Frasi e citazioni di René Girard
Selezione di frasi e citazioni di René Girard (Avignone, 1923 - Stanford, 2015), antropologo, critico letterario e filosofo francese, per diversi anni professore di letteratura comparata presso la Stanford University. René Girard è considerato uno dei maggiori intellettuali cattolici del XX secolo.
Menzogna romantica e verità romanzesca
Mensonge romantique et verité romanesque, 1961
Ciascuno si crede solo all’inferno e l’inferno è proprio questo.
Trionfare dell’amor proprio significa allontanarsi da se stessi e avvicinarsi agli altri, ma, in un altro senso, significa avvicinarsi a se stessi e allontanarsi dagli altri. L’amor proprio crede di scegliere se stesso ma si chiude a se stesso cosi come agli altri.
Una vittoria sullo amor proprio ci permette di calarci profondamente nell’io e ci fa conoscere al tempo stesso l’altro. A una certa profondità il segreto dell’altro non differisce dal nostro proprio segreto.
La violenza e il sacro
La violence et le sacré, 1972
La violenza viene di frequente definita 'irrazionale'. Eppure non le mancano i motivi; sa anzi trovarne di ottimi quando ha voglia di scatenarsi.
La violenza inappagata cerca e finisce sempre per trovare una vittima sostitutiva. Alla creatura che eccitava il suo furore, ne sostituisce improvvisamente un'altra che non ha alcuna ragione particolare per attirare su di sé i fulmini del violento, tranne quella d'essere vulnerabile e di capitargli a tiro.
Si può ingannare la violenza soltanto nella misura in cui non la si privi di ogni sfogo, e le si procuri qualcosa da mettere sotto i denti.
La violenza e il sacro sono inseparabili.
[Violence et sacré sont inséparables].
Gli uomini non adorano la violenza in quanto tale: non praticano il 'culto della violenza' nel senso della cultura contemporanea, adorano la violenza in quanto conferisce loro la sola pace di cui riescano a godere.
Avere un capro espiatorio è non sapere di averlo; sapere di averne uno significa perderlo.
[Avoir un bouc émissaire, c’est ne pas savoir qu’on l’a ; apprendre qu’on en a un, c’est le perdre].
L'idea che le credenze di tutta quanta l'umanità non siano che un'ampia mistificazione, alla quale noi saremmo pressoché i soli a sfuggire, è a dir poco prematura.
Il problema immediato non è l'arroganza del sapere occidentale o il suo 'imperialismo', è la sua insufficienza.
Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo
Des choses cachées depuis la fondation du monde, 1978
(con Jean-Michel Oughourlian e Guy Lefort) - Selezione Aforismario
Quanto lo spirito moderno ha di efficace si identifica con la scienza. Ogni volta che essa trionfa in maniera incontestabile, si ripete lo stesso processo. Si prende un mistero antichissimo, temibile, oscuro, e lo si trasforma in enigma. Non c'è enigma, per quanto complesso, che alla fine non venga risolto.
Da secoli ormai, il religioso si ritira dapprima dal mondo occidentale e poi dall'umanità intera.
La ricerca etnologica, l'accumulo straordinario di testimonianze su innumerevoli religioni morenti o già morte, ha accelerato la trasformazione del religioso in una questione scientifica.
Il progresso scientifico può assumere la forma di domande che scompaiono, di cui si riconosce alla fine l'inutilità.
Non c'è nulla o quasi, nei comportamenti umani, che non sia appreso, e ogni apprendimento si riduce all'imitazione. Se gli uomini, a un tratto, cessassero di imitare, tutte le forme culturali svanirebbero.
La semplicità e la chiarezza non sono di moda.
"Tutte" le ideologie moderne sono immense macchine per giustificare e legittimare anche e soprattutto i conflitti che ai giorni nostri potrebbero porre fine all'esistenza dell'umanità. Tutta la follia dell'uomo è qui.
Viviamo in un universo intellettuale tanto più conformista in quanto crede di detenere una specie di monopolio dell'anticonformismo.
Ci dicono che non c'è linguaggio degno di fede all'infuori delle equazioni mortifere della scienza, da una parte, e di una parola, dall'altra, che riconosce la propria futilità e si rifiuta asceticamente all'universale.
Votare gli uomini al non-senso e al nulla nel momento stesso in cui possiedono i mezzi per annientare tutto in un batter d'occhio; affidare l'avvenire dell'ambiente umano a individui i quali hanno ormai come unica guida i loro desideri e i loro «istinti di morte» è qualcosa che non rassicura, e che la dice lunga sull'incapacità della scienza e delle ideologie moderne di controllare le forze che hanno messo a nostra disposizione.
Questo scetticismo assoluto, questo nichilismo della conoscenza si presenta spesso in modo tanto dogmatico quanto i dogmatismi che lo precedono. Si rifiutano ormai ogni certezza e ogni autorità ma con un tono più deciso e autoritario che mai.
Ci si libera di un puritanesimo, nel mondo moderno, solo per cadere in un altro. Non si vuole più privare gli uomini della sessualità, ma di qualcosa di cui hanno ancora più bisogno, il senso. L'uomo non vive solo di pane e di sessualità.
Il pensiero attuale è la castrazione suprema, perché è la castrazione del significato. Tutti sono lì a sorvegliare il vicino per sorprenderlo in flagrante delitto di credere in una qualsiasi cosa.
Non è di ricette che abbiamo bisogno, né di essere rassicurati, ma di sfuggire all'insensatezza.
Il pensiero attuale ci trascina verso la valle dei morti di cui cataloga a uno a uno le ossa. Siamo tutti in questa valle ma dipende da noi resuscitare il senso.
L'amore, come la violenza, abolisce le differenze.
[L'amour, comme la violence, abolit les différences].
Gli uomini hanno sempre trovato la pace all'ombra dei loro idoli, ossia della loro violenza sacralizzata, e, ancora oggi, cercano questa pace al riparo della violenza più estrema.
In un mondo sempre più desacralizzato, solo la minaccia permanente di una distruzione totale e immediata impedisce agli uomini di distruggersi tra loro. È sempre la violenza, insomma, che impedisce alla violenza di scatenarsi.
Quando gli uomini parlano dei mezzi nuovi di distruzione, dicono «la bomba» come se ce ne fosse solo una e appartenesse a tutti e a nessuno, o piuttosto come se il mondo intero le appartenesse. Ed essa appare infatti come la Regina di questo mondo.
Ogni questione di 'sanità psicologica' mi pare subordinata a quella, più vasta, del senso ovunque perduto o minacciato, ma che per rinascere attende solamente il soffio dello Spirito.
Il capro espiatorio
Le bouc émissaire, 1982
Dal XVII secolo gli Occidentali hanno fatto della scienza un idolo, per meglio adorare se stessi. Essi credono in uno spirito scientifico autonomo, del quale sarebbero simultaneamente gli inventori e il prodotto. Ai miti antichi sostituiscono quello del progresso, ovvero il mito di una superiorità moderna propriamente infinita, il mito di un’umanità che si libera e si divinizza a poco a poco con i propri mezzi.
Gli uomini non hanno smesso di dare la caccia alle streghe perché hanno inventato la scienza, ma hanno inventato la scienza perché hanno smesso di dare la caccia alle streghe.
L’Occidente moderno dimentica la rivelazione per interessarsi unicamente ai suoi sottoprodotti. Ne ha fatto delle armi, degli strumenti di potenza, ed ecco che oggi il processo gli si ritorce contro. Si credeva liberatore e si scopre persecutore.
I persecutori sono convinti del giusto fondamento della loro violenza; essi si considerano dei giustizieri, e hanno quindi bisogno di vittime colpevoli.
I persecutori finiscono sempre per convincersi che un esiguo numero di individui, persino uno solo, possa arrecare un nocumento esiziale all’intera società, a dispetto della sua debolezza apparente.
L'antica via degli empi
La route antique des hommes pervers, 1985
Lungi dall'essere troppo ridicola per meritare la loro attenzione, come credono i nostri eruditi, l'idea cristiana che la disfatta di Cristo si muti in vittoria si trova già realizzata fra noi nel crollo della cultura marxista-freudiana-nietzscheana, nella crisi acuta di tutti i valori che l'era post-cristiana pensava di opporre vittoriosamente al cristianesimo. «La pietra scartata dai costruttori è diventata la pietra angolare» .
Nella nostra epoca, tutta la cultura modernista, baluardo dell'anticristianesimo, comincia a sgretolarsi a contatto con il testo evangelico.
Nel cuore di qualsivoglia religiosità abbiamo individuato un unico evento centrale, sempre lo stesso, generatore di ogni significato mitico e di ogni azione rituale: il rivoltarsi di una folla che trasforma in capro espiatorio colui che adorava fino a ieri e che adorerà forse domani, appena la sua morte assicurerà un periodo di pace alla comunità.
Perché un gruppo umano percepisca la propria violenza collettiva come sacra, deve esercitarla unanimemente contro una vittima la cui innocenza, proprio in virtù di tale unanimità, non risulti più evidente.
Giobbe continua a ribadire, instancabile, il ruolo della comunità in quello che gli accade, ma non riuscirà - e qui è il mistero - a farsi ascoltare dai commentatori esterni al libro più di quanto non lo ascoltino, nel libro, i suoi interlocutori. Nessuno tiene minimamente conto delle sue parole . La rivelazione del capro espiatorio non esiste per i posteri, così come non esiste per i suoi «amici». Eppure noi siamo convinti di prestare la massima attenzione alle parole di Giobbe, e lo compiangiamo per l'incomprensione di cui è vittima. Tale è però la nostra ansia di attribuire a Dio, soprattutto se non crediamo in Lui, la responsabilità di tutte le sventure dell'uomo, che il risultato finale rimane identico.
Vedo Satana cadere come la folgore
Je vois Satan tomber comme l'éclair, 1999
Ovunque, sul nostro pianeta, l'influenza del religioso si sta riducendo, in modo lento ma irresistibile. Fra le specie viventi di cui il nostro mondo minaccia la sopravvivenza bisogna contare le religioni. Se le più piccole sono scomparse da tempo, le più grandi stanno peggio di quanto si creda
La crisi delle religioni è una delle caratteristiche fondamentali del nostro tempo.
I nostri dotti e sapienti attendevano da secoli la scomparsa del cristianesimo, e per la prima volta si azzardano ad affermare che l'ora è suonata. Costoro annunciano solennemente che siamo entrati, sia pure in forme un po' banali, nella fase "post-cristiana" della storia dell'uomo.
Predicono un «ritorno del religioso», agitando lo spauracchio dei fondamentalismi, ma questi movimenti in realtà non mobilitano che piccole minoranze, sono disperate reazioni a un'indifferenza religiosa che dappertutto è in aumento.
La verità è estremamente rara su questa terra. C'è anzi motivo di pensare che vi sia del tutto assente.
Anziché essere definitivamente superata e archiviata, la religione della Croce, nella sua integrità, è davvero quella perla preziosa il cui acquisto più che mai giustifica il sacrificio di tutto ciò che possediamo.
Portando Clausewitz all'estremo
Achever Clausewitz, 2007
L'individualismo è una formidabile menzogna.
[L'individualisme est un mensonge formidable].
Note
Commenti