Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni sul Terrorismo e i Terroristi

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sul terrorismo (e il terrorismo islamico in particolare) e sui terroristi. Il terrorismo, che può essere alimentato da motivazioni politiche o religiose, può essere definito come l’uso della violenza col fine di incutere terrore nei membri di una collettività e destabilizzarne l’ordine. I terroristi agiscono mediante azioni quali attentati (tipici sono gli attentati suicidi degli islamisti), rapimenti, dirottamenti di aerei, esecuzioni dimostrative, ecc.
Sul sito Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlata a questa sui kamikaze, il fanatismo e l'estremismo. [I link sono in fondo alla pagina].
Il terrorismo è la tecnica di pretendere l'impossibile,
e di pretenderlo in punta di cannone. (Christopher Hitchens)
Dobbiamo considerare il terrorismo come una forma di azione non solo politica ma anche simbolica. Il terrorismo è un tipo particolare di performance politica. Esso sparge sangue – letteralmente e figurativamente – facendo uso dei fluidi vitali sue vittime per gettare un impressionante ed atroce schizzo sulle tele della vita sociale. Non mira solo ad uccidere ma nell'uccisione, e attraverso essa, mira a esprimersi in modo drammatico.
Jeffrey Alexander, La costruzione del male, 2006

Oggi estremismo e terrorismo rappresentano la prima emergenza internazionale e la più grave minaccia alla sicurezza nazionale. Ma penso che l'estremismo si alimenti di una sostanziale ambiguità insita nel Corano e nell'azione concreta svolta da Maometto. 
Magdi Allam, su il Giornale.it, 2008

La verità è che sia il terrorismo islamico sia quello neonazista, si fondano sulla supremazia della razza o della religione, [...] si equivalgono nella loro divisione faziosa dell'umanità dove loro, detentori di una verità assoluta che deve essere imposta con la forza, condividono sia il principio che chi non la pensa come loro non ha diritto di esistere sia la pratica della violenza per la realizzazione dei loro obiettivi. La differenza sostanziale è che mentre gli islamici che uccidono gli «infedeli» sono legittimati da ciò che ha ordinato loro Allah nel Corano e da quanto ha fatto Maometto, i cristiani che uccidono per qualsivoglia ragione lo fanno in flagrante contrasto con ciò che è scritto nei Vangeli.
Magdi Allam, su il Giornale.it, 2011

Il terrorismo non è che lo strumento di realizzazione di un concetto che si nega realizzandosi: quello della responsabilità illimitata e indeterminata (chiunque è responsabile di qualunque cosa in un qualsiasi momento). Esso non fa che dar seguito, fino alla sua estrema conseguenza, alla stessa massima dell’umanesimo liberale e cristiano: tutti gli uomini sono solidali, anche tu, qui, sei solidale e responsabile della miseria del paria di Calcutta. A forza d’interrogarsi sulla mostruosità del terrorismo, ci si dovrebbe forse domandare se non discende da una tesi di responsabilità universale anch’essa mostruosa e terroristica nella sua essenza.
Jean Baudrillard, Le strategie fatali, 1983

Il terrorismo è ancora un male minore dello stato poliziesco capace di venirne a capo.
Jean Baudrillard, ibidem

Siamo tutti degli ostaggi, siamo tutti dei terroristi. Questo circuito ha rimpiazzato l’altro, quello dei padroni e degli schiavi, quello dei dominanti e dei dominati, quello degli sfruttatori e degli sfruttati. Finita la costellazione dello schiavo e del proletario, è ormai subentrata quella dell’ostaggio e del terrorista. Finita la costellazione dell’alienazione, siamo ormai in quella del terrore. È peggio dell’altra, ma almeno ci libera dalle nostalgie liberali e dalle astuzie della storia. Comincia l’era del transpolitico.
Jean Baudrillard, Le strategie fatali, 1983

L'Africa ha l'Aids − L'America del Sud ha la droga − l'Islam ha il terrorismo − il Terzo mondo ha il debito. Gli unici successi occidentali sono i virus elettronici e il crack della borsa.
Jean Baudrillard, Cool memories II 1987-1990, 1990

Dobbiamo arrenderci all'evidenza, prendere atto della nascita di un terrorismo nuovo, di una forma di azione nuova che gioca e si appropria delle regole del gioco per meglio sconvolgerlo. Loro non soltanto non. lottano ad armi pari, in quanto mettono in gioco la loro stessa morte, cui non si dà risposta possibile ("sono dei vigliacchi"), ma si sono anche appropriati di tutte le armi della potenza dominante. Il danaro e la speculazione in borsa, le tecnologie informatiche e aeronautiche, la dimensione spettacolare e le reti mediatiche: della modernità e della mondialità hanno assimilato tutto, senza cambiare obiettivo, quello di distruggerle.
Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, su Le Monde, 2001 [2]

Il terrorismo, come i virus, è dappertutto.
Jean Baudrillard, ibidem

È questo lo spirito del terrorismo. Non attaccare mai il sistema, in termini di rapporti di forze. Questo è l'immaginario (rivoluzionario) imposto dal sistema. stesso, il quale sopravvive solo portando continuamente coloro che lo attaccano a battersi sul terreno della realtà, che è da sempre e per sempre il suo. Spostare invece la lotta nella sfera simbolica, dove la regola è quella della sfida, della, reversione, del rilancio. Una lotta tale che alla morte si possa rispondere solo con una morte uguale o superiore. Sfidare il sistema con un dono al quale esso non può rispondere se non attraverso la propria morte e il proprio crollo.
Jean Baudrillard, ibidem

Il vecchio terrorismo suicida era un terrorismo da poveri, il nuovo un terrorismo da ricchi. Ed è questo che ci fa particolarmente paura: loro sono divenuti ricchi (ne hanno tutti i mezzi) senza cessare di volerci distruggere. Certo, secondo il nostro sistema di valori, barano: mettere in gioco la propria morte non fa parte del gioco. Ma a loro non importa, e le nuove regole del gioco non ci appartengono più.
Jean Baudrillard, ibidem

La condanna morale, l'unione sacra contro il terrorismo, sono commisurate al giubilo prodigioso che nasce dal vedere distruggere la superpotenza mondiale, meglio ancora di vederla autodistruggersi, suicidarsi in bellezza. Perché è lei, con la sua potenza insopportabile, ad aver fomentato questa violenza infusa in tutte le parti del mondo, e quindi anche nell'immaginazione terroristica che (senza saperlo) ci abita tutti.
Jean Baudrillard, ibidem

Un altro aspetto della vittoria dei terroristi è che tutte le altre forme di violenza e di destabilizzazione dell'ordine giocano a suo favore: terrorismo informatico, terrorismo biologico, terrorismo dell'antrace e della chiacchiera.
Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, su Le Monde, 2001 [2]

Come un circolo vizioso, la minaccia terroristica si trasforma in ispirazione per un nuovo terrorismo, disseminando sulla propria strada quantità sempre maggiori di terrore e masse sempre più vaste di gente terrorizzata. 
Zygmunt Bauman, Paura liquida, 2006

La vera guerra al terrorismo – che può essere vinta – non si conduce devastando ulteriormente le città e i villaggi semidistrutti dell'Iraq o dell'Afghanistan, ma cancellando i debiti dei Paesi poveri, aprendo i nostri ricchi mercati ai prodotti di base di questi paesi.
Zygmunt Bauman, Paura liquida, 2006

L'azione terroristica ha incrinato in noi occidentali quella condizione base della vita quotidiana che è la prevedibilità del domani, senza la quale non prende avvio alcuna iniziativa, e le azioni che abitualmente ci impegnano ricadono su se stesse, perché perdono importanza, spessore, investimento, valore. Al loro posto subentra, sottile e pervasiva come condizione dell'anima, quell'angoscia primitiva per difendersi dalla quale l'uomo occidentale ha inventato la sua storia. Quest'angoscia si chiama: angoscia dell'imprevedibile.
Zygmunt Bauman, Paura liquida, 2006

All'instabilità, come tratto tipico della condizione umana, il terrorismo ha aggiunto non un pericolo determinato ma la pericolosità come minaccia non identificabile, e quindi ovunque incombente, che ci attanaglia in quel non-luogo che sono tutti i luoghi, in quell'ora che sono tutte le possibili ore. Non un fatto, che come tutti i fatti la storia si incarica di seppellire, ma la possibilità che questo fatto abbia una sua ripetibilità e sia il nostro incombente futuro.
Zygmunt Bauman, Paura liquida, 2006

L'arma del terrorismo, che è poi l'arma di chi non ha eserciti per combattere ad armi pari, è la distribuzione dell'angoscia.
Zygmunt Bauman, ibidem

Convivremo comunque abbastanza decentemente anche con il terrorismo, perché, siccome l'angoscia è costitutiva della nostra struttura psichica, basterà trasferirla dal piano psichico a quello "presunto reale". Quindi non più angoscia del futuro, della mancanza di lavoro, dell'amore che non c'è, dei figli che chissà come crescono, ma angoscia del terrorismo. Un evento esterno ai nostri angoscianti vissuti psichici. Qualcosa di preciso che fa pulizia dei fantasmi della nostra mente.
Zygmunt Bauman, Paura liquida, 2006

Questo terrorismo di massa è la nuova minaccia nel nostro mondo oggi. È perpetrato da fanatici che sono improvvisamente indifferenti alla sacralità della vita umana, e sta alle democrazie di questo mondo il dovere di unirsi e di lottare insieme contro il terrorismo per sradicarlo completamente dalla nostra terra.
Tony Blair [1]

Non c'è incontro di mentalità, tentativo di comprensione con questo terrore. Solo una scelta: Sconfiggerlo o essere sconfitti da esso. E noi dobbiamo sconfiggerlo.
Tony Blair [1]

La definizione di «Guerra al terrorismo» non è accurata. Dovremmo chiamarla: «La lotta contro estremisti ideologizzati che non credono nelle società libere che talvolta usano il terrore come un'arma per cercare di stravolgere le coscienze del mondo libero».
George Bush, President's Remarks to the Unity Journalists of Color Convention, 2004

Le bombe non risolvono la questione, se non si eliminano le radici dalle quali scaturisce il terrorismo.
Andrea Camilleri, su l'Unità, 2001

Nell’islamismo sciita la Morte universale di Dio ha assunto la maschera di Terrore Teocratico integrale. È lo stesso pugno ateista della Tecnica e della Politica, più il Bismillàh, che imprime un sigillo divino alla pura brutalità. Sprovvisto di questo anello magico, un regime puramente ateo è più
scalfibile: per pazienti e illuminati, tra gli atei c’è un po’ più da sperare.
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987

Il terrorismo è diventato l'arma sistematica di una guerra che non conosce confini e raramente ha un volto.
Jacques Chirac, Un'ambizione per la Francia, 1988

La probabilità di morire per un atto di terrorismo è di gran lunga inferiore a quella di morire viaggiando in automobile.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005

L'Italia dovrebbe trattare il terrorismo come il cancro. Il cancro si combatte eliminandone le cause non occupandosi esclusivamente degli effetti.
Alessandro Di Battista, su BeppeGrillo.it, 2014

L'unica speranza per sconfiggere il terrorismo è attraverso l'osservanza delle regole delle nostre Democrazie. 
Adolfo Pérez Esquivel, su Corriere della sera, 2007

Il contrasto e la definitiva sconfitta del terrorismo internazionale saranno possibili solo se, in qualsiasi parte del mondo, saranno rispettati lo Stato di Diritto e i diritti dei singoli.
Adolfo Pérez Esquivel, su Corriere della sera, 2007

Le moschee che in Italia sbocciano all'ombra d'un dimenticato laicismo e d'un risorto bacchettonismo pullulano fino alla nausea di terroristi o aspiranti terroristi.
Oriana Fallaci, La rabbia e l'orgoglio, 2001

Se non ci si oppone, se non ci si difende, se non si combatte, la Jihad vincerà. E distruggerà il mondo che bene o male siamo riusciti a costruire, a cambiare, a migliorare, a rendere un po' più intelligente cioè meno bigotto o addirittura non bigotto.
Oriana Fallaci, La rabbia e l'orgoglio, 2001

Nonostante le stragi attraverso cui i figli di Allah ci insanguinano e si insanguinano da oltre trent'anni, la guerra che l'Islam ha dichiarato all'Occidente non è una guerra militare. È una guerra culturale. Una guerra, direbbe Tocqueville, che prima del nostro corpo vuol colpire la nostra anima. Il nostro sistema di vita, la nostra filosofia della Vita. Il nostro modo di pensare, di agire, di amare. La nostra libertà.
Oriana Fallaci, La forza della ragione, 2004

Il terrorismo islamico s'è moltiplicato, i morti hanno partorito altri morti, continuano a partorire morti, partoriranno sempre più morti.
Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, 2004

Ci ritroveremo con una Repubblica Islamica dell'Iraq. Ossia con un paese nel quale i mullah e gli imam impongono i burkah, lapidano le donne che vanno dal parrucchiere, impiccano la gente allo stadio.
Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, 2004

Come vorrebbe combattere il loro terrorismo cioè un terrorismo che ci sgozza, ci taglia la testa, ci fa saltare in aria a centinaia anzi a migliaia per volta? Davvero coi baci e gli abbracci, il perdono, i volemose-bene di Papa Wojtyla? È proibito anche difendersi da chi ammazza, ora?!?
Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, 2004

Mi fanno ridere i parolai che declamano: «Il terrorismo non si combatte con le armi».
Oriana Fallaci, ibidem

L'Europa vive nella paura e il terrorismo islamico ha un obbiettivo molto preciso: distruggere l'Occidente ossia cancellare i nostri principii, i nostri valori, le nostre tradizioni, la nostra civiltà.
Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, 2004
Mi fanno ridere i parolai che declamano:
«Il terrorismo non si combatte con le armi». (Oriana Fallaci)
[Cosa ha contribuito di più a raggelarla con l'apocalittica visione d'un mondo caduto nelle fauci del Mostro e della Bestia che lo serve?] Il crescendo del terrorismo islamico, anzitutto. Lo stillicidio dei morti decapitati, sgozzati, freddati col colpo alla nuca, disintegrati col tritolo. [...] E, contemporaneamente, il fatto che soprattutto in Italia la gente si sia abituata a questo come se avesse davvero il marchio sulla fronte e sulla mano destra. Oh, lì per lì la gente reagisce ancora. Quando all'ora di cena il telegiornale gli dà la notizia d'un nuovo sequestro, nove casi su dieci preludio alla morte più orrenda, c'è ancora chi si copre il volto con entrambe le mani o bestemmia. E magari c'è chi ricorda che quello di rapire il prossimo è un antico vizietto del Mostro. Un vizietto che risale ai tempi di Mamma-li-turchi cioè i tempi in cui i li-turchi piombavano sulle coste del Mediterraneo ed oltre a saccheggiare massacrare distruggere ci rapivano per venderci nei mercati degli schiavi a Tunisi o ad Algeri o a Istambul. Con quel vizietto, il vizietto di decapitare la gente come faceva Maometto anzi come i suoi seguaci hanno sempre fatto per milletrecento anni. Quando il telegiornale aggiunge che la morte orrenda è avvenuta, che l'ostaggio è stato decapitato o sgozzato o freddato col colpo alla nuca, lo stesso. «Ah, che indecenza! Che vergogna! » dicono. Ma dopo se ne scordano. Vi si abituano.
Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, 2004

Quando parlano di terrorismo non pronunciano mai la parola «islamico». [...] Chi ha il marchio non dice mai «terrorismo islamico». Dice «terrorismo» e basta. Al massimo, «terrorismo internazionale». Manco esistesse anche un terrorismo cristiano o buddista, cinese o esquimese o svedese. Non solo: appena possono, quel terrorismo lo vestono di nazionalismo. Quindi d'amor patrio, di legittima rivendicazione.
Oriana Fallaci, Oriana Fallaci intervista sé stessa - L'Apocalisse, 2004

Il terrorismo [...] non è che «l'ombra» dell'Occidente, è una risposta fondamentalista, integralista, totalitaria a un sistema che, nonostante si definisca, in buona fede, democratico e liberale, è fondamentalista, integralista, totalitario. Perché non concepisce e non tollera «l'altro da sé» che, in un modo o nell'altro, con le buone o con le cattive, per ragioni che di volta in volta sono economiche o etiche o umanitarie, deve essere omologato al modello egemone che si considera, per dirla con il Candide di Voltaire, «il migliore dei mondi possibili».
Massimo Fini, Il vizio oscuro dell'Occidente, 2002 [3]

Gli abitanti del Terzo Mondo diventano - oltre che, spesso, dei morti di fame perché le loro esportazioni non riescono a compensare il deficit alimentare che si è creato con l'abbandono delle economie di sussistenza su cui avevano vissuto, e a volte prosperato, per secoli e millenni - degli sradicati, eccentrici rispetto alla propria stessa cultura che è finita in un angolo, e scontano una pesantissima perdita di identità. Si aggrappano quindi all'unico valore ancora rimasto che possa dargliela e confermargliela, quello religioso, e per reazione tendono a declinarlo in senso integralista, fondamentalista, fanatico, estremista ed eventualmente terrorista.
Massimo Fini, ibidem

Il terrorismo alla Bin Laden sarà, con tutta probabilità, una parentesi - magari una lunga parentesi - che aiuterà l'Occidente a rafforzare la propria egemonia, a completare il delirio dell'unico modello mondiale, assorbendo, integrando, innocuizzando, ghettizzando, distruggendo ogni altra cultura, Islam compreso. Non ci saranno guerre di civiltà perché ne rimarrà una sola, la nostra. Ma è all'interno di questa che avverrà lo scontro vero, il più drammatico e violento: fra le élites dominanti fautrici della modernità e le folle deluse, frustrate ed esasperate, di ogni mondo, che non ci crederanno più, avendo compreso, alla fine, che lo spirito faustiano, lo spirito dell'Occidente, opera eternamente il Bene ma realizza eternamente il Male.
Massimo Fini, ibidem

L'Occidente industriale si è cacciato in una fourchette irrisolvibile, che esso stesso ha creato. Se, infatti, apre indiscriminatamente all'immigrazione rischia di esserne corroso dall'interno, ma se non lo fa creerà sempre più masse di disperati che premeranno alle frontiere e che saranno facile preda delle lusinghe del terrorismo. Né la situazione si può risolvere mandando «aiuti» alle popolazioni del Terzo Mondo, cercando di integrarle maggiormente, perché è proprio questa integrazione, come dimostra la storia degli ultimi trent'anni, che le fa ammalare ed esplodere.
Massimo Fini, ibidem

Se ci si cala nelle loro braghe si può anche capirli, gli americani. Se loro sono il Bene - e il popolo americano, se non i suoi dirigenti, ma probabilmente anch'essi, lo crede in buona fede - diventa un dovere, oltre che un diritto, estirpare il Male. Purtroppo anche il «terrorismo globale» sta in questa logica. A un mondialismo del Bene non può che corrispondere un mondialismo del Terrore.
Massimo Fini, Il vizio oscuro dell'Occidente, 2002 [3]

I popoli senza futuro, se non quello previsto per loro dalla logica economica del Primo mondo, non hanno la possibilità di scatenare una guerra al Primo mondo. E allora, se non scelgono la via della rassegnazione, frange e movimenti possono purtroppo pensare all'arma esecrabile del terrorismo, che non è "nobile" come una guerra dove due eserciti si fronteggiano, ma è l'unica praticabile per chi non può mettere in campo una forza militare e al tempo stesso trova insignificante e indegna una vita che altri decidono per lui, in condizioni di povertà, malattia e morte, come le storie quotidiane del Terzo e del Quarto mondo sono lì ogni giorno a documentare.
Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, 2009

La globalizzazione attuata solo a partire dagli interessi economici dell'Occidente rischia di generare il terrorismo. E il nostro secolo sarà il secolo del terrorismo se non introdurremo nel processo di globalizzazione, oltre a quello economico, altri criteri quali l'emancipazione dei popoli, il loro acculturamento, l'acqua, il cibo e le medicine per la loro sete, la loro fame, le loro malattie e, insomma, un po' di futuro per chi non ne vede alle condizioni poste da noi occidentali.
Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, 2009

La violenza può essere elegante come quella occidentale che sì esprime con la sua ferrea logica economica e, quando è il caso, con le bombe intelligenti che sbagliano di frequente i loro bersagli, o può essere rozza e proditoria come quella terroristica che fa vittime innocenti, ma non meno innocenti dei bambini che per dieci anni sono morti in massa in Iraq per via dell'embargo occidentale.
Umberto Galimberti, I miti del nostro tempo, 2009

Il terrorismo e l'inganno sono le armi non già dei forti, ma dei deboli.
Mohandas Gandhi, Antiche come le montagne, 1958 (postumo)

Il terrorismo è la tecnica di pretendere l'impossibile, e di pretenderlo in punta di cannone.
Christopher Hitchens, su Slate Magazine, 2002

Il terrorismo è una guerra psicologica. I terroristi cercano di manipolarci e di cambiare il nostro comportamento suscitando paura, incertezza e divisione nella società.
Patrick Joseph Kennedy [1]

Ci sono due tipi di terrore, buono e cattivo. Quello che pratichiamo noi è terrore buono.
Osama bin Laden, cit. su Repubblica.it, 2001

Il terrorismo incute una paura arcaica, come quella del buio: la paura dell’indefinito, dell’indeterminato, dell’occulto.
Claudio Magris, Alfabeti, 2008

Il terrorismo alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla.
Sergio Mattarella, messaggio al meeting di Cl a Rimini, 2015

Dove i mezzi della potenza non sono abbastanza grandi, subentra l'intimidazione, il terrorismo: in questo senso tutte le punizioni a scopo deterrente sono un segno che la positiva, traboccante virtù dei potenti non è abbastanza forte.
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Non dobbiamo concedere a questi terroristi la legittimazione religiosa che cercano. Non sono leader religiosi. Sono terroristi. E non siamo in guerra con l'Islam. Siamo in guerra con chi ha corrotto l'Islam.
Barack Obama, discorso, Washington, 2015

Nel nome di Dio, la Storia ne è testimone, i tre monoteismi fanno scorrere incredibili fiumi di sangue per secoli! Guerre, spedizioni punitive, massacri, assassini, colonialismo, etnocidi, genocidi, crociate, inquisizioni, oggi l'iperterrorismo planetario. 
Michel Onfray, Trattato di Ateologia, 2005

È un fatto che non tutti i mussulmani sono terroristi, ma è ugualmente un fatto che tutti i terroristi sono mussulmani.
Abdel Rahman al-Rashed, su Asharq al-Awsat, cit. in Oriana Fallaci, L'Apocalisse, 2004

Nel rendere le società libere sicure - più sicure - dal terrorismo, i nostri diritti civili saranno inevitabilmente compromessi. Ma in cambio di una parziale erosione della libertà noi abbiamo il diritto di pretendere che le nostre città, la nostra acqua, i nostri aerei e i nostri figli siano veramente difesi meglio di quanto lo sono stati.
Salman Rushdie, Step across this Line, 1992- 2002 [4]

Come battere il terrorismo? Non fatevi prendere dal terrore. Non lasciate che la paura domini la vostra vita. Anche se avete paura.
Salman Rushdie, ibidem

La lotta determinante della nuova era sarà tra Terrorismo e Sicurezza
Salman Rushdie, Step across this Line, 1992- 2002 [4]

Ciò che porta all'assurdo il terrore come idea politica è il fatto che le fazioni più estreme, per quanto possano fronteggiarsi in cagnesco con le loro opinioni, nel corso degli avvenimenti finiscono necessariamente per far causa comune. Il motivo è semplice: queste fazioni hanno posto al di sopra delle idee particolari di cui si presume siano al servizio quella della violenza, che le lega forzatamente l'una all'altra. Al terrore sarà sempre assicurata per qualche tempo una rozza supremazia, mai la vittoria, che alla fine può essere conquistata solo dallo spirito. Qualsiasi predominio fisico è limitato nel tempo già per il fatto di essere destinato a esaurirsi poco alla volta secondo leggi fisiologiche, mentre lo spirito si rigenera da se stesso in continuazione. E' così che alla fine riporta necessariamente la vittoria sulla violenza, la conquista già con la parola, che è creatura immortale nata dallo spirito.
Arthur Schnitzler, Il libro dei motti e delle riflessioni, 1927

Il terrorismo è la nuova forma della guerra, è il modo di fare la guerra degli ultimi sessant'anni: contro le popolazioni, prima ancora che tra eserciti o combattenti. La guerra che si può fare con migliaia di tonnellate di bombe o con l'embargo, con lo strangolamento economico o con i kamikaze sugli aerei o sugli autobus. La guerra che genera guerra, un terrorismo contro l'altro, tanto a pagare saranno poi civili inermi.
Gino Strada, Buskashì, 2002

Il terrorismo, cioè la guerra di oggi, è il vero mostro da eliminare.
Gino Strada, Buskashì, 2002

Ancor più di una coalizione contro il terrorismo, il mondo ha bisogno di una coalizione contro la povertà, una coalizione contro lo sfruttamento, contro l'intolleranza.
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, 2002

Il terrorismo di cui sono stati vittime gli americani a New York e a Washington è nato esattamente da questa situazione di asimmetria creatasi con la fine della Guerra Fredda. Finché il mondo era bipolare e la minaccia di un reciproco annientamento nucleare teneva a bada i due Grandi, Unione Sovietica e Stati Uniti non potevano permettersi di andare a giro per il mondo a fare quel che volevano. Prima o poi uno dei due arrivava al limite posto dall'altro e doveva fermarsi. Non è più così e gli Stati Uniti, col loro sofisticato arsenale militare, ormai senza pari, possono oggi intervenire in tante parti del mondo, specie quello povero; possono permettersi qualsiasi violenza, sicuri di non doversene aspettare in cambio una eguale. Gli Stati Uniti, portando la guerra oggi in Afghanistan, domani in Sudan o in Somalia, in Iraq o in Siria, non corrono alcun rischio. Tranne quello di una eventuale risposta inversamente asimmetrica: il terrorismo.
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, 2002

Il terrorismo è la guerra dei poveri, e la guerra è il terrorismo dei ricchi.
Peter Ustinov [1]

Quando un generale esperto attacca uno Stato potente, deve impedire agli abitanti di concentrare le
forze. Terrorizza il nemico, e gli impedisce di unirsi agli alleati.
Sun Tzu, L'arte della guerra, ca. V sec. a.e.c.
Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi,
ma eliminando le ragioni che li rendono tali. (Tiziano Terzani)
Chi supporta una causa giusta non può essere mai chiamato terrorista.
Yasser Arafat [1]

I terroristi sono riusciti a fare della loro stessa morte un'arma assoluta contro un sistema che vive dell'esclusione della morte, che ha eretto a ideale l'azzera mento della morte, lo zero-morte, Ogni sistema a zero-morte è un sistema a somma zero. E tutti i mezzi di dissuasione e di distruzione non possono nulla contro un nemico che ha già fatto della propria morte un'arma controffensiva. "I bombardamenti americani non servono a nulla! I nostri uomini hanno tanta voglia di morire quanta gli americani di vivere!".
Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, su Le Monde, 2001

I terroristi, oltre che delle armi proprie del sistema, dispongono anche di un'arma fatale: la loro propria morte. Se si accontentassero di combattere il sistema con le sue stesse armi, verrebbero immediatamente spazzati via. Se gli opponessero soltanto la loro propria morte, scomparirebbero altrettanto rapidamente in un sacrificio inutile - ed è quanto ha sinora fatto il terrorismo classico (quello degli attentati suicidi palestinesi), votandosi al fallimento. Tutto cambia non appena essi coniugano tutti i mezzi moderni disponibili con quest'arma altamente simbolica.
Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo, su Le Monde, 2001

Il terrorista sa di dover morire e compie comunque il suo atto. Così facendo abbatte d'un colpo tutte le difese dell'avversario, perché queste sono preordinate fino a quel limite che è segnato dalla convinzione che anche il nemico vuole far salva la sua vita. La dimensione suicidaria toglie anche quest'ultimo criterio di leggibilità, quello finora considerato il più sicuro, perché ancorato alla base biologica della vita umana. E allora l'angoscia – questo sentimento primordiale per difendersi dal quale l'umanità ha inventato l'intera sua storia – non può che espandersi e dilagare ossessivamente.
Zygmunt Bauman, Paura liquida, 2006

C’è anche una volontà di potenza dei piccoli, quella dell’attentatore isolato, del minuscolo gruppo terroristico, di colui che getta una bomba dove c’è folla perché muoia il maggior numero possibile di gente innocente, in una banca, in un treno affollato, nella sala d’aspetto di una stazione. È volontà di potenza di chi si riconosce in questa auto-apologia: «Io, piccolo uomo insignificante e oscuro, uccido l’uomo importante, un protagonista del nostro tempo e in quanto lo uccido sono più potente di lui; oppure uccido in un solo colpo molti uomini insignificanti e oscuri come me, ma assolutamente innocenti; uccidere un colpevole è un atto di giustizia, uccidere un innocente è la suprema manifestazione della volontà di potenza».
Norberto Bobbio, Elogio della mitezza, 1994

Chi agisce secondo princìpi non si preoccupa del risultato delle proprie azioni: fa quel che deve e avvenga quel che può. Chi si preoccupa esclusivamente del risultato, non va tanto per il sottile rispetto alla conformità dei princìpi: fa quel che è necessario affinché avvenga quello che vuole. Il giudice, come si è letto più volte nei giornali, che chiede al terrorista «pentito» se i terroristi si erano posti il problema del «non uccidere» rappresenta l’etica dei princìpi. Il terrorista che risponde che il gruppo si era posto soltanto il problema di riuscire o non riuscire rappresenta l’etica del risultato. Se si pente, non è perché senta rimorso per aver violato la legge morale, ma perché ritiene che alla fin fine l’azione politica intrapresa era fallita rispetto agli scopi proposti. In questo senso non può dirsi propriamente un pentito, ma piuttosto uno che si è convinto di aver sbagliato. Non ha riconosciuto tanto la colpa, quanto l’errore.
Norberto Bobbio, Elogio della mitezza, 1994

Gridiamo tutti, io per primo, contro la pena di morte. Pure, quando leggiamo d’un terrorista imprudente saltato in aria con la sua macchina infernale; di due cosche mafiose che si sterminano nelle piazze; di uno stupratore trafitto dalle forbici della sua vittima, vi è qualcosa in queste notizie, direbbe La Rochefoucauld, che non ci dispiace abbastanza.
Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994

Tutto è messo in opera, nelle democrazie occidentali, per salvare terroristi internazionali e proprii, sottrarli anche a modeste pene detentive. «Chi salva il lupo uccide le pecore» (Victor Hugo). Le pecore uccise sono il disonore dei loro guardiani. Sperano, cedendole ai lupi, di conservarsi come Stati, ma è perché la loro volontà di mantenersi come Stati è debole che abbandonano alle stragi le loro pecore.
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987

Edgar Cayce, il veggente americano, individuava in Hitler e Stalin - ben più lucidamente di Jung nel 1939 - dei discendenti (intendeva certamente reincarnazioni, non può trattarsi di trasmissione genica) degli Atìantidi degenerati, che non potevano scomparire come dei dinosauri qualsiasi, senza lasciare nell’ordine cosmico, in cui tutto si lega, un’impronta di male futuro destinato a manifestarsi in un tempo scritto. Il secolo XX è stato fertile di Atìantidi degenerati: oltre ai due già detti, Lenin, Pol Pot, Mao, Manson, Francis Bacon, Eichmann, Beria, Mengele, Bin Laden e tutti gli istruttori di terroristi suicidi, Enrico Fermi e tutti i fìsici che spinsero Truman a sperimentare la Bomba. Di molti altri ho forti sospetti: Anna Caterina Emmerich, camminando sulle loro sepolture, li riconoscerebbe. La loro marcia contìnua. Tutti sono stati e sono impegnati a distruggere l’Essenza umana - a sommergerla, come fu giustamente sommersa Atlantide.
Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere, 2009

La forza di un terrorista si basa sulla paura che incute.
Ziva David (Cote de Pablo), in NCIS - Unità anticrimine, 2003/...

Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella.
Alessandro Di Battista, su BeppeGrillo.it, 2014

Dietro ciascun terrorista islamico c'è un Imam
Oriana Fallaci, La rabbia e l'orgoglio, 2001

I terroristi peggiori sono spesso muniti di passaporto regolarmente rinnovato, carta d'identità, permesso di soggiorno.
Oriana Fallaci, La rabbia e l'orgoglio, 2001

I terroristi, i kamikaze, non ci ammazzano soltanto per il gusto d'ammazzarci. Ci ammazzano per piegarci. Per intimidirci, stancarci, scoraggiarci, ricattarci. Il loro scopo non è riempire i cimiteri. Non è distruggere i nostri grattacieli, le nostre Torri di Pisa, le nostre Tour Eiffel, le nostre cattedrali, i nostri David di Michelangelo. È distruggere la nostra anima, le nostre idee, i nostri sentimenti, i nostri sogni.
Oriana Fallaci, La forza della ragione, 2004

I tipi gravemente necrofili sono molto pericolosi. Sono i razzisti, gli individui impregnati di odio, che invocano guerre, spargimenti di sangue, distruzione. Sono pericolosi non solo come leader politici, ma anche come coorti potenziali di un leader dittatoriale. Diventano boia, terroristi, torturatori; senza di loro non si potrebbe instaurare nessun sistema basato sul terrore. Ma anche i meno intensamente necrofili sono politicamente importanti. Pur non essendo fra i primi aderenti, sono necessari a un regime di terrore, perché gli forniscono una base solida, anche se non necessariamente maggioritaria, per conquistare e conservare il potere.
Erich Fromm, Anatomia della distruttività umana, 1973

Se tutti i terroristi limitassero le loro attività unicamente all'approccio tradizionale - vale a dire attentati dinamitardi, rapimenti, assassini e dirottamenti aerei -, non otterrebbero il massimo terrore. Ciò che realmente scatena il terrore nel cuore della gente è l'incontro di terroristi con vari tipi di nuove tecnologie avanzate che potrebbero trasformarsi in nuove superarmi. Abbiamo già un'idea di ciò che può riservarci il futuro, un'idea che sicuramente può destare preoccupazione.
Qiao Liang e Wang Xiangsui, Guerra senza limiti, 1999

A confronto dell'imponente apparato statale, i terroristi e le loro organizzazioni forse non meritano di essere presi in considerazione per il numero di persone o metodi, ma in realtà non vi è paese che osi prenderli alla leggera. Il motivo è che si tratta di gruppi di maniaci che non agiscono secondo regole. Un'organizzazione terroristica che possieda armi nucleari è decisamente più pericolosa di una nazione dotata delle medesime armi.
Qiao Liang e Wang Xiangsui, Guerra senza limiti, 1999

Lo sai che gli uomini musulmani si radono i peli dell’inguine? Insomma, non mi meraviglia che molti di loro diventino terroristi!
Matthew (Jonathan Tucker), 100 ragazze, 2000

Non è così forte e potente colui che si scaglia sulla gente, ma è forte invece colui che allontana da sé stesso la rabbia.
Maometto, in Abdullah Al-Mamun Suhrawardy, I detti del Profeta, 1905

Il fondamentalista è convinto che noi non crediamo in niente. Nella sua visione del mondo, lui ha le sue assolute certezze, mentre noi saremmo sprofondati in sibaritiche indulgenze. Per dimostrare che ha torto, prima dobbiamo sapere che ha torto. Dobbiamo essere d'accordo sulle cose che contano: baciarsi in pubblico, panini col prosciutto, dissidenza, ultima moda, letteratura, generosità, acqua, una più equa distribuzione delle risorse mondiali, cinema, musica, libertà di pensiero, bellezza, amore. Queste saranno le nostre armi. Non facendo la guerra, ma nel modo impavido in cui scegliamo di vivere, li sconfiggeremo.
Salman Rushdie, Step across this Line, 1992- 2002 [1]

La barbarie dei terroristi attuali deriva dal fatto che non hanno alcun amore, anzi odiano, la specie cui appartengono, odiano tutti gli altri, mentre amano solo quei pochi che condividono con loro l'odio per gli altri e vogliono distruggerli.
Eugenio Scalfari, su la Repubblica, 2015

I terroristi di oggi non si propongono alcun futuro e non hanno alcun passato sociale e politico da ricordare. Vivono soltanto un presente e alcuni di loro, ma certamente non tutti, vagheggiano forse un aldilà dove un Allah che soddisfi i loro desideri; non è quello dei veri musulmani che le loro sacre scritture hanno descritto
Eugenio Scalfari, su la Repubblica, 2015

Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi, ma eliminando le ragioni che li rendono tali.
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, 2002

Più che rimuovere i terroristi e chi li ha appoggiati (forse ci sorprenderà sapere quanti personaggi, alcuni anche insospettabili, sono coinvolti) sarebbe più saggio rimuovere le ragioni che spingono tanta gente, soprattutto fra i giovani, nelle file della jihad e fanno loro apparire come una missione il compito di uccidersi e di uccidere.
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, 2002

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo. Traduzione di Alessandro Serra © 2002 Raffaello Cortina Editore.
  3. Massimo Fini, Il vizio oscuro dell'Occidente © 2002 Marsilio.
  4. Citazioni di Salman Rushdie tratte da la Repubblica, 2005. Traduzione di Vincenzo Mantovani.
  5. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Fanatismo - Kamikaze - Islam - Terrore