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Le migliori frasi di Jannik Sinner

Selezione delle più belle frasi di Jannik Sinner (San Candido, 2001), tennista italiano, il più vittorioso tennista italiano dell'era Open. Le seguenti citazioni di Jannik Sinner sono tratte da varie interviste in cui parla della sua passione per il tennis e per lo sport in generale, della sua "ossessione" di migliorarsi dal punto di vista fisico e mentale, dell'importanza degli affetti e della famiglia.

Foto di Jannik Sinner
Non faccio caso ai risultati e ai record. Dopo una bella partita sono molto contento,
ma penso sempre a lavorare per migliorare. (Jannik Sinner)

Frasi da interviste
Selezione Aforismario

Essere calmo è, per me come giocatore, davvero importante, perché puoi vedere le cose un po' meglio e un po' più velocemente. Se ti senti frustrato è come quando guidi una macchina veloce e non vedi bene cosa c’è fuori. 

Alle volte possiamo davvero diventare un ostacolo per noi stessi. Ma più spesso siamo gli unici a poterci dare una grande mano.

Mi piace ballare nella tempesta della pressione.

Sento la tensione, come tutti. La paura no. Quella mi capitava di provarla, un pochino, quando mi buttavo giù dalla montagna con gli sci, in discesa libera. Nel tennis no.

Alla fine, un giocatore il controllo ce l’ha solo su di sé. Non possiamo controllare il vento, il sole, né tanto meno l’avversario quando gioca bene: sono variabili che puoi solo accettare. 

La pressione va presa in modo positivo. Devi essere gentile con lei. Devi fare amicizia. Se la odi, allora non sei nel posto giusto.

Non ho paura di sbagliare, non ci penso. Non vedo che senso abbia pensarci.

Nei punti decisivi esce il vero carattere di un giocatore.

Per vincere la testa conta per il 70%, poi c’è il fisico, i colpi invece contano solo per il 10%.

La pressione mi piace, ma amo anche condurre una vita semplice: per me è importante.

È facile dire di qualcuno che è psicologicamente forte, ma dentro di me pensavo: "Sono forte dal punto di vista psicologico, ma credo di dover migliorare". E così ho iniziato ad accettare i miei errori. E ho cercato di lavorare su queste piccole cose, che a un certo punto possono fare la differenza.

Tutte le partite che si vincono, non si vincono nel giorno in cui si disputano. Si vincono preparandosi per mesi, forse anni, lavorando per quella partita.

Sono uno che si vuole allenare tanto, tanto. Stare dietro ai miei ritmi non è facile.

Ogni giorno quando mi sveglio penso subito al mio obiettivo, che è quello di migliorare sempre di più

Ogni volta che scendo in campo è per vincere, è il mio modo di essere.

L’elemento principale è sempre la passione per lo sport. È fondamentale la voglia di porsi un obiettivo ogni giorno, fin da quando ti svegli, mettendo in conto i momenti difficili. Se ti piace davvero lo sport che fai superi qualsiasi periodo duro.

Nello sci con un errore sei fuori. Nel calcio un giocatore da solo non può fare la differenza. [Nel tennis] invece sei solo contro l'altro: è una battaglia mentale, come negli scacchi. Devi entrare nella testa dell'avversario. È questo il vero scopo del tennis. Infatti, i migliori tennisti sono quelli che vincono anche giocando male

Ho scelto il tennis perché è uno sport in cui si possono commettere errori. Puoi perdere punti, ma puoi comunque vincere la partita. Nello sci, se fai un errore, un grosso errore, non hai alcuna possibilità di vincere.

Nel tennis nel corso di una partita puoi commettere degli errori, nello sci invece non puoi, al primo errore sei subito 20° e non mi piaceva mai arrivare così in fondo.

La cosa più importante, per me, è giocare a tennis: in generale non perdo tante energie a fare altre cose

Mi piace ballare nella tempesta della pressione.

I grandi giocatori sono tanti, è questo il bello del tennis, potersela giocare. Ma io nella mia testa rimango concentrato solamente su me stesso, penso a come giocare, a come migliorare. Il focus rimane dare il meglio in ogni torneo.

Migliorare si può sempre, questa è la verità.

Se oggi vinco e gioco uguale all'anno scorso non sono contento.

Non faccio caso ai risultati e ai record. Dopo una bella partita sono molto contento, ma penso sempre a lavorare per migliorare.

Dopo una partita, vinta o persa, mi piace comprendere quello che e successo.

Avere un obiettivo davanti è molto importante, poi devi affrontare tutto con calma e avere gente che ti vuole bene accanto.

Io lavoro tantissimo per raggiungere i miei obiettivi e i miei sogni, perché non voglio avere rimpianti.

Il risultato è un aspetto piccolo di un lavoro grande che c'è dietro.

Non penso tanto a diventare il numero uno, ma a fare bene il mio lavoro.

Il mio difetto nel tennis è che a volte ho troppa fretta: voglio imparare tutto subito. Ma ho anche capito che, se mi metto fretta, perdo chiarezza nella mente e quella situazione, invece di aiutarmi, mi frega.

Se non vuoi perdere, mai credere di aver vinto.

Le vittorie arrivano da lontano, da tutto il lavoro di ogni giorno, che voi non vedete. La fatica, il sudore, le ore in palestra, i sacrifici. La mia testa e il mio sguardo sono costantemente rivolti al miglioramento.

Non do mai niente per scontato. In ogni torneo, in ogni partita, cerchi di dare il meglio, di restare mentalmente concentrato.

La terra non è la superficie su cui sono più a mio agio ma non significa che non so giocarci... È che l’adattamento richiede tempo: sto provando a stringere amicizia anche col rosso.

Oltre che fisica, la mia crescita è tattica: adesso riesco a giocare senza pensare tanto, viene tutto più naturale. Pensare toglie fluidità. Ma per riuscirci devi poterti fidare del tuo fisico e di certi colpi, che prima non mi venivano bene.

Non pretendo di insegnare niente a nessuno. Dai miei ho imparato a prendere tutto con un sorriso, vittorie e sconfitte.

Ovviamente i risultati contano, ma quello che conta davvero è cercare di lavorare sodo, svegliarsi e andare a lavorare e farlo con un sorriso.

Sono predestinato a lavorare, solo così si vince.

[Per diventare un grande tennista] bisogna fare tanti sacrifici, ma bisogna anche rendere il viaggio divertente.

Serve accettare i momenti duri, ricordandosi che sono proprio quelli che ti renderanno più forte.

Ormai ho imparato a conoscere il mio fisico in maniera approfondita. Ogni piccola variazione si riflette sul mio gioco, sul mio rendimento come succede alle macchine. Per fortuna ho un bravissimo fisioterapista e osteopata che si occupano della mia "messa a punto".

Tutto è possibile nel tennis, sono un ragazzo umile ma determinato a vincere…

Il bello di questo sport: vinci o impari.

Sono onesto con me stesso, e vivo il momento. Lo sport è fatto di questo, momenti sì e momenti no. Dovremmo imparare ad accettarli. Sempre.

Non gioco per la storia dell'Italia, o per la storia in generale. Gioco per me stesso, anche per i tifosi perché ti spingono, ti danno forza quando perdi.

Ho scelto di giocare a tennis perché mi piace, questa vita quindi è la più bella che potessi fare.

È importante ogni tanto ricordarsi di sorridere e apprezzare la fortuna di fare questo mestiere.

Se la gente mi chiede delle foto, accetto. È bello, soprattutto quando qualcuno giovane si avvicina a me, perché anch'io ero giovane e a volte troppo timido per chiedere una foto.

Vedere la gente felice mi rende felice.

Sto cercando di diventare più forte, ma non più grosso. Credo che il mio punto di forza sia la flessibilità che ho negli scatti.

C’è ancora molto che posso imparare dai miei errori. Ora sto giocando bene, ma arriveranno momenti un pochettino più difficili: è importante lavorare adesso per affrontarli preparati.

L’amore giusto non distrae: i migliori tennisti hanno tutti moglie e figli.

Giro molto e durante i tornei sono molto concentrato. Ma penso che sia una bellissima cosa quando si trova un amore giusto. Come per tutti.

[Le ospitate, gli eventi…]: il 99% delle volte dico di no. Ma il motivo è molto semplice: mi voglio concentrare sul tennis, cerco di evitare le distrazioni.

Io gioco a tennis, a qualcuno piaccio e a qualcuno no. Per alcuni dovrei essere più sicuro di me, mentre altri apprezzano la mia umiltà.

Tratto tutte le persone allo stesso modo: se ho davanti a me il numero uno della classifica o chi pulisce gli spogliatoi, io mi comporto sempre ugualmente, con educazione.

Ho tutto, non mi manca niente. Non sono mai stato in discoteca, non mi piace andare a dormire tardi. Preferisco giocare a carte con un amico.

Ci tengo a tenere le persone a cui voglio tanto bene vicino a me. Vincere ha un peso, ma la cosa più importante sono gli affetti.

Prima di comprare qualcosa guardo sempre il prezzo, sempre. Se vado al ristorante e la pasta al ragù costa molto più di quella al pomodoro, prendo quella al pomodoro. Non perché sia tirchio, ma perché rispetto il denaro.

In campo sono serio, faccio i miei rituali, ma dopo il match mi piace scherzare.

Sono un tennista professionista e preferisco parlare di quello che faccio sul campo. Anche sui social posto solo tennis e attività riguardanti il mio lavoro, desidero proteggere le persone a cui tengo. E poi ci sarà una ragione se la si chiama vita privata, no?

Mi hanno descritto come troppo buono? Forse un po’ hanno esagerato, ma io faccio una vita normale, se uno sta male lo aiuto, se vedo un bimbo ci gioco.

Ho gli stessi difetti di qualsiasi altro ragazzo della mia età. Tipo che non lavo i piatti quando finisco di mangiare, li lascio lì e me ne occupo due giorni dopo.

Mi arrabbio anch’io, come è giusto che sia. Però nella vita vanno capiti i momenti: c’è un tempo per scherzare, uno per incavolarsi, uno per essere seri.

Giocare a Roma è la cosa che mi piace di più in assoluto. Giocare in casa ti mette un po’ più di pressione, è vero. Dall’altra parte, però, quando urlano il tuo nome è una sensazione fantastica. E il pubblico può davvero tirarti su e farti vincere una partita quando sei in crisi.

Essere un idolo per tanti giovani è una grande responsabilità, la sento e la vivo come tale. Per questo cercherò di trasmettere sempre i valori che mi hanno insegnato i miei genitori. Credo di essere un ragazzo semplice e tranquillo. Lo sono sempre stato.

Il tennis è la cosa più importante della mia vita dopo la famiglia e gli amici.

La famiglia mi ha insegnato a essere prima una brava persona e poi un ottimo professionista.

Nel tennis in passato abbiamo avuto degli esempi di grande umiltà come Federer e Nadal, fuoriclasse giganteschi. Loro non sono mai cambiati nonostante il successo ed è così che anch’io vorrei essere.

In fondo sono solo un ragazzo normale a cui piace giocare a tennis.

Se mi guardo indietro so di avere fatto un bel percorso, ma non mi voglio fermare...

A volte mi succede di essere ancora un po'… troppo giovane. Ma tant'è...

Noi gente di montagna siamo un po’ diversi. Per noi la cosa migliore è lavorare, andate dritto all’obiettivo senza perdere troppe energie. La prima cosa è il rispetto, per gli altri e per se stessi. Ciascuno di noi è uguale. La discriminazione di ogni tipo mi infastidisce.

Vorrei che tutti quanti avessero i miei genitori, come li ho avuti io perché mi hanno sempre permesso di scegliere anche quando ero giovane decidevo io. Non mi hanno mai messo sotto pressione anche quando facevo altri sport.

Il successo non mi ha cambiato come persona. Sogno di ritrovare quella sensazione di vittoria ma so quanto siano importanti le cose fuori dal campo: come stanno la mia famiglia e le persone vicine; alla fine è quello che ti resta.

Note
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