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Aforismi, frasi e citazioni sull'Autolesionismo

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'autolesionismo, sui comportamenti autolesivi e sul farsi del male volontariamente. In termini generici, per autolesionismo s'intende qualsiasi comportamento, più o meno consapevole, che finisce col danneggiare chi lo assume. In ambito psichiatrico, l'autolesionismo, che può manifestarsi col procurarsi tagli sulla pelle, il bruciarsi, l'infliggersi graffi, mordersi, tirarsi i capelli e simili, costituisce un sintomo di vari disturbi psichici, tra cui: disturbo di personalità borderline, depressione, ansia, abuso di sostanze, disturbo post traumatico da stress e schizofrenia.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sull'autodistruzione, il suicidio, le ferite, le cicatrici e il masochismo. [I link sono in fondo alla pagina].
Autolesionismo: quando soffrire ti fa star bene. (Edward T. Welch)
Finitela con l'autolesionismo. Quante volte avete sentito voi stessi dire: «Non sono niente»? Ebbene, voi siete niente se pensate di essere niente.
Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982

Guardiamo nostro figlio e i suoi amici e ci chiediamo perché si fanno tutti del male. Si scrivono promemoria e si fanno i più svariati disegni sul corpo, tatuaggi indelebili che devono essere senza dubbio molto dolorosi e che rovineranno irrimediabilmente il loro aspetto; e si infilzano oggetti appuntiti come fossero gioielli, facendosi piercing qua e là. Un autolesionismo di cui facciamo davvero fatica a capire le ragioni.
Paola Di Pietro e Stefano Gastaldi, L'aggressività degli adolescenti, 2014

Nel caso in cui non lo sapessi, i morti non sanguinano. Se riesci a sanguinare, a vederlo, a sentirlo, allora sai di essere vivo. È una prova inconfutabile, innegabile. A volte hai solo bisogno di un piccolo promemoria.
Amy Efaw, After, 2009

In alcuni giovani “insospettabili” la tristezza, la rabbia e la frustrazione echeggiano nella mente fino ad ingrandirsi a dismisura e a trasformarsi in angoscia insostenibile. A questo punto procurarsi un dolore fisico sembra essere l’unico modo per smettere di pensare e di soffrire con l’anima.
Bianca Fracas, su Amando

Farsi del male volontariamente è spesso l’espressione di un “cortocircuito interno” che avviene quando si pensa di non farcela ad affrontare il mondo.
Bianca Fracas, su Amando

Tutta l'ostilità e l'aggressione può essere distolta dagli oggetti e impiegata internamente contro il Sé. In questi casi, gli adolescenti mostrano un'intensa. depressione, tendenze all'autodegradazione e all'autolesionismo, e sviluppano, o addirittura tentano di realizzare desideri suicidi.
Anna Freud, Adolescenza, 195'7

L'autolesionismo è un danneggiamento che l'individuo procura al proprio corpo, osservabile tanto negli animali che in prigionia si feriscono con morsi ο avventandosi contro le pareti fino a giungere, in casi di fame estrema ο di estremo pericolo, a episodi di automutilazione, quanto nel mondo umano dove si assiste a manifestazioni di autolesionismo nei riti religiosi ο di iniziazione virile, nei cerimoniali funebri di certe culture, nelle prove di coraggio, come nel caso di Muzio Scevola che lasciò ardere la sua mano sul braciere, nei sacrifici di consacrazione dove si può giungere, come nel caso di Origene, fino all'autocastrazione, e in tutte quelle occasioni dove l'automutilazione può servire per evitare condizioni di vita ritenute intollerabili, come il servizio militare ο la carcerazione. L'autolesionismo ricorre nelle forme nevrotiche a sfondo masochista, in quelle isteriche per ottenere il guadagno secondario della malattia, e in quelle schizofreniche, come nel caso di Van Gogh che si mutilò un orecchio, dove le lesioni inflitte vengono imputate a voci che le avrebbero comandate.
Umberto Galimberti, Dizionario di psicologia, 1992

Nonostante la recente attenzione da parte dei media e del mondo clinico al comportamento autolesionistico. non vi è ancora una sufficiente comprensione sulla reale esperienza di persone che si feriscono intenzionalmente senza causarsi un danno letale. Persino i termini e le definizioni sono poco chiare.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, Disturbo di personalità borderline, 2010

L'autolesionismo non suicida, chiamato qualche volta auto-mutilazione, è definito come un comportamento auto-distruttivo intenzionale commesso senza intenzione di morire. Tale autolesionismo senza intenzioni suicidane è abbastanza caratteristico della diagnosi di Disturbo Borderline di Personalità (DPB) e può essere compreso nel contesto della patologia del DPB come uno sforzo per regolare le emozioni.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

Individui con DPB esprimono grosse difficoltà con la regolazione delle emozioni e quindi si sentono spesso fuori controllo. Per sentirsi di avere il controllo di eventi ed emozioni, si fanno del male. Facendosi del male, prendono il controllo dei comportamenti fuori dal controllo degli altri o degli eventi esterni che causano il loro disagio.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

Sfogare la rabbia attraverso l'autolesionismo sembra più sicuro e produce meno colpa che esprimere la rabbia verso altri.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

Molti individui con DPB sperimentano sentimenti molto dolorosi in risposta a eventi, interazioni o emozioni che li turbano. Questi sentimenti possono sopraffare e portare a una sensazione di "carico emotivo". Rimanere in questo stato è molto doloroso e come risultato il paziente può entrare in uno stato di intorpidimento e depersonalizzazione. Tuttavia, anche questo stato è sconcertante e risulta diffìcile uscirne. L'autolesionismo è uno dei pochi comportamenti che può alleviare tale intorpidimento.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

Il tipo comune di autolesionismo non suicida è rappresentato dal tagliarsi la pelle (spesso l'interno del braccio) e bruciarsi (braccia, gambe e stomaco). Frequente è anche il colpirsi, sbattere la testa, mordersi, tirarsi i capelli e darsi pizzicotti.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

L'autolesionismo volontario include due forme di comportamento auto-distruttivo: una con l'intenzionalità a morire e l'altra in cui il male auto-inflitto non presenta questa intenzione. Entrambe le forme includono dolore fisico auto-inflitto ma non includono comportamenti in cui l'individuo provochi altri a fargli del male, come il coinvolgimento in risse.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, Disturbo di personalità borderline, 2010 

Una credenza comune è che l'autolesionismo non suicidano sia un modo per cercare l'attenzione e manipolare. Tuttavia, esistono evidenze cliniche ed empiriche che mettono in discussione quest'idea. L'autolesionismo non suicidano è spesso un comportamento molto privato; non di rado viene nascosto e negato. Le persone che si provocano lesioni in genere si vergognano profondamente del loro autolesionismo.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

L'autolesionismo non suicidano sembra far sentire meglio l'individuo riducendo la tensione emotiva, generalmente sperimentata come estremo disagio, ansia, rabbia, colpa o vergogna.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

L'autolesionismo è anche utilizzato come distrazione dal dolore emotivo. In maniera simile alla bulimia con i suoi rituali e preoccupazioni, gli episodi di autolesionismo possono essere altrettanto auto-coinvolgenti. Per cui, l'autolesionismo diventa un'attività molto desiderabile e perciò serve da distrazione da emozioni ed eventi spiacevoli.
John G. Gunderson e ‎Perry D. Hoffman, ibidem

Responsabile dell’autolesionismo è il non aver sensazione del proprio essere. 
Praticarsi dei tagli non è soltanto un rituale di auto-punizione per la propria inadeguatezza, tipico dell’attuale società della prestazione e dell’ottimizzazione, ma anche un grido che chiede amore.
Byung-Chul Han, L’espulsione dell’Altro, 2016

I comportamenti auto-lesionistici in aumento si lasciano interpretare come un disperato tentativo dell’Io narcisistico, diventato depresso, di sincerarsi di sé stesso, di percepirsi. Provo dolore quindi sono. Dobbiamo al dolore anche il senso dell’esistenza.
Byung-Chul Han, La società senza dolore, 2021

Quando un individuo decide di farsi del male,autodistruggendosi, ci mette il doppio dell'impegno che impiegherebbe volendosi bene e cercando di essere migliore e felice.
Mariano Kosta (Aforismi inediti su Aforismario)

È molto importante che tu tiri fuori i tuoi sentimenti, ma non infliggere mai danni al tuo corpo perché il tuo corpo è sacro.
Demi Lovato [1]

Le tendenze all'autolesionismo e all'autodenigrazione sono una qualità masochista. Analizzate a livello psicologico, stanno a significare: "Guarda come sono infelice. Perché non mi ami?".
Alexander Lowen, Il linguaggio del corpo, 1958

Anche quando cercano di nasconderlo, le ragazze di oggi soffrono molto. Negli ultimi dieci anni, i tentativi di suicidio sono aumentati. Esattamente come è aumentato in modo esponenziale l'uso di alcol, tabacco, medicinali e droghe. Ma uno dei fenomeni più inquietanti è quello delle automutilazioni: ferite che le adolescenti si infliggono, talvolta per avere «meno male» dentro, talvolta per punirsi da sole, talvolta senza sapere bene il perché.
Michela Marzano, Sii bella e stai zitta, 2010

Ricorrere al corpo quando soffrono rappresenta per alcune adolescenti un'àncora di salvataggio. Si feriscono, paradossalmente, per smettere di soffrire. Come se il «sacrificio» di una parte del corpo permettesse loro, almeno simbolicamente, di preservare qualcosa di più prezioso del corpo, una parte della propria intimità, un pezzo di «verità» che non riescono a esprimere altrimenti.
Michela Marzano, Sii bella e stai zitta, 2010

Talvolta si tratta di giovani donne sensibili che, non sapendo bene come reagire di fronte alle critiche altrui, se la prendono con se stesse: non si concedono alcuna fiducia e avvertono lo sguardo degli altri come una minaccia; hanno paura di essere giudicate male. Si feriscono, come se l'autolesionismo permettesse loro di riprendere un certo controllo sulla loro vita: non sono più gli altri che decidono al posto loro; sono loro stesse che decidono dove e come farsi male. Altre volte, si tratta di adolescenti alle prese con un vero problema identitario.
Michela Marzano, Sii bella e stai zitta, 2010

Non avendo avuto la possibilità, quando erano piccole, di staccarsi dalla madre, non hanno alcuna idea di quali siano i limiti del proprio corpo. Il fatto di ferirsi e di aver male, allora, permette loro di identificarsi nuovamente con il proprio corpo e di percepirne di nuovo le frontiere. Fino a che punto, tuttavia, il «sintomo» riesce a salvare queste adolescenti? In molti casi, purtroppo, è il sintomo che vince. Perché l'adolescente non riesce a dare un senso a tale sintomo e resta prigioniera di un comportamento compulsivo che le impedisce di crescere e di realizzarsi.
Michela Marzano, Sii bella e stai zitta, 2010

I genitori, senza intervenire direttamente o in modo invasivo nella vita di queste ragazze, devono essere pronti a capire quando un comportamento autodistruttivo è un modo come un altro, per la giovane, di chiedere aiuto. Lasciarla sola, in molti casi, significa abbandonarla o sacrificarla.
Michela Marzano, Sii bella e stai zitta, 2010

Generalmente si crede che praticare l'autolesionismo (la definizione clinica è "sindrome da autolesionismo ripetuto") significhi cercare di attirare l'attenzione. Ma ciò non è del tutto esatto, poiché in parecchi casi gli autolesionisti sono consapevoli delle loro ferite e cicatrici e ne traggono un senso di vergogna e di colpa che li porta a cercare di coprire i segni (sotto i vestiti o con bracciali, per esempio) o ad accampare scuse e bugie per giustificare agli occhi degli altri quei segni evidenti.
Maria Rita Parsi, Maladolescenza, 2014

Una protesta senza obiettivi è puro autolesionismo.
Lidia Ravera, Gli scaduti, 2015

Chi è pessimista opera con onde negative anche su se stesso; è, in certo modo, un autolesionista. Se capisse il male che fa a se stesso, cambierebbe il suo atteggiamento.
Amadeus Voldben (Amedeo Rotondi), Pensieri per una vita serena, 2008 (postumo)

‎Autolesionismo. Quando soffrire ti fa star bene.
Edward T. Welch, ‎Autolesionismo, 2009

L'autolesionista avverte di essere completamente alienato. Assolutamente solo. Estraneo alla comunità degli uomini. Tra sé e sé pensa: devo essere pazzo! Quello che non riesce a capire è che la società è esattamente come lui.
Wiley Wiggins, in Waking Life, 2001

Probabilmente il fenomeno più significativo della vita carceraria oggi è l'autolesionismo. Si tratta di un messaggio ambiguo e tremendo proprio per la sua natura, tragica, di anti-messaggio: nell'autolesionismo è come se venisse proclamata in modo clamoroso l'inutilità della comunicazione, la fine di ogni possibile discorso. 
Associazione Antigone, Il carcere trasparente, 2000 

Note
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