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I migliori aforismi di Friedrich Nietzsche (Opere I)

Selezione dei migliori aforismi di Friedrich Nietzsche tratti da Umano, troppo umano I (Menschliches, Allzumenschliches, 1878), Umano, troppo umano II (Menschliches, Allzumenschliches, 1879-1880) e Aurora (Morgenröte, 1881). Friedrich Nietzsche (Röcken 1844 - Weimar 1900) è stato un filologo, aforista e filosofo tra i più grandi di tutti i tempi.

La particolarità di questa raccolta, che la rende preziosa rispetto ad altre, è di essere composta da aforismi "veri e propri", cioè non da citazioni estrapolate da ampie riflessioni, ma da pensieri concisi, e spesso ad effetto, scritti come tali da Nietzsche. Forse non tutti sanno che Nietzsche amava la scrittura aforistica, a cominciare dai grandi moralisti francesi: 
"Chi scrive in sangue e sentenze, non vuol essere letto ma imparato a mente. Sui monti la via più diretta è quella da vetta a vetta: ma per questo occorre che tu abbia gambe lunghe. Le sentenze devono essere vette: e coloro ai quali si parla devono essere grandi e di alta statura". [Così parlò Zarathustra, 1883/85].
Ma non solo, Nietzsche si considerava anche un grande scrittore di aforismi: 
"L'aforisma, la sentenza, in cui io sono il primo dei maestri tedeschi, sono le forme dell'"eternità"; la mia ambizione è quella di dire in dieci proposizioni quel che ogni altro dice in un libro – quel che ogni altro non dice in un libro... [Il crepuscolo degli idoli, 1888].
Su Aforismario trovi altre raccolte di frasi e citazioni di Friedrich Nietzsche tratte da altre sue opere. Inoltre, trovi una raccolta di opinioni e giudizi critici su Nietzsche e la sua filosofia. [I link sono in fondo alla pagina].
Foto di Friedrich Nietzsche
Onesti verso noi stessi e chi altri ci è amico; valorosi contro il nemico;
magnanimi verso i vinti; cortesi – sempre: così ci vogliono le quattro virtù cardinali.
(Friedrich Nietzsche)

Umano, troppo umano I
Menschliches, Allzumenschliches, 1878 © Adelphi - Selezione Aforismario

Punibile, mai punito. Il nostro crimine contro i criminali consiste nel fatto che noi li trattiamo come bricconi.

«Sancta simplicitas» della virtù. Ogni virtù ha dei privilegi: per esempio questo, di portare la propria fascina al rogo del condannato.

Criterio di ogni giorno. Si sbaglierà di rado se si ricondurranno le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura.
[Alltags-Maßstab. Man wird selten irren, wenn man extreme Handlungen auf Eitelkeit, mittelmäßige auf Gewöhnung und kleinliche auf Furcht zurückführt].

Pelle dell'anima. Come le ossa, le carni, gli intestini e i vasi sanguigni sono inviluppati in una pelle, che rende sopportabile la vista dell'uomo, così i moti e le passioni dell'anima vengono avvolti nella vanità: essa è la pelle dell'anima.

Sonno della virtù. Quando la virtù ha dormito, si alza più fresca.
[Schlaf der Tugend. Wenn die Tugend geschlafen hat, wird sie frischer aufstehen].

Finezza della vergogna. Gli uomini non si vergognano quando pensano qualcosa di sporco, bensì quando immaginano che si attribuiscano loro questi pensieri sporchi.

La cattiveria è rara. Gli uomini sono per la maggior parte troppo indaffarati con se stessi per essere cattivi.

L'ago della bilancia. Si loda o si biasima, a seconda che l'una o l'altra cosa offra più occasione di far brillare il nostro giudizio.

Luca 18, 14 corretto. Chi si abbassa vuol essere innalzato. 

Impedire il suicidio. Esiste un diritto per il quale togliamo la vita a un uomo, ma non uno per il quale gli togliamo la morte: ciò è pura crudeltà.

Confini dell'amore degli uomini. Chiunque abbia una volta dichiarato che l'altro è uno stupido, un cattivo compagno, s'arrabbia se quello dimostra alla fine di non esserlo.

Demolizione delle chiese. Nel mondo non c'è religione abbastanza, neanche solo per abbattere le religioni.

Generosità proibita. Nel mondo non c'è abbastanza amore e bontà per poterne far dono anche a esseri immaginari.

Contro gli atteggiamenti originali. Quando l'arte si veste del panno più liso, la si riconosce meglio come arte.

Spirito collettivo. Un buono scrittore non ha soltanto il suo spirito, ma anche quello dei suoi amici.

Doppio misconoscimento. La sventura degli scrittori chiari e acuti è che li si prende per superficiali e perciò non li si degna di sforzo alcuno: e la fortuna di quelli oscuri è che il lettore si affatica su di loro e ascrive a loro merito la gioia che la sua diligenza gli procura.

Relazione con la scienza. Non hanno reale interesse per una scienza tutti quelli che cominciano a riscaldarsi per essa solo dopo aver fatto essi stessi in essa delle scoperte.

La chiave. Quell'unico pensiero nel quale, fra le risa e il sarcasmo dei mediocri, un uomo valente ripone valore, è per lui la chiave di segreti tesori, mentre per quelli non è che un pezzo di ferro vecchio.

Intraducibile. Non è né il meglio né il peggio di un libro, ciò che in esso è intraducibile.

Paradossi dell'autore. I cosiddetti paradossi dell'autore, di cui un lettore si scandalizza, spesso non stanno affatto nel libro dell'autore, bensì nella testa del lettore. 

Spirito. Gli autori più spiritosi producono il sorriso più impercettibile.

Benevola dissimulazione. Nei rapporti con gli uomini è spesso necessaria una benevola dissimulazione, come se non scorgessimo i motivi del loro agire.

Copie. Non di rado si incontrano copie di uomini importanti; e alla massa piacciono, come per i dipinti così anche in questo caso, più le copie che gli originali.

L'oratore. Si può parlare in modo massimamente conveniente, e tuttavia tale, che tutti quanti gridino il contrario: cioè quando non si parla a tutti quanti.

Mancanza di confidenza. La mancanza di confidenza fra amici è un errore che non può essere biasimato senza diventare irrimediabile.

Sull'arte di donare. Il dover respingere un dono meramente perché esso non fu offerto nella giusta maniera, esaspera contro il donatore.

Il partigiano più pericoloso. In ogni partito c'è uno che, con le sue troppo credule enunciazioni dei principi del partito, eccita gli altri alla defezione.

Contro l'imbarazzo. Il miglior mezzo di venire in aiuto a persone molto imbarazzate e di tranquillizzarle, è di lodarle decisamente.

Predilezione per singole virtù. Noi non attribuiamo particolare valore al possesso di una virtù, finché non ne notiamo la totale mancanza nel nostro avversario.

Perché si contraddice. Spesso contraddiciamo un'opinione, mentre propriamente ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa.

Fiducia e confidenza. Chi cerca di ottenere di proposito la confidenza di un'altra persona, di solito non è sicuro di possederne la fiducia. Chi è sicuro della fiducia, annette scarso valore alla confidenza.

Equilibrio dell'amicizia. Spesso nei rapporti tra noi e un'altra persona il giusto equilibrio dell'amicizia ritorna, se poniamo qualche granello di torto nel nostro piatto della bilancia.

I medici più pericolosi. I medici più pericolosi sono quelli che, da attori nati, imitano con perfetta arte di illusione il medico nato.

Quando i paradossi sono al loro posto. Alle persone spiritose, per guadagnarle a una tesi, bisogna talvolta presentare quest'ultima solo nella forma di un mostruoso paradosso.

Come si guadagnano le persone coraggiose. Si persuadono a un'azione le persone coraggiose, mostrando loro quell'azione più pericolosa che non sia.

Gentilezze. Alle persone che non amiamo imputiamo a colpa le gentilezze che ci fanno.

Far aspettare. Un mezzo sicuro per irritare la gente e metterle in testa pensieri cattivi è quello di farla aspettare a lungo. Ciò rende immorali.

Contro i confidenziali. Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono di avere per questo diritto alla nostra. Ciò è un errore; coi regali non si acquistano diritti.

Mezzo di accomodamento. Spesso basta dare a un altro, al quale abbiamo recato un danno, l'occasione di fare una battuta su di noi, per fornirgli personalmente soddisfazione, anzi per disporlo favorevolmente verso di noi.

Vanità della lingua. Sia che l'uomo nasconda le sue cattive qualità e i suoi vizi, sia che li confessi apertamente, in entrambi i casi la sua vanità desidera trarne vantaggio: si faccia solo attenzione a come sottilmente egli distingua davanti a chi nascondere quelle qualità e davanti a chi farsi sincero e aperto.

Pieno di riguardi. Il non voler offendere nessuno, non voler ledere nessuno può essere segno sia di un modo di pensare giusto, sia di un modo di pensare pavido.

Necessario per disputare. Chi non sa mettere in ghiaccio i suoi pensieri, non deve portarsi nel calore della disputa.

Frequentazione e arroganza. Si disimpara l'arroganza quando ci si sa sempre fra uomini di merito; l'essere soli coltiva la superbia. I giovani sono arroganti, perché praticano i loro simili, i quali tutti non sono nulla, ma amano significare molto.

Motivo dell'attacco. Non si attacca solo per far male a qualcuno o per vincerlo, bensì forse anche solo per diventare consapevoli della propria forza.

Adulazione. Le persone che vogliono stordire con adulazioni la nostra prudenza nei nostri rapporti con loro, impiegano un mezzo pericoloso, per così dire un sonnifero, che, quando non addormenta, tiene ancora più svegli.

Il più brutto. C'è da dubitare che un gran viaggiatore abbia trovato in qualche parte del mondo zone più brutte che nella faccia umana.

I compassionevoli. Le nature compassionevoli, soccorrevoli nella disgrazia in ogni momento, sono di rado quelle che partecipano insieme alle gioie altrui: nella felicità degli altri esse non hanno niente da fare, sono superflue, non si sentono in possesso della loro superiorità e mostrano perciò facilmente disappunto.

I parenti di un suicida. I parenti di un suicida gli rinfacciano come una colpa di non essere rimasto in vita per riguardo alla loro reputazione.

Prevedere l'ingratitudine. Chi regala qualcosa di grande non trova riconoscenza, perché chi lo riceve ha già troppo peso nell'accettarlo.

In una compagnia priva di spirito. Nessuno è grato all'uomo di spirito per la sua cortesia, quando si adegua a una compagnia in cui non è cortese mostrare spirito.

Presenza di testimoni. Dietro un uomo che cade in acqua ci si tuffa tanto più volentieri, se sono presenti delle persone che non osano farlo.

Tacere. Per le due parti il modo più spiacevole di replicare a una polemica è quello di arrabbiarsi e tacere: perché chi attacca interpreta di solito il silenzio come un segno di disprezzo.

Il segreto dell'amico. Sono pochi quelli che, quando sono in imbarazzo per mancanza di argomenti nella conversazione, non tradiscono gli affari segreti dei loro amici.

La donna perfetta. La donna perfetta è un tipo umano più alto dell'uomo perfetto: anche qualcosa di molto più raro. La zoologia offre un mezzo per rendere verosimile questa proposizione.

Amicizia e matrimonio. Al migliore amico toccherà probabilmente la migliore moglie, perché il buon matrimonio riposa sul talento dell'amicizia.

Sopravvivenza dei genitori. Le dissonanze non risolte nel rapporto tra carattere e sentimenti dei genitori continuano a echeggiare nella natura del figlio e compongono la storia delle sofferenze interiori.

Derivata dalla madre. Ognuno porta in sé un'immagine della donna derivata dalla madre: da essa ognuno viene determinato a rispettare o a disprezzare le donne in genere, o a essere generalmente indifferente verso di loro.

Correggere la natura. Quando non si ha un buon padre, bisogna procurarsene uno.

Padri e figli. I padri hanno molto da fare per riparare al fatto di avere dei figli.

Errore delle donne fini. Le donne fini credono che una cosa non esista affatto, quando non è possibile parlarne in società.

Una malattia da uomini. Contro la malattia maschile del disprezzo di sé giova nel modo più sicuro l'essere amati da una donna intelligente.

Una specie della gelosia. Le madri sono facilmente gelose degli amici dei loro figli, quando questi conseguono successi particolari. Una madre ama di solito in suo figlio più sé che il figlio stesso.

Ragionevole irragionevolezza. Nella maturità della vita e dell'intelligenza l'uomo è còlto dal sentimento che suo padre ebbe torto a generarlo.

Bontà materna. Certe madri hanno bisogno di figli felici, onorati; altre di figli infelici: altrimenti la loro bontà di madri non può manifestarsi.

Differenti sospiri. Alcuni mariti hanno sospirato sul rapimento delle loro mogli; la maggior parte nel fatto che nessuno gliele abbia volute rapire.

Matrimoni d'amore. I matrimoni che vengono conclusi per amore (i cosiddetti matrimoni d'amore) hanno l'errore per padre e la necessità (il bisogno) per madre.

Amicizia femminile. Le donne possono stringere benissimo amicizia con un uomo; ma per poter la conservare − a tal fine deve ben aiutare una piccola antipatia fisica.

Noia. Molte persone, specialmente donne, non sentono la noia, perché non hanno mai imparato a lavorare ordinatamente.

Un elemento dell'amore. In ogni specie di amore femminile viene in luce anche qualcosa dell'amore materno.

L'unità di luogo e il dramma. Se i coniugi non vivessero insieme, i buoni matrimoni sarebbero più frequenti.

Pudore. Con la bellezza delle donne cresce m genere il loro pudore.

Prova di un buon matrimonio. Un matrimonio si dimostra buono se sopporta per una volta un'«eccezione».

Nemici della verità. Le convinzioni sono nemici della verità più pericolosi delle menzogne.

Mondo alla rovescia. Si critica un pensatore più aspramente quando egli presenta una proposizione a noi sgradevole; e tuttavia sarebbe più ragionevole far ciò quando la sua proposizione ci è gradevole.

Pieno di carattere. Un uomo appare pieno di carattere di gran lunga più spesso perché segue sempre il suo temperamento, che perché segue sempre i suoi principi.

L'unica cosa necessaria. Una cosa bisogna averla: o uno spirito lieve per natura o uno spirito alleviato dall'arte e dal sapere.

La passione per cose. Chi volge la propria passione a cose (scienze, bene dello Stato, interessi culturali, arti) sottrae molto fuoco alla propria passione per persone (anche quando esse sono rappresentanti di quelle cose come gli statisti, i filosofi e gli artisti sono rappresentanti delle loro creazioni).

La calma nell'azione. Come una cascata diventa nella caduta più lenta e sospesa, cosi il grande uomo d'azione suole agire con più calma di quanto il suo impetuoso desiderio facesse prevedere prima dell'azione.

Non troppo profondamente. Le persone che afferrano una cosa in tutta la sua profondità, le rimangono raramente fedeli per sempre. Esse hanno appunto portato alla luce il fondo: e c'è sempre molto di brutto da vedere.

Amico. Il prender parte alla gioia, non il prender parte al dolore, fa l'amico.

Sfruttare alta e bassa marea. Allo scopo della conoscenza occorre saper sfruttare quell'intimo flusso che ci solleva fino a una cosa, e poi ancora quello che, dopo un certo tempo, ci porta via da essa.

Gioia di sé. «Gioia della cosa», così si dice: ma in verità è gioia di sé per mezzo di una cosa.

Il modesto. Chi è modesto verso le persone, mostra poi tanto più fortemente la sua arroganza verso le cose (città, Stato, società, epoca, umanità). Questa è la sua vendetta.

Invidia e gelosia. Invidia e gelosia sono le parti pudende dell'anima umana. Il paragone può forse essere continuato.

L'ipocrita più distinto. Il non parlare affatto di sé è una ipocrisia molto distinta.

Il dispiacere. Il dispiacere è una malattia corporale che non è per niente eliminata dal solo fatto che la
causa del dispiacere venga poi soppressa.

Rappresentanti della verità. Non quando è pericoloso dire la verità, essa trova più raramente rappresentanti, bensì quando è noioso.

La libera natura. Ci troviamo così bene nella libera natura, perché essa non ha alcuna opinione su di noi.

Ognuno superiore in una cosa. Nelle relazioni civili ognuno si sente superiore a ogni altro almeno in una cosa: su ciò riposa la benevolenza generale, in quanto ognuno è in date circostanze capace di aiutare, e perciò può farsi aiutare senza vergogna.

Motivi di consolazione. In un caso di morte si ha bisogno per lo più di motivi di conforto, non tanto per mitigare la violenza del dolore, quanto per avere una scusa di sentirsi così facilmente consolati.

I fedeli alla convinzione. Chi ha molto da fare, conserva quasi invariate le sue opinioni generali e i suoi punti di vista. Così anche chiunque lavori al servizio di un'idea: costui non esaminerà mai più l'idea stessa, perché non ne ha più il tempo: anzi va contro il suo interesse il ritenerla in genere ancora discutibile.

Moralità e quantità. La superiore moralità di un uomo in paragone a quella di un altro consiste spesso
solo nel fatto che i fini sono quantitativamente più grandi. L'altro viene ridotto in una cerchia ristretta dal doversi occupare di piccole cose.

La vita come ricavato della vita. Per quanto l'uomo possa espandersi con la sua conoscenza, apparire a se stesso obiettivo: alla fine non ne ricava nient'altro che la propria biografia.

La ferrea necessità. La ferrea necessità è una cosa di cui gli uomini nel corso della storia capiscono, che essa non è né ferrea né necessaria.

Dall'esperienza. L'illogicità di una cosa non è un motivo contro la sua esistenza, bensì una condizione di essa.

La verità. Oggi nessuno muore di verità mortali: ci sono troppi contravveleni.

Intuizione fondamentale. Non c'è nessuna armonia prestabilita fra il progresso della verità e il bene dell'umanità.

Destino umano. Chi pensa profondamente sa che ha sempre torto, comunque agisca e giudichi.

La verità come Circe. L'errore ha fatto di animali uomini; sarebbe la verità in grado di rifare dell'uomo un animale?

Pericolo della nostra civiltà. Noi apparteniamo a un'epoca, la cui civiltà corre il rischio di essere distrutta dai mezzi della civiltà.

Grandezza significa: dare direzione. Nessun fiume è di per sé grande e ricco: è il fatto di accogliere e di convogliare in sé tanti affluenti, ciò che lo rende tale. Così avviene con tutte le grandezze dello spirito. Ciò che solo importa è che uno dia la direzione, che poi tanti affluenti dovranno seguire; non che uno sia all'inizio poveramente o riccamente dotato.

Coscienza debole. Gli uomini che parlano della loro importanza per l'umanità hanno, rispetto alla comune rettitudine borghese, nel mantenere i patti e le promesse, una coscienza debole.

Voler essere amati. La pretesa di essere amati è la più grande delle presunzioni.

Disprezzo degli uomini. Il segno più inequivocabile di disprezzo degli uomini è di considerare ciascuno solo in quanto mezzo per il proprio fine, o non considerarlo affatto.

Partigiani per contraddizione. Chi ha portato gli uomini al furore contro di sé, si è sempre anche acquistato un partito a suo favore.

Dimenticare le vicende personali. Chi pensa molto, chi pensa cioè oggettivamente, dimentica facilmente le proprie vicende, ma non dimentica i pensieri che da quelle sono stati suscitati.

Mantenere un'opinione. L'uno mantiene un'opinione perché si immagina di esservi giunto da sé, l'altro perché l'ha imparata con fatica ed è fiero di averla compresa: entrambi dunque per vanità.

Fuggire la luce. La buona azione fugge la luce con altrettanto timore della cattiva azione: questa teme che con l'essere conosciuta arrivi il dolore (come punizione), quella teme che con l'essere conosciuta svanisca il piacere (quel puro piacere di sé, cioè, che subito cessa, non appena subentri una soddisfazione della vanità).

La lunghezza della giornata. Se uno ha molto da cacciarvi dentro, una giornata ha cento tasche.

Genio dei tiranni. Quando nell'anima un'incoercibile voglia di farsi valere tirannicamente è desta e alimenta costantemente il fuoco, anche un ingegno trascurabile (in uomini politici, in artisti) diventa a poco a poco una forza di natura quasi irresistibile.

La vita del nemico. Chi vive della lotta contro un nemico, ha interesse a che egli rimanga in vita.

Più importante. Si ritiene la cosa non spiegata e oscura più importante di quella spiegata e chiara.

Valutazione di servigi resi. Noi valutiamo i servigi che uno ci rende in base al valore che quegli ripone in essi, non in base a quello che essi hanno per noi.

Infelicità. La distinzione che si trova nell'infelicità (come se il sentirsi felici fosse segno di insulsaggine, di mancanza di ambizione e di ordinarietà) è cosi grande, che se qualcuno dice a uno «ma com'è felice Lei!» − di solito quello protesta.

Fantasia della paura. La fantasia della paura è quel maligno e scimmiesco coboldo, che salta in groppa all'uomo proprio quando a questo tocca già di portare il carico più pesante.

Valore degli avversari insulsi. A volte si rimane fedeli a una causa solo per il fatto che gli avversari di essa non cessano di essere insulsi.

Valore di una professione. Una professione rende spensierati; in ciò consiste la sua più grande benedizione. Giacché essa è una salvaguardia, dietro la quale ci si può legittimamente ritirare quando si è assaliti da pensieri e preoccupazioni di ordine generale.

Talento. Il talento di parecchi uomini appare inferiore a quello che è perché essi si sono sempre posti
compiti troppo grandi.

Gioventù. La gioventù è spiacevole; perché in essa non è possibile o non è ragionevole essere produttivi in un qualsiasi senso.

Nel fiume. Le forti correnti trascinano con sé molto pietrame e sterpaglia, gli spiriti forti molte teste stupide e confuse.

Pericoli della liberazione spirituale. Nella liberazione spirituale di un uomo, seriamente intesa, le sue passioni e i suoi desideri sperano segretamente di trarne anch'essi vantaggio.

Incarnazione dello spirito. Quando uno pensa molto e intelligentemente, non solo il suo volto, ma anche il suo corpo acquista un aspetto intelligente.

Vederci male e sentirei male. Chi ci vede poco, vede sempre di meno, chi ci sente male, sente sempre qualcosa in più.

Godimento di sé nella vanità. L'uomo vano non vuole tanto eccellere quanto sentirsi eccellente ; perciò egli non disdegna alcun mezzo per ingannare e raggirare se stesso. Non l'opinione degli altri, ma la sua opinione sulla loro opinione, gli sta a cuore.

Eccezionalmente vano. L'uomo solitamente modesto è eccezionalmente vano e sensibile alla gloria e alle lodi, quando è fisicamente malato. Nella misura in cui perde se stesso, deve cercare di recuperarsi attraverso l'opinione altrui, dall'esterno.

Gli «spiritosi». Chi cerca lo spirito non ha spirito.

Un suggerimento ai capipartito. Quando si riesce a spingere la gente a dichiararsi pubblicamente per qualche cosa, la si è per lo più anche portata a dichiararsi intimamente per la cosa; essa vuole in avvenire essere trovata coerente.

Disprezzo. L'uomo è più sensibile al disprezzo degli altri che a quello di se stesso.

Pericolo della molteplicità. Con un talento in più si è spesso più insicuri che con uno in meno: come il tavolo sta meglio su tre che su quattro gambe.

Di modello agli altri. Chi vuoi dare un buon esempio, deve aggiungere alla sua virtù un granello di follia; allora si imita e ci si eleva nello stesso tempo al di sopra della persona imitata - cosa che gli uomini amano.

Essere bersaglio. I discorsi maligni degli altri sul nostro conto spesso non sono diretti propriamente contro di noi, ma sono manifestazioni di un'irritazione, di un malumore dovuti a tutt'altri motivi.

Facilmente rassegnati. Si soffre poco per i desideri non realizzati, se si è esercitata la propria fantasia a imbruttire il passato.

In pericolo. Si è maggiormente in pericolo di essere investiti quando si è appena scansata una vettura.

Il ruolo a seconda della voce. Chi è costretto a leggere più forte di quanto non sia abituato (per esempio davanti a uno che sia mezzo sordo o davanti a un grande uditorio), esagera di solito le cose che deve comunicare. Più d'uno diventa cospiratore, malevolo maldicente, intrigante, solo perché la sua voce si adatta nel modo migliore a un bisbiglio.

Amore e odio. L'amore e l'odio non sono ciechi, bensì abbagliati dal fuoco che essi stessi apportano.

Mezzo sapere. Il mezzo sapere è più vittorioso del sapere completo: esso conosce le cose più semplicemente di come sono, e forma quindi la sua opinione in modo più comprensibile e convincente.

Non adatto a far l'uomo di partito. Chi pensa molto non è adatto a far l'uomo di partito: troppo presto attraverso il partito pensa se stesso.

Cattiva memoria. Il vantaggio della cattiva memoria è che si godono parecchie volte per la prima volta le stesse cose buone.

Causarsi dolori. La spregiudicatezza di pensiero è spesso segno di uno stato interno agitato che desidera stordimento.

Martiri. Il discepolo di un martire soffre più del martire.
Foto di Friedrich Nietzsche
Che cos'è il genio? Volere un alto fine e i mezzi per esso. (Friedrich Nietzsche)

Umano, troppo umano II
Menschliches, Allzumenschliches, 1879-1880 © Adelphi - Selezione Aforismario

Contro i visionari. Il visionario nega la verità davanti a sé, il mentitore solo davanti agli altri.

Sfiducia. La sfiducia in sé stessi non se ne va sempre insicura e timida, talvolta al contrario è come pazza di furore: si è ubriacata per non tremare.

Filosofia del parvenu. Se un giorno si vuol essere una persona, bisogna tenere in onore anche la propria ombra.

Sapersi lavar bene. Bisogna imparare a uscire più puliti da circostanze sporche, e a lavarsi, quando è necessario, anche con acqua sporca.

Lasciarsi andare. Quanto più uno si lascia andare, tanto meno lo lasciano andare gli altri.

Mezzi e fine. In arte il fine non santifica i mezzi: ma mezzi santi possono qui santificare il fine.

I lettori peggiori. I lettori peggiori sono quelli che si comportano come soldati che saccheggiano: arraffano certe cose di cui possono aver bisogno, insudiciano e gettano per aria il resto e bestemmiano su tutto.

Chiuder bocca. L'autore deve chiuder bocca, quando apre bocca la sua opera.

La critica più aspra. Si critica più aspramente un uomo, un libro, quando se ne disegna l'ideale.

Vantaggio per gli avversari. Un libro pieno di spirito ne comunica anche ai suoi avversari.

A favore dei critici. Gli insetti pungono non per cattiveria, bensi perché vogliono vivere anch'essi : cosi anche i nostri critici; essi vogliono il nostro sangue, non il nostro
dolore.

Sibi scribere. L'autore ragionevole non scrive per nessun'altra posterità che per la propria, cioè per la propria vecchiaia, per potere anche allora provar diletto di sé.

Necessario il pro e il contro. Chi non ha compreso che ogni grande uomo non deve essere solo incoraggiato, ma anche, per il benessere generale, contrastato, è certo ancora un gran bambino - o anche un grande uomo.

Il motto di spirito. Il motto di spirito è l'epigramma sulla morte di un sentimento.

Per i disprezzatori dell'«umanità-gregge». Chi considera gli uomini come un gregge e fugge da loro il più velocemente possibile, ne sarà certamente raggiunto e preso a cornate.

Nella separazione. Non nel modo in cui un'anima si accosta all'altra, ma nel modo in cui se ne allontana, riconosco la sua parentela e affinità con l'altra.

Silentium. Non si deve parlare dei propri amici, altrimenti si finisce per guastare il proprio sentimento dell'amicizia.

Scortesia. La scortesia è spesso segno di una modestia maldestra, che quando viene sorpresa perde la testa e vorrebbe dissimularlo con la rozzezza.

Nell'anticamera del favore. Tutti gli uomini che facciamo aspettare a lungo nell'anticamera del nostro favore vanno in fermentazione o divengono acidi.

Profondo e torbido. Il pubblico scambia facilmente colui che pesca nel torbido con colui che attinge dal profondo.

Non troppo presto. Bisogna guardarsi dal diventare acuti troppo presto - perché contemporaneamente si diventa troppo presto sottili.

Donne compassionevoli. La compassione delle donne, che è chiacchierona, porta il letto del malato sul mercato pubblico.

Quando son necessari gli asini. Non si indurrà la folla a gridare osanna, finché non si entrerà in città a cavallo di un asino.

I rapporti con gli altri come godimento. Chi decida per rinuncia di tenersi in solitudine, può farsi in tal modo dei rapporti con gli uomini, raramente goduti, una leccornia.

A un elogiato. Finché ti si elogia, credi pure sempre che non sei ancora sulla tua strada, bensì su quella di un altro.

Amare il maestro. Diversamente ama il maestro l'allievo, diversamente lo ama il maestro.

Infedeltà, condizione per diventare maestro. Non c'è niente da fare: ogni maestro ha solo un allievo - e questo gli diventa infedele - perché è destinato anche lui a essere maestro.

Dal paese dei cannibali. Nella solitudine il solitario divora sé stesso, nella moltitudine lo divorano i molti. Ora scegli.

Per la gerarchia degli spiriti. Sei molto al di sotto di lui, se tu cerchi di stabilire le eccezioni e lui invece la regola.

Il pericolo dell'ammirazione. L'ammirazione di una qualità o di un'arte può essere cosi forte, da trattenerci dal cercare di possederla.

Pensatore a catena. A uno che ha molto pensato, ogni nuovo pensiero che sente o legge, appare subito in forma di una catena.

Compassione. Nella dorata guaina della compassione si nasconde talvolta il pugnale dell'invidia.

Che cos'è il genio? Volere un alto fine e i mezzi per esso.

Vanità di lottatore. Chi in una lotta non ha nessuna speranza di vincere o è manifestamente inferiore, vuole tanto più che la sua maniera di lottare venga ammirata.

Imperdonabile. Tu gli hai offerto un'occasione di mostrare grandezza di carattere ed egli non l'ha sfruttata. Non te lo perdonerà mai.

Uccelli canterini. I partigiani di un grande uomo sogliono accecarsi per meglio cantarne le lodi.

Non all'altezza. Le cose buone ci dispiacciono, quando non ne siamo all'altezza.

Segni di un'anima fine. Un'anima fine non è quella che è capace dei voli più alti, ma quella che si alza poco e si abbassa poco, e abita però sempre in un'aria e a un'altezza
libere e luminose.

Il Diogene moderno. Prima di cercare l'uomo, bisogna aver trovato la lanterna. - Dovrà essere la lanterna del cinico?

Rimorso. Il rimorso è, come il morso del cane contro una pietra, una sciocchezza.

Attitudine a servire. Tutti i cosiddetti uomini pratici hanno un'attitudine a servire : ciò appunto li rende pratici, sia per gli altri che per se stessi. Robinson possedeva un servitore ancora migliore di Venerdì: era Crusoe.

Pericolo della lingua per la libertà spirituale. Ogni parola è un pregiudizio.

L'apostolo più necessario. Fra dodici apostoli ce ne deve sempre essere uno duro come la pietra, perché su di lui possa essere costruita la nuova Chiesa.

Voto. Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.

Proposito. Non leggere più nessun libro che sia nato e sia stato battezzato (con inchiostro) nello stesso tempo.

Libri cattivi. Il libro deve desiderare penna, inchiostro e scrivania: ma di solito sono penna, inchiostro e scrivania a desiderare il libro. Perciò oggi i libri valgono cosi poco.

Gitanti. Salgono sulla montagna come animali, stupidamente e sudando; ci si era dimenticati di dir loro che per strada ci sono belle vedute.

Perché i mendicanti vivono ancora. Se tutte le elemosine venissero date solo per compassione, i mendicanti sarebbero tutti quanti morti di fame.

Perché i mendicanti vivono ancora. La più grande dispensatrice di elemosine è la viltà.

La volpe delle volpi. Una vera volpe chiama acerba non solo l'uva che non può raggiungere, ma anche quella che ha raggiunta e portata via agli altri.

Positivo e negativo. Questo pensatore non ha bisogno di nessuno che lo confuti: a ciò gli basta sé stesso.

I portatori di luce. Nella società non ci sarebbe sole, se non ve lo portassero con sé i complimentosi nati, intendo le cosiddette persone amabili.

Caritatevole al massimo. Non appena l'uomo è stato molto onorato e ha mangiato un poco, è caritatevole al massimo.

Verso la luce. Gli uomini si affollano verso la luce, non per veder meglio, bensì per brillar meglio. - Colui davanti al quale si brilla, viene considerato volentieri come luce.

Dalla pratica del saggio. Per diventare saggi bisogna voler fare certe esperienze, cioè buttarglisi in gola. Certo questo è molto pericoloso; più di un «saggio» fu cosi divorato.

«Una sola cosa è necessaria». Quando si è avveduti ci si preoccupa solo di una cosa: aver gioia in cuore. Ahimè, soggiunse qualcuno, quando si è avveduti, la miglior cosa da fare è di essere saggi.

Diventare pensatore. Come può uno diventare pensatore, se non passa almeno la terza parte di ogni giornata senza passioni, uomini e libri?

Il miglior rimedio. Un po' di salute ogni tanto è il miglior rimedio per l'ammalato.

Morire per la «verità». Noi non ci faremmo bruciare per le nostre opinioni : non siamo abbastanza sicuri di esse. Ma ci faremmo forse bruciare per poter avere e per poter cambiare le nostre opinioni.

Ruota e freno. La ruota e il freno hanno doveri diversi, ma ne hanno anche uno uguale: quello di farsi male a vicenda.

Da che cosa si può misurare la saggezza. L'aumento di saggezza si può misurare con esattezza in base alla diminuzione di bile.

Aurora
Morgenröte, 1881 © Adelphi - Selezione Aforismario

«Conosci te stesso» è tutta la scienza. Solo alla fine della conoscenza di tutte le cose, l'uomo avrà conosciuto se stesso. Le cose infatti sono soltanto i limiti dell'uomo.

Il cristiano compassionevole. L'altra faccia della pietà cristiana per i dolori del prossimo è il profondo sospetto per ogni gioia del prossimo, per la sua gioia in tutto ciò che vuole e può.

Le guerre. Le grandi guerre del presente sono le conseguenze prodotte dallo studio della storia.

Governare. Gli uni governano per il piacere di governare, gli altri per non esser governati : questi ultimi hanno soltanto il più piccolo dei due mali.

Mendicanti. Si devono sopprimere i mendicanti: perché dare loro qualcosa manda in collera, e manda in collera non dar loro nulla.

Questione di coscienza. «E in summa: che cosa è che propriamente volete di nuovo?». Non vogliamo più fare delle cause i peccatori e delle conseguenze i carnefici.

Da una discussione. - A: Amico, lei ha perso la voce a forza di parlare! - B: Se è così, sono confutato. Non parliamone più!

Volersi sbagliare. Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.

Infantile. Chi vive come i bambini - quindi non lotta per il suo pane e non crede che alle sue azioni possa toccare un significato definitivo - resta infantile.

Pericolo nella bellezza. Questa donna è bella e intelligente; ma, ah, quanto più intelligente sarebbe diventata, se non fosse stata così bella!

Riconoscente. Un granello in più di riconoscenza e di venerazione: - e già se ne soffre come di un vizio, e con tutta la nostra indipendenza e autonomia si cade in balìa della cattiva coscienza.

Santi. Gli uomini più sensuali sono quelli che fuggono dinanzi alle donne e devono martoriare la carne.

Corruttore. Si corrompe nel modo più sicuro un adolescente, se gli si insegna a stimare chi la pensa come lui più di chi la pensa diversamente.

Apparenza dell'eroismo. Gettarsi in mezzo ai nemici può essere il segno distintivo della viltà.

Vero una, due e tre volte. Gli uomini mentono indicibilmente spesso, ma dopo non ci pensano e in complesso non ci credono.

L'amico non più desiderato. Si desidera che ci diventi piuttosto nemico l'amico di cui non si possono appagare le speranze.

Surrogato di coscienza. Un uomo è per l'altro la sua coscienza: e questo è particolarmente importante quando l'altro è solito non averne alcuna.

Una scuola di eloquenza. Se si tace per un anno, si disimpara a chiacchierare e si impara a parlare. I Pitagorici furono i migliori politici della loro epoca.

Uomini del caso. In ogni scoperta, l'essenziale è prodotto dal caso, ma questo caso la maggior parte degli uomini non lo incontra.

Vanità. La vanità è il timore di apparire originali, quindi un difetto di orgoglio, ma non necessariamente un difetto di originalità.

Rendere immortale. Chi vuole uccidere il suo nemico, consideri bene se proprio con ciò non lo renda, dentro di sé, eterno.

Remedium amoris. Ancor sempre, contro l'amore è d'aiuto, nella maggioranza dei casi, quell'antico radicale rimedio: esser riamati.

Uomo e cose. Perché l'uomo non vede le cose? Perché vi ha interposto sé stesso: egli nasconde le cose.

Maestri e scolari. Conviene all'umanità di un maestro, mettere i propri discepoli in guardia contro se stesso.

Azione della lode. La grande lode alcuni rende pudibondi, altri insolenti.

Astinenza più rara. Spesso non è piccolo segno di umanità non voler giudicare un altro e rifiutarsi di pensare a lui.

Maestria. La maestria è raggiunta quando nell'esecuzione non ci si sbaglia né si esita.

Le buone quattro virtù. Onesti verso noi stessi e chi altri ci è amico; valorosi contro il nemico; magnanimi verso i vinti; cortesi – sempre: così ci vogliono le quattro virtù cardinali.

Addosso a un nemico. Come suonano bene la cattiva musica e i cattivi ragionamenti, quando si marcia per dare addosso a un nemico!

Perdite. Ci sono perdite che conferiscono all'anima una sublimità, per la quale essa si astiene dal lamentarsi e passa in silenzio come sotto alti e neri cipressi.

Infermeria da campo dell'anima. Qual è il mezzo di guarigione più forte? La vittoria.

Disquamarsi. Il serpente che non può disquamarsi, perisce. Così pure gli spiriti ai quali si impedisce di mutare le loro idee: cessano di essere spirito.

Pace della casa e pace dell’anima. La nostra disposizione abituale dipende dalla disposizione in cui sappiamo mantenere il nostro ambiente.

Sedurre all’amore. Chi odia sé stesso, noi dobbiamo temerlo, giacché saremo vittime del suo rancore e della sua vendetta. Vediamo dunque come possiamo sedurlo all’amore di se stesso!

Quanto spesso! Quanto inaspettato! Quanti uomini coniugati hanno vissuto quel mattino in cui si è fatto loro chiaro che la loro giovane moglie è noiosa credendo il contrario! Per non parlare affatto di quelle donne in cui la carne è pronta ma lo spirito è debole!

Chi mai è solo! Il pauroso non sa che cosa sia l’essere soli: dietro la sua sedia sta sempre un nemico. Oh, se qualcuno potesse raccontarci la storia di quel sottile sentimento che si chiama solitudine!

Rassegnazione. Che cos’è la rassegnazione? È la posizione più comoda di un malato, che si è a lungo rigirato fra i tormenti per trovarla, che se ne è stancato – e infine l’ha trovata!

Effetti della lode. A causa della grande lode alcuni si vergognano, altri divengono insolenti.

Subito accanto all'esperienza! Anche i grandi spiriti hanno solo la loro esperienza larga una spanna – subito accanto ad essa la loro riflessione cessa: e comincia il loro infinito spazio vuoto e la loro stupidità.

Da non dimenticare! Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare.

Libro di Nietzsche consigliato da Aforismario
Libro di Nietzsche
Umano, troppo umano. Vol. 1 e 2
Traduttore: Sossio Giametta
Editore Adelphi, 1979

"Umano, troppo umano, I" è la prima opera di Nietzsche presentata in quella forma aforistica che si rivelerà poi essere la sua più peculiare. Qui appare già, con tutta la sua potenza corrosiva, il Nietzsche che dubita, che mina ogni certezza, che si addestra allo stile tagliente dei grandi moralisti francesi - in breve il Nietzsche stilisticamente più moderno. E non si tratta solo di una conquista stilistica. Con l'aforisma si manifesta una nuova fase della conoscenza: esso induce a una sorta di lampeggiamento razionale, all'analisi come incursione fulminea, che getta luce su un punto concreto, prima di ritrarsi nell'oscurità. Umano, troppo umano, II è la testimonianza, nell'attività di Nietzsche, di un ripiegamento su se stesso: è uno stato d'animo ciclico nella sua vita, anche se talora viene mascherato, come in questo caso. Le cose non lo sospingono e gli uomini lo hanno lasciato solo, cosicché l'autore può interessarsi più di se stesso, come fa qui il viandante, costretto a parlare con la propria ombra.

Note
Di Friedrich Nietzsche vedi anche: Frasi dalle Opere II - Citazioni dalle Opere III - Opinioni su Nietzsche