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Frasi e citazioni di Martin Buber

Selezione di frasi e citazioni di Martin Buber (Vienna, 1878 - Gerusalemme, 1965), filosofo, teologo e pedagogista austriaco naturalizzato israeliano.
Non è necessario sapere qualcosa di Dio per credere davvero
in Lui: molti veri credenti sanno parlare con Dio,
ma non di Dio. (Martin Buber)
Io e Tu
Ich und Du, 1923

Lo scopo della relazione è la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu; poiché attraverso il contatto ogni Tu coglie un alito del Tu, cioè della vita eterna. 

Attraverso il Tu una persona diventa Io.

Dove non v'è partecipazione non v'è nemmeno realtà. Dove v'è egoismo non v'è realtà. La partecipazione è tanto più completa quanto più immediato è il contatto del Tu. È la partecipazione alla realtà che fa l'Io reale; ed esso è tanto più reale quanto più completa è la partecipazione.

La solitudine è il luogo della purificazione.

Tutto il vero vivere sta nell'incontrarsi.

Relazione è reciprocità. Il mio tu opera su di me, come io opero su di lui. I nostri allievi ci formano, le nostre opere ci costruiscono.

Il cammino dell'uomo
Der Weg des Menschen : nach der chassidischen Lehre, 1948

La decisiva presa di coscienza di sé è l’inizio del cammino nella vita dell’essere umano, il sempre nuovo inizio del cammino umano.

Ciascuno deve custodire e santificare la propria anima nel modo e nel luogo a lui propri, senza invidiare il modo e il luogo degli altri

Ciascuno deve rispettare il mistero dell'anima del suo simile e astenersi dal penetrarvi con un'indiscrezione impudente e dall'utilizzarlo per i propri fini.

Ciascuno deve, nella vita con se stesso e nella vita con il mondo, guardarsi dal prendere se stesso per fine.

Con ciascun essere umano viene al mondo qualcosa di nuovo, qualcosa che ancora non era mai esistito, qualcosa di primo e di unico.

È anzitutto questa unicità e irripetibilità che ciascuno è chiamato a sviluppare e a realizzare, proprio per non rifare quello che un altro, fosse pure il piú grande, ha già fatto.

Tutti gli esseri umani hanno accesso a Dio, ma ognuno ne ha uno diverso. È proprio nella diversità degli esseri umani, nella diversità delle loro particolarità e delle loro inclinazioni che risiede la grande chance del genere umano.

L’universalità di Dio si manifesta nell’infinita varietà di cammini che conducono a Lui, ciascuno dei quali si apre per un unico essere umano.

Dio non dice: «Questo cammino conduce a me, mentre quest’altro no», ma dice piuttosto: «Tutto ciò che fai può essere un cammino verso di me, purché tu lo faccia in modo che a me ti conduca».

Gli uomini con i quali viviamo o che incrociamo in ogni momento, gli animali che ci aiutano nel lavoro, il terreno che coltiviamo, i prodotti della natura che trasformiamo, gli attrezzi di cui ci serviamo, tutto racchiude un'essenza spirituale segreta che ha bisogno di noi per raggiungere la sua forma perfetta, il suo compimento.

È vero che ciascuno deve conoscersi, purificarsi, giungere alla pienezza; ma non a vantaggio di se stesso, non a beneficio della sua felicità terrena o della sua beatitudine celeste, bensì in vista dell'opera che deve compiere sul mondo di Dio.

Se instauriamo un rapporto santo con il piccolo mondo che ci è affidato, se, nell'ambito della creazione con la quale viviamo, noi aiutiamo la santa essenza spirituale a giungere a compimento, allora prepariamo a Dio una dimora nel nostro luogo, allora lasciamo entrare Dio.

Ecco ciò che conta in ultima analisi: lasciar entrare Dio. Ma lo si può lasciar entrare solo là dove ci si trova, e dove ci si trova realmente, dove si vive, e dove si vive una vita autentica.

La nostra autentica missione in questo mondo in cui siamo stati posti non può essere in alcun caso quella di voltare le spalle alle cose e agli esseri che incontriamo e che attirano il nostro cuore; al contrario, è proprio quella di entrare in contatto, attraverso la santificazione del legame che ci unisce a loro, con ciò che in essi si manifesta come bellezza, sensazione di benessere, godimento.

L'uomo deve allontanarsi dalla natura solo per ritornarvi rinnovato e per trovare, nel contatto santificato con essa, il cammino verso Dio. 

Qualsiasi atto naturale, se santificato, conduce a Dio, e la natura ha bisogno dell'uomo perché compia in lei ciò che nessun angelo può compiere: santificarla. 

Quanto di grande e di santo è stato fatto assume per noi valore di esempio, perché ci mostra in modo evidente cosa siano la grandezza e la santità, ma non si tratta di un modello da ricalcare alla lettera.

Per quanto piccolo possa essere ciò che siamo in grado di realizzare se lo misuriamo con le opere dei Padri, pure riceve il suo valore proprio dal fatto che siamo noi stessi a realizzarlo, nel modo conforme alla nostra indole e con le nostre forze.

L’essere umano dovrebbe anzitutto riconoscere che le situazioni di conflitto tra sé stesso e gli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali all’interno della propria anima, e cercare quindi di superare il suo conflitto interiore, in modo da andare incontro ai suoi simili da persona trasformata, pacificata, entrando con loro in relazioni nuove e trasformate.

L’origine di ogni conflitto tra me e i miei simili risiede nel fatto che non dico quello che penso e non faccio quello che dico.

L’essere umano deve anzitutto raggiungere il proprio Sé fra la congerie di orpelli presenti nella sua vita; deve trovare sé stesso, non l’Io manifesto dell’individuo egocentrico, ma il Sé profondo della persona che vive con il mondo. 

Ogni anima deve sí riconoscersi, purificarsi, perfezionarsi, ma non per sé stessa, né per la sua felicità terrena, né per la sua beatitudine celeste, bensí per l’opera che deve compiere nel mondo di Dio.

Occorre dimenticarsi di sé stessi e avere in mente il mondo.

Se anche conoscessimo i segreti dei mondi superni, non avremmo tanta concreta parte all’esistere autentico quanto l’avremmo nel fare con sacrosanto intento un lavoro che ci compete nel corso della nostra vita quotidiana. È sotto la stufa di casa nostra che è sepolto il nostro tesoro.

Ciò che un essere umano fa nella sacralità del qui e dell’ora non è meno importante né meno autentico di quanto lo sia la vita nel mondo a venire.

I racconti dei Chassidim
Die Erzählungen der Chassidim, 1949

Quando Rabbi Isacco Meir era bambino, sua madre lo condusse una volta dal Mag-ghid di Kosnitz. Qui qualcuno gli disse: « Isacco Meir ti do un fiorino se mi dici dove abita Dio». Rispose Isacco: «E io ti do due fiorini se mi sai dire dove non abita».

L'eclissi di Dio
Eclipse of God, 1952

Eclissi della luce del cielo, eclissi di Dio: tale è, a dire il vero, il carattere del momento storico che il mondo sta attraversando.

Un'eclissi di Sole è qualcosa che avviene tra il Sole e i nostri occhi, non sul Sole stesso. D'altra parte, la filosofia non ci considera ciechi dinanzi a Dio. La filosofia sostiene che attualmente ci manca soltanto l'orientamento spirituale che possa rendere possibile una ricomparsa di “Dio e degli dèi”, una nuova processione di immagini sublimi.

Non è necessario sapere qualcosa di Dio per credere davvero in Lui: molti veri credenti sanno parlare con Dio, ma non di Dio.

Fonte sconosciuta
Selezione Aforismario

Ciò che vuole il Maligno non è tanto farci precipitare nel peccato, quanto farci cadere nella disperazione attraverso il peccato.

Chi ama unisce Dio e il Mondo.

Dio dimora ovunque l'uomo lo lascia entrare.

È vero che qualche volta chiudo la porta e mi abbandono alla lettura di un libro, ma solo perché posso riaprirla e vedere un essere umano che mi guarda.

Il futuro ha bisogno di te per nascere.

Il mondo non è comprensibile, ma è abbracciabile.

Il perpetuo nemico della fede nel vero Dio non è l'ateismo (l'affermazione che Dio non esiste), ma piuttosto lo gnosticismo (l'affermazione che Dio è conosciuto).

Il successo non è uno dei nomi di Dio.

Il vero significato dell'amore per il prossimo non è che è un comando di Dio che dobbiamo adempiere, ma che attraverso di esso e in esso incontriamo Dio.

Imperscrutabilmente coinvolti, viviamo nelle correnti della reciprocità universale.

In principio è la relazione.

L'ateo che guarda dalla finestra della sua soffitta è spesso più vicino a Dio del credente preso dalla sua falsa immagine di Dio.

L'autentico dialogo e quindi ogni reale compimento della relazione interumana significa accettazione dell'alterità. 

L'umanità e il genere umano divengono in incontri autentici. Qui l'uomo si apprende non semplicemente limitato dagli uomini, rimandato alla propria finitezza, parzialità, bisogno di integrazione, ma viene esaudito il proprio rapporto alla verità attraverso quello distinto, secondo l'individuazione, dell'altro, distinto per far sorgere e sviluppare un rapporto determinato alla stessa verità.

La grande colpa dell'uomo non sta nelle sue cadute. La grande colpa dell'uomo sta nel fatto che può ricominciare in ogni momento e non lo fa.

La solitudine è il luogo della purificazione.

La vita in questo mondo assomiglia al filo della lama di un coltello. Di qua e di là c'è l'abisso, e la via della vita scorre nel mezzo.

Nel rapporto con il Tu, ognuno trova il suo Io. 

Non c'è posto per Dio in chi è pieno di sé.

Ogni viaggio ha una destinazione segreta di cui il viaggiatore non è a conoscenza.

Senza essere e rimanere sé stessi, non c'è amore.

Spesso ho udito uomini vantare la loro solitudine, ma questo avviene solo perché vi sono ancora degli uomini in qualche luogo sulla terra, anche se lontani. 

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Dietrich BonhoefferHans JonasMiguel de Unamuno