro offre grandi opportunità; è anche disseminato di trabocchetti; il trucco consiste nell'evitare i trabocchetti, prendere al balzo le opportunità e rientrare a casa per l’ora di cena».
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Solo un vero apollineo può permettersi di essere dionisiaco.
Federico Basso Zaffagno, Il re del proprio mondo, 2012

Note
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