Aforismi, frasi e citazioni sulla Pubblicazione
Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulla pubblicazione editoriale e sul pubblicare un libro o un saggio da parte di un autore. Come introduzione a questa raccolta di citazioni, riportiamo una critica di Luca Ferrieri sulla pubblicazione editoriale:
"Quest'editoria che sforna un libro al giorno e fabbrica nuovi autori e rivelazioni epocali ad ogni mese che Dio manda in terra, è poi la stessa che dimostra una sistematica incapacità di scoprire e pubblicare i "veri" scrittori. Una storia dei rifiuti editoriali di questo secolo assomiglia a un bignami della letteratura contemporanea: vi compaiono, da Proust a Dostoevskij a Joyce a Eliot a Hemingway a Orwell a Moravia, Morselli e tantissimi altri, quasi tutti i maggiori autori. Gli scrittori che hanno cominciato a proprie spese sono numerosissimi (la condanna delle edizioni a pagamento non può quindi far dimenticare che anche al loro interno, qualche volta, può nascondersi il capolavoro). Gli autori dei più ignobili best seller sono magnificati sui risvolti di copertina come le più fini penne del secolo; ma le opere che cambieranno la vita di milioni di lettori vengono rinviate al mittente". [Il lettore a(r)mato − vademecum di autodifesa, 1997].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sull'editoria, la stampa, la letteratura e i libri. Inoltre, se sei uno scrittore di aforismi, trovi un articolo su come pubblicare un libro di genere aforistico oggi in Italia [trovi i link in fondo alla pagina].
C’è chi scrive per pubblicare un libro, e chi pubblica un libro per averlo scritto. (Giovanni Soriano) |
Vivi così da non doverti mai vergognare se qualsiasi cosa tu abbia fatto o detto viene pubblicata in tutto il mondo anche se ciò che si pubblica non è vero.
Richard Bach, Illusioni, 1977
Non serve a niente pubblicare libri, sarebbe meglio saperli scrivere.
Mirko Badiale (Aforismi inediti su Aforismario)
Scrivere è l'arte forse di cinquanta persone, delle quali trenta non sono normali. Quello che pubblicano la grandi case editrici non è arte, ma il lavoro di persone che soddisfano la loro mediocrità scrivendo.
Gottfried Benn, Lettera a Paul Zech, 1913
Niente è più bello che vedere uscire un libro scritto da noi, niente è più bello. Salvo forse mettere al mondo un bambino dopo averlo portato per nove mesi nel proprio corpo. Ma di questo noi non siamo capaci. Almeno non ancora.
Dr. Bicard (Jean Dasté), in L’uomo che amava le donne,1977
Ogni autore immagina che all'apparizione del proprio libro vedrà dischiudersi il cielo. Quanti ammiratori! Che elogi! E che errori di calcolo!
Pierre-Claude-Victor Boiste, Dizionario universale, 1800
Turbamento e sensi di colpa ogni volta che licenzio le bozze: come posassi su un corpo in crescita la lapide del Ne varietur. [1] Veramente un libro pubblicato è una bara.
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987
Dovrebbe essere imposto per legge di pubblicare solo opere postume.
Gesualdo Bufalino, ibidem
L'impazienza di Dio nel pubblicare il mondo non finisce di sbalordirmi. Cose così si tengono nel cassetto per sempre.
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987
Pubblicare un libro comporta sgradevolezze. Come fare un bisogno in un vespasiano.
Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994
C'è un solo problema, con gli scrittori. Se quello che scrivono viene pubblicato e vende molte, molte copie, pensano di essere grandi. Se quello che scrivono viene pubblicato e vende un buon numero di copie, pensano di essere grandi. Se quello che scrivono viene pubblicato e vende pochissime copie, pensano di essere grandi. Se quello che scrivono non viene pubblicato e non hanno i soldi per farlo pubblicare a loro spese, allora pensano di essere veramente il massimo.
Charles Bukowski, Donne, 1978
Cosa puoi scrivere d’interessante se scrivi per pubblicare?
Pasquale Cacchio, Frantumi, 2010
Impossibile pubblicare libri scritti col sangue: neanche sentir parlare di sangue o di morte, ma solo libri per il macero.
Pasquale Cacchio, Frantumi, 2010
Ci sono dei poeti, per solito da nulla, i quali ogni volta che riescono a pubblicare una poesia, mettono in alto a destra e in corsivo una dedica. E mai a sconosciuti, ma sempre ai maggiori critici e poeti.
Piero Chiara, Sale e tabacchi, 1989 (postumo)
Pubblicare le proprie tare per divertire o esasperare! Una barbarie nei confronti della nostra intimità, una profanazione, una sconcezza. E una tentazione.
Emil Cioran, La tentazione di esistere, 1956
Pubblicare un libro comporta lo stesso genere di noie di un matrimonio o di un funerale.
Emil Cioran, Confessioni e anatemi, 1987
Sono certo che se non fossi stato un imbrattacarte mi sarei ucciso da un pezzo. Scrivere è un enorme sollievo. E pubblicare anche.
Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995
Mi fa orrore vedere tutti questi libri che escono... questi autori che pubblicano almeno un libro all'anno... è malsano, non va bene.
Emil Cioran, ibidem
Il fatto di pubblicare è molto importante, contrariamente a quanto si pensa. Per quale motivo? Perché una volta pubblicato il libro, le cose che hai espresso ti diventano estranee - non del tutto, ma in parte sì. Quindi l’alleggerimento sperato è ancora più grande. Non sei più tu. Ti sei liberato di qualche cosa. È come nella vita, lo dicono tutti: uno che parla, che racconta i suoi dispiaceri, si libera. Proprio chi tiene tutto per sé, proprio il taciturno è quello che si ammazza, quello che crolla, o che magari commette un delitto. Mentre il fatto di parlare ti libera. E il fatto di scrivere pure. Sono cose molto ovvie, ma io le ho sperimentate. E quindi dico a tutti: pubblicate i vostri manoscritti, per male che vada, vi farà comunque bene. E tutte le ossessioni di cui parlate avranno per voi meno importanza.
Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995
Pubblicare è estremamente salutare. È una liberazione, è come dare uno schiaffo a qualcuno.
Emil Cioran, ibidem
Vi è qualcosa di indecente nell'esibirsi, ma nel momento in cui scrivi non ti esibisci. Sei solo con te stesso. E non pensi che quello che stai scrivendo un giorno sarà pubblicato. Quando scrivi, ci sei tu con te stesso, o tu con Dio, anche se sei miscredente.
Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995
Dapprincipio Hitler aveva pensato di pubblicare Mein Kampf [La mia battaglia] con il titolo di Quattro anni e mezzo di lotte contro le bugie, la stupidità e la viltà. Per fortuna, tutti abbiamo bisogno di un revisore di bozze.
Tim Foote [1]
La facilità con la quale società e persone possono pubblicare informazioni su Internet sta cambiando completamente il significato stesso del termine "pubblicare". Internet si è affermata proprio perché offre uno spazio dove pubblicare contenuti. E ha abbastanza utenti da trarre beneficio dall'instaurarsi di un circolo positivo: più abbonati trova, più contenuti offre, e più contenuti offre, più abbonati trova.
Bill Gates, La strada che porta a domani, 1995
Ci sono inediti che resterebbero tali anche se venissero pubblicati.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983
Si pubblicano libri ignobili, come se i lettori fossero alla ricerca della bassezza perduta.
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012
In Italia c'è una casa editrice molto elegante e ricercata, che però ha un difetto: gli autori per farsi pubblicare debbono essere preferibilmente morti.
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012
Pubblicare un libro pagando una casa editrice per farlo, e pensare di essere considerato uno scrittore, è un po' come dare soldi a una escort per fare sesso e considerarsi un dongiovanni.
Olivia Gobetti, 500 aforismi in altalena, 2018
Il diluvio di giornali, tutti i libri pubblicati anno per anno dagli intellettuali, scivolano sui milioni di uomini dei ceti inferiori come l'acqua sul cuoio unto d'olio.
Adolf Hitler, La mia battaglia, 1925/26
Si pubblicano libri con caratteri sempre più piccoli. Immagino la fine della letteratura: a poco a poco, senza che nessuno se ne accorga, i caratteri rimpiccioliranno fino a diventare completamente invisibili.
Milan Kundera, L'arte del romanzo, 1986
Tutti i poeti famosi che ho incontrato mi hanno detto che pubblicare, per un poeta, non è cosa importante. Peccato che lo capiscano tutti dopo aver a lungo pubblicato.
Menotti Lerro, Aforismi di una notte, 2008
Un mio amico diceva: "è necessario scrivere, non è necessario pubblicare"; verità di un certo livello di profondità, che ritroviamo nel suo contrario, quello che sto scrivendo: "è necessario pubblicare, non è necessario scrivere". A dimostrazione della fondatezza del mio assunto, mi permetterò di offrire al tipografo una riga inesistente:
come avete visto, la riga non c'è.
come avete visto, la riga non c'è.
Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa, 1994
Pubblicare un volume di versi è come lasciar cadere un petalo di rosa dal Gran Canyon e poi attenderne l'eco.
Don Marquis, Sun Dial, 1936
Pubblicare un libro è parlare a tavola davanti ai domestici.
Henry de Montherlant, Taccuini, 1924/72
Lo scrittore avveduto accantona qualche opera destinata a essere pubblicata postuma per far bella figura dopo.
Alessandro Morandotti, Minime, 1979/80
Ai giorni nostri, in questo paese, con l'attuale saturazione di libri che stiamo osservando, con il prepotente disinteresse verso i libri che non siano di grandi autori famosi, pubblicare un libro e tentare di farsi conoscere come scrittori è, a detta di molti, un'idea da manicomio. Ma per mia fortuna, sono abbastanza matto per portare avanti questa idea.
Andrea Mucciolo, Prendi nota, 2010
Ormai ogni paese ha il suo scrittore come una volta aveva il suo prete: alla prospettiva della resurrezione l'umanità preferisce, senza indugi, quella della pubblicazione.
Ugo Ojetti, Sessanta, 1937
Di fronte al silenzio assordante delle non reazioni, qualsiasi reazione suscitata dalla pubblicazione di un libro diventa, nello stesso tempo, preziosa e insignificante.
Ugo Ojetti, Sessanta, 1937
Pubblicare un libro di poesie è come lasciar cadere un petalo di rosa dal Gran Canyon e poi attenderne l'eco. (Don Marquis) |
Cogito ergo sum, ergo scrivo, ergo mi autopubblico, ergo mi autoleggo e chi s'è visto s'è visto. Stringi stringi: che bisogno c'è dell'editore? Mi pubblico io. Che bisogno c'è del lettore? Mi leggo io.
Massimiliano Parente, su il Giornale, 2014
Farsi pubblicare – socializzazione di se stessi. Che ignobile necessità! Ma anche se distante da un atto – l’editore guadagna, il tipografo produce. Il merito dell’incoerenza, almeno.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo)
Quando leggete una biografia romanzata ricordatevi che la verità non si presta mai ad essere pubblicata.
Luciana Peverelli, I nostri folli amori (Introduzione), 1978
Non è uno dei molti aspetti della follia umana − anche se certamente il più innocuo − che nel mondo, ogni trenta secondi, venga pubblicato un nuovo libro? Più che mai occorrerebbe imporre di tanto in tanto un silenzio pitagorico.
Mario Andrea Rigoni, Vanità, 2010
È facile intuire che Dio non revisionò il suo libro della Creazione prima di pubblicarlo.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014
Presso un buon editore di Sercy / Far pubblicare i propri versi a pagamento? No, grazie!
Edmond Rostand, Cyrano de Bergerac, 1897
C’è chi scrive per pubblicare un libro, e chi pubblica un libro per averlo scritto.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
Era convinto di aver scritto un gran bel libro; quando se lo vide pubblicare cominciò seriamente a dubitarne...
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
Per farsi pubblicare un libro, oggi, è bene essere tutto fuorché scrittori.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
La libertà di stampa è quella conquista tipica delle società democratiche, che consente a qualunque idiota di pubblicare le proprie idee.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007
Lo scrittore di aforismi è uno che sarebbe capace di pubblicare un libro all’anno scrivendo non più di un paio di righe al giorno.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010
A che serve pubblicare un libro – e persino scriverlo – se esso, almeno in potenza, non ha la capacità di segnare a vita l’animo del lettore? Se, per dirla con una bella immagine di Kafka, non ha la benché minima possibilità d’incidere «il mare ghiacciato che è dentro di noi»? Ebbene, serve. Serve ai tanti, tantissimi lettori che in un libro cercano nient’altro che svago, consolazione, intrattenimento o storielle sentimentalistiche varie, nel piattume – e nel pattume – delle quali possano rispecchiarsi (di qui il grande successo del genere narrativo). E serve, ovviamente, all’autore (perlopiú mediocre), il quale – oltre al fatto del tutto secondario di riempirsi le tasche – trova conferma della bontà della propria opera nella buona accoglienza di cosí tanti lettori, come se migliaia d’imbecilli, nient’altro che in virtù del loro numero, potessero fare di una patacca un oggetto di valore.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Come quei folli che, nella solitudine di una stanza, preparano ordigni esplosivi con i quali colpire l’odiato prossimo, allo stesso modo, ci sono autori un po’ perversi che scrivono e pubblicano i propri libri col preciso intento di farli scoppiare in faccia all’incauto e ipocrita lettore, verso il quale non provano alcun senso di complicità; anzi, neppure lo considerano loro simile, e non avranno mai l’indecenza di rivolgerglisi amichevolmente con l’appellativo di “fratello”.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Se in certi casi scrivere è liberatorio, pubblicare quanto si è scritto diventa persino salutare.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
L’autore che per esprimere un solo pensiero impiega tre pagine, ruba tempo al lettore; e quello che colma il proprio vuoto con parole astruse, ne tradisce la fiducia. Ciò dovrebbe essere ricordato, a mo’ di avvertenza, a chiunque desideri pubblicare un libro.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Se non esistessero gli scrittori alla moda, quelli, cioè, che pubblicano libri insignificanti di grande successo, che dopo qualche anno nessuno ricorda piú, tanta gente non leggerebbe neppure un libro in vita sua. Il che, detto tra noi, sarebbe anche meglio.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Se ogni autore avesse l’onestà intellettuale di non pubblicare piú nulla nel momento in cui vedesse esaurita la propria creatività, avremmo sicuramente qualche buon artista in piú e un cumulo di cattive opere in meno.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Per un autore, la correzione di bozze è un po’ come il travaglio di una partoriente: spesso lungo e faticoso; quando poi si tratta di cancellare intere parti di quanto si è scritto, anche un po’ doloroso. Quanto più piacevole, al confronto, è la scrittura di getto delle proprie idee, il concepimento dell’opera! Comunque sia, se tutto va bene, alla fine arriva il parto liberatorio, ovvero il momento della pubblicazione, che può essere accompagnato da uno stato di euforia o di svuotamento. Certo, il risultato è tutto da verificare nel tempo, ma si sa: “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022
Come chi si trovi sperduto in un deserto non evita di urlare e di bestemmiare per la disperazione soltanto perché non c’è nessuno che lo stia a sentire, allo stesso modo, ci sono autori che non riescono a fare a meno di pubblicare i loro scritti pur sapendo che nessuno li leggerà.
Giovanni Soriano, ibidem
Sempre che tu non appartenga a quella “fortunata” schiera di scribacchini, che pubblicano romanzetti in serie molto apprezzati dai lettori comuni, pubblicare un libro, oggi, è come gettare perle ai porci: un lusso o uno spreco, dunque, nient’altro.
Giovanni Soriano, ibidem
Chi pubblica un libro all’anno, o quasi, evidentemente ha molte cose da dire, ma è molto probabile che siano cose che, per lo più, non vale la pena leggere.
Giovanni Soriano, ibidem
Pubblicare un libro è, in fondo, l’ammissione di una debolezza che, nel peggiore dei casi, è il desiderio di farsi notare, nel migliore, il bisogno di qualcuno che ci ascolti.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022
I poeti sanno quanto la passione sia utile per pubblicare. Oggi un cuore infranto tira parecchie edizioni.
Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, 1891
C’è chi, pur di pubblicare un libro, non bada a spese editoriali, e chi, invece, considererebbe un’onta sborsare anche un solo centesimo per farlo. Chi, dei due, pecca maggiormente di vanità?
Aforismario, Taccuino elettronico, 2009/...
La maggior parte dei romanzieri contemporanei dovrebbe prendere come modello lo scrittore francese Balzac, l’autore de La commedia umana, il quale da un secolo e mezzo non pubblica più nulla!
Anonimo
La maggior parte dei romanzieri contemporanei dovrebbe prendere come modello lo scrittore francese Balzac, l’autore de La commedia umana, il quale da un secolo e mezzo non pubblica più nulla!
Anonimo
Note
- Ne varietur: frase latina che significa: "Non si modifichi". [Cfr. citazione di Gesualdo Bufalino].
- Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Stampa - Editoria - Libri ed Ebook - Pubblicare un libro di aforismi