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Frasi e citazioni di Silvio Garattini

Selezione di frasi e citazioni di Silvio Garattini (Bergamo, 1928), oncologo, farmacologo e ricercatore italiano, fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri", [1] fondazione no profit di Milano, per la ricerca, la formazione e l'informazione sulle scienze biomediche. Ha scritto di sé Silvio Garattini:
"Nell’immagine che ho davanti agli occhi di me bambino che faccio i compiti con mio padre la sera in cucina, nel rigore e nella precisione che mi ha trasmesso, nella perseveranza e nell’onestà di correggere gli errori fino a raggiungere il risultato migliore che si possa ottenere, ma anche e soprattutto nella capacità di mantenersi indipendenti dal potere, c’è molto di quel che dovrebbe guidare l’attività di ogni scienziato, gli stessi valori su cui ho voluto si basasse l’Istituto che è stato tutta la mia vita, il Mario Negri". [Il guerriero gentile, 2019].
Foto di Silvio Garattini
La durata della nostra vita dipende in gran parte da noi stessi. E forse è bene rifletterci,
per trovare la forza di abbandonare definitivamente «usi e costumi»
non proprio in linea con la salute! (Silvio Garattini)

Fa bene o fa male?
Salute, ricerca e farmaci: tutto quello che bisogna sapere 
© Sperling & Kupfer, 2013 - Selezione Aforismario

La ricerca scientifica è una componente essenziale dell’assistenza medica. Senza ricerca non vi sono progressi, non vi sono nuove strategie terapeutiche che restino al passo delle nuove possibilità della diagnostica. Senza l’integrazione dei risultati clinicamente significativi della ricerca, la pratica medica quotidiana diviene statica, e presto obsoleta. 

È importante non ritenere di poter sempre dedurre dalla propria esperienza un rapporto di causa-effetto: spesso è necessaria una lunga ricerca prima di giungere a una simile conclusione. Uno dei compiti della scienza è proprio quello di individuare questo cruciale nesso.

Dai farmaci non si possono pretendere solo vantaggi. Come dire: si deve sempre «pagare» qualcosa in termini di effetti collaterali. In altre parole, occorre sempre tener presente che non esistono medicinali innocui.

In questa corsa alla conquista del Grande Mercato della Salute, l’industria farmaceutica è certamente maestra da quando, nel dettare le strategie aziendali, il marketing si è sostituito al giudizio medico.

Il dovere della propria salute dev’essere vissuto come un’aderenza al bene, mentre le cattive abitudini devono cominciare a esser viste come una forma di «parassitismo» sociale.

La pubblicità sfrenata per incrementare il consumo degli alimenti ipercalorici, l’impiego eccessivo di sale e grassi nei fast-food, la carenza di strutture sportive, la sedentarietà favorita dalla tv, da internet, dai videogiochi e dalla frequentazione massiccia dei social network, sono altri aspetti sostenuti da una società che considera la crescita del PIL, il prodotto interno lordo, un valore più importante della salute. Occorre stimolare fra i cittadini i «buoni comportamenti», nell’interesse individuale e collettivo.

Il sottoporre persone sane (pur con problemi di natura comportamentale, che comunque appartengono alla variabilità della specie umana) a un’offerta di farmaci che non si fonda su alcuna razionalità, è indice di un’industria della salute che ha ormai perduto l’orientamento medico e segue solo la bussola del marketing.

Si potrebbe affermare che c’è un mercato in cerca di malattie; e se le patologie non ci sono, si inventano, proprio per poter vendere i farmaci. 

La funzione medica delle industrie farmaceutiche è stata rimpiazzata dal marketing sfrenato. Ne è testimone la carenza d’interesse industriale per le malattie rare e per le patologie tropicali, nelle quali forse con pochi sforzi, ma anche con modesti ritorni economici, si potrebbero mettere a segno delle terapie davvero innovative.

È triste dover constatare come il mercato stia cercando di espandersi senza tenere conto dell’etica.

Ricordate sempre che i farmaci non sono solo forieri di benefici. Impiegateli quando è davvero necessario, perché pasticche e sciroppi non sono beni di consumo, ma strumenti di salute.

Occorre stabilire una nuova, santa alleanza, ove il medico sfoderi tutta la propria competenza, frutto di studio, esperienza e compassione, e l’ammalato accetti finalmente i limiti della scienza medica, che non sempre, non subito, riesce a tradurre i progressi delle conoscenze in avanzamenti terapeutici.

Una bassa condizione socioeconomica rappresenta un importante fattore di rischio per molte malattie. Per «bassa condizione socioeconomica» intendo non solo la povertà, ma soprattutto l’appartenenza a classi con un ridotto livello di scolarizzazione e scarsa attenzione alle regole igieniche (e quindi alla propria salute).

La prevenzione deve diventare una delle principali attività del SSN, perché ha costi bassi e permette di incamerare grossi benefici. Occorre far comprendere, fin dalla scuola elementare, il «dovere di essere sani». Perché è innegabile e incontestabile: di fatto, chi non adotta buone abitudini di vita sottrae letti, strutture, interventi diagnostici e terapeutici agli ammalati che non sono invece responsabili dei propri mali.

Potremmo affermare, in maniera provocatoria, che il non osservare i propri doveri verso la salute è una sorta di «parassitismo sociale». E ciò diventa tanto più importante in un’epoca in cui le risorse per la sanità non possono crescere indefinitamente. 

Nonostante tutti i tentativi volti a migliorare gli stili di vita soprattutto nei Paesi industrializzati, poco è cambiato e la prevenzione rimane ancora una chimera.

Il «dovere di essere sani»: ecco il nuovo assioma che dovrebbe attecchire nella cultura di ciascuno. Un assioma che assicura il diritto di venir curati adeguatamente quando ci si ammala.

Le società occidentali sono ormai completamente vittime della medicalizzazione. Brutto termine che definisce una prevalente sudditanza nei confronti degli interventi medici. Esami diagnostici a iosa, terapie a gogò, interventi riabilitativi senza evidenza di efficacia. Tutto scaturisce dalla convinzione che vi sia un rimedio per ogni malessere, insoddisfazione o disagio.

Il sogno di curare i sani è sempre stato l’ideale di tutti coloro che vendono merce, facendo leva sulla credulità del pubblico: bombardati dalla pubblicità, molti finiscono con l’accettare l’idea che si possa davvero stoppare, con l’aiuto della farmacologia, il fluire del tempo.

Lunga vita
Quello che devi sapere su salute, vaccini, dieta e farmaci
© Sperling & Kupfer, 2017 - Selezione Aforismario

È sempre stato il sogno dell’uomo: vivere il più a lungo possibile. Ma anche con una buona qualità della vita. Come si usa dire, bisogna aggiungere vita agli anni, e non soltanto anni alla vita!

Chi non fuma, non esagera con l’alcol, fa esercizio fisico in dosi adeguate, segue un’alimentazione corretta e mantiene un peso corporeo ideale, ha maggiori probabilità di vivere a lungo e meglio.

La verità è proprio questa: la durata della nostra vita dipende in gran parte da noi stessi. È forse è bene rifletterci, per trovare la forza di abbandonare definitivamente «usi e costumi» non proprio in linea con la salute!

Il vero problema non è tanto incrementare la durata dell’esistenza in sé, quanto aumentare il numero di anni vissuti in buone condizioni di salute. 

Se qualche isolato individuo è arrivato a 120 anni, è verosimile che con il tempo intere fette di popolazione potranno raggiungere la medesima età. Intanto concentriamoci sulla nostra vita, quella di ciascuno di noi. Perché chiunque, con i precetti della buona prevenzione, può regalare tanta qualità ai propri anni.

La saggezza dei nostri nonni precorreva i risultati della scienza: avevano ragione quando dicevano che per stare bene bisogna alzarsi da tavola con ancora un po’ di fame!

Tutti dovremmo tenere a mente questa verità: a meno che non vi siano particolari quadri patologici che richiedano interventi dietetici mirati, si può mangiare di tutto, purché le dosi siano calibrate. In altre parole, varietà e moderazione sono sempre le parole chiave per assicurarsi una corretta nutrizione e tanta salute.

Il guerriero gentile
La mia vita, le mie battaglie (con Roberta Villa) © Solferino, 2019 - Selezione Aforismario

Non credo che una persona di scienza non possa avere anche una fede religiosa. Sono ambiti diversi, che hanno però importanti punti in comune e che nello stesso individuo possono benissimo coesistere.

Credo che un ricercatore possa avere opinioni religiose di tipo diverso, ma forse la posizione più idonea è il dubbio: non ho la possibilità di esplorare o capire se Dio esiste o no.

L’affermazione ateistica mi sembra tanto infondata quanto quella fideistica. In base a quali dati si può dire con certezza che Dio non esiste?

Il dubbio è tutto quello che abbiamo. Un dubbio che non possiamo risolvere con la nostra mentalità scientifica.

Se la scienza e la religione unissero le loro forze, potrebbero avere molta più forza nel migliorare il mondo: proteggere l’ambiente, difendere la dignità dell’uomo, fare in modo che sia garantito a tutti il diritto alla salute, che si riducano le differenze, che ci sia meno povertà.

La scienza può fornire alla religione gli strumenti per raggiungere i suoi obiettivi più nobili. In fondo, entrambe vogliono alleviare le sofferenze dell’umanità.

«Credere nella scienza» vuol dire sapere che quando una conoscenza è definita «scientifica» significa che ha una sua base molto solida. Non nasce dall’opinione di un singolo o dal risultato di un solo laboratorio.

Dovremmo cercare di far capire alla società e soprattutto ai politici che la scienza non deve essere vista soltanto come portatrice di benefici, ma come portatrice di conoscenza. E solo se la conoscenza si integra con quella più generale, abbiamo una cultura dei tempi moderni.

Non c’è niente di più bello che affacciarsi al confine delle conoscenze per portare un contributo, comunque essenziale anche se si tratta di un minuscolo tassello nel «vero» scientifico.

Non è mai troppo tardi per adottare un sano stile di vita, ma è meglio cominciare presto. Per questo è molto importante l’educazione alla salute fin da piccoli. 

Note
  1. Mario Negri (Milano, 1891-1960) è stato un imprenditore e filantropo italiano. Alla sua morte lasciò per testamento una parte del suo patrimonio all'Università di Milano allo scopo di costituire un istituto di ricerca farmacologica, che divenne l'attuale Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri".
  2. Vedi anche frasi e citazioni di: Franco BerrinoUmberto Veronesi