Frasi di Susan Nolen-Hoeksema da "Donne che pensano troppo"

Selezione di frasi e citazioni di Susan Nolen-Hoeksema (Springfield, 1959 - New Haven, 2013), psicologa e saggista statunitense, docente presso la Stanford University (1986-1995), la University of Michigan (1995-2004) e alla Yale University dal 2004 fino alla sua morte, avvenuta prematuramente per complicazioni dovute a un intervento chirurgico al cuore.
Nolen-Hoeksema è nota a livello internazionale come autrice del best-seller Donne che pensano troppo, pubblicato nel 2003, edito in Italia nel 2023 da Libreria Pienogiorno con la traduzione di Ilaria Maggioni.
Foto di Susan Nolen-Hoeksema
Aspettare di essere salvate dalla nostra infelicità è garanzia di prolungarla.
Abbiamo sostanzialmente due scelte: imparare a convivere con le circostanze attuali
o cambiarle. (Susan Nolen-Hoeksema)

Donne che pensano troppo
Women Who Think Too Much, 2003 - Selezione Aforismario

Le donne sono più inclini degli uomini a ruminare sulle cose e a rimanere incastrate nei loro pensieri.

Noi donne siamo capaci di rimuginare su tutto: il nostro aspetto, la famiglia, la carriera, la salute. Spesso sembra che faccia semplicemente parte dell’essere donna, come fosse un riflesso della capacità di prenderci cura degli altri.

Le donne hanno il doppio delle probabilità di sviluppare depressione o ansia gravi rispetto agli uomini, e la tendenza a rimuginare sembra essere una delle ragioni per cui questo succede.

Un fattore decisivo di una vita sana è non permettere alle emozioni negative di dominare la nostra vita e compromettere i nostri sforzi. 

Le emozioni negative esercitano una potente influenza su pensieri e comportamenti. Quando si è tristi, il cervello ha un accesso più ampio a pensieri e ricordi tristi, e si è maggiormente inclini a interpretare le circostanze in modo negativo.

Quando la tristezza viene amplificata anziché gestita, può portare a sconforto, odio per se stessi e inazione.

Quando si inizia a ruminare spinti dalla tristezza, dall’ansia o dalla rabbia, si presta attenzione ai pensieri generati dal proprio stato d’animo, rimuginando, prendendoli fin troppo seriamente e lasciando che influenzino le nostre scelte.

Proprio come il lievito raddoppia il volume dell’impasto, i nostri pensieri negativi si espandono, crescono e iniziano a occupare tutto lo spazio disponibile all’interno della nostra mente. 

Gran parte della ruminazione non si concentra sulle cose che potrebbero succedere in futuro, ma su quelle che sono successe in passato: eventi che sono già accaduti, cose già fatte, situazioni che si vorrebbe fossero andate diversamente.

Quando ci si preoccupa, ci si chiede se sta per succedere qualcosa di brutto, ma quando si rumina, si è certi che qualcosa di brutto sia già successo.

La ruminazione fa guardare le cose attraverso la lente deformante degli stati d’animo negativi.

Rimuginare non rivela i significati più veri e profondi della vita. Non aiuta a fare chiarezza sul passato né a trovare soluzioni ai problemi attuali. Invece, inquina la mente con la negatività al punto che ci si sente sconfitti ancora prima di iniziare; bloccati e demoralizzati, si sprofonda sempre di più nella depressione.

Quando si rimugina in balìa delle emozioni negative, si esercitano le reti di pensieri e ricordi negativi, rafforzando la connessione tra di loro. 

Oggi abbiamo a disposizione molte possibilità, ma mancano i valori che le guidino.

Molti di noi hanno esagerato con l’autoconsapevolezza. Siamo diventati una cultura dell’ombelico, cronicamente ripiegati su noi stessi a fissarci e ad analizzare ogni sfumatura delle nostre emozioni.

Aspettare di essere salvate dalla nostra infelicità è garanzia di prolungarla. Abbiamo sostanzialmente due scelte: imparare a convivere con le circostanze attuali o cambiarle.

I rapporti di coppia sono una parte fondamentale di quello che siamo. Ci vediamo almeno parzialmente attraverso gli occhi dei nostri partner e loro si riflettono su di noi. 

È difficile scegliere un buon compagno di vita se non siamo sicure di chi siamo noi o in che cosa crediamo davvero.

La nostra cultura ha più il culto della giovinezza che quello del rispetto degli anziani. E di conseguenza, non solo ignoriamo le lezioni che ci possono insegnare, ma prendiamo a modello persone troppo giovani e immature per essere sagge.

Tutti ci danno suggerimenti più o meno diretti su come dovremmo comportarci, cosa dovremmo pensare, chi dovremmo ammirare e a che obiettivi dovremmo ambire. È difficile ascoltare la nostra voce calma che esprime le sue opinioni, in mezzo al trambusto. Eppure, se non iniziamo ad ascoltarla, non saremo mai capaci di mettere da parte i messaggi negativi imposti dagli altri.

La nostra tendenza a “guardarci l’ombelico” suggerisce che necessitiamo di passare del tempo fuori da noi stessi, per riuscire ad apprezzare una prospettiva esterna. Aiutare gli altri, soprattutto quelli meno fortunati di noi, può essere particolarmente d’aiuto in questo processo. 

Molto di quello su cui rimuginiamo – il peso, il malumore del nostro capo, un commento stupido che abbiamo fatto – scompare davanti ai bisogni e ai problemi degli altri.

Ci sono molti percorsi che portano al rimuginare, ma anche molti che ci permettono di uscirne. Possiamo superare la tendenza a rimanere bloccate nella ruminazione e costruirci una vita più soddisfacente e di successo. E diventare anche migliori come individui e come società.

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