Frasi e citazioni sull'Emigrazione e sui Migranti
Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sull'emigrazione e sugli emigranti. In senso generico, la migrazione indica lo spostamento di intere popolazioni verso aree diverse da quella di origine, con l'intento di stabilirvisi in modo permanente. Le migrazioni possono avere diverse cause: guerre, carestie, sovrappopolazione, mutazioni climatiche, ricerca di migliori condizioni di vita, ecc. Come osserva il sociologo Zygmunt Bauman: "L'era moderna è stata fin dall'inizio un'epoca di grandi migrazioni. Masse di popolazione non ancora conteggiate e forse incalcolabili si spostarono da un capo all'altro del pianeta, lasciando i loro paesi natii che non offrivano possibilità di sopravvivenza, alla volta di terre straniere che prometteva-no migliore fortuna". [Vite di scarto, 2004].
Più in particolare, l'emigrazione indica l’espatrio (emigrazione esterna) o lo spostamento regionale all'interno del medesimo Stato (emigrazione interna) di un individuo o di masse di individui per motivi di lavoro e per migliorare le proprie condizioni economiche e sociali. Un esempio di emigrazione esterna è quella dei milioni di italiani che dalla seconda metà del XIX secolo fino agli anni trenta del XX secolo si sono trasferiti nelle Americhe. Un esempio di emigrazione interna è quello dei meridionali italiani, che, soprattutto tra gli anni '50 e '60 del XX secolo, si sono trasferiti dalle regioni più povere del Sud a quelle industrializzate del Nord Italia.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sull'immigrazione, gli immigrati, i profughi, i rifugiati e gli stranieri. [I link sono in fondo alla pagina].
Quando uno lascia un paese, tutte le cose acquistano prima della partenza un valore straordinario di ricordo, e ci fanno pregustare la lontananza e la nostalgia.
Anche la Santa sede alza la voce: «Rispettare i diritti dei migranti è un dovere delle società sviluppate». L'Italia può appigliarsi a quest'ultimo cavillo.
Stefano Andreoli e Alessandro Bonino (a cura di), Spinoza. Un libro serissimo, 2010
Il turista, il vagabondo, il migrante, "tipi" sociali felici o infelici, ma in ogni caso caratteristici della post-modernità, sono espressioni di una mobilità infeconda, che produce repulsione, o nel migliore dei casi indifferenza, ma non attrazione. Il turista internazionale va in cerca di monumenti o di spiagge ma non vede letteralmente l'umanità che popola i suoi paesaggi preferiti. Il vagabondo e l'homeless sono insieme esposti e invisibili nelle nostre strade.
Zygmunt Bauman, La solitudine del cittadino globale, 1999
I migranti traversano frontiere e oceani, legalmente o no, per finire, in gran parte delle società occidentali, o nel buco nero dell'economia informale o nelle nicchie invisibili di quella marginale.
Zygmunt Bauman, La solitudine del cittadino globale, 1999
Questi «emigranti economici» (vale a dire, persone che seguono i precetti della «scelta razionale» e quindi tentano di guadagnarsi da vivere ovunque ciò sia possibile anziché restare dove questa possibilità non esiste) sono esplicitamente condannati dagli stessi governi che tentano in tutti i modi di elevare la «flessibilità del lavoro» a principale virtù del loro elettorato o che esortano i disoccupati locali a «pedalare» e andare là dove il lavoro chiama.
Zygmunt Bauman, Amore liquido, 2003
Le porte possono anche essere sbarrate, ma il problema non si risolverà, per quanto massicci possano essere i lucchetti. Lucchetti e catenacci non possono certo domare o indebolire le forze che causano l'emigrazione; possono contribuire a occultare i problemi alla vista e alla mente, ma non a farli scomparire.
Zygmunt Bauman, Amore liquido, 2003
Per quanto in buona fede, gli sforzi per arginare la marea delle «migrazioni economiche» non sono, e probabilmente non possono essere resi, efficaci al cento per cento. La miseria protratta getta nella disperazione milioni di persone, e in un'epoca di terra di frontiera globale e di criminalità globalizzata, difficilmente ci si può aspettare una penuria di «aziende» desiderose di ricavare qualche dollaro (diciamo pure qualche miliardo di dollari) da quella disperazione.
Zygmunt Bauman, Vite di scarto, 2004
Emigrante. Un ingenuo convinto che un paese possa essere migliore di un altro.
Migrante è una parola politica. Oggi sono profughi e rifugiati a scappare da un posto che amano. Lasciano la loro casa perché non ne hanno più una.
Bono, citato su La Stampa, 2015
Mio padre soltanto per avere cambiato quartiere si considerava un emigrante.
Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009
Le migrazioni, oggi, non avvengono più per spostamenti compatti ma per infiltrazioni successive: ci si insinua a poco a poco fra gli «indigeni», troppo esangui e troppo superiori per abbassarsi ancora all'idea di un «territorio». Dopo mille anni di vigilanza, si aprono le porte...
Emil Cioran, Squartamento, 1979
La migrazione, prima di essere analizzata, è stata politicizzata.
Paul Collier [1]
Al mondo c'è gente talmente povera, da essere costretta ad emigrare in Albania per cercare lavoro!
Giobbe Covatta, Dio li fa e poi li accoppa, 1999
Mare nostro che non sei nei cieli / e abbracci i confini dell'isola e del mondo / sia benedetto il tuo sale / sia benedetto il tuo fondale. / Accogli le gremite imbarcazioni / senza una strada sopra le tue onde / i pescatori usciti nella notte / le loro reti tra le tue creature / che tornano al mattino / con la pesca dei naufraghi salvati. / Mare nostro che non sei nei cieli / all'alba sei colore del frumento / al tramonto dell'uva di vendemmia, / ti abbiamo seminato di annegati / più di qualunque età delle tempeste. / Mare nostro che non sei nei cieli / tu sei più giusto della terra ferma / pure quando sollevi onde a muraglia / poi le abbassi a tappeto. / Custodisci le vite, le visite cadute / come foglie sul viale / fai da autunno per loro / da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte / di padre e madre prima di partire.
Erri De Luca, Preghiera laica al Mediterraneo, 2015
La concezione occidentale della globalizzazione è questa: libera circolazione dei capitali e delle merci ma non degli uomini.
Massimo Fini, Il vizio oscuro dell'Occidente, 2002
Tutte le storie umane sono storie migratorie, perché ognuno è un rifugiato della propria infanzia.
Mohsin Hamid [1]
La storia, nel suo aspetto più ampio, è una registrazione delle migrazioni dell'uomo da un ambiente all'altro.
Ellsworth Huntington [1]
Giustamente si ricorda l’emigrazione italiana, la dura e ammirevole odissea dei nostri emigranti, stranieri spesso osteggiati nei Paesi allora più ricchi e ostili. Ma appunto perciò occorre sapere quanto sia difficile, per tutti, essere stranieri.
Claudio Magris, Livelli di guardia, 2011
I Paesi ricchi devono capire che chi emigra non lo fa per diletto ma perché è costretto, non ha scelta. Chi va a guadagnarsi da vivere in un Paese lontano non ruba l'impiego ad un locale, ma svolge lavori che nessuno vuol fare e spesso è sottopagato.
Óscar Rodríguez Maradiaga, Intervista di Gianni Cardinale, su 30Giorni, 2002
Perché la gente emigra? Cosa la spinge a partire, ad abbandonare tutto quello che ha per l'ignoto, oltre l'orizzonte? Dove trova la forza di scalare l'erta montagna della burocrazia? Di sopportare la trafila che fa di ogni aspirante immigrato un pezzente? La risposta è sempre la stessa: la gente emigra nella speranza di una vita migliore.
Yann Martel, Vita di Pi, 2001
Le persone emigrano perché logorate dall'angoscia. Consapevoli che i loro sforzi non serviranno a nulla, che quello che riusciranno a costruire in un anno verrà distrutto da qualcun altro in un solo giorno. Convinte che il futuro sia ipotecato, che con un po' di fortuna forse loro potranno farcela, ma non i loro figli. Intimamente certe che a casa nulla cambierà, che possono essere tranquille e felici solo altrove.
Yann Martel, Vita di Pi, 2001
Interi popoli sono in movimento in tutto il pianeta e in modo particolare in Africa, nel vicino Oriente, nell'Asia centrale e nell'Asia del Pacifico. Fuggono da guerre, stragi, povertà; hanno come destinazione i Paesi e i continenti di antica opulenza, suscitando rari sentimenti di accoglienza e molto più frequentemente reazioni di chiusura e respingimento. Questo tema ha ripercussioni sociali, economiche, demografiche, politiche; durerà non meno di mezzo secolo, cambierà il pianeta, sconvolgerà le etnie vigenti, accrescerà ovunque le contraddizioni che sono il tratto distintivo della nostra specie; tenderà ad avvicinare le diverse religioni ma contemporaneamente ecciterà i fondamentalismi e i terrorismi che ne derivano.
Eugenio Scalfari, su la Repubblica, 2015
Il solo modo non di abolire ma di moderare le migrazioni di interi popoli è di educarli civilmente e professionalmente sulle terre dalle quali vogliono andarsene. Bonificare eticamente quelle terre. Trasformare le loro plebi in popoli.
Eugenio Scalfari, su la Repubblica, 2015
Irrequietezza migratoria come di un uccello nostalgico che sogna, alle prime nebbie d'autunno, i suoi palmizi e le sue terre ardenti. Tensione di tutto l'essere verso il nuovo; verso il largo tumulto di una vita diversa da questa − contemplazione pacifica d'ore e di stagioni cangianti. − Ah ! basterebbe un ammicco, un segno col dito. − C è meglio. Un telegramma d'amici, improvvisamente − e si salta in un treno.
Ardengo Soffici, Giornale di bordo, 1915
Non possiamo e non dovremmo impedire alle persone di migrare. Dobbiamo dare loro una vita migliore a casa loro. La migrazione è un processo, non un problema.
William L. Swing [1]
Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria.
Karol Wojtyła (papa Giovanni Paolo II), messaggio per la 90ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, 2003
Sembra esserci nell'uomo, come nell'uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.
Marguerite Yourcenar, Il giro della prigione, 1991
Più in particolare, l'emigrazione indica l’espatrio (emigrazione esterna) o lo spostamento regionale all'interno del medesimo Stato (emigrazione interna) di un individuo o di masse di individui per motivi di lavoro e per migliorare le proprie condizioni economiche e sociali. Un esempio di emigrazione esterna è quella dei milioni di italiani che dalla seconda metà del XIX secolo fino agli anni trenta del XX secolo si sono trasferiti nelle Americhe. Un esempio di emigrazione interna è quello dei meridionali italiani, che, soprattutto tra gli anni '50 e '60 del XX secolo, si sono trasferiti dalle regioni più povere del Sud a quelle industrializzate del Nord Italia.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sull'immigrazione, gli immigrati, i profughi, i rifugiati e gli stranieri. [I link sono in fondo alla pagina].
Quando uno lascia un paese, tutte le cose acquistano prima della partenza un valore straordinario di ricordo, e ci fanno pregustare la lontananza e la nostalgia. (Corrado Alvaro) |
Corrado Alvaro, Gente in Aspromonte, 1930
Anche la Santa sede alza la voce: «Rispettare i diritti dei migranti è un dovere delle società sviluppate». L'Italia può appigliarsi a quest'ultimo cavillo.
Stefano Andreoli e Alessandro Bonino (a cura di), Spinoza. Un libro serissimo, 2010
Il turista, il vagabondo, il migrante, "tipi" sociali felici o infelici, ma in ogni caso caratteristici della post-modernità, sono espressioni di una mobilità infeconda, che produce repulsione, o nel migliore dei casi indifferenza, ma non attrazione. Il turista internazionale va in cerca di monumenti o di spiagge ma non vede letteralmente l'umanità che popola i suoi paesaggi preferiti. Il vagabondo e l'homeless sono insieme esposti e invisibili nelle nostre strade.
Zygmunt Bauman, La solitudine del cittadino globale, 1999
I migranti traversano frontiere e oceani, legalmente o no, per finire, in gran parte delle società occidentali, o nel buco nero dell'economia informale o nelle nicchie invisibili di quella marginale.
Zygmunt Bauman, La solitudine del cittadino globale, 1999
Questi «emigranti economici» (vale a dire, persone che seguono i precetti della «scelta razionale» e quindi tentano di guadagnarsi da vivere ovunque ciò sia possibile anziché restare dove questa possibilità non esiste) sono esplicitamente condannati dagli stessi governi che tentano in tutti i modi di elevare la «flessibilità del lavoro» a principale virtù del loro elettorato o che esortano i disoccupati locali a «pedalare» e andare là dove il lavoro chiama.
Zygmunt Bauman, Amore liquido, 2003
Le porte possono anche essere sbarrate, ma il problema non si risolverà, per quanto massicci possano essere i lucchetti. Lucchetti e catenacci non possono certo domare o indebolire le forze che causano l'emigrazione; possono contribuire a occultare i problemi alla vista e alla mente, ma non a farli scomparire.
Zygmunt Bauman, Amore liquido, 2003
Per quanto in buona fede, gli sforzi per arginare la marea delle «migrazioni economiche» non sono, e probabilmente non possono essere resi, efficaci al cento per cento. La miseria protratta getta nella disperazione milioni di persone, e in un'epoca di terra di frontiera globale e di criminalità globalizzata, difficilmente ci si può aspettare una penuria di «aziende» desiderose di ricavare qualche dollaro (diciamo pure qualche miliardo di dollari) da quella disperazione.
Zygmunt Bauman, Vite di scarto, 2004
Emigrante. Un ingenuo convinto che un paese possa essere migliore di un altro.
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911
Migrante è una parola politica. Oggi sono profughi e rifugiati a scappare da un posto che amano. Lasciano la loro casa perché non ne hanno più una.
Bono, citato su La Stampa, 2015
Mio padre soltanto per avere cambiato quartiere si considerava un emigrante.
Pino Caruso, Ho dei pensieri che non condivido, 2009
Le migrazioni, oggi, non avvengono più per spostamenti compatti ma per infiltrazioni successive: ci si insinua a poco a poco fra gli «indigeni», troppo esangui e troppo superiori per abbassarsi ancora all'idea di un «territorio». Dopo mille anni di vigilanza, si aprono le porte...
Emil Cioran, Squartamento, 1979
La migrazione, prima di essere analizzata, è stata politicizzata.
Paul Collier [1]
Al mondo c'è gente talmente povera, da essere costretta ad emigrare in Albania per cercare lavoro!
Giobbe Covatta, Dio li fa e poi li accoppa, 1999
Mare nostro che non sei nei cieli / e abbracci i confini dell'isola e del mondo / sia benedetto il tuo sale / sia benedetto il tuo fondale. / Accogli le gremite imbarcazioni / senza una strada sopra le tue onde / i pescatori usciti nella notte / le loro reti tra le tue creature / che tornano al mattino / con la pesca dei naufraghi salvati. / Mare nostro che non sei nei cieli / all'alba sei colore del frumento / al tramonto dell'uva di vendemmia, / ti abbiamo seminato di annegati / più di qualunque età delle tempeste. / Mare nostro che non sei nei cieli / tu sei più giusto della terra ferma / pure quando sollevi onde a muraglia / poi le abbassi a tappeto. / Custodisci le vite, le visite cadute / come foglie sul viale / fai da autunno per loro / da carezza, da abbraccio, da bacio in fronte / di padre e madre prima di partire.
Erri De Luca, Preghiera laica al Mediterraneo, 2015
La concezione occidentale della globalizzazione è questa: libera circolazione dei capitali e delle merci ma non degli uomini.
Massimo Fini, Il vizio oscuro dell'Occidente, 2002
Forse siamo tutti potenziali migranti. Le linee dei confini nazionali sulle mappe sono costrutti artificiali, tanto innaturali per noi quanto lo sono per gli uccelli che volano sopra di noi. Il nostro primo impulso è ignorarli.
Mohsin Hamid [1]
Tutte le storie umane sono storie migratorie, perché ognuno è un rifugiato della propria infanzia.
Mohsin Hamid [1]
La storia, nel suo aspetto più ampio, è una registrazione delle migrazioni dell'uomo da un ambiente all'altro.
Ellsworth Huntington [1]
Giustamente si ricorda l’emigrazione italiana, la dura e ammirevole odissea dei nostri emigranti, stranieri spesso osteggiati nei Paesi allora più ricchi e ostili. Ma appunto perciò occorre sapere quanto sia difficile, per tutti, essere stranieri.
Claudio Magris, Livelli di guardia, 2011
I Paesi ricchi devono capire che chi emigra non lo fa per diletto ma perché è costretto, non ha scelta. Chi va a guadagnarsi da vivere in un Paese lontano non ruba l'impiego ad un locale, ma svolge lavori che nessuno vuol fare e spesso è sottopagato.
Óscar Rodríguez Maradiaga, Intervista di Gianni Cardinale, su 30Giorni, 2002
Perché la gente emigra? Cosa la spinge a partire, ad abbandonare tutto quello che ha per l'ignoto, oltre l'orizzonte? Dove trova la forza di scalare l'erta montagna della burocrazia? Di sopportare la trafila che fa di ogni aspirante immigrato un pezzente? La risposta è sempre la stessa: la gente emigra nella speranza di una vita migliore.
Yann Martel, Vita di Pi, 2001
Le persone emigrano perché logorate dall'angoscia. Consapevoli che i loro sforzi non serviranno a nulla, che quello che riusciranno a costruire in un anno verrà distrutto da qualcun altro in un solo giorno. Convinte che il futuro sia ipotecato, che con un po' di fortuna forse loro potranno farcela, ma non i loro figli. Intimamente certe che a casa nulla cambierà, che possono essere tranquille e felici solo altrove.
Yann Martel, Vita di Pi, 2001
In alcune delle nostre province del Mezzogiorno specialmente, dove grande è la miseria e dove grandi sono le ingiustizie che opprimono ancora le classi più diseredate dalla fortuna, è una legge triste e fatale: o emigranti o briganti.
Francesco Saverio Nitti, L’emigrazione italiana e i suoi avversari, 1888
Interi popoli sono in movimento in tutto il pianeta e in modo particolare in Africa, nel vicino Oriente, nell'Asia centrale e nell'Asia del Pacifico. Fuggono da guerre, stragi, povertà; hanno come destinazione i Paesi e i continenti di antica opulenza, suscitando rari sentimenti di accoglienza e molto più frequentemente reazioni di chiusura e respingimento. Questo tema ha ripercussioni sociali, economiche, demografiche, politiche; durerà non meno di mezzo secolo, cambierà il pianeta, sconvolgerà le etnie vigenti, accrescerà ovunque le contraddizioni che sono il tratto distintivo della nostra specie; tenderà ad avvicinare le diverse religioni ma contemporaneamente ecciterà i fondamentalismi e i terrorismi che ne derivano.
Eugenio Scalfari, su la Repubblica, 2015
Il solo modo non di abolire ma di moderare le migrazioni di interi popoli è di educarli civilmente e professionalmente sulle terre dalle quali vogliono andarsene. Bonificare eticamente quelle terre. Trasformare le loro plebi in popoli.
Eugenio Scalfari, su la Repubblica, 2015
Irrequietezza migratoria come di un uccello nostalgico che sogna, alle prime nebbie d'autunno, i suoi palmizi e le sue terre ardenti. Tensione di tutto l'essere verso il nuovo; verso il largo tumulto di una vita diversa da questa − contemplazione pacifica d'ore e di stagioni cangianti. − Ah ! basterebbe un ammicco, un segno col dito. − C è meglio. Un telegramma d'amici, improvvisamente − e si salta in un treno.
Ardengo Soffici, Giornale di bordo, 1915
Non possiamo e non dovremmo impedire alle persone di migrare. Dobbiamo dare loro una vita migliore a casa loro. La migrazione è un processo, non un problema.
William L. Swing [1]
Il governo ha detto: "Presto il napoletano non dovrà più emigrare in Svizzera". No, no 'o governo italiano, il governo svizzero l'ha detto.
Massimo Troisi (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)
Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria.
Karol Wojtyła (papa Giovanni Paolo II), messaggio per la 90ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, 2003
Sembra esserci nell'uomo, come nell'uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.
Marguerite Yourcenar, Il giro della prigione, 1991
Note
- Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
- Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Immigrazione - Profughi e Rifugiati - Stranieri
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