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Frasi e citazioni sull'Editoria e le Case Editrici

Raccolta di aforismi, frasi e citazionui sull'editoria, gli editori e le case editrici. Con il termine "editoria" s'intende il complesso degli editori e della loro attività di pubblicazione e distribuzione di libri e di opere di vario genere (giornali, riviste, dischi musicali, ecc.), di cui acquisiscono i diritti (o copyright).
L'editore si trova spesso in una posizione non facile, in quanto deve trovare un accordo tra la qualità di ciò che pubblica con le opportunità di guadagno, e non sempre le due cose vanno d'accordo. Per fare un esempio celebre: 
"Quando nel lontano 1850 Schopenhauer terminò di scrivere «dopo sei anni di lavoro quotidiano» Parerga e paralipomena – opera non soltanto di evidente valore, ma anche alla portata di qualunque persona mediamente colta – non gli fu per niente facile trovare uno straccio di editore. Eppure, in quegli stessi giorni, il filosofo poteva leggere sui giornali che alla famosa attrice e ballerina irlandese Lola Montez venivano offerte grosse somme da svariati editori per pubblicare le sue memorie. Per la cronaca, alla fine, grazie all'intervento di un suo fidato discepolo, a Schopenhauer l’opera fu pubblicata da uno sconosciuto libraio-editore di Berlino, dal quale ricevette, come compenso, alcune copie gratuite del suo libro". [G. Soriano, Malomondo, 2013].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sulla pubblicazione, la stampa, i libri, la recensione letteraria e i premi letterari. [I link sono in fondo alla pagina].
Gli scrittori costruiscono castelli in aria, i lettori li abitano
e gli editori incassano l'affitto. (Maksim Gor'kij)
La rete è piena di informazioni, la facilità di accesso alle notizie è tale che qualche volta io stesso clicco un motore di ricerca invece di muovermi dal tavolo per arrivare alla libreria a controllare un dato. Manovra pericolosa perché in genere si ignora chi abbia immesso in rete quell'informazione, quale attendibilità abbia, a quali eventuali controlli sia stata sottoposta. Con i libri questo non succede. In copertina figura il nome dell'autore, nei risvolti si trova qualche notizia su di lui. Lo stesso nome dell'editore è spesso una garanzia.
Corrado Augias, Leggere, 2007

Gli errori si vedono solo quando il libro è stampato.
Arthur Bloch, Legge di Jones sull'editoria, La legge di Murphy II, 1980

La prima pagina che l'autore guarda è quella col peggior errore.
Arthur Bloch, Corollario di Black alla Legge di Jones sull'editoria, La legge di Murphy II, 1980

Un editore è fatto più spesso di difetti che di qualità. Deve essere, per esempio, aggressivo, prepotente e colonialista. Deve spingere la propria ambizione fino alla vanità, per far propria la vanità segreta dello scrittore. Deve saper mentire per poter sostenere anche i libri di cui non sia convinto. Deve, talvolta, dar credito più all'istinto che al raziocinio.
Valentino Bompiani, Discorso in omaggio a Arnoldo Mondadori, 1970

Chi più sproporzionato di un editore che si mette davanti all'arte con le sue grosse mani terrene, i suoi occhiali e i suoi conti?
Valentino Bompiani, ibidem

Si pubblicano i libri che si sarebbe voluto scrivere, per fare coi libri un discorso servendosi di chi lo sa fare meglio di noi.
Valentino Bompiani, Il mestiere dell’editore, 1988

I dipendenti dei giornali dei grandi gruppi industriali sono completamente liberi di pensarla proprio come i loro editori.
Carl William Brown, Aforismi contro il potere e l'autorità della stupidità, 2015

Uno scrittore fedele al proprio editore. Come sono fedeli al marito le donne che nessun altro vuole.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Se si chiede a qualcuno: che cos’è una casa editrice? la risposta abituale, e anche quella più ragionevole, è la seguente: si tratta di un ramo secondario dell’industria nel quale si tenta di fare denaro pubblicando libri. E che cosa dovrebbe essere una buona casa editrice? Una buona casa editrice sarebbe – se mi è concessa la tautologia – quella che si suppone pubblichi, per quanto possibile, solo buoni libri. Quindi, per usare una definizione sbrigativa, libri di cui l’editore tende a essere fiero, piuttosto che vergognarsene.
Roberto Calasso, L'impronta dell'editore, 2013

Insieme con roulette e cocottes, fondare una casa editrice è sempre stato, per un giovane di nobili natali, uno dei modi più efficaci per dissipare la propria fortuna.
Roberto Calasso, ibidem

Un buon editore è quello che pubblica circa un decimo dei libri che vorrebbe e forse dovrebbe pubblicare.
Roberto Calasso, ibidem

Oltre a essere un ramo degli affari, l’editoria è sempre stata una questione di prestigio, se non altro perché si tratta di un genere di affari che al tempo stesso è un’arte.
Roberto Calasso, ibidem

La mia proposta è che agli editori si chieda sempre il minimo, ma con durezza. E qual è questo minimo irrinunciabile? Che l’editore provi piacere a leggere i libri che pubblica.
Roberto Calasso, ibidem

Se esistesse (e non l’ho mai incontrato) un editore che pubblica soltanto per fare denaro, nessuno gli darebbe ascolto. E probabilmente fallirebbe presto.
Roberto Calasso, ibidem

L’editoria è un mestiere dove l’eccellenza è riservata a pochissimi. Se guardiamo al mondo intero e al nostro intero secolo, molti sono gli editori buoni (si intenda: che hanno pubblicato buoni libri). Molti anche gli editori bravi (si intenda: abili nel pubblicare libri di ogni genere). Pochi gli editori grandi. Certamente meno numerosi dei grandi scrittori da loro stessi pubblicati.
Roberto Calasso, ibidem

Essere editore di qualcosa conserva ancora un che di ominoso e prestigioso, come se si trattasse di una funzione superiore a quella del mero produttore.
Roberto Calasso, ibidem

Quale compito rimane per l’editore? Sussiste tuttora una tribù dispersa di persone alla ricerca di qualcosa che sia letteratura, senza qualificativi, che sia pensiero, che sia indagine (anche questi senza qualificativi), che sia oro e non tolla, che non abbia l’inconsistenza tipica di questi anni.
Roberto Calasso, ibidem

A quanto pare un’impresa editoriale può produrre guadagni notevoli soltanto a condizione che i buoni libri siano sommersi fra molte altre cose di qualità assai differente. E quando si è sommersi, può facilmente accadere di annegare – e così sparire del tutto.
Roberto Calasso, L'impronta dell'editore, 2013

Barabba era un editore.
Thomas Campbell (attribuito)

Luogo comune vuole che i grandi editori non vi considerano e non leggono i libri. Niente di più falso. Nessun grande editore si può permettere di non leggere un manoscritto. Li leggono tutti, hanno lettori professionali che non fanno altro. La speranza, per un editore, di scoprire un nuovo e valido autore è sempre qualcosa di vivo e in buona fede. È vero che se si è noti è più facile pubblicare. Ma non è vero affatto che se si è degli sconosciuti si hanno soltanto strade chiuse.
Roberto Cotroneo, Il sogno di scrivere, 2014

Avere le proprie pubblicazioni tra la corsia dei surgelati e quella dei detersivi è considerato il punto di arrivo nonché il maggior traguardo possibile per ogni produttore di libri.
Alice Di Stefano, Publisher, 2013

L’editoria è un mondo del tutto imprevedibile e dove oggi c’è un best-seller e l’idea di un certo tipo di narrativa, si può star certi che sei mesi dopo il vento soffierà da un’altra parte. L’editoria (a differenza della letteratura) vive nel presente ed è sempre al passo con i tempi.
Alice Di Stefano, Intervista a La stanza di Virginia, 2013

Anche l'editoria è un'industria, la più nobile tra le industrie, ma industria.
Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, 1988

L'editoria è un'arte, non una scienza.
Umberto Eco, ibidem

Si pubblicano molti libri di stupidi perché di primo acchito ci convincono. Il redattore editoriale non è tenuto a riconoscere lo stupido. Non lo fa l'accademia delle scienze, perché dovrebbe farlo l'editoria?
Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, 1988

Alcuni editori sono scrittori falliti, ma lo sono anche la maggior parte degli scrittori.
T. S. Eliot [1]

L'editoria è uno strano mestiere. Usa lo spirito per fare soldi, e i soldi per fare lo spirito.
Gian Arturo Ferrari [1]

C’è una regoletta semplicissima per distinguere un editore commerciale da uno “non commerciale”: il secondo non pubblica mai un libro con l’esclusivo scopo di fare soldi, ma anche nella presunzione che abbia un pubblico sulla base del suo marchio.
Gian Arturo Ferrari, su il Giornale, 2005

L’editoria è un’autonoma provincia dello spirito. Non è un’appendice della politica né dell’ideologia. L’editoria periodica ha un direttore responsabile che segue una certa linea politica e ne risponde all'editore. L’editoria libraria risponde agli autori.
Gian Arturo Ferrari, su il Giornale, 2005

Quest'editoria che sforna un libro al giorno e fabbrica nuovi autori e rivelazioni epocali ad ogni mese che Dio manda in terra, è poi la stessa che dimostra una sistematica incapacità di scoprire e pubblicare i "veri" scrittori.
Luca Ferrieri, Il lettore a(r)mato − vademecum di autodifesa, 1997

È un fatto che per la selezione dei loro autori le case editrici (con qualche fortunata eccezione) si affidino in prevalenza ai due criteri del mercato e delle consorterie letterario-universitar-mondane. Soldi e gruppi di potere: l'editoria non sfugge, e anzi, conferma lo stato vigente delle cose.
Luca Ferrieri, ibidem

Il passaggio in TV, la recensione amica, l'intervista all'autore sul quotidiano di cui l'editore è proprietario, costituiscono altrettante tessere di un meccanismo drogato, anticipatamente preordinato e spesso del tutto indipendente dalle qualità effettive del libro. Il gioco, insomma, è truccato, e si vede.
Luca Ferrieri, Il lettore a(r)mato − vademecum di autodifesa, 1997

La fascetta che presenta un libro alle prime edizioni come "il più grande capolavoro del..." deve subito far suonare un campanello di allarme: primo, perché in letteratura le classifiche sono ridicole; secondo, perché per "fare" un capolavoro occorrono anni, decenni e spesso secoli di letture; terzo, perché a decretarlo tale non può essere l'editore.
Luca Ferrieri, Il lettore a(r)mato − vademecum di autodifesa, 1997

In tutti i casi di errore editoriale ad essere colpito non è soltanto l'autore che non viene pubblicato, ma il lettore che viene defraudato della lettura. Il lettore è dunque più che interessato alla capacità delle case editrici di individuare le opere e gli scrittori migliori; capacità su cui comincia legittimamente a nutrire qualche dubbio, visti non solo i capolavori in passato cestinati ma i pessimi titoli oggi pubblicati.
Luca Ferrieri, Il lettore a(r)mato − vademecum di autodifesa, 1997

In generale la realtà editoriale [italiana] mostra la convivenza di forme sofisticamente industriali (libri progettati a tavolino, campagne di lancio, utilizzo di strumenti di marketing ecc.) e di forme di artigianato o di editoria assistita. La standardizzazione progettuale è spesso pari alla sciatteria del prodotto finito: sviste, refusi, orrori redazionali e tipografici costellano le opere anche delle più note case editrici. Questa ambivalenza riguarda non solo gli editori ma tutta la catena di produzione del libro e quindi in primo luogo gli autori (abbiamo così da un lato gli scrittori "seriali" che compongono testi o parti di testo, con un ritmo da catena di montaggio e spesso con un lavoro di squadra, e dall'altro gli autori che covano un libro come un figlio e poi lo pubblicano a proprie spese).
Luca Ferrieri, Il lettore a(r)mato − vademecum di autodifesa, 1997

La cultura ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso.
Thomas Fuller, The Holy State and the Prophane State, 1642

Un editore che giudica un autore dal talento non tarderà a pentirsene.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

In borsa si punta al ribasso in attesa del rialzo. Nell'editoria si punta subito al rialzo con il sostegno di tutte le borse. Così come la finanza ha poco a che vedere con l'economia reale, così l'editoria ha poco a che vedere con lettori e letteratura.
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012

I librai sono creature del demonio e dovrebbe esserci un inferno apposta per loro.
Johann Wolfgang Goethe, Conversazioni con Friedrich von Müller e Clemens Wenzeslaus Coudray, 1829

I poeti costruiscono castelli in aria, i lettori li abitano e gli editori incassano l'affitto.
Maksim Gor'kij, XIX-XX sec. [1]

Il blog è la dimostrazione moderna che l'elemento più importante di un giornale è l'editore.
Giordano Bruno Guerri, Pensieri scorretti, 2007

Una volta ho chiesto ad un editore quali fossero gli scritti meglio pagati. Mi ha risposto: le richieste di riscatto.
Gene Hackman, in Barry Sonnenfeld, Get Shorty, 1995

È più facile camminare con Cristo sulle acque che con un editore attraverso la vita.
Christian Friedrich Hebbel (attribuito anche ad Antoine Rivarol)

Peccato mortale degli editori che vendono letteratura insignificante pubblicizzandola, la vendono a chi può e a chi non può permettersi di comprare alcunché, che poi la compra perché la crede cultura, o per fuga, o per tenersi al passo con i vicini, o perché qualcuno fa il compleanno, o perché il libro di Tal dei tali va di moda.
Patricia Highsmith, Diari e taccuini, 1941-1995 (postumo, 2021)
Si pubblicano i libri che si sarebbe voluto scrivere. (Valentino Bompiani)
Il fatto che vi siano degli editori, cioè degli uomini la cui intera esistenza esprime che i libri sono una merce e l'autore un mercante, tradisce una situazione del tutto immorale.
Søren Kierkegaard, Diario, 1834/55 (postumo 1909/49)

In fatto di sfrontatezza di editori, gli esempi non mancano. In questo caso è la pretesa di considerare senza ritegno i frutti dello spirito come una merce.
Søren Kierkegaard, Diario, 1834/55 (postumo 1909/49)

Con il denaro il pubblico tiene in mano l'editore, che per ragion dell'affare tiene in suo potere l'autore, e a questo modo spesso un autore (che di fronte al denaro dovrebbe avere la castità il geloso pudore di una fanciulla per la propria virtù) è forse ridotto ad arrossire offeso, ma senza aver il minimo potere di farsi valere.
Søren Kierkegaard, Diario, 1834/55 (postumo 1909/49)

Nel mondo dell'editoria ci sono persone, nemmeno così poche, disposte a rubare gli spiccioli a un morto.
Stephen King, On writing, 2000

Essere editore è innanzitutto saper dire no.
Jean-Marie Laclavetine, Prima linea, 1999

La musica è di tutti. Solo gli editori pensano che appartenga a loro.
John Lennon [1]

Per uno che volesse vendere i suoi pensieri solo per ottenerne in cambio le vette della celebrità, non è forse una maniera ridicola di dare la caccia alla fama quella di correre tra gli uffici degli editori e i sancta sanctorum editoriali, inseguendo migliaia di falde di giacca occupatissime, delle quali non conosce neppure i proprietari? Senza dubbio, gli allori non sono fatti per quelli come lui!
Jack London, su The Junior Munsey Magazine, 1900

Scrivere? A che pro? Dov'è l'editore? Certo non pagherà, anzi vorrà essere pagato. Nei giornali? Il direttore stato prescelto fra i quattro o cinque autentici cretini della città.
Filippo Tommaso Marinetti, Democrazia futurista, 1919

Un editore accoglierebbe volentieri uno scassinatore nel suo ufficio, piuttosto che un poeta.
Don Marquis [1]

L'editore propone, il tipografo dispone.
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 1869/89

Una volta nell'editoria c'era il direttore letterario che non doveva rispondere a nessuno. Oggi il direttore letterario è anche di­rettore editoriale: non giudica più sulla base del valore ma sulle richieste del marketing. Il suo giudizio non è letterario ma editoriale e attiene alla vendibilità e alle possibilità di essere visibili nei mass media.
Ferruccio Parazzoli, su Corriere della Sera, 2009

L’editoria è l’unico settore economico in cui l’offerta supera la domanda ma nonostante tutto si offre sempre di più, e ci sono tanti aspiranti scrittori quanti aspiranti editori.
Massimiliano Parente, Scemocrazia, 2018

[Un lettore], invogliatissimo, afferra il libro e se lo porta a casa impaziente di leggerlo. Lo legge e scopre che è un capolavoro. Perché tout se tient? Innanzitutto perché l’editore ha scoperto un vero capolavoro, leggendolo e non dandolo da leggere, e così copertina e risvolto di copertina vengono da sé, seguono il capolavoro ispirati e vitalizzati da esso. Ed ecco il processo per cui il lettore afferra il libro, corre a casa, mette da parte ogni cosa, si immerge nella lettura e scopre a sua volta che è un capolavoro. Semplice, no? E invece pare sia difficilissimo nell'odierna editoria, tanto difficile che quando accade è una festa.
Goffredo Parise, su Corriere della Sera, 1985

L'esordio era stato promettente, e c'erano le premesse per una seconda opera più matura. Niente da fare: il suo editore gli ordinò di esordire nuovamente.
Mauro Parrini, A mani alzate, 2009

Dittatore editoriale.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)

L’editore è una persona impiegata in un giornale, il cui lavoro è separare la crema dal fango e far stampare il fango.
Bob Phillips [1]

Gli editori, così gentili quando non si pubblica con loro.
Jules Renard, Diario, 1887/1910 (postumo, 1925-27)

Un bestseller è generalmente un brutto libro la cui vendita permette all'editore di pubblicare degli altri libri altrettanto brutti, ma che non si vendono.
Robert Sabatier, Il libro dell'irragionevolezza sorridente, 1991

Forse che chiunque non sia un novellino, appena trova un libro troppo lodato o troppo denigrato, non va meccanicamente a vedere chi ne sia l'editore? Si fanno continue recensioni sempre nell'interesse dell'editore invece che del pubblico.
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851

Brutta razza quella degli editori disposti a pubblicare senza esitazioni la spazzatura mentale del personaggio noto – in effetti molto richiesta – e a gettare nel cestino l’oro di uno sconosciuto perché non offre garanzie di guadagno. È la legge del mercato, dicono, e i libri non fanno eccezione. Ciò è comprensibile, ma non è bello.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Ci sono scrittori che devono la loro grande popolarità al fatto di essere dotati di una mediocrità tale da essere in perfetta sintonia con quella dei loro numerosissimi lettori. Si tratta, in genere, di autori dal cuore aperto che scrivono libriccini banali o romanzetti melensi, dai quali emerge una filosofia di vita di quarta categoria, buona per tutti quelli che non hanno alcuna dimestichezza con la filosofia, anzi, che non hanno alcuna dimestichezza con i libri. Scrittori del genere sono sempre esistiti – anche se poi, col tempo, vengono facilmente dimenticati – ma non sono mai stati tanto numerosi quanto oggi che il libro è diventato un semplice oggetto di consumo e l’editore un imprenditore come altri.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Questo è sempre stato il vero segreto dell'editore: saper mettere insieme, collegare, amalgamare autori giovani e maturi, libri buoni e libri scadenti o pressoché invendibili. Con queste premesse, è abbastanza facile descrivere la funzione dell'editore. Egli è il primo partner dell'autore.
Siegfried Unseld [1]

"Io semino a tutti i venti" è l'insegna di un editore italiano. [2] Il vento è saggio e porta il seme nel luogo giusto dove lo vediamo germogliare.
Amadeus Voldben (Amedeo Rotondi), Pensieri per una vita serena, 2008 (postumo)

Uno scrittore che si chiama Smith, non diventerà mai famoso.
Un editore parlando di Wilbur Smith [2]

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. L'editore italiano di cui parla Amadeus Voldben è lui stesso: Amedeo Rotondi.
  3. Wilbur Smith, scrittore zambiano di origini inglesi nato nel 1933, oggi è considerato uno dei più grandi autori di bestseller, con oltre 122 milioni di copie di libri venduti nel mondo.
  4. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Pubblicazione - Stampa - Libri ed Ebook - Recensione - Critica artistica e letteraria - Premi Letterari