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Le più belle frasi di Friedrich Nietzsche (Opere II)

Selezione delle frasi più significative di Friedrich Nietzsche tratte dai libri: La gaia scienza (Die fröhliche Wissenschaft, 1882), Così parlò Zarathustra (Ein Buch für Alle und Keinen, 1883-1885) e Al di là del bene e del male (Jenseits von Gut und Böse, 1886), pubblicati in Italia dalla casa editrice Adelphi con le classiche traduzioni di Giorgio Colli, Mazzino Montinari, Ferruccio Masini e Sossio Giametta. Friedrich Nietzsche (Röcken 1844 - Weimar 1900) è stato un filologo, aforista e filosofo tedesco.
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Foto di Friedrich Nietzsche
Maturità dell'uomo significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giochi.
(Friedrich Nietzsche)

La gaia scienza
Die fröhliche Wissenschaft, 1882 © Adelphi - Selezione Aforismario

Che significa vivere? Vivere – ecco quel che significa: respingere da sé senza tregua qualcosa che vuole morire; vivere – vuol dire essere crudeli e spietati contro tutto ciò che sta diventando debole e vecchio in noi. Vivere – vuol dire: essere senza pietà per i moribondi, i miserabili e i vecchi? Essere sempre di nuovo assassini? Eppure il vecchio Mosè ha detto: "Non uccidere!".

Amore. L’amore perdona alla persona amata finanche il desiderio.

I condizionamenti di Dio. «Dio stesso non può sussistere senza uomini saggi», ha detto Lutero, e a buon diritto; ma «ancora meno può Dio sussistere senza uomini non saggi»: questo il buon Lutero non l'ha detto!

Spiegazioni mistiche. Le spiegazioni mistiche passano per profonde; la verità è che non sono neanche superficiali.

Contro il cristianesimo. Contro il cristianesimo decide oggi il nostro gusto, non più i nostri ragionamenti.

Principio. Un’ipotesi inevitabile, nella quale l’umanità è destinata a imbattersi sempre di nuovo, è a lungo andare più potente della fede meglio creduta in qualcosa di non vero (come la fede cristiana). A lungo andare: ciò significa qui in centomila anni.

Incenso. Buddha dice: «Non adulare il tuo benefattore!». Si ripeta questo detto in una chiesa cristiana: – purificherà subito l’aria di tutto quello che è cristiano.

Qualità scomoda. Trovare tutte le cose profonde – è questa una qualità scomoda. Fa sforzare continuamente gli occhi e alla fine fa trovare sempre più di quello che si era desiderato.

Fama. Quando la gratitudine di molti per uno getta via ogni pudore, nasce la fama.

Essere profondi e apparire profondi. Chi si sa profondo si premura per la chiarezza; chi vuole apparire profondo alla moltitudine, si premura per l’oscurità. La moltitudine prende infatti per profondo tutto ciò di cui non può vedere il fondo: è tanto paurosa ed entra in acqua tanto a malincuore.

Il pensatore. È un pensatore: vale a dire egli se ne intende nel vedere le cose più semplici di quel che sono.

Pensieri. I nostri pensieri sono le ombre delle nostre sensazioni, – sempre più oscuri, più vuoti, più semplici di queste.

Misantropia e amore. Si dice che si è sazi degli uomini solo quando non li si digerisce più e però se ne ha ancora lo stomaco pieno. La misantropia è la conseguenza di una troppo avida filantropia e «antropofagia» – ma chi ti ha ordinato di ingoiare gli uomini come le ostriche, mio principe Amleto?

Limiti del nostro udito. Si odono solo le domande alle quali si è in condizione di trovare una risposta.

Abitudine. Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno.

Libri. Come può essere importante un libro che non sappia neppure condurci oltre tutti i libri?

Egoismo. L'egoismo è la legge prospettica della sensibilità, secondo la quale le cose più vicine appaiono grandi e pesanti: mentre in lontananza perdono, tutte, grandezza e peso.

I negatori del caso. Nessun vincitore crede al caso.

Dal paradiso. "Bene e male sono i pregiudizi di Dio" disse il serpente.

Ma che sono alla fin fine le verità dell'uomo? Sono gli errori inconfutabili dell'uomo.

Quel che noi facciamo. Quel che noi facciamo non è mai compreso, ma sempre soltanto lodato e biasimato.

Contro chi loda. - A: Si è lodati solo dai nostri pari! - B: Sì! E chi ti loda, ti dice : tu sei mio pari!

Contro certa apologia. La più perversa maniera di nuocere a una causa è difenderla con argomenti errati a bella posta.

Disdegno dell'orgoglioso. L'orgoglioso disdegna perfino quelli che lo portano avanti: guarda accigliato i cavalli della sua carrozza.

Liberalità. Liberalità spesso è nei ricchi nient'altro che una specie di timidezza.

Ridere. Ridere significa essere maligni con tranquilla coscienza.

Nel plauso. Nel plauso c'è sempre una specie di rumore: anche nel plauso che tributiamo a noi stessi.

Hic niger est. Ordinariamente non ha alcun pensiero - ma in via eccezionale gli vengono cattivi pensieri.

Pericolo nella voce. Con una voce troppo forte in gola, si è quasi privi della possibilità di pensare cose sottili.

Causa ed effetto. Prima dell'effetto si crede a cause diverse da quelle cui si crede dopo l'effetto.

Pervicacia e fedeltà. Per pervicacia s'attacca a una causa che gli è diventata inconsistente, ma chiama questo «fedeltà».

Sognare. Non si sogna, oppure si sogna in modo interessante. Si deve imparare a fare altrettanto nella veglia: non vegliar per nulla o vegliare in modo interessante.

Origine di «buono» e «cattivo». Inventa una cosa migliore solo colui che è capace di sentire: «questo non è buono».

Pensieri e parole. Anche i propri pensieri non è possibile restituirli completamente in parole.

Lode nella scelta. L'artista sceglie la sua materia: è il suo modo di lodare.

Contro la perplessità. Colui che è sempre profondamente occupato, è al di là di ogni perplessità.

Tavola pitagorica. Uno solo ha sempre torto, ma con due comincia la verità. Uno solo non può dimostrarsi, ma due già non possiamo confutarli.

Senza vanità. Quando si ama, si vuole che i nostri difetti restino celati: non per vanità, ma perché l'essere amato non deve soffrire. Sì, chi ama vorrebbe sembrare un dio, ma anche questo non per vanità.

Dove necessita crudeltà. Chi ha grandezza, è crudele verso le sue virtù e le sue riflessioni di second'ordine.

Con una grande meta. Con una grande meta si è superiori perfino alla giustizia, non soltanto alle proprie azioni e ai propri giudici.

Ultima scepsi. Ma che sono alla fin fine le verità dell'uomo? − Sono gli errori inconfutabili dell'uomo.

Che cosa rende eroici? Muovere incontro al proprio supremo dolore e insieme alla propria suprema speranza.

In che cosa credi? In questo: che i pesi di tutte le cose devono essere nuovamente determinati.

Che cosa dice la tua coscienza? Devi divenire quello che tu sei.

Dove stanno i tuoi più grandi pericoli? Nella compassione.

Che cosa ami negli altri? Le mie speranze.

Chi chiami cattivo? Chi mira soltanto a creare vergogna.

Che cos'è per te la cosa più umana? Risparmiare vergogna a qualcuno.

Che cos'è il sigillo della raggiunta libertà? Non provare più vergogna davanti a se stessi.

Così parlò Zarathustra
Ein Buch für Alle und Keinen, 1883-1885 © Adelphi - Selezione Aforismario

Vi scongiuro, fratelli, rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di sovraterrene speranze! Lo sappiano o no: costoro esercitano il veneficio. Dispregiatori della vita essi sono, moribondi e avvelenati essi stessi, hanno stancato la terra: possano scomparire!

Un tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo sacrilegio, ma Dio è morto, e così sono morti anche tutti questi sacrileghi.

La grandezza dell'uomo è di essere un ponte e non uno scopo: nell'uomo si può amare che egli sia una transizione e un tramonto.

Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.

Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza.

Di tutto quanto è scritto io amo solo ciò che uno scrive col suo sangue. Scrivi col sangue: e allora imparerai che il sangue è spirito.

Chi scrive in sangue e sentenze, non vuol essere letto ma imparato a mente.

Voi guardate verso l'alto, quando cercate elevazione. E io guardo in basso, perché sono elevato.

Meglio essere folle per proprio conto che saggio con le opinioni altrui.

Noi amiamo la vita non perché ci siamo abituati alla vita, bensì all'amore. Nell'amore è sempre un po' di demenza. Ma anche nella demenza è sempre un po' di ragione.

Non con la collera, col riso si uccide.

Colui che poco possiede è tanto meno posseduto.

Coraggiosi, noncuranti, beffardi, violenti – così ci vuole la saggezza: che è femmina e sa amare solo il guerriero.

Voi mi dite: “la vita è pesante da portare”. Ma perché mai avreste la mattina il vostro orgoglio e la sera la vostra rassegnazione? La vita è pesante da portare: ma, per favore, non fate troppo i delicati! Noi siamo tutti quanti graziosi e robusti asini e asine. Che cosa abbiamo in comune col bocciolo di rosa, che trema per il peso di una goccia di rugiada?

Colui che si è dedicato alla conoscenza non scende malvolentieri nell'acqua della verità quando è sporca, bensì quando è acqua bassa e superficiale.

Sei uno schiavo? Allora sei incapace di essere amico. Sei un tiranno? Allora sei incapace di avere amici. Per troppo tempo nella donna si è celato uno schiavo e un tiranno. Perciò la donna non è ancora capace di amicizia: essa conosce solo l'amore.

Il piacere di essere gregge è più antico del piacere di essere io: e finché la buona coscienza si chiama gregge, solo la cattiva coscienza dice: io.

Il vostro amore del prossimo è il vostro cattivo amore per voi stessi. Voi fuggite verso il prossimo fuggendo voi stessi, e di ciò vorreste fare una virtù.

Chi va dal prossimo, perché cerca se stesso, e chi, perché vorrebbe perdersi. Il vostro cattivo amore di voi stessi vi trasforma la solitudine in un carcere.

Quanto più in alto sali, tanto più piccolo ti vede l'occhio dell'invidia.

Il peggiore nemico che puoi incontrare, sarai sempre tu per te stesso.

Due cose vuole l'uomo autentico: pericolo e giuoco. Perciò egli vuole la donna, come il giocattolo più pericoloso.

L'uomo deve essere educato per la guerra e la donna per il ristoro del guerriero: tutto il resto è sciocchezza.

La felicità dell'uomo dice: io voglio. La felicità della donna dice: egli vuole.

Vai dalle donne? Non dimenticare la frusta!

Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari.

Se uno attraversa il fuoco per la sua dottrina − che mai prova ciò! Cosa maggiore è che la dottrina propria venga dal rogo di se stessi.

Anche Iddio ha il suo inferno: è il suo amore per gli uomini.

Ogni "così fu" è un frammento, un enigma, una casualità orrida − fin quando la volontà che crea non dica anche: “ma così volli che fosse!”.

Infine non si vive se non se stessi.

L'uomo è un cavo teso tra la bestia e il superuomo, – un cavo al di sopra di un abisso.
[Der Mensch ist ein Seil, geknüpft zwischen Tier und Übermensch – ein Seil über einem Abgrunde].
Foto di Friedrich Nietzsche
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari. (Friedrich Nietzsche)

Al di là del bene e del male
Jenseits von Gut und Böse, 1886 © Adelphi - Selezione Aforismario

Chi disprezza sé stesso, continua pur sempre ad apprezzarsi come disprezzatore.

Le stesse passioni nell'uomo e nella donna hanno un "tempo diverso": perciò uomo e donna non cessano di fraintendersi.

Maturità dell'uomo: significa aver ritrovato la serietà che da fanciulli si metteva nei giuochi.

Le grandi epoche della nostra vita si hanno quando noi abbiamo il coraggio di ribattezzare il nostro male come quel che abbiamo di meglio.

Quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male.

La follia è nei singoli qualcosa di raro − ma nei gruppi, nei partiti, nei popoli, nelle epoche è la regola.

Il pensiero del suicidio è un energico mezzo di conforto: con esso si arriva a capo di molte cattive notti.

Il cristianesimo dette da bere a Eros del veleno − costui in verità non ne morì, ma degenerò in vizio.

Parlare molto di sé può anche essere un mezzo per nascondersi.

Infine si ama il proprio desiderio, e non quel che si è desiderato.

Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.

Chi è in tutto e per tutto un maestro prende sul serio tutte le cose soltanto in relazione ai suoi scolari – perfino se stesso.

«La conoscenza per amore della conoscenza» – è questo l’ultimo tranello che la morale ci tende: in tal modo ci si invischia ancora una volta pienamente in essa.

Il fascino della conoscenza sarebbe piccolo se, sulla via che porta ad essa, non ci fosse da superare tanto pudore.

Più di tutto si è disonesti verso il proprio Dio: egli non deve peccare!

La tendenza a sminuirsi, a farsi derubare, ingannare e sfruttare potrebbe essere il pudore di un dio fra gli uomini.

L’amore per uno solo è una barbarie, perché si esercita a spese di tutti gli altri. Anche l’amore per Dio.

«Io ho fatto questo» dice la mia memoria. Io non posso aver fatto questo–dice il mio orgoglio e rimane irremovibile. Alla fine è la memoria a cedere.

Si è osservata male la vita se non si è vista anche la mano che, per risparmiare, uccide.

Se si ha carattere si ha anche una propria, tipica esperienza interiore, che ritorna sempre.

Il sapiente come astronomo. – Finché continuerai a sentire le stelle come un «sopra-di-te», ti mancherà sempre lo sguardo dell’uomo della conoscenza.

Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa l’uomo superiore.

Chi attinge il proprio ideale, per ciò stesso lo supera.

Più di un pavone nasconde a ogni sguardo la sua ruota – e chiama ciò la sua fierezza.

Un uomo di genio è insopportabile se non possiede almeno due altre qualità: gratitudine e pulizia.

Un’anima che si sa amata ma che essa stessa non ama, rivela la sua feccia: il suo fondo viene alla superficie.

Una cosa che si spiega cessa di interessarci. Che cosa intendeva quel dio che suggerì: «Conosci te stesso»? Voleva forse dire «Cessa di interessarti a te stesso! Diventa oggettivo!». E Socrate? E «l'uomo scientifico»?

La donna impara a odiare nella stessa misura in cui disimpara ad affascinare.

Le donne stesse hanno, in fondo a ogni vanità personale, ancor sempre un loro impersonale disprezzo per «la donna».

Cuore legato, spinto libero.– Se si lega strettamente e si tiene prigioniero il proprio cuore, si possono dare al proprio spirito molte libertà: l’ho già detto una volta. Ma non mi si crede» ammesso che non lo si sappia già...

Delle persone molto accorte si comincia a diffidare quando appaiono imbarazzate.

Gli uomini gravi e malinconici diventano più leggeri e vengono talvolta alla loro superficie proprio per ciò che rende gravi gli altri, per l’amore e l’odio.

Chi non ha già una volta sacrificato se stesso per la sua buona reputazione?

Nell'affabilità non c’è alcun odio per gli uomini, ma appunto perciò fin troppo disprezzo per essi.

Cosa, un grand'uomo? Io vedo sempre e solo il commediante del suo proprio ideale.

Quando si ammaestra la propria coscienza, essa ci bacia nello stesso momento in cui ci morde.

Parla il deluso: «Aspettavo un’eco, ma sentii solo lodi».

Scoprire che il proprio amore è ricambiato dovrebbe propriamente raffreddare l’amante verso Tessere amato. «Come, è esso tanto modesto da amare anche te? O tanto stupido? Oppure... oppure ...»

Non il loro amore degli uomini, ma l’impotenza del loro amore degli uomini impedisce ai cristiani di oggi di bruciarci.

Una volta che sia presa la decisione di chiudere le orecchie anche al migliore argomento in contrario: segno di carattere forte. Dunque un’occasionale volontà di stupidità.

Non ci sono affatto fenomeni morali; c’è solo un’interpretazione morale dei fenomeni...

Dove non entrano amore e odio, la donna si comporta con mediocrità.

Le grandi epoche della nostra vita sono quelle in cui troviamo il coraggio di ribattezzare quel che abbiamo di male come quel che abbiamo di meglio.

La volontà di superare una passione è alla fine soltanto la volontà di cominciare un’altra o più altre passioni.

C'è un'innocenza dell'ammirazione: ce l'ha colui a cui non è ancora venuto in mente che potrebbe un giorno essere ammirato anche lui.

Se la verità è donna, non sarà forse fondato il sospetto che tutti i filosofi, nella misura in cui furono dogmatici, s’intendevano poco di donne?

Spesso la sensualità affretta troppo la crescita dell'amore, sicché la radice rimane debole ed è facile da sradicare.

Libro di Nietzsche consigliato da Aforismario
Libro di Nietzsche
La gaia scienza

Traduzione: Ferruccio Masini
Editore: Adelphi, 1977

Ne "La gaia scienza", lo stile di Nietzsche sembra raggiungere la sua perfezione: all'implacabile spirito indagatore, a cui già si dovevano "Umano, troppo umano" e "Aurora", si associa ora quello spirito della danza che attendeva di presentarsi nella figura di Zarathustra. Tutte le tensioni laceranti che sfoceranno nella follia sono già presenti in queste pagine, ma ancora sovranamente dominate.

Note
Di Friedrich Nietzsche vedi anche: Aforismi dalle Opere I - Citazioni dalle Opere III - Opinioni su Nietzsche