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Frasi Contro la Nascita

Raccolta di aforismi cinici e frasi pessimistiche contro la nascita, da parte di autori che non considerano il nascere né un miracolo né un dono, ma qualcosa che sarebbe stato meglio evitare. A mo' d'introduzione riportiamo un brano di Giacomo Leopardi tratto dal Canto notturno di un pastore errante dell'Asia:
"Vecchierel bianco, infermo, / mezzo vestito e scalzo, / con gravissimo fascio in su le spalle, / per montagna e per valle, / per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, / al vento, alla tempesta, e quando avvampa / l'ora, e quando poi gela, / corre via, corre, anela, / varca torrenti e stagni, / cade, risorge, e più e più s'affretta, / senza posa o ristoro, / lacero, sanguinoso; infin ch'arriva / colà dove la via / e dove il tanto affaticar fu volto: / abisso orrido, immenso, / ov'ei precipitando, il tutto obblia. / Vergine luna, tale / è la vita mortale. / Nasce l'uomo a fatica, / ed è rischio di morte il nascimento. / Prova pena e tormento / per prima cosa; e in sul principio stesso / la madre e il genitore / il prende a consolar dell'esser nato. / Poi che crescendo viene, / l'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre / con atti e con parole / studiasi fargli core, / e consolarlo dell'umano stato: / altro ufficio più grato / non si fa da parenti alla lor prole. / Ma perché dare al sole, / perché reggere in vita / chi poi di quella consolar convenga? / Se la vita è sventura / perché da noi si dura?".
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sul nascere, sul non volere figli, contro la vita e contro la procreazione. [I link sono in fondo alla pagina].
La miglior cosa per gli uomini di questa terra
è non essere nati e non vedere la luce del sole. (Teognide)
La maggior colpa dell'uomo è l'esser nato.
[El delito mayor del hombre es haber nacido].
Pedro Calderón de la Barca, La vita è sogno, 1635

Non è vero che vogliamo nascere, vedere la luce. In realtà siamo scaraventati fuori da spinte, contrazioni, ecc. Un tremendo terremoto ci snida dal nostro regno incantato. Dipendesse da noi, invece, ce ne staremmo lì per sempre. Col passare del tempo le pance delle donne diverrebbero ospizi per vecchi e noi lì, con la barba bianca, tremolanti e felici, pieni di acciacchi e circondati da medicine e pastiglie Valda…
Romano Bertola, Le caramelle del diavolo, 1991

Nascita. La prima e la più atroce di tutte le calamità. 
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911

La nascita è una ghigliottina.
Maurice Blanchard, Débuter après la mort, 1977

Il turpe arbitrio del nascere.
Gesualdo Bufalino [1]

Noi, che non ci contentiamo di parole, acconsentiamo a scomparire e siamo lieti di acconsentire, non abbiamo scelto di nascere e ci riteniamo fortunati a non sopravvivere in nessun luogo a questa vita, che ci fu imposta più che donata.
Albert Caraco, Breviario del Caos, 1982 (postumo)

Ogni povero diventa un criminale non appena, facendo nascere un altro povero, offre alla miseria una nuova garanzia.
Albert Caraco, Breviario del Caos, 1982 (postumo)

Quel che non bisogna assolutamente che i figli sappiano, è che li si è fatti nascere.
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987

Si chiede agli esseri umani di nascere per diventare bestie da lavoro, per lo più sedentario, impugnando un mouse elettronico.
Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere, 2009

Ci si ribella alla morte, a ciò che deve sopraggiungere; la nascita, evento ben più irreparabile, la si lascia in disparte. non le si dà molta importanza: essa appare a ognuno lontana nel passato come il primo istante del mondo. Vi risale soltanto colui che pensa di sopprimersi; si direbbe che non riesca a dimenticare il meccanismo innominabile della procreazione e che cerchi un orrore retrospettivo, di annientare il germe stesso da cui è nato.
Emil Cioran, La caduta nel tempo, 1964

Nascita e catena sono sinonimi. Vedere la luce, vedere delle manette...
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

A differenza di Giobbe non ho maledetto il giorno della mia nascita; gli altri giorni, in compenso, li ho coperti tutti di anatemi. 
Emil Cioran, ibidem

Ci fu un tempo in cui il tempo non era ancora… Il rifiuto della nascita non è altro che la nostalgia di quel tempo anteriore al tempo.
Emil Cioran, ibidem

Noi non corriamo verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante. Ci ripugna, certo, considerare la nascita un flagello: non ci è stato forse inculcato che era il bene supremo, che il peggio era posto alla fine e non all'inizio della nostra traiettoria? Il male, il vero male, è però dietro, non davanti a noi. è quanto è sfuggito al Cristo, è quanto ha invece colto il Buddha: "Se tre cose non esistessero al mondo, o discepoli, il Perfetto non apparirebbe nel mondo…". E, alla vecchiezza e alla morte, antepone il fatto di nascere, fonte di tutte le infermità e di tutti i disastri.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

Il barlume di luce che è in ognuno di noi e che risale a molto prima della nostra nascita, a molto prima di tutte le nascite, quello si deve salvaguardare se vogliamo riprendere contatto con quella luminosità remota dalla quale non sapremo mai perché fummo separati.
Emil Cioran, ibidem

La prova migliore di quanto l'umanità stia regredendo è l'impossibilità di trovare un solo popolo, una sola tribù, in cui la nascita provochi ancora lutto e lamenti. 
Emil Cioran, ibidem

La vera, unica sfortuna: quella di venire alla luce. Risale all'aggressività, al principio di espansione e di rabbia annidato nelle origini, allo slancio verso il peggio che le squassò.
Emil Cioran, ibidem

Le tre del mattino. Percepisco questo secondo, e poi quest'altro, faccio il bilancio di ogni minuto. Perché tutto questo? Perché sono nato. È da un tipo speciale di veglia che deriva la messa in discussione della nascita.
Emil Cioran, ibidem

Negli scritti buddhisti si parla spesso dell'"abisso della nascita". È davvero un abisso, un baratro, nel quale però non si cade, ma si emerge, a maggiore danno di ciascuno.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

Non nascere è indubbiamente la migliore formula che esista. Non è purtroppo alla portata di nessuno.
Emil Cioran, ibidem

Non sono i miei inizi a importarmi, è l'inizio stesso. Se mi scontro con la mia nascita, con un'ossessione secondaria, è perché non posso battermi contro il primo momento del tempo. Ogni malessere individuale è riconducibile, in ultima istanza, a un malessere cosmogonico, dato che ogni nostra sensazione espia quel misfatto della sensazione primordiale attraverso cui l'essere sgusciò fuori da non si sa dove…
Emil Cioran, ibidem

Quando ognuno avrà capito che la nascita è una sconfitta, l'esistenza, finalmente tollerabile, apparirà come l'indomani di una capitolazione, come il sollievo e il riposo del vinto.
Emil Cioran, ibidem

Tutto si spiega a meraviglia se ammettiamo che la nascita è un evento nefasto o quanto meno inopportuno; ma se si è di opinione diversa, occorre rassegnarsi all'inintelligibile, oppure barare come fanno tutti.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

Mediocrità della mia afflizione ai funerali. Impossibile compiangere i defunti; inversamente, ogni nascita mi precipita nella costernazione. È incomprensibile, è insensato che si possa mostrare un neonato, che si esibisca questo disastro virtuale, e ci si rallegri.
Emil Cioran, Il funesto demiurgo, 1969

I Trausi dal canto loro, mentre per tutto il resto seguono i costumi degli altri Traci, riguardo a chi nasce e a chi muore si comportano così: seduti intorno al neonato i parenti piangono, deplorando tutti i mali che egli, essendo nato, dovrà sopportare ed enumerando tutte le sofferenze umane; invece il morto lo seppelliscono scherzando e in piena allegria, aggiungendo come spiegazione che, liberato da tanti mali, egli è ormai in una condizione di piena felicità.
Erodoto, Storie, V sec. a.e.c.

Attorno all'evento-nascita si è accumulata una tale dose di ipocrisia, buonismo e irrazionalità, da portare al moltiplicarsi di situazioni di sofferenza altrimenti evitabili. Si pensi soltanto alle pressioni che questa cultura della “culla” esercita su una donna che non desideri realmente avere figli. O a quei genitori che, pur sapendo che il loro bambino nascerà gravemente menomato, decidono di non interrompere la gravidanza, condannandolo a una vita di dolore ed emarginazione. O alla sessantenne annoiata che vuole “vivere l’esperienza della maternità” e se ne infischia di mettere al mondo un orfano. A questo aggiungerei la considerazione che, in un mondo sovrappopolato come il nostro, le energie impiegate nell'allevamento di nuovi nati potrebbero essere indirizzate verso chi già vive e soffre, e necessita di tutto. Questo sarebbe davvero un “donare la vita”.
Sara Gelli, in Umberto Galimberti, Il segreto della domanda, 2008

Il sonno è buono, la morte è meglio; ma naturalmente la cosa migliore sarebbe non essere mai nati del tutto.
Heinrich Heine, Morphine, XIX sec.

Chi sono io? Come sono entrato nel mondo? Perché non m’hanno interpellato, perché non m’hanno istruito su regole e costumi, invece d’intrupparmi quasi che fossi stato comperato da un mercante di mozzi? Come son divenuto socio nella grande impresa che chiamano realtà? Perché devo essere socio? Non è facoltativo? E se devo esserci costretto, dov’è allora il direttore? Ho un’osservazione da fare. Dove devo rivolgermi col mio reclamo?
Søren Kierkegaard, La ripetizione, 1843

Che delitto abbiamo commesso per meritare di nascere?
Alphonse de Lamartine, Meditazioni poetiche, 1820

Forse in qual forma, in quale / stato che sia, dentro covile o cuna, / è funesto a chi nasce il dì natale.
Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, 1829/30

Non siamo dunque nati fuorché per sentire, qual felicità sarebbe stata se non fossimo nati?
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Entra l'uomo allor che nasce, / in un mar di tante pene, / che s'avvezza dalle fasce / ogni affanno a sostener.
Pietro Metastasio, Isacco, 1740

Bisogna piangere gli uomini alla loro nascita e non alla loro morte.
Charles-Louis de Montesquieu, Lettere persiane, 1721

"Qual è la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo?”, domandò il re Mida al Sileno, e questi, costretto dalla sua insistenza, con voce stridula gli rispose: “Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è – morire presto”.
Friedrich Nietzsche, La nascita della tragedia, 1872

Una cosa è sicura: siamo stati truffati. Se avessimo saputo qualcosa in più sulla vita, non avremmo mai firmato il nostro certificato di nascita. Ma ora: contro chi fare causa?
Marco Oliverio (Aforismi inediti su Aforismario)

La tua nascita è un errore a cui cercherai di riparare per tutta la vita.
Chuck Palahniuk, Invisible Monsters, 1999

Per la maggior parte degli esseri umani meglio sarebbe non nascere, e quando è accaduta la disgrazia della nascita, almeno morire prima di pensare.
Vilfredo Pareto, Lettera ad Arturo Linaker, 1915

Come esci dall'utero te lo mettono nel sedere: è la prassi. Non so se sia giusto ma poco conta. Sarebbe utile saperlo in anticipo, l'adattamento sarebbe meno traumatico durante l'allattamento.
Andrea G. Pinketts, Fuggevole Turchese, 2001

La mia nascita fu la prima delle mie sventure.
Jean-Jacques Rousseau, Le mie confessioni, 1765/70 (postumo 1782/89)

Quando si nasce si piange perché ci si ritrova in questo palcoscenico di matti.
[When we are born, we cry that we are come to this great stage of fools].
William Shakespeare, Re Lear, ca. 1606

Il bambino più fortunato è quello che non nasce.
Isaac Bashevis Singer [1]

Una donna gravida è una cosa orribile. Un neonato è ripugnante. Un letto di morte desta raramente un’impressione tanto mostruosa quanto un parto, questa spaventosa sinfonia di urla, sporcizia e sangue.
Hjalmar Söderberg, Il dottor Glas, 1905

Non essere mai nati è la cosa migliore, ma se dobbiamo vedere la luce, la cosa migliore è tornare rapidamente da dove siamo venuti. Quando se ne va la giovinezza, con tutte le sue follie, chi non barcolla sotto i mali? Chi vi sfugge?
Sofocle, Edipo a Colono, V sec. a.e.c.

Il più grosso rischio cui si può andare incontro a questo mondo è quello di nascere.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007

Quando mi si annuncia con entusiasmo la nascita di un bambino, non so se compiangere di più il neonato o i suoi genitori.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

La peggior disgrazia che possa capitare a un essere umano dopo quella di nascere è arrivare presto a capire che nascere è una disgrazia.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Che il dono piú grande che un genitore possa fare a un figlio sia non farlo nascere è una di quelle asserzioni sulle quali ogni persona dotata di buon senso non potrebbe che convenire, se non fosse che su simili questioni il buon senso – come si dimostra ogni giorno – non conta nulla.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Il grande privilegio di essere nati si sconta, giorno dopo giorno, col resto della propria vita.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

La nascita, comunemente rappresentata come lo straordinario miracolo della vita che si rinnova, e che invece alcuni – pochissimi, a dire il vero – considerano una vera e propria maledizione che si perpetua, da un punto di vista obiettivo non è che un semplice fatto naturale come tanti altri, cui gli umani – per ovvi motivi – hanno conferito un alone di sacralità. Per dirla con una battuta – cruda quanto efficace – di Bill Hicks: «Da dove viene quest’idea che il parto sia un miracolo? [...] No, non lo è. Non è un miracolo più di mangiare del cibo ed espellere uno stronzo dal culo».
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

L’amore, l’arte, la natura, la conoscenza, la contentezza... tutte belle cose, certo, ma in fondo, fumo negli occhi. Alla fine, ognuno deve fare i conti con la sofferenza, la paura, la delusione, le noie burocratiche, la solitudine, la malattia, la morte dei propri familiari – e il tutto in attesa della propria morte. Il fatto è che quando sei nato sei fottuto. Ecco, nati e fottuti: questo è il destino degli umani.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

È sicuramente meglio non nascere, ma questo, una volta nati, è meglio non arrivare mai a pensarlo.
Giovanni Soriano, ibidem

Non esiste evento più infausto della nascita. Di peggio potrebbe esserci soltanto una cosa: rinascere; evento, questo, del tutto inverosimile, certo, ma chi ha avuto l’incredibile iella di venire al mondo può aspettarsi di tutto.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

La miglior cosa per gli uomini di questa terra è non essere nati e non vedere la luce del sole; ma se son nati, allora quanto più presto possibile valicare le porte dell'Ade e giacere profondamente sepolti.
Teognide di Megara, Elegie, V sec. a.e.c.

Tutte le disgrazie derivano dall'esser nati, il che è quindi la maggiore delle sciagure.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

L'unica sfortuna di quelli che non sono mai nati è che non sanno nulla della loro fortuna.
Anacleto Verrecchia, Rapsodia viennese, 2003

Sono d'accordo con Sofocle: la più grande fortuna è non essere mai nati – tuttavia, come dice anche la battuta, pochissime persone sono riuscite nell'impresa. 
Slavoj Žižek [1]

Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: "È stato concepito un uomo!". Quel giorno sia tenebra, non lo ricerchi Dio dall'alto, né brilli mai su di esso la luce. Lo rivendichi tenebra e morte, gli si stenda sopra una nube e lo facciano spaventoso gli uragani del giorno! Quel giorno lo possieda il buio non si aggiunga ai giorni dell'anno, non entri nel conto dei mesi. Ecco, quella notte sia lugubre e non entri giubilo in essa. La maledicano quelli che imprecano al giorno, che sono pronti a evocare Leviatan. Si oscurino le stelle del suo crepuscolo, speri la luce e non venga; non veda schiudersi le palpebre dell'aurora, poiché non mi ha chiuso il varco del grembo materno, e non ha nascosto l'affanno agli occhi miei! E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo? Perché due ginocchia mi hanno accolto, e perché due mammelle, per allattarmi? Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei pace con i re e i governanti della terra, che si sono costruiti mausolei, o con i principi, che hanno oro e riempiono le case d'argento. Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bimbi che non hanno visto la luce. Laggiù i malvagi cessano d'agitarsi, laggiù riposano gli sfiniti di forze. I prigionieri hanno pace insieme, non sentono più la voce dell'aguzzino. Laggiù è il piccolo e il grande, e lo schiavo è libero dal suo padrone. Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha l'amarezza nel cuore, a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro, che godono alla vista di un tumulo, gioiscono se possono trovare una tomba... a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio da ogni parte ha sbarrato? Così, al posto del cibo entra il mio gemito, e i miei ruggiti sgorgano come acqua, perché ciò che temo mi accade e quel che mi spaventa mi raggiunge. Non ho tranquillità, non ho requie, non ho riposo e viene il tormento!
Giobbe, Antico Testamento, ca. VI-IV sec. a.e.c.

La vita è così terribile che sarebbe meglio non essere nati. Chi è così fortunato? Neanche uno su centomila!
Detto ebraico

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Nascita - Non volere FigliContro la Vita - Contro la Procreazione