Aforismi, frasi e citazioni sull'Alienazione
Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'alienazione (dal latino alienus, da alius, "altro". In senso generico, "alienare" significa estraniare, allontanare, distogliere e oggi è usato soprattutto per indicare:
"lo stato di estraniazione, di smarrimento dell’uomo che, nell'odierna società e civiltà tecnologica, e nell'organizzazione dei ritmi della vita, si sente ridotto a oggetto, e pertanto colpito nella propria identità e strappato alla propria autenticità. In particolare, con riferimento all'attività lavorativa, senso di indifferente e quasi ostile estraneità al proprio lavoro, provocato soprattutto dalla mancata conoscenza delle sue effettive finalità, oltre che dal carattere macchinoso e ripetitivo, rigidamente predeterminato nei suoi modi e nei suoi ritmi, che ha spesso il lavoro, specialmente nelle fabbriche". [Vocabolario Treccani].
Secondo Erich Fromm:
"Per alienazione si intende una forma di esperienza per la quale la persona conosce se stessa come uno straniero. L’uomo è diventato, per così dire, estraneo a se stesso. Egli non riconosce se stesso come il centro del suo mondo, come il creatore dei suoi propri atti, ma i suoi atti e la loro conseguenza sono diventati i suoi padroni, cui egli obbedisce e cui può persino tributare venerazione. La persona alienata ha perduto contatto con se stessa, così come è anche esclusa dal contatto con ogni altra persona". [Psicoanalisi della società contemporanea, 1955].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sull'omologazione, la catena di montaggio, la società moderna e l'avvilimento. [I link sono in fondo alla pagina].
L'alienazione è una specie di morte in vita. È l'acido della disperazione che dissolve la società. (Martin Luther King) - Foto: Edvard Munch, L'urlo, 1893 © Museo Munch, Oslo |
Se decideste di spegnere la televisione e iniziaste a sfogliare dei saggi, vi accorgereste che l'unico grande tema del XX secolo è stato la solitudine e l'alienazione.
Patch Adams, conferenza al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, 2008
Non m'hanno preso sotto le armi. Io non ero abile, ma alienabile. Sì, in caso di guerra ero da dare in ostaggio.
Woody Allen, in Io e Annie, 1977
Alienazione è il rifiuto di accettare la nostra condizione di finitezza.
Paolo Flores d'Arcais, Etica senza fede, 1992
Una coscienza senza scandalo è una coscienza alienata.
Georges Bataille, La letteratura e il male, 1957
Siamo così alienati che nessuno ti guarda, nessuno ti tocca, nessuno ti riconosce nell'ambiente. Sei l'uomo invisibile.
Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982
Questa è la nostra tremenda alienazione. Io sono reale? Esisto? Nessuno mi guarda. Nessuno mi tocca. Parlo agli altri e loro non mi ascoltano. Guardano oltre la mia spalla per vedere chi altro c'è. Nessuno mi guarda più negli occhi. Sono solo e sto morendo di solitudine. Come dice Schweitzer: «Stiamo tanto insieme eppure stiamo tutti morendo di solitudine».
Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982
Nell'universo in cui stiamo affondando la demenza è la forma che assumerà la spontaneità dell'uomo alienato, dell'uomo posseduto, dell'uomo superato dai suoi stessi mezzi e divenuto schiavo delle sue opere.
Albert Caraco, Breviario del Caos, 1982 (postumo)
Ormai i popoli non sono altro che trastulli delle loro idee e oggetti dei loro mezzi, mai sono apparsi più schiavi, mai tanto posseduti e tanto alienati, e i cinici incalliti che li guidano non sono meno idioti di quei ruminanti dei loro sudditi.
Albert Caraco, Breviario del Caos, 1982 (postumo)
Il comunista si aliena nella sua visione del futuro.
Nicolás Gómez Dávila, Tra poche parole, 1977/92
L'alienazione costituisce per l'uomo moderno una condizione come la mancanza di gravità per il pilota spaziale: una condizione in cui imparare a muoversi e a individuare le nuove possibilità di autonomia, le direzioni di libertà possibile.
Umberto Eco, Opera aperta, 1962
Non solo i rapporti economici tra gli uomini, ma anche i rapporti personali hanno questo carattere di alienazione; invece che di rapporti tra esseri umani, essi assumono il carattere di rapporti tra cose. Ma forse il caso più importante e più rovinoso, in cui si manifesta questo spirito di strumentalità e alienazione, è il rapporto dell'individuo con sé stesso. L'uomo non vende soltanto merci, vende anche sé stesso e si sente una merce.
Erich Fromm, Fuga dalla libertà, 1941
Tutti questi fenomeni - culto degli idoli, culto idolatrico di Dio, amore idolatrico per una persona, culto dei capi politici e dello stato, e culto idolatrico della proiezione esterna di passioni irrazionali - hanno in comune il processo di alienazione: il fatto che l’uomo non riconosce se stesso come portatore attivo dei propri poteri e della propria ricchezza, bensì come una misera «cosa», dipendente da poteri esterni, entro i quali egli ha proiettato la sua sostanza vitale.
Erich Fromm, Psicoanalisi della società contemporanea, 1955
Ogni atto di adorazione sottomessa è un atto di alienazione e di idolatria. Quello che di frequente si chiama «amore» non è spesso niente altro che un fenomeno idolatrico di alienazione; soltanto che in questo modo non si adora né Dio né un idolo, ma un’altra persona.
Erich Fromm, ibidem
Tutta la storia è anche la storia dell’alienazione dell’uomo da se stesso.
Erich Fromm, ibidem
L’alienazione come noi la troviamo nella moderna società è quasi totale; essa permea le relazioni dell’uomo col suo lavoro, con le cose che consuma, con lo stato, con i suoi simili, e con se stesso.
Erich Fromm, ibidem
Il lavoro, lo scambio dell'uomo con la natura, è una parte così fondamentale della esistenza umana, che soltanto quando esso smetterà di essere alienato, potrà essere produttivo anche il tempo libero.
Erich Fromm, Anatomia della distruttività umana, 1973
Nella moderna produzione tecnica, sia l'operaio sia il tecnico sono completamente alienati dal prodotto del loro lavoro. Svolgono compiti tecnici secondo il piano generale della direzione, ma spesso non vedono nemmeno il prodotto finito; e persino in tal caso, non ne hanno alcuna responsabilità, il prodotto non li interessa più.
Erich Fromm, Anatomia della distruttività umana, 1973
Tutto è diventato business, ogni cosa deve funzionare ed essere utilizzabile. Non esiste un sentimento di identità, esiste un vuoto interiore. Non si hanno convinzioni, né scopi autentici. Il carattere mercantile è l'essere umano completamente alienato, privo di qualunque altro interesse che non sia quello di manipolare e funzionare. È proprio questo il tipo di umano conforme ai bisogni sociali. Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto.
Erich Fromm, L'arte di vivere, 1996 (postumo)
Mi chiedi cosa vuol dire / la parola alienazione: / [...] È un'altra vita aspettare / ma un altro tempo non c'è: / il tempo che sei scompare, / ciò che resta non sei te.
Giovanni Giudici, Mi chiedi cosa vuol dire, in La vita in versi, 1965
L'alienazione è una forma di morte in vita. È l'acido della disperazione che dissolve la società.
[Alienation is a form of living death. It is the acid of despair that dissolves society].
Martin Luther King, Jr. [1]
Siamo nati in un mondo dove ci aspetta l'alienazione. Siamo uomini potenzialmente, ma siamo in uno stato alienato e questo stato non è semplicemente un sistema naturale. L'alienazione, a cui oggi siamo destinati, è stata raggiunta solo tramite l'oltraggiosa violenza perpetrata da esseri umani ai danni di altri esseri umani.
[We are born into a world where alienation awaits us. We are potentially men, but are in an alienated state, and this state is not simply a natural system. Alienation as our present destiny is achieved only by outrageous violence perpetrated by human beings on human beings].
Ronald Laing, La politica dell'esperienza, 1967
L'alienazione religiosa come tale si produce soltanto nel dominio della coscienza, dall'interno dell'uomo, ma l'alienazione economica è l'alienazione della vita reale: la sua soppressione abbraccia quindi ambo i lati.
Karl Marx, Manoscritti, 1814
L'economia politica occulta l'alienazione ch'è nell'essenza del lavoro per questo: ch'essa non considera l'immediato rapporto fra l'operaio (il lavoro) e la produzione.
Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici, 1844 (postumo 1932)
Il lavoro, l'attività vitale, la vita produttiva, appare all'uomo solo come un mezzo per la soddisfazione di un bisogno, del bisogno di conservazione dell'esistenza fisica. Ma la vita produttiva è la vita generica. [...] E la libera attività consapevole è il carattere specifico dell'uomo. Ma la vita stessa appare, nel lavoro alienato, soltanto mezzo di vita.
Karl Marx, ibidem
Nel lavoro alienato [...] il lavoro non è cosa sua ma di un altro; che non gli appartiene, e in esso egli non appartiene a sé, bensì a un altro. [...] Il risultato è che l'uomo (il lavoratore) si sente libero ormai soltanto nelle sue funzioni bestiali, nel mangiare, nel bere, nel generare, tutt'al più nell'avere una casa, nella sua cura corporale etc., e che nelle sue funzioni umane si sente solo più una bestia. Il bestiale diventa l'umano e l'umano il bestiale. Il mangiare, il bere, il generare etc., sono in effetti anche schiette funzioni umane, ma sono bestiali nell'astrazione che le separa dal restante cerchio dell'umana attività e ne fa degli scopi ultimi e unici.
Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici, 1844 (postumo 1932)
È anzitutto compito della filosofia. operante al servizio della storia, di smascherare l'alienazione che l'uomo fa di sé stesso nelle sue forme profane, dopo che la forma sacra dell'umana alienazione di sé stesso è stata smascherata. La critica del Cielo si trasforma così nella critica della terra, la critica della religione in quella del diritto, la critica della teologia in quella della politica.
Karl Marx, Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico, 1844
Il proprietario di forza-lavoro, quale persona, deve riferirsi costantemente alla propria forza-lavoro come a sua proprietà, quindi come a sua propria merce; e può farlo solo in quanto la mette a disposizione del compratore ossia gliela lascia per il consumo, sempre e soltanto, transitoriamente, per un periodo determinato di tempo, e dunque, mediante l'alienazione di essa, non rinuncia alla sua proprietà su di essa.
Karl Marx, Il capitale, 1867/94
Se una creatura umana ti «sta bene», sia essa dentro o fuori dal puro vertice amoroso, l'alienazione, la solitudine, l'indifferenza sono fantasmi fugati; e si può sopravvivere insieme con amicizia, una forza coesiva che conserva tutto, che nulla distrugge.
Giulietta Masina, Il diario degli altri, 1975
Come l'operaio si ritrova alienato nel suo stesso prodotto, così, grosso modo, la donna trova la sua alienazione nella commercializzazione del suo corpo.
Juliet Mitchell, La condizione della donna, 1966
La televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.
Pier Paolo Pasolini, Intervista di Enzo Biagi, Rai, 1971
Il consumismo altro non è che una nuova forma totalitaria − in quanto del tutto totalizzante, in quanto alienante fino al limite estremo della degradazione antropologica.
Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, 1975
Un'epoca migliore di questa non s'è mai vista (almeno da queste parti e nonostante la crisi). Fino a meno di un secolo fa c'erano fame, carestie, guerre, malattie. Non c'è da lamentarsi, potrebbe obiettare qualcuno. E invece no. Con la salute, con la pace, col benessere, è sopraggiunta anche l'alienazione, l'omologazione (e adesso anche l'insicurezza), e sembra che non vi sia alternativa a una vita spesa a lavorare, produrre, indebitarsi, consumare, ripetere gesti privi di senso, per troppo tempo, per una vita intera.
Simone Perotti, Adesso basta, 2009
La filosofia è etica nella misura in cui conduce dall'alienazione alla libertà e alla beatitudine.
Paul Ricoeur, Dell’interpretazione, 1965
L'empatia dissolve l'alienazione.
Carl Rogers, Un modo di essere, 1980
L'uomo cerca, crea e imputa differenze per alienare l'Altro. Con l'espellere l'Altro, l'Uomo Probo si fa più importante e sfoga la sua ira repressa in un modo approvato dai suoi simili.
Thomas Szasz, I manipolatori della pazzia, 1970
L'estraneità non è solo una manifestazione psicopatologica, ma è una possibilità originaria della condizione umana dell'esistenza. (Eugenio Borgna) |
L’esperienza del disagio psichico si concretizza in una sensazione di mal d’essere, di estraneità rispetto alla propria esistenza abituale (in termini colloquiali si potrebbe dire che «ci si sente come un pesce fuor d’acqua»). Questa sensazione è transitoria, limitata nel tempo cronologico, ma si inscrive nella memoria ed è lì che può perdurare: esce dal tempo cronologico e permane nella dimensione del tempo psicologico.
Vittorino Andreoli, I segreti della mente, 2013
L'estraneità non è solo una manifestazione psicopatologica che si osserva sia nel circolo formale schizofrenico, sia nel circolo formale depressivo, ma è una possibilità originaria della condizione umana dell'esistenza.
Eugenio Borgna, I conflitti del conoscere, 1988
Nella condizione di estraneità non si appartiene più al mondo della vita; si è in una distanza irreale ed enigmatica che toglie consistenza alle realtà cosali e personali immerse in una spirale di negazioni e di dissolvenze.
Eugenio Borgna, ibidem
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
L'estraneità non è solo una manifestazione psicopatologica che si osserva sia nel circolo formale schizofrenico, sia nel circolo formale depressivo, ma è una possibilità originaria della condizione umana dell'esistenza.
Eugenio Borgna, I conflitti del conoscere, 1988
Nella condizione di estraneità non si appartiene più al mondo della vita; si è in una distanza irreale ed enigmatica che toglie consistenza alle realtà cosali e personali immerse in una spirale di negazioni e di dissolvenze.
Eugenio Borgna, ibidem
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972
Ecco l'estraneità: accorgersi che il mondo è "denso", intravedere fino a che punto una pietra sia estranea e per noi irriducibile, con quale intensità la natura, un paesaggio possano sottrarsi a noi. Nel fondo di ogni bellezza sta qualche cosa di inumano, ed ecco che le colline, la dolcezza del cielo, il profilo degli alberi perdono, nello stesso momento, il senso illusorio di cui noi li rivestivamo, piú distanti ormai che un paradiso perduto. L'ostilità primitiva del mondo risale verso noi, attraverso i millenni.
Albert Camus, Il mito di Sisifo, 1942
Lo stesso sentimento di estraneità, di gioco inutile, ovunque io vada: fingo di interessarmi a ciò che mi è indifferente, mi dimeno per automatismo o per carità, senza essere mai partecipe, senza essere mai da nessuna parte. Ciò che mi attira è altrove, e questo altrove non so cosa sia.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973
Un uomo che non partecipa alla vita della comunità, che si estranea, è un morto che cammina. Ci sono tante persone, anche giovani, che tirano a campare.
Dario Fo (1]
A differenza di tutti gli esseri che popolano la terra, l'uomo pensa, e ogni pensiero gli racconta la sua totale estraneità alla terra.
Umberto Galimberti, La terra senza il male, 1984
La mia anima fa domande al mio cuore, ma io rimango sconosciuto, sommerso da un silenzio spaventoso. I miei pensieri sono estranei al mio corpo e, davanti allo specchio, vedo sul mio volto qualcosa che la mia anima non scorge e trovo nei miei occhi quel che il mio io più profondo non vi trova.
Kahlil Gibran, Segreti del cuore, 1947 (postumo)
Ho viaggiato in Oriente e in Occidente, e infine sono tornato, poiché mi sono sentito un estraneo in ogni luogo... Spesso ci sentiamo estranei a noi stessi!
Kahlil Gibran, Segreti del cuore, 1947 (postumo)
L’estraneità impedisce di guardare ciò che è estraneo, la familiarità, non consente di riconoscere ciò che è familiare.
Hugo von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922
Solo l'estraneità è universale.
Julia Kristeva, Nations without Nationalism, 1993
Ritengo, a volte, che sia tutto falso, e che il tempo non sia che una cornice dove inserire ciò che gli è estraneo.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo)
Infelice colui che non può stringere al cuore una persona senza sentirsi infastidito dall'aroma dell'anima estranea.
Jean Rostand, Pensieri di un biologo, 1954
Nell'amore si scontrano due estraneità, due contrari, due mondi fra i quali non esistono e non potranno mai esistere quei ponti che ci collegano con ciò che ci è affine, omogeneo, familiare.
Lou Andreas Salomé, La materia erotica., a cura di Jutta Prasse, 1979
È sempre meglio tendersi freddamente la mano sopra il profondo abisso di un'eterna estraneità piuttosto che abbracciarsi commossi sopra i gorghi ingannevoli della comprensione.
Arthur Schnitzler, Il libro dei motti e delle riflessioni, 1927
Quando non ci si sente del tutto a proprio agio nel mondo, ma come estranei anche in casa propria; quando non ci s’intende – non ci si può intendere – con gli altri pur parlando la stessa lingua; quando si disprezza sopra ogni cosa proprio ciò su cui la maggioranza pone maggior valore; quando ciò che ci circonda ci appare brutto o imbruttito dalla presenza e dall'intervento umano; quando, insomma, i cosiddetti propri simili sembrano appartenere a una specie avversa, diversa dalla propria, e ci si riconosce soltanto raramente con qualche altro essere sperduto nello spazio o nel tempo, non resta che il disgusto – unica vera passione a tenerci ancora legati a questo malo mondo.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013
Note
- Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
- Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Omologazione - Avvilimento - Catena di Montaggio - Società Moderna
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