Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni di Herbert Marcuse

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Herbert Marcuse (Berlino, 1898 - Starnberg, 1979), filosofo, sociologo, politologo e accademico tedesco naturalizzato statunitense. La maggior parte delle seguenti riflessioni di Herbert Marcuse sono tratte dalle sue opere principali: Eros e civiltà (Eros and Civilization, 1955) e L'uomo a una dimensione (One-Dimensional Man, 1964).
Foto di Herbert Marcuse
Il fatto che la grande maggioranza della popolazione accetta ed è spinta ad accettare la società presente non rende questa meno irrazionale e meno riprovevole. (Herbert Marcuse)

Eros e civiltà
Eros and Civilization, 1955 - Selezione Aforismario

Nella società opulenta, le autorità non hanno quasi più bisogno di giustificare il dominio che esercitano. Esse provvedono al continuo flusso dei beni; esse provvedono a che siano soddisfatte la carica sessuale e l'aggressività dei loro soggetti. [Prefazione politica, 1966].

La società opulenta si regge sempre più sulla continua produzione e consumo di beni inutili, di accessori, di mezzi di distruzione e sull'invecchiamento pianificato dei prodotti. [ibidem]

La gente, efficacemente manipolata ed organizzata, è libera: ignoranza, impotenza ed eteronomia introiettata costituiscono il prezzo della sua libertà. [ibidem]

Non ha senso parlare di liberazione a uomini liberi, e noi siamo liberi se non apparteniamo alla minoranza degli oppressi. [ibidem]

Questa libertà e questo appagamento stanno trasformando la terra in un inferno. [ibidem]

È proprio in nome della libertà che vengono perpetrati crimini contro l'umanità. [ibidem]

La malattia dell'individuo è in ultima analisi causata e sostenuta dalla malattia della sua civiltà

Molto spesso è accaduto in ogni parte del mondo che i popoli siano stati liberati dai loro signori e padroni e che la libertà di fresco acquistata si sia rivelata essere niente altro che una nuova forma di sottomissione. [ibidem]

La liberazione delle tendenze istintuali alla pace e alla serenità, all'appagamento dell'Eros, «asociale» ed autonomo, presuppone la liberazione dall'opulenza repressiva: l'inversione della direzione di marcia del progresso. [ibidem]

«Sessualità polimorfa» era il termine che usavo per indicare che la nuova direttiva di marcia del progresso dipenderà interamente dalla possibilità di riattivare le esigenze biologiche ed "organiche" represse o bloccate: di trasformare il corpo umano da strumento di fatica in strumento di piacere. [ibidem]

La portata e l'efficacia dell'introiezione democratica hanno soppresso il protagonista storico della rivoluzione: gli uomini liberi non hanno bisogno di essere liberati, e gli oppressi non sono forti abbastanza per liberarsi. [ibidem]

Quando, nelle società più o meno opulente, la produttività ha raggiunto un livello al quale le masse partecipano ai suoi vantaggi, per cui l'opposizione è tenuta, efficacemente e democraticamente, sotto controllo, allora anche il conflitto tra padrone e schiavo è efficacemente tenuto sotto controllo. [ibidem]

La società opulenta ha dimostrato ormai di essere una società in guerra; se i suoi componenti non se ne sono accorti, le sue vittime sì. [ibidem]

La nuova "bohème", i "beatniks", gli "hipsters", i pacifisti - tutti questi «decadenti» - sono diventati oggi quello che probabilmente il decadentismo è sempre stato: un misero rifugio per l'umanità avvilita e degradata. [Prefazione politica, 1966].

La libera soddisfazione dei bisogni istintuali dell'uomo è incompatibile con la società civile: la rinuncia e il differimento della soddisfazione sono i prerequisiti del progresso.

La felicità va subordinata a un lavoro che occupa tutta la giornata, alla disciplina della riproduzione monogamica, al sistema costituito delle leggi e dell'ordine.

Né la meccanizzazione e standardizzazione della vita, né l'impoverimento psichico, né la sempre crescente distruttività del progresso dei nostri giorni, offrono ragioni sufficienti per mettere in dubbio il «principio» che ha governato il progresso della civiltà occidentale.

Ovunque nel mondo della civiltà industriale, il dominio dell'uomo sull'uomo aumenta in estensione e in efficienza.

Il soggiogamento e la distruzione dell'uomo da parte dell'uomo, hanno luogo con la massima efficacia al punto culminante della civiltà, proprio quando le conquiste materiali e intellettuali dell'umanità sembrano consentire la creazione di un mondo veramente libero.

La concezione dell'uomo che emerge dalla teoria freudiana, è il più irrefutabile atto di accusa della civiltà occidentale - ed è al tempo stesso, la difesa più incrollabile di questa civiltà. Secondo Freud, la storia dell'uomo è la storia della sua repressione.

Se l'assenza di repressione è l'archetipo della libertà, la civiltà è la lotta contro questa libertà.

L'uomo a una dimensione
One-Dimensional Man, 1964 - Selezione Aforismario

Modi di pensare differenti sono in conflitto tra di loro, corrispondendo a modi differenti di afferrare, organizzare, mutare la società e la natura. Le tendenze alla stabilizzazione sono in conflitto con gli elementi sovversivi della Ragione, il potere del pensiero positivo è in conflitto col potere del pensiero negativo, finché i successi della civiltà industriale avanzata non portano la realtà unidimensionale a trionfare di tutte le contraddizioni.

Le tendenze totalitarie della società unidimensionale rendono inefficaci le vie ed i mezzi tradizionali di protesta; forse persino pericolosi, perché mantengono l’illusione della sovranità popolare.

Nel regno della cultura il nuovo totalitarismo si manifesta precisamente in un pluralismo armonioso, dove le opere e le verità più contraddittorie. coesistono pacificamente in un mare di indifferenza.

Questa società è, nell’insieme, irrazionale. La sua produttività tende a distruggere il libero sviluppo di facoltà e bisogni umani, la sua pace è mantenuta da una costante minaccia di guerra, la sua crescita si fonda sulla repressione delle possibilità più vere per rendere pacifica la lotta per l’esistenza - individuale, nazionale e internazionale.

Questa società trasforma tutto ciò che tocca in una potenziale fonte di progresso e di sfruttamento, di fatica miserabile e di soddisfazione, di libertà e di oppressione. La sessualità non fa eccezione.

Il fatto che la grande maggioranza della popolazione accetta ed è spinta ad accettare la società presente non rende questa meno irrazionale e meno riprovevole.

Esiste certo una diffusa infelicità; e la coscienza felice è piuttosto precaria, crosta sottile che copre paura, frustrazione e disgusto. Tale infelicità si presta facilmente a essere mobilitata per fini politici

I crimini della società, l’inferno che l’uomo ha costruito per l’uomo, diventano indomabili forze cosmiche.

Le capacità (intellettuali e materiali) della società contemporanea sono smisuratamente più grandi di quanto siano mai state, e ciò significa che la portata del dominio nella società sull’individuo è smisuratamente più grande di quanto sia mai stata. 

Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico.

È mai possibile tracciare una vera distinzione tra i mezzi di comunicazione di massa come strumenti di informazione e di divertimento, e come agenti di manipolazione e di indottrinamento? 

La follia del tutto giustifica le follie particolari e trasforma i delitti contro l'umanità in un'impresa razionale. 

La scienza, in virtù del suo metodo e dei suoi concetti, ha progettato e promosso un universo in cui il dominio della natura è rimasto legato al dominio dell'uomo – legame che rischia di essere fatale a questo universo intero.

Le persone si riconoscono nelle loro merci; trovano la loro anima nella loro automobile, nel giradischi ad alta fedeltà, nella casa a due piani, nell'attrezzatura della cucina. Lo stesso meccanismo che lega l'individuo alla sua società è mutato, e il controllo sociale è radicato nei nuovi bisogni che esso ha prodotto. 

Non è l’ambito delle scelte aperte all’individuo il fattore decisivo nel determinare il grado della libertà umana, ma che cosa può essere scelto e che cosa è scelto dall’individuo.

La libera elezione dei padroni non abolisce né i padroni né gli schiavi. La libera scelta tra un’ampia varietà di beni e di servizi non significa libertà se questi beni e servizi alimentano i controlli sociali su una vita di fatica e di paura, se, cioè, alimentano l’alienazione. E la riproduzione spontanea da parte dell’individuo di bisogni che gli sono stati imposti non costituisce una forma di autonomia: comprova soltanto l’efficacia dei controlli.

Sotto il governo di un tutto repressivo, la libertà può essere trasformata in un possente strumento di dominio. 

Gli schiavi della civiltà industriale sviluppata sono schiavi sublimati, ma sono pur sempre schiavi, poiché la schiavitù è determinata non dall’obbedienza, né dall’asprezza della fatica, bensì dallo stato di strumento e dalla riduzione dell’uomo allo stato di cosa.

Il mondo tende a diventare materia di amministrazione totale, che assorbe in sé anche gli amministratori. La tela di ragno del dominio è diventata la tela della Ragione stessa, e la società presente è fatalmente invischiata in essa.

Nonostante tutti i mutamenti, il dominio dell’uomo sull’uomo rimane il continuum storico che congiunge la Ragione pretecnologica a quella tecnologica. 

La società che progetta e intraprende la trasformazione tecnologica della natura trasforma tuttavia la base del dominio, sostituendo gradualmente la dipendenza personale (dello schiavo dal padrone, del servo dal signore del feudo, del feudatario dal donatore del feudo) in dipendenza dall’«ordine oggettivo delle cose» (dalle leggi economiche, dal mercato, ecc.).

Ogni forma di dominio ha la sua estetica, e il dominio democratico ha la sua estetica democratica.
[Domination has its own aesthetics, and democratic domination has its democratic aesthetics].

Se l’uomo ha appreso a vedere e conoscere ciò che realmente è, egli agirà in modo conforme alla verità. L’epistemologia è di per sé un’etica, e l’etica è epistemologia.

Entro la vasta gerarchia dei comitati di direzione, gerarchia che si estende ben al di là della singola impresa, sino al laboratorio scientifico e all’istituto di ricerca, al governo centrale e allo scopo nazionale, la fonte tangibile dello sfruttamento scompare dietro la facciata della razionalità obbiettiva. L’odio e la frustrazione sono privati del loro bersaglio specifico, ed il velo tecnologico maschera la riproduzione della disuguaglianza e dell’asservimento.

I modi di dominio pretecnologici sono essenzialmente differenti dai modi di dominio tecnologici - differenti come la schiavitù dal lavoro salariato, il paganesimo dalla cristianità, la città stato dalla nazione, la strage della popolazione di una città conquistata dai campi di concentramento nazisti. Tuttavia, la storia è ancor sempre la storia del dominio, e la logica del pensiero rimane la logica del dominio.

Saggio sulla liberazione
An Essay on Liberation, 1969

L'autodeterminazione, l'autonomia dell'individuo, si afferma nel diritto di correre con la sua automobile, di maneggiare i suoi utensili elettrici, di comprare una pistola, di comunicare al pubblico di massa la sua opinione, per quanto ignorante, quanto aggressiva possa essere.

La dimensione estetica
The Aesthetic Dimension, 1978

L'arte non può cambiare il mondo, ma può contribuire a cambiare la coscienza e le pulsioni degli uomini e delle donne che potrebbero cambiare il mondo.
[Art cannot change the world, but it can contribute to changing the consciousness and drives of the men and women who could change the world].

La verità dell'arte sta nel suo potere di rompere il monopolio della realtà stabilita per definire ciò che è reale.

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Distruggete tutto ciò in cui avete creduto finora, buttate a mare tutto ciò che fino ad ieri rappresentava il basamento della vostra vita: vi sembrava granito e non era che pietra pomice, vi sembrava eterno ed è invece friabile e inutile.

Il centro culturale sta diventando parte integrante del centro commerciale.

Il pensiero che accetta la realtà come data non è affatto un pensiero.

La maggior parte delle persone ha paura della libertà. Sono condizionate ad averne paura.

Non c'è società libera senza silenzio, senza gli spazi interni ed esterni della solitudine in cui la libertà individuale possa svilupparsi.

Vivere nella realtà significa per la società borghese avere soltanto piaceri limitati e differenti ed ottenere sicurezza in cambio d'infelicità e di continue inibizioni.

Note
Leggi anche le citazioni dei filosofi tedeschi: Theodor Adorno - Walter BenjaminMax Horkheimer