Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e confessioni di Ippolito Nievo

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Ippolito Nievo (Padova 1831 - mar Tirreno, 1861), scrittore e patriota italiano. 
Le seguenti citazioni di Ippolito Nievo sono tratte dalla sua opera più nota: Le confessioni di un italiano, romanzo di carattere storico scritto nel 1858, ma pubblicato postumo nel 1867 dall'editore Le Monnier con il titolo rivisto Le confessioni di un ottuagenario.
Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.
(Ippolito Nievo)
Le confessioni di un italiano
Le confessioni di un ottuagenario, 1867 (postumo) - Selezione Aforismario

Credo nel futuro della scienza, se almeno qualche cometa o il raffreddamento della corteccia terrestre non verrà a guastare l'opera dei secoli. Credo all'entusiasmo delle anime che irrompendo quandocchesia nella vita sociale anticiperanno di qualche millennio il trionfo della scienza, come il matematico calcolatore è prevenuto nelle sue scoperte dalle audaci ipotesi del poeta!

Dopo la luce le tenebre, dopo la speranza oblio, dopo il tutto il nulla; ma fra nulla e tutto, fra oblio e speranza, fra tenebre e luce quanta vicenda di cose, quanto fragore di tempeste, e sguiscio di fulmini!

Dove tuona un fatto, siatene certi, ha lampeggiato un'idea.

I benefici non obbligano tanto quanto il modo di porgerli.

I calunniatori sono anche di solito vigliacchi.

L'amore è un'erba spontanea, non una pianta in giardino.

La coscienza ci assicura, che meglio è la generosità con la miseria, che la dappocaggine con la contentezza.

La devozione, volta in bigottismo dalle anime false e corrotte, può viziar la coscienza peggio che ogn'altra abitudine di perversità.

La felicità è nella coscienza; tenetevelo a mente.

La gioventù è il paradiso della vita: l’allegria è la gioventù eterna dell’animo.

La pace della vecchiaia è un placido golfo che apre a poco a poco il varco all’oceano immenso infinito, e infinitamente calmo dell’eternità.

La patria, figliuol mio è la religione del cittadino, le leggi sono il suo credo. Guai a chi le tocca! Convien difendere colla parola, colla penna, coll'esempio, col sangue l'inviolabilità de' suoi decreti, retaggio sapiente di venti, di trenta generazioni!

La ragione si fa adulta e vecchia; il cuore resta sempre ragazzo.

La vita dell'universo nella solitudine è lo spettacolo più sublime, più indescrivibile che ferisca l'occhio dell'uomo. È una vita che si sente, e sembra comunicare a noi il sentimento d'una esistenza più vasta, più completa dell'umano. Allora non siamo più i critici e i legislatori, ma gli occhi, gli orecchi, il pensiero del mondo. L'intelligenza non è più un tutto, ma una parte. L'uomo non pretende più di comprendere e di dominare l'universo, ma sente, palpita, respira con esso.

La vita è quale ce la fa l’indole nostra, vale a dire natura ed educazione; come fatto fisico è necessità; come fatto morale, ministero di giustizia. Chi per temperamento e persuasion propria sarà in tutto giusto verso se stesso verso gli altri verso l’umanità intera, colui sarà l’uomo più innocente utile e generoso che sia mai passato pel mondo. La sua vita sarà un bene per lui e per tutti, e lascerà un’orma onorata e profonda nella storia della patria. Ecco l’archetipo dell’uomo vero ed intero.

Le donne superiori a noi! Sì, fratellini miei; consentite questa strana sentenza in bocca d'un vecchio che ne ha vedute molte. Sono superiori a noi nella costanza dei sacrifizi, nella fede, nella rassegnazione; muoiono meglio di noi: ci son superiori insomma nella cosa più importante, nella scienza pratica della vita, che, come sapete, è un correre alla morte.

Memoria, memoria, che sei tu mai! Tormento, ristoro e tirannia nostra, tu divori i nostri giorni ora per ora, minuto per minuto e ce li rendi poi rinchiusi in un punto, come in un simbolo dell'eternità! Tutto ci togli, tutto ci ridoni; tutto distruggi, tutto conservi; parli di morte ai vivi e di vita ai sepolti!

Non desiderando nulla, si possiede tutto.

Non v'ha orgoglio che superi l'orgoglio degli umili.

O patria patria, come allarghi i tuoi legami per tutto il mondo! Due nati sotto il tuo cielo si riconoscono senza palesar il proprio nome sulla terra straniera, e una forza irresistibile li spinge l'uno all'altro fra le braccia!

Ognuno che ha meriti dovrebbe soverchiare chi non ne ha. Questo in via di astrazione. Ma nel concreto colle vostre abitudini coi vostri costumi credi tu che il più ricco ed il più furbo non abbia ad esser giudicato il più meritevole?

Per ciò ne conviene esser umili; ubbidire, ubbidire, ubbidire. Comandi la legge di Dio, la legge che fu, la legge che è; non l'arbitrio di pochi invasati, che dicono di innovare, ma non tendono che a divorare!

Per far trionfare il vero e il buono bisogna farsi posto tra i primi, a gomitate anche, non importa. Ma figurati il gran danno che ne verrebbe se in quei posti ci spuntassero dei tristi e dei fannulloni.

Quanto sei bella, quanto sei grande, o patria mia, in ogni tua parte!... A cercarti cogli occhi, materia inanimata, sulle spiagge portuose dei mari, nel verde interminabile delle pianure, nell'ondeggiare fresco e boscoso dei colli, tra le creste azzurrine degli Appennini e le candidissime dell'Alpi, sei dappertutto un sorriso, una fatalità, un incanto!... A cercarti, spirito e gloria, nelle eterne pagine della storia, nell'eloquente grandezza dei monumenti, nella viva gratitudine dei popoli, sempre apparisci sublime, sapiente, regina! A cercarti dentro di noi, intorno a noi, tu ti nascondi talora per vergogna la fronte; ma te la rialza la speranza, e gridi che delle nazioni del mondo tu sola non moristi mai!

Si armi di costanza e di rassegnazione il piloto per trovare un porto in quel pelago vorticoso e sconvolto; alzi sempre gli occhi al cielo, ed anche traverso nuvole e al velo luttuoso della procella traveda sempre colla mente lo splendor delle stelle.

Si ha sempre torto a incaparsi di restar savi e di adoperare secondo le regole di saviezza, allorché tutti gli altri son pazzi ed operano a seconda della loro pazzia.

Sì, morire sorridendo! Ecco non lo scopo, ma la prova che la vita non fu spesa inutilmente, ch’essa non fu un male né per noi né per gli altri.

Siate uomini se volete esser cittadini; credete alla virtù vostra, se ne avete; non all'altrui che vi può mancare, non all'indulgenza o alla giustizia d'un vincitore, che non ha più freno di paure e di leggi.

Tutte le grandi gioie si somigliano nei loro effetti, a differenza dei grandi dolori che hanno una scala di manifestazioni molto variata. Le anime hanno un centinaio di sensi per sentire il male, ed uno solo per il bene.

Vivendo bene, si muore meglio; desiderando nulla, si possiede tutto.

Note
Leggi anche le citazioni degli autori italiani: Camillo Benso conte di Cavour - Massimo d'Azeglio - Silvio Pellico