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Aforismi, frasi e citazioni su Ulisse

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni su Ulisse (o Odisseo, in greco: Ὀδυσσεύς), personaggio della mitologia greca. Originario di Itaca, Ulisse è uno degli eroi achei narrati da Omero nell'Iliade e nell'Odissea, l'opera letteraria di cui è protagonista e che da cui prende il nome: "Narrami, o Musa, dell'eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, molti dolori patì sul mare nell'animo suo, per acquistare a sé la vita e il ritorno ai compagni. Ma i compagni neanche così li salvò, pur volendo: con la loro empietà si perdettero, stolti, che mangiarono i buoi del Sole Iperione: ad essi egli tolse il dì del ritorno". [Omero, Odissea, ca. IX sec. a.e.c.].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa su Penelope, le sirene ed Ercole. [I link sono in fondo alla pagina].
Ulisse non è un personaggio ma è una mania. Una mania che costringe
l'uomo a partire. Sempre. (Luciano De Crescenzo)
Ascoltare legati il canto delle Sirene: qui comincia la mancanza di rischio del piccolo borghese.
Roberto Bazlen, Note senza testo, 1970 (postumo)

L'avventura [...] non dovrà mai avere lo scopo di fuggire bensì quello di raggiungere qualcosa, di appagare il bisogno che è nell'uomo di andare oltre e di vedere, conoscere, misurarsi, provarsi e sapere. Queste sono le motivazioni che avevano spinto Ulisse oltre i confini del mondo conosciuto, e che spingono ancora molti di noi, nel Duemila: una pulsione che sta alla base dei misteriosi perché della vita.
Walter Bonatti, In terre lontane, 1997

Abbiamo cominciato a vivere con difficoltà quando abbiamo cominciato a chiederci non cosa è giusto o sbagliato, ma cosa conviene. Ragionare per convenienza ha tirato fuori l'animo italiano, che non è né Ettore né Achille, ma Ulisse: la convenienza è essere scaltri, cercare il Cavallo di Troia, voler essere più furbi degli altri.
Paolo Bonolis, intervista, su Corriere della Sera, 2010

"Toglietemi la cera dalle orecchie, slegatemi dall'albero maestro." Così disse Ulisse e lo esaudirono. Ma nessuna voce si udiva, dal mare.
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987

Esaminate sia singolarmente, sia nel loro complesso, le avventure di Ulisse sulla via del ritorno si rivelano, in più di un'occasione, come le gesta di un soggetto – contrariamente a quanto spesso si afferma – già "intero" e compatto, capace di autodeterminarsi e di agire, non solo indipendentemente, ma a volte addirittura contro la volontà degli dèi. 
Eva Cantarella, Itaca, 2002

Della nostra storia [l'Odissea] Ulisse è il deuteragonista: la protagonista è Itaca, la meta del viaggio. Itaca con i suoi abitanti, le sue istituzioni, la sua storia.
Eva Cantarella, Itaca, 2002

L'Odissea fu il serial televisivo dell'epoca. Detto in altre parole, che cosa facevano i ricchi, la sera, dopo cena, nell'ottavo secolo avanti Cristo? Niente di eccezionale: ascoltavano un cantautore, possibilmente cieco, che, in cambio di un pranzo, o di qualche regalino, raccontava loro una bella storia a puntate. E chissà che il vero motivo per cui Ulisse ci mise tanti anni a raggiungere Itaca non sia dovuto al fatto che, più tappe faceva, più pranzi rimediava il suo cantastorie.
Luciano De Crescenzo, Nessuno, 1997

Ulisse aveva tutti i pregi e tutti i difetti che un uomo deve avere: era coraggioso, bugiardo, amante dell'avventura, attaccato alla famiglia, e allo stesso tempo traditore, curioso, imbroglione, astuto, farabutto, intelligente, e, come dicono i milanesi, cacciaballe.
Luciano De Crescenzo, Nessuno, 1997

Ulisse non è un personaggio ma è una mania. Una mania che costringe l'uomo a partire. Sempre.
Luciano De Crescenzo, ibidem

Omero, a seconda delle situazioni, definisce Ulisse polytropos (dal multiforme ingegno), polymetis (dal grande intuito), polyphron (dai molti pensieri), polymechanos (dalle molte astuzie), polyplanes (dal le molte avventure) e via di questo passo. Lui, insomma, era un «multiplo», qualunque cosa facesse.
Luciano De Crescenzo, Nessuno, 1997

Cosa facevano i greci dopo cena? Praticamente niente. Non c'era la televisione e non c'era internet. I ricchi assumevano un cantastorie, possibilmente cieco, e si facevano raccontare delle storie. Quanto lo pagavano? Nemmeno un soldo. Gli regalavano la cena. Sarà anche per questo che l'Odissea dura tanto. Più guai passava Ulisse e più cene rimediava Omero.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005

Quello che più colpisce, nell'Odissea, è la figura di Ulisse. Che personaggio straordinario! Che protagonista dalla doppia lettura! E nel medesimo tempo eroe e mascalzone, saggio e peccatore, uomo da imitare e imbroglione dal quale prendere le distanze.
Luciano De Crescenzo,  Ulisse era un fico, 2010

Ulisse. Il più astuto di tutti gli eroi greci, dal multiforme ingegno, ma anche il più umano e la personificazione stessa del coraggio.
Luciano De Crescenzo,  Ulisse era un fico, 2010

Quando Ulisse si fa legare dai compagni all'albero della nave, per poter udire, lui solo, il magico canto delle sirene senza restare vittima di quella pericolosa seduzione, non fa che dare espressione a una dimensione tipica della razionalità umana: la consapevolezza della propria debolezza di fronte alla mutevolezza del desiderio e all'incalzare delle passioni.
Jon Elster, Ulisse e le sirene, 1993

Raramente le sirene resistono al silenzio di Ulisse.
Fulvio Fiori, Umorismo Zen, 2012

Ulisse è il primo uomo che ci viene descritto come astuto, bugiardo, falsatore della verità; e Omero, che racconta della nascita della menzogna, di questa seconda nascita dello spirito umano, ci fa capire che con ciò Ulisse ha ricevuto dagli dei un prezioso dono; e Pallade Atena, la protettrice dello spirito, uscita dal cervello di Giove, si gode dell'inesauribile capacità di mentire del suo eroe prediletto. 
René Fülöp-Miller, Capitani, fanatici e ribelli, 1936

Esemplare è [...] la figura di Ulisse di cui bisogna ricominciare a rileggere l’*astuzia” (phrónesis) che non è la “furbizia”, ma la capacità di trovare di volta in volta il punto di equilibrio tra le forze contrarie; il suo tempo è il tempo opportuno (kairós), la sua funzione è il rinvenimento del punto di debolezza tra le forze contrastanti, la sua forma è la prudenza necessaria per chi, trovandosi a decidere senza verità, anticipa l’evento senza certezza e produce operazioni che non si lasciano dedurre da principi immutabili.
Umberto Galimberti, Gli equivoci dell'anima, 1987

In ognuno di noi c'è Icaro e c'è Ulisse, c'è Prometeo e c'è Orfeo.
Roberto Gervaso, La volpe e l'uva, 1989

È difficile seguire la giusta rotta nei rapporti umani, perché è seminata di scogli di discredito: la miglior cosa è mutar direzione, consultando l'astuto Ulisse per averne consiglio.
Baltasar Gracián y Morales, Oracolo manuale e arte della prudenza, 1647

Ulisse trova difficile ritornare alla vita domestica che aveva lasciato vent'anni prima. Le stesse virtù che gli erano servite in battaglia lo sconfiggono in tempo di pace.
Chris Hedges, Il fascino oscuro della guerra, 2002

Si dice che Ulisse fosse così astuto, che egli fosse una volpe talmente scaltra che neppure la dea del destino riusciva a penetrare nel suo animo. 
Franz Kafka, Il silenzio delle sirene, Racconti, XX sec.

Felice è colui che, come Ulisse, ha portato a termine un viaggio glorioso.
John Knox, XVI sec.

Ulisse, il più grande avventuriero di tutti i tempi, è anche il più grande nostalgico. Partì (senza grande piacere) per la guerra di Troia e vi rimase dieci anni. Poi si affrettò a tornare alla natia Itaca, ma gli intrighi degli dèi prolungarono il suo periplo.
Milan Kundera, L'ignoranza, 2001

Ulisse conobbe accanto a Calipso una vera "dolce vita", vita di agi, vita di gioie. Eppure, fra la dolce vita in terra straniera e il ritorno periglioso a casa, scelse il ritorno. All'esplorazione appassionata dell'ignoto (l'avventura), preferì l'apoteosi del noto (il ritorno). All'infinito (giacché l'avventura ha la pretesa di non avere mai fine), preferì la fine (giacché il ritorno è la riconciliazione con la finitezza della vita).
Milan Kundera, ibidem

Più la loro nostalgia è forte, più si svuota di ricordi. Più Ulisse si struggeva, più dimenticava. Perché la nostalgia non intensifica l'attività della memoria, non risveglia ricordi, basta a se stessa, alla propria emozione, assorbita com'è dalla sofferenza.
Milan Kundera, L'ignoranza, 2001

L'unica condizione che rende ammissibile il viaggio è che il viaggio sia fine a se stesso. Che Ulisse vaghi ma senza approdare a Itaca.
Raffaele La Capria [1]

Quando le onde tempestose hanno messo in pericolo la mia nave, quando i venti hanno spezzato i robusti alberi che reggevano le vele, il mio pensiero correva a Penelope che aspettava il mio ritorno e questo pensiero mi ha dato la forza di combattere le avversità con cui gli dèi, invidiosi dei miei successi, hanno voluto rendere difficile il mio ritorno.
Luigi Malerba, Itaca per sempre, 1997

Non ho mai dubitato di Penelope in tutti questi anni, ma i dubbi mi assalgono proprio ora che i miei piedi calpestano, così spero, l’arido suolo della mia Itaca.
Luigi Malerba, ibidem

Se mi sono lasciato trascinare dalle onde capricciose dell’avventura invece di prendere la strada diretta per Itaca, forse è proprio perché segretamente temevo che i sentimenti di Penelope fossero mutati e troppo amaro fosse per me il giorno dell’incontro.
Luigi Malerba, Itaca per sempre, 1997

Chi fa un viaggio rischia di arrivare; è accaduto ad Ulisse, accade anche a Pinocchio.
Giorgio Manganelli, Antologia privata, 1989

Ulisse torna a Itaca, ma Itaca non sarebbe tale se egli non l'avesse abbandonata per andare alla guerra di Troia, se egli non avesse infranto i legami viscerali e immediati con essa, per poterla ritrovare con maggiore autenticità.
Claudio Magris, L'infinito viaggiare, 2005

Nessuno ho nome: Nessuno mi chiamano madre e padre e tutti quanti i compagni.
Omero, Odissea, VI sec. a.e.c.

Argo, il fido can, poscia che visto ebbe, dopo dieci anni e dieci, Ulisse, gli occhi nel sonno della morte chiuse.
Omero, Odissea, VI sec. a.e.c.

In arte non si deve partire dalla complicazione. Alla complicazione bisogna arrivarci. Non partire dalla favola d'Ulisse simbolica, per stupire; ma partire dall'umile uomo comune e a poco a poco dargli il senso di un Ulisse.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)

Nella nostra immaginazione Ulisse giganteggia per le sue imprese, come e forse più degli altri eroi epici. Ma Omero dice che era di bassa statura, tanto da arrivare a mala pena alla spalla di Agamennone e di Menelao: compensava largamente con l'astuzia ciò che gli mancava in altezza e prestanza.
Mario Andrea Rigoni, Vanità, 2010

Sua moglie ha l’esprit de finesse. Per non dirgli che è nessuno, lo chiama Ulisse.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014

Le vere tempeste sono quelle che agitano la nostra anima ogni giorno e le vere disavventure di Ulisse sono quelle a cui ci spingono le nostre passioni perverse.
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, 62/65

La felicità somiglia all'isola d’Itaca, che sempre sfuggiva a Ulisse.
Voltaire, Quaderni, XVIII sec. (postumo, 1952)

I greci hanno tramandato due figure le cui vite reali o mitiche esprimono queste due concezioni: Platone e Ulisse. Uno ha in comune la ragione con gli dèi, e l'altro l'ha in comune con le volpi. 
Alfred North Whitehead [1]

Ulisse lo fece e non lo disse.
Proverbio

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Penelope - Sirene  - Ercole