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Aforismi, frasi e proverbi sulle Cornacchie

Raccolta di aforismi, frasi, favole e proverbi sulle cornacchie, nome comune di alcune specie di uccelli del genere Corvus, e in particolare della cornacchia grigia (Corvus corone cornix), comune in Italia, con mantello cenerino perlato, e della cornacchia nera (Corvus corone corone), poco frequente in Italia, di colore nero uniforme a riflessi. Simili ai corvi, le cornacchie sono tra gli uccelli che meglio si adattano alla sempre più rapida urbanizzazione. Sono capaci di vivere nelle città senza alcun problema e di trovare il cibo in ogni luogo. Seppure abituate alla presenza umana, le cornacchie mantengono comunque il loro stato selvatico senza mai avvicinarsi troppo. [cfr. Wikipedia].

Come scrive Carlo Lapucci, la cornacchia: "non troppo amata per il suo aspetto, derisa per il suo verso sgraziato (si dice scornacchiare o scorbacchiare una persona, allorché la si canzona o si mette in berlina) è considerata anche apparizione malaugurante e non le è riconosciuta alcuna utilità. Nondimeno la cornacchia è presente nella simbologia, nell'araldica, nelle metafore del linguaggio. Si attribuiva alla cornacchia la vita di coppia e la fedeltà come nel caso dei colombi, per cui era simbolo del legame coniugale. Era presa come esempio della pietà filiale in quanto si credeva che si adoperasse per i propri genitori fatti vecchi e deboli, nutrendoli e coprendoli con le proprie piume (sant’Ambrogio, Hexameron 5.16). [Dizionario dei proverbi italiani © Mondadori 2007].

Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sugli uccelli, i corvi, le aquile, i gufi e le civette.
Alleva la cornacchia e ti caverà gli occhi.
Le cornacchie sul grano maturo: nulla gli dà un senso più impetuoso della vita.
Elias Canetti, La tortura delle mosche, 1992

Le cornacchie, come tutti i corvidi (gazze, taccole, gracchi, ghiandaie) a guardarle bene diventano quasi simpatiche, sveglie e curiose come sono.
Carlo Grande, Il volo delle cornacchie nelle albe congelate di città, su La Stampa, 2010

Le cornacchie affermano che una sola cornacchia potrebbe distruggere il cielo. Questo è indubbio, ma non prova nulla contro il cielo, poiché i cieli significano appunto: impossibilità di cornacchie.
Franz Kafka, Quaderni in ottavo, 1916/18

Ho visto spesso delle cornacchie posarsi sui maiali in cerca di cibo e aspettare che essi scavino un lombrico: allora si precipitano su quel lombrico, lo prendono e ritornano al posto di prima. È un immagine eccellente anche per il compilatore che rovista e per il furbo scrittore che ne trae vantaggio senza molta fatica.
Georg Lichtenberg, Aforismi, 1766/99 (postumo 1902/08)

Quanto alla temperanza di Penelope, migliaia di cornacchie gracchianti la metteranno in ridicolo guardandola dall'alto in basso. Ognuna di loro, infatti, quando muore il marito, rimane vedova non per poco tempo, bensì per nove generazioni di uomini. Di conseguenza, la tua bella Penelope è nove volte inferiore, quanto a temperanza, rispetto a qualsivoglia cornacchia.
Plutarco, Bruta animalia ratione uti, II sec.

L’uomo “pezzo di pane” fa la donna cornacchia.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014

Una Cornacchia nera come un tizzo, / nata e cresciuta drento 'na chiesola, / siccome je pijò lo schiribbizzo1 / de fa' la libberale e d'uscì sola, / s'infarinò le penne e scappò via / dar finestrino de la sacrestia. / Ammalappena se trovò per aria / coll'ale aperte in faccia a la natura, / sentì quant'era bella e necessaria / la vera libbertà senza tintura: / l'intese così bene che je venne / come un rimorso e se sgrullò2 le penne. / Naturarmente, doppo la sgrullata, / metà de la farina se n'agnede, / ma la metà rimase appiccicata / come una prova de la malafede. / − Oh! − disse allora −  mo' l'ho fatta bella! / So' bianca e nera come un purcinella... / − E se resti così farai furore: / − je disse un Merlo − forse te diranno / che sei l'ucello d'un conservatore, / ma nun te crede che te faccia danno: / la mezza tinta adesso va de moda / puro fra l'animali senza coda. / Oggi che la coscenza nazzionale / s'adatta a le finzioni de la vita, / oggi ch'er prete è mezzo libberale / e er libberale è mezzo gesuita, / se resti mezza bianca e mezza nera / vedrai che t'assicuri la cariera.
Trilussa, la cornacchia liberale, Le favole, 1922

Contrariamente a quel che si crede, i corvidi (cornacchie, gracchi, corvi, ecc.) non sono nocivi all'agricoltura. Anzi sono utilissimi, perché distruggono le larve e gli insetti che arrecano danni ai campi. Questo vale soprattutto per il corvus frugileus. E sono anche molto intelligenti. Ne sanno qualche cosa i cacciatori. Se uno di loro va in giro con la doppietta a tracolla, le cornacchie non si fanno vedere. Se, viceversa, le cornacchie vedono un uomo con un semplice bastone, non si scompongono e continuano a beccare tranquillamente il terreno. Insomma si ha l’impressione che esse sappiano distinguere non solo tra arma e arma, ma anche quali siano le vere intenzioni dell’uomo.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Con la loro andatura solenne, anche se un po’ goffa, i corvidi sembrano per davvero dei filosofi.
Anacleto Verrecchia, ibidem

Molto interessanti sono anche i costumi sessuali [delle cornacchie]. Sono quasi sempre in coppia e il maschio corteggia la femmina tutti i giorni, anche dopo anni di «matrimonio». Coriaceo sì, il nostro cornacchione, ma anche tenero e affettuoso. Né è facile stabilire se sia più costante il maschio o più vezzosa la femmina. Corteggiare continuamente la «moglie», bisogna convenirne, è cosa piuttosto insolita.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Di regola i corvidi sono socievoli, ma ci sono corvidi e corvidi. Non sempre, per esempio, il corvus frugileus ama la compagnia del corvus corone cornix, quasi lo ritenesse troppo rozzo. Preferisce piuttosto la compagnia di altri uccelli, come gazze, merli o passeri, con i quali se la intende abbastanza bene.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Chi inganna in maniera raffinata e subdola le cornacchie è il cuculo. Quando infatti la cornacchia femmina depone da tre a cinque uova nel nido, il maschio del cuculo, al momento giusto, le toglie via
e invita la propria compagna a deporci le sue. Così la cornacchia, anziché cornacchini, alleva cuculi.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

La cornacchia, gelosa del corvo per il fatto che questo fornisce agli uomini auspici e presagisce il futuro, motivo per cui è da essi chiamato a testimonio, volle arrogarsi le stesse prerogative; or dunque, come vide passare dei viandanti, volò su un albero e lì stando gracchiava a squarciagola. Essendosi quelli voltati verso il punto da dove proveniva la voce pieni di stupore, uno di loro prendendo a parlare disse: «Andiamo pure, amici: è solo una cornacchia, e il suo gracchiare non significa niente!». Così, anche tra gli uomini, quelli che vogliono competere con chi è più potente di loro, oltre a non conseguire uguali risultati, cadono anche nel ridicolo.
Esopo, La cornacchia e il corvo, Favole, VI sec. a.e.c.

Gli uccelli si stavano consultando su chi di loro dovesse salire al trono. Il pavone riteneva giusto che fosse eletto lui per la sua bellezza. E quando ormai gli uccelli si stavano orientando per eleggerlo, gli disse il corvo: «Ma se, durante il tuo regno, ci verrà addosso un’aquila, come potrai tu salvarci?». La favola insegna che non sono da riprendere quelli che, prevedendo i pericoli futuri, prendono le precauzioni necessarie per non doverne soffrire.
Esopo, Il pavone e la cornacchia, Favole, VI sec. a.e.c.

Un gracchio, poiché aveva visto in un colombaio delle colombe ben pasciute, tintosi di bianco, andò presso di loro, per fruire dello stesso tenore di vita. E fino a che restò zitto, quelle credendo che esso fosse una colomba lo ammisero tra loro; ma un giorno che il gracchio inavvertitamente non trattenne la voce, esse, dal momento che non la conoscevano, lo cacciarono via. Esso dunque, avendo perso il sostentamento di lì, fece ritorno presso i gracchi, ma questi a loro volta, non riconoscendolo così tinto di bianco, lo esclusero dal mangiare con loro. Così il gracchio, per avere desiderato di nutrirsi a due mangiatoie, non ne ebbe disponibile neppure una. Perciò dunque bisogna che anche noi ci contentiamo di ciò che abbiamo, riflettendo che l’avidità, oltre a non arrecarci alcun giovamento, spesso ci fa perdere anche quello che possediamo.
Esopo, Il gracchio e le colombe, Favole, VI sec. a.e.c.

Perché nessuno si glori dei meriti altrui e l’esistenza completi secondo la propria natura, Esopo ci ha lasciato questa scrittura. Gonfia di vana superbia, una cornacchia raccolse le penne che andava perdendo un pavone e si abbellì. Poi, deridendo i suoi pari, s’intrufolò in una bella schiera di pavoni. A quella spudorata, i pavoni tolgono le penne e con i becchi la mettono in fuga. Afflitta e mal ridotta,
la cornacchia tenta il ritorno tra i suoi. Da questi allontanata, subì uno sgradevole rimprovero. Poi, una di loro che prima era stata derisa: «Se tu fossi rimasta tra noi e ti fossi accontentata di quanto la natura ti aveva accordato non avresti subìto quell'affronto né ora la tua sventura sperimenterebbe questo rifiuto».
Fedro, La cornacchia superba e il pavone, Favole, I sec.

Proverbi sulle Cornacchie
  • Alla cornacchia piace il canto del cornacchiotto.
  • Alla cornacchia piace il suo cornacchino.
  • Alleva la cornacchia e ti caverà gli occhi.
  • Cantano meglio le cornacchie del proprio paese che gli usignoli dei paesi vicini.
  • Chi va con le cornacchie deve imparare a gracchiare.
  • Crai crai fa la cornacchia. [1]
  • Di crai in crai si pasce la cornacchia. [1]
  • È meglio un beccafico che una cornacchia.
  • Il campanile non migliora la cornacchia.
  • La cornacchia chiama la pioggia.
  • La cornacchia dice al corvo che gracchia.
  • La cornacchia non conosce canto più bello del suo.
  • La cornacchia più si lava e più diventa nera.
  • La cornacchia si fece bella con le piume del pavone.
  • La cornacchia trova buona la carogna.
  • Le allodole se ne vanno e le cornacchie restano.
  • Le cornacchie insegnano a cantare agli usignoli.
  • Per quanto si lavi la cornacchia resta nera.
  • Quando gracchia la cornacchia la pioggia non è lontana.
  • Quando la cornacchia scende dal monte gronda la fronda e canta la fonte.
  • Se non conosci la cornacchia dalle piume la conosci dal canto.
  • Suon di campana non caccia cornacchia.
Note
  1. Crai crai fa la cornacchia: antico proverbio riferito al verso tipico della cornacchia che in latino suona come la parola cras "domani". Si dice a chi indugia, rimanda, tergiversa e prolunga lavori, decisioni con danno suo e degli altri. [Carlo Lapucci, Dizionario dei proverbi italiani © Mondadori 2007].
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Uccelli - Corvi - Aquila - Gufi e Civette