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Frasi e Opinioni su Nietzsche

Raccolta di frasi e opinioni su Nietzsche e giudizi sul suo pensiero filosofico da parte di autori più o meno celebri. Friedrich Nietzsche (Röcken 1844 - Weimar 1900) non è soltanto uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi, ma anche uno dei più citati in assoluto. Come ha affermato il filosofo Remo Cantoni: "La grandezza e la vitalità di un pensatore si misurano dalla vastità e dalla profondità della traccia ch'egli lascia nel tempo. Nietzsche ancora oggi è un pensatore presente e discusso, con intensa passione e spirito discorde, nella cultura del nostro tempo". [Presentazione di Così parlò Zarathustra, Mursia, 1963].
Su Aforismario trovi anche una grande raccolta dei migliori aforismi di Friedrich Nietzsche tratti dalle sue opere. [Il link è in fondo alla pagina].
Foto di John Fante
Dio Onnipotente, mi dispiace di essere diventato ateo,
ma hai mai letto Nietzsche?! Ah, che libro! (John Fante)

Se non vi fossero gli onesti, ma predicanti l'amoralità come Nietzsche, il mondo sarebbe d'una insopportabile virtù o ipocrisia.
Corrado Alvaro, Quasi una vita, 1950

Nella misura in cui il fascismo dipende da una fonte filosofica, non è a Nietzsche, ma a Hegel che si ricollega.
Georges Bataille, La congiura sacra, 1936

Nietzsche diceva: diventa ciò che sei. Il problema è sapere ciò che si è. Quasi nessuno lo sa ma quasi tutti si illudono di saperlo.
Bruno Cancellieri (Aforismi inediti su Aforismario)

Il tono di Nietzsche ha qualcosa del Corano. Se ne avesse avuto idea!
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973

Tutto quel che hai da dire è legato al concetto di "piccolo". Questa è la tua sostanza. La tua ostilità nei confronti del "grande", del "sano", nei confronti dei "nervi" e di quanto tende "verso l'alto", in una parola nei confronti di Nietzsche.
Elias Canetti, Un regno di matite, 1996

Nietzsche può corrompere, e ha corrotto, uomini grossolani e spiritualmente immaturi. Nietzsche può anche aiutare a comprendere in profondità il significato del nostro tempo, liberando l'animo umano contemporaneo da molti pregiudizi.
Remo Cantoni, in Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 1963 (prefazione)

Il grande merito di Nietzsche è di aver saputo difendersi in tempo contro la santità. Che sarebbe stato di lui, se avesse dato libero corso alle sue tendenze naturali? - Un Pascal con, in più, tutte le follie dei santi.
Emil Cioran, Lacrime e santi, 1937/86

La capacità di resistenza dei tedeschi non conosce limiti, perfino nella pazzia: Nietzsche sopportò la sua per undici anni, Hölderlin per quaranta.
Emil Cioran, Sillogismi dell'amarezza, 1952

Con Baudelaire la fisiologia è entrata nella poesia; con Nietzsche, nella filosofia. Grazie a loro le turbe organiche furono elevate al canto e al concetto: toccava ad essi, proscritti della salute, assicurare una carriera alla malattia.
Emil Cioran, Sillogismi dell'amarezza, 1952

Nulla è più irritante di quelle opere in cui si cerca di coordinare le idee esuberanti di un ingegno che a tutto ha mirato, tranne che al sistema. A che serve dare un sembiante di coerenza alle idee di Nietzsche col pretesto che ruotano attorno a un motivo centrale? Nietzsche è una somma di atteggiamenti, e lo si sminuisce quando si cerchi in lui una volontà d'ordine, una preoccupazione di unità. Prigioniero dei suoi umori, egli ne registrò le variazioni. Nella sua filosofia, meditazione sui suoi capricci, a torto gli eruditi vogliono rintracciare delle costanti che essa stessa rifiuta.
Emil Cioran, La tentazione di esistere, 1956

La grande fortuna di Nietzsche di essere finito come è finito. Nell'euforia!
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

Le idee vengono camminando, diceva Nietzsche. Il camminare dissipa il pensiero, professava Sankara. Le due tesi sono ugualmente fondate, quindi ugualmente vere, e chiunque può accertarsene nello spazio di un'ora, talvolta di un minuto…
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

A Torino, all'inizio della crisi, Nietzsche si precipitava continuamente allo specchio, si guardava, si allontanava, si guardava di nuovo. Nel treno che lo portava a Basilea, la sola cosa che chiedesse con insistenza era ancora uno specchio. Non sapeva più chi era, si cercava, e a lui, così attento a salvaguardare la propria identità, così avido di sé, non rimaneva, per ritrovarsi, che la più grossolana, la più miserabile delle risorse.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

Nietzsche era un puro, come ogni solitario.
Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995

Nietzsche mi sembra troppo ingenuo. Era un solitario, che non è vissuto molto tra i suoi simili, un uomo da compiangere, in fondo, un isolato al quale mancava l’esperienza diretta dell’altro.
Emil Cioran, Un apolide metafisico, 1995

Nietzsche non ha bisogno di interpreti. Di se stesso e delle sue idee ha parlato lui quanto basta, e nel modo più limpido. Non c’è altro che prestare ascolto, senza intermediari. La condizione primaria, a tal fine, è che lo si «possa» capire, ovviamente, ma non trascurabile è la condizione ulteriore − in quanto il suo discorso è per lo più essoterico − che cioè lo si «voglia» intendere.
Giorgio Colli, Dopo Nietzsche. 1974

Nonostante la sua rabbia contro il cristianesimo, il lignaggio di Nietzsche è incerto. Nietzsche è un Saul rapito dalla demenza sulla via di Damasco.
Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92

Nietzsche sarebbe l'unico abitante nobile di un mondo derelitto. Solo la sua scelta potrebbe esporsi senza vergogna alla resurrezione di Dio.
Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92

I cristiani di Nietzsche non sono quelli di ieri, ma quelli di oggi. Storico impreciso, ma forse profeta.
Nicolás Gómez Dávila, Tra poche parole, 1977/92

Dio Onnipotente, mi dispiace di essere diventato ateo, ma hai mai letto Nietzsche?! Ah, che libro!
John Fante, Chiedi alla polvere, 1939

Delle interpretazioni totalizzanti e totalitarie di Nietzsche quella nazista è stata la più grave, se non l’unica grave: ma non sarà lecito imputarle l’intero onere delle deformazioni testuali. Per contro, non sarà troppo sbagliato imputare a una denazificazione troppo bene riuscita molte attuali censure interpretative (e la censura più efficace non ha bisogno di eliminare fisicamente dei testi) che coprono diversi aspetti del pensiero nietzscheano.
Maurizio Ferraris, Nietzsche, 1999

Indiscutibilmente, Nietzsche è dotato di un fiuto eccezionale per gli avvenimenti storici, può raccogliere i segni di ciò che sta per venire e predire il futuro. Indiscutibilmente, egli è un artista dotato della sensività di una mimosa, di una eccezionale ricchezza di idee, di una fantasia fiorente, una forza creativa da visionario; indiscutibilmente, Nietzsche è poeta.
Eugen Fink, La filosofia di Nietzsche, 1960

Nietzsche [...] ha portato l’aforisma all’altezza del capolavoro.
Eugen Fink, La filosofia di Nietzsche, 1960

Il pensare di Nietzsche è, per cosi dire, un seguito di folgorazioni; egli non pensa nella forma faticosa dell’espressione concettuale, per lunghe catene di pensieri. Come pensatore è intuitivo, simbolico, di una inaudita forza di concretizzazione.
Eugen Fink, La filosofia di Nietzsche, 1960

Per molto tempo ho evitato di leggere Nietzsche, altro filosofo i cui presentimenti e le cui intuizioni coincidono frequentemente, in modo sorprendente, con i laboriosi risultati della psicoanalisi, poiché più che interessarmi la priorità, mi importava conservarmi libero da ogni influenza.
Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, 1920

Una capacità di introspezione che non è mai stata raggiunta prima da nessuno, e probabilmente non verrà mai più raggiunta da nessun altro.
Sigmund Freud (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Nietzsche, che aveva predicata per parecchi anni la filosofia del Minotauro, s' innamorò, alla vigilia della pazzia, di Arianna, ovverosia Cosima Wagner, la quale gli porse delicatamente un filo che lo condusse diritto diritto al manicomio di Weimar.
Domenico Giuliotti e Giovanni Papini, Dizionario dell'omo salvatico, 1923

Nietzsche è celebrato come sostenitore della sopravvivenza umana, fintanto che almeno un po’ dei sopravvissuti segua il suo esempio di pessimista pervertito, dedito ad amare la vita proprio perché essa è la peggior cosa immaginabile, una cavalcata sadomasochista tra i meandri dell’essere, fino alla morte.
Thomas Ligotti, La cospirazione contro la razza umana, 2010

Per via di certi suoi dinieghi Schopenhauer è stato relegato, nel museo del pensiero moderno, in una sala molto più piccola rispetto al suo collega e antagonista Friedrich Nietzsche. Schopenhauer non promette all’individuo nient’altro che l’estinzione dopo il ritorno post mortem alla sua «vera natura» di minuscola frazione dell’impersonale e ribollente Volontà. Nietzsche mutua dalle religioni e pontifica che, anche se non approderemo all’aldilà dei suoi modelli ecclesiastici, nello spirito dobbiamo essere disposti a vivere e rivivere questa vita in ogni minimo dettaglio e per l’eternità
Thomas Ligotti, ibidem

Al contrario di Schopenhauer, Nietzsche non soltanto prende le letture religiose della vita tanto sul serio da poterle criticarle in lungo e in largo, ma ha la caparbietà di rimpiazzarle con valori che tendono a un fine e a un senso ultimo, che persino i non credenti bramano come cani: un progetto in cui l’individuo possa perdere (o trovare) se stesso.
Thomas Ligotti, ibidem

La chiave della popolarità di Nietzsche tra gli amoralisti atei è il misticismo materialista, un trucchetto mentale che tramuta l’insensatezza del mondo in qualcosa di significativo, e rimodella sotto i nostri occhi la sorte a guisa di libertà.
Thomas Ligotti, ibidem

In combutta con quelli che egli stesso credeva di avere sorpassato nella corsa verso un destino indefinito, Nietzsche fa il possibile perché il carrozzone umano continui il suo viaggio… verso l’ignoto. Pur avendo la lucidità necessaria a riconoscere che i valori non crescono sugli alberi né sono scritti su tavole di pietra, si autoconvince, con l’imbroglio, che sia possibile crearne di nuovi.
Thomas Ligotti, ibidem

In quanto negazione della vita, il pessimismo ha perso un grande portabandiera quando Nietzsche ha cominciato a gioire di ciò che dovrebbe far rabbrividire, una posizione psichica che di per sé è la più paradossale di tutte.
Thomas Ligotti, La cospirazione contro la razza umana, 2010

Io paragono Nietzsche a Gesù. Gesù fu ucciso dagli uomini per aver annunciato loro il Padre che è nei cieli. Nietzsche si è ucciso da sé, la sua intelligenza si è sommersa nella notte per aver proclamato, accettato, voluto «la morte di Dio». Dal giorno di questa decisione, nonostante la sua persuasione volontaria di possedere la «Gaia Scienza», l’uomo deve confessare, con Nietzsche, che questa «scienza» lo «agghiaccia di terrore», e resta in preda a un «sacro spavento»
Henri de Lubac, Sulle vie di Dio, 1956

No, l’ottimismo, a volte (come in Nietzsche) oltracotante, non è «questione di temperamento». Nietzsche era, corpo e anima, l’uomo meno sanguigno e bien-portant, meno euforico, che si possa immaginare. L’ottimismo deriva dalle circostanze. L’essere umano, come che sia, a cui il dolore si presenta sempre accompagnato da un risarcimento - attinge a questa sua esperienza la persuasione che esso sia una cosa buona. Evidentemente, nonostante tutti i suoi travagli, anche Nietzsche si era convinto che non ci fosse sofferenza senza compenso: evidentemente per lui «ogni» sofferenza aveva avuto, immediato e soddisfacente, il suo compenso.
Guido Morselli, Diario, 1938/73 (postumo 1988)

In una delle sue lettere, Nietzsche scrive: "Posso credere solo in un dio danzante", ma non riuscì a trovarne. Se avesse conosciuto qualcosa di Shiva, la sua vita sarebbe stata totalmente diversa: Shiva è il dio che danza.
Osho, Discorsi, 1953/90

Pensare un aforisma comporta uno sforzo intellettuale che ha qualcosa di infantile, come se l'arte minore dell'aforistica richiedesse 1'intelligenza di un minorenne: o di qualche grande immaturo, come Friedrich Nietzsche.
Mauro Parrini, A mani alzate, 2009

La scuola del sospetto. La dominano tre maestri che in apparenza si escludono a vicenda, Marx, Nietzsche e Freud.
Paul Ricoeur, Dell’interpretazione, 1965

Leggo Nietzsche quando voglio uscire da qualche situazione, quando ho bisogno di affrontare qualcosa. Perché ti cambia la prospettiva, ti fa pensare in un altro modo. E così ti costringe a cambiare.
Vasco Rossi, La versione di Vasco, 2011

Nietzsche è stata una scoperta personale, e un investimento: grazie a lui ho investito su uno stato di lucidità permanente. Il pensatore che annuncia la morte di Dio, che ti fa capire che non c’è senso nelle cose, che di fronte al caso conta solo la tua scelta: questo è il mio Nietzsche.
Vasco Rossi, La versione di Vasco, 2011

Io Nietzsche ce l’avevo già dentro. Il filosofo raccomandava di «vivere pericolosamente»? Bene, all’inizio degli anni Ottanta io scrivevo una canzone che cominciava proprio così: «Voglio una vita, spericolata...».
Vasco Rossi, La versione di Vasco, 2011

Scrivere col proprio sangue, diceva Nietzsche. Cioè con i propri cromosomi.
Jean Rostand, Pensieri di un biologo, 1954

Nietzsche, il mio Nietzsche, il mio buon Nietzsche (non quello altro e di altri) è così affascinante perché parla all'anima e di cose dell'anima come Carmen parlava d'amore a Don José. «Non ci si annoiava con quella ragazza!» diceva questi a Merimée, alla vigilia di morire per lei. E nemmeno noi ci annoiamo con Nietzsche. Nietzsche non fu un filosofo; fu il caso estremo di una quasi completa sublimazione di Eros. Fu anche altra cosa; lo so.
Umberto Saba, Scorciatoie e raccontini, 1946

Ciò che Nietzsche ha detto di Montaigne, io voglio dirlo di Nietzsche: “Per il fatto che un tale uomo abbia scritto, il piacere di vivere su questa terra è stato accresciuto”.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007

Si prenda in mano un libro di Nietzsche, lo si apra a caso, si punti il dito su una pagina e si cominci a leggere qualche rigo: nove volte su dieci sarà qualcosa degno d’essere letto, una volta su dieci qualcosa che non poteva non essere letto.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

Nietzsche, o il Maradona della filosofia.
Giovanni Soriano, ibidem

La peggior disgrazia per un genio non è uscire fuori di senno − com'è capitato a Nietzsche − ma perdere il genio e mantenere il senno.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

La mia piú grande obiezione a Nietzsche – che, per quanto mi riguarda, resta filosofo d’insuperata e, forse, insuperabile grandezza – non sta in qualche suo scivolone nella metafisica o in un alcune concessioni di troppo al “bene dell’umanità”, ma, piuttosto, nella sua predilezione per i salumi, nella sua insana passione per le salsicce.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Parecchi indizi fanno intuire che il vecchio auspicio di Nietzsche stia cominciando finalmente a realizzarsi: l’umano sta per essere effettivamente superato. Si annuncia l’alba del subumano.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Prima di Nietzsche, l’avversione al cristianesimo si fondava perlopiù sulla ragione, dopo di lui, sul gusto. Oggi, è diventata una semplice questione di decenza.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Se c’è qualcosa che spiace della filosofia di Nietzsche è che essa, col suo ideale del superuomo, aspira, in fin dei conti, a un’umanità migliore, né piú né meno di quanto facciano tante filosofie di bassa lega. Ma a noi, detto in confidenza, cosa importa dell’umanità?
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Nietzsche, con la sua teoria dell'eterno ritorno, diceva che la vita che noi viviamo la vivremo ancora, ancora e ancora, e esattamente nello stesso modo per l'eternità. Splendido! Questo significa che io dovrò vedere ancora Holiday on Ice. Non vale la pena.
Mickey Sachs (Woody Allen), in Hannah e le sue sorelle, 1986

La teoria del superuomo di Nietzsche fu saccheggiata dai nazisti e presentata come pensiero precorritore delle teoriche hitleriane mentre veniva da un filosofo il quale aveva potuto scrivere che quasi tutti i processi di trasformazione violenta si rivelavano "una patetica e sanguinosa baracconata".
Alberto Tagliati, Adolfo Hitler si mangia Carlo Marx, su Historia, 1978

Nietzsche non è un nutrimento − è un eccitante.
Paul Valéry, Quaderni, 1894-1945 (postumi 1957-61)

Leggo Nietzsche, che a confronto del suo maestro Schopenhauer fa una magra figura. Stordisce, ma non nutre. È come il latte scremato, che i pastori di qui chiamano brossa. Nelle sue opere si sentono tuoni e fulmini, ma non cade mai un po’ di pioggia. È un temporale a secco. Parla spesso di alta montagna, ma ho l’impressione che la conoscesse come conosceva la vita e gli uomini, cioè poco. Rincorreva solo i suoi fantasmi. Certo, soggiornò ripetutamente nell’Alta Engadina; ma quello che dice sulle montagne è più una proiezione del suo stato d’animo che un’osservazione diretta della natura. Ma poi: un filosofo deve dimostrare, non gridare parole al vento.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Chi parla sempre di se stesso, come fa Nietzsche, non è mai buono. E a me che importa di quello che dice un egoista patologico?
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Nietzsche è un clarinetto che vuol suonare l’apocalisse.
Anacleto Verrecchia, ibidem

Nietzsche dice che il «pensiero dell’eterno ritorno» gli venne osservando un masso a forma di piramide nell’Alta Engadina. Che stranezza. Anche nell’alta valle dell’Orco ci sono massi e rocce di tutte le forme, ma suggeriscono se mai l’idea dell’eternità o meglio della fissità, non quella dell’eterno ritorno. Io credo che si tratti di una delle tante fantasie o bugie di Nietzsche. L’idea dell’eterno ritorno la troviamo già presso i greci, che a loro volta la derivarono dalla filosofia indiana. Ma lì l’idea dell’eterno ritorno era simboleggiata dalla ruota, non dai sassi. Nietzsche rubava molto più di quel che non dicesse. Poi agghindava con parole nuove la refurtiva e la spacciava per rivelazione.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Lo Zarathustra di Nietzsche, rivolto al sole, gli dice: «O grande astro, che cosa saresti tu mai, se non ci fosse un occhio per contemplarti?». Ma il sole potrebbe a sua volta rispondere: «O piccolo verme, che cosa saresti tu mai, se io non ti rischiarassi?».
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997

Povero Nietzsche! È stato l'unico filosofo a cui è toccato il singolare privilegio di essere considerato responsabile niente meno che di una guerra mondiale.
Franco Volpi, su la Repubblica, 2009

È meglio prendere Nietzsche non per le risposte che dà, ma per le domande che pone.
Franco Volpi, su la Repubblica, 2009

"Dio è morto" (Nietzsche). "Nietzsche è morto" (Dio).
Anonimo

Note