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Frasi e citazioni sul Ritardo Mentale

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sul Ritardo Mentale (o insufficienza mentale o disabilità mentale). Si ha Ritardo Mentale quando lo sviluppo mentale di un individuo è inferiore a quello proprio dell'età cronologica.

Scrive Umberto Galimberti: "L'espressione "ritardo mentale" ha sostituito tutta quella nomenclatura (oligofrenia, insufficienza mentale, frenastenia, ipofrenia, deficienza mentale) con cui ci si riferiva a un difetto dell'intelligenza dipendente da un insufficiente sviluppo ο da un rallentamento delle capacità intellettive per cause prenatali (ereditarie, congenite), perinatali e postnatali di diversissima natura [...] Al deficit di intelligenza si accompagna un'inadeguatezza nel funzionamento adattivo, ossia un'incapacità del soggetto a corrispondere agli standard propri della sua età ο del suo gruppo culturale in aree come l'attività e la responsabilità sociali, la comunicazione, le attività della vita quotidiana, l'indipendenza personale e l'autosufficienza. [...] Il ritardo mentale, in quanto mancato ο insufficiente sviluppo, va tenuto distinto dalla demenza, che è un indebolimento delle facoltà intellettive dovuto alla morte di un numero rilevante di cellule della corteccia cerebrale". [Dizionario di psicologia, UTET, 1992].

Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali [DSM-IV, 1994] definisce il Ritardo Mentale come l'esito comune dell’azione di agenti patogeni di diversa natura che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale. I criteri fondamentali per diagnosticare un ritardo mentale sono: 1. la presenza di un disturbo intellettivo, con caduta di almeno due deviazioni standard rispetto alla norma (Quoziente Intellettivo inferiore a 70, misurato con i più comuni test di valutazione dell’intelligenza); 2. la presenza di un disturbo significativo delle capacità di adattamento alle esigenze di un ambiente sociale normale; 3. l’insorgenza prima dei 18 anni. Ne consegue che secondo tali direttive non si può fare diagnosi di Ritardo Mentale se non è presente un disturbo delle capacità di adattamento, in quanto il solo criterio del quoziente intellettivo non è sufficiente. [1].

Nella letteratura scientifica, vengono distinti quattro livelli di gravità del ritardo mentale a seconda del QI misurato con i test di valutazione dell’intelligenza:
  • Ritardo Mentale Lieve: QI da 50-55 a circa 70;
  • Ritardo Mentale Medio: QI da 35-40 a 50-55;
  • Ritardo Mentale Grave: QI da 20-25 a 35-40;
  • Ritardo Mentale Gravissimo:QI  inferiore a 20-25.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sulla sindrome di Down, la disabilità, il quoziente intellettivo e la dislessia. [I link sono in fondo alla pagina].
L'inaccettazione dell'insufficiente mentale da parte del suo mondo
significativo riflette la bassa tolleranza che l'attuale società riserva a coloro
che non possono adeguarsi ai suoi standard di normalità, sempre più riferiti
alla nozione di utile. (Giuseppe Giulio Giordano e altri)
Essere socialmente ritardati è come essere mentalmente ritardati, suscita negli altri disgusto e compassione e il desiderio di tormentare e correggere.
Margaret Atwood, Tornare a galla, 1972

Il desiderio di apparire sottili non nuoce alla sottigliezza. Un ritardato mentale, se potesse provare la voglia di stupire, riuscirebbe a darla a bere, e persino a raggiungere l'intelligenza.
Emil Cioran, L'inconveniente di essere nati, 1973

L'insufficiente mentale, di fronte a genitori iperesigenti, tenta di soddisfare le loro eccessive richieste per ottenere gratificazioni, ma i suoi sforzi sono ineffettuali. Ciò lo induce sempre più a ritirarsi di fronte a situazioni previste come ostacoli e a reagire aggressivamente verso l'oggetto delle frustrazioni.
Giuseppe Giulio Giordano, Pasqualino Vertucci, Roberto Militerni, Rossella Ferraro, Neuropsichiatria dell'età evolutiva, 1984 [1]

In ambienti iperprotettivi, in cui si alternano agevolazioni eccessive nel superamento delle difficoltà con proibizioni molto severe, l'insufficiente mentale sviluppa prevalentemente sentimenti d'insicurezza e di dipendenza.
Giuseppe Giulio Giordano, ibidem

Quale che sia l'atteggiamento della famiglia, l'insufficiente mentale comincia a sperimentare un penoso sentimento d'inadeguatezza, che gli fa percepire il mondo esterno come minaccioso e soverchiante e lo predispone ad una percezione di sé come insufficiente e inidoneo.
Giuseppe Giulio Giordano, ibidem

Un avvenimento particolarmente frustrante [per l'insufficiente mentale] è l'ingresso a scuola. Mentre, in famiglia, egli viveva a contatto con persone più anziane o più giovani di lui, e i gruppi avevano funzione essenzialmente ricreativa senza ruoli stabili, a scuola, viene a trovarsi in un mondo di coetanei, centrato sul lavoro e sul rendimento e non solo sui legami affettivi. I gruppi diventano più stabili, nel loro ambito avvengono stratificazioni, basate sul ruolo che ciascuno vi rappresenta, e che è espressione quasi esclusiva di competizioni. Inoltre, ogni gruppo ha dei modelli culturali propri, che si riflettono nei giochi, nel modo di vestirsi, nell'atmosfera di classe, etc. e l'insufficiente mentale, che non è in grado di adeguarvisi, viene drasticamente escluso e messo in ridicolo.
Giuseppe Giulio Giordano, Pasqualino Vertucci, Roberto Militerni, Rossella Ferraro, Neuropsichiatria dell'età evolutiva, 1984 [1]

L'inaccettazione dell'insufficiente mentale, da parte del suo mondo significativo, riflette sostanzialmente la bassa tolleranza che l'attuale società riserva a coloro che non possono adeguarsi ai suoi standard di normalità, sempre più riferiti alla nozione di utile.
Giuseppe Giulio Giordano, ibidem

L'accumularsi delle esperienze di rifiuto e d'insuccesso fornisce all'insufficiente mentale una base per la valutazione di ciò che può attendersi da sé stesso, vale a dire una particolare immagine di sé, improntata generalmente a insufficienza, incapacità e inadeguatezza. A sua volta, questa percezione di sé, profondamente ancorata com'è al fondo della sua esistenza come persona, comporta un estremo bisogno di affermazione e di accettazione.
Giuseppe Giulio Giordano, Pasqualino Vertucci, Roberto Militerni, Rossella Ferraro, Neuropsichiatria dell'età evolutiva, 1984 [1]

Raramente ho visto un bambino o una bambina ritardati che non avessero la capacità di fare del lavoro creativo; cercare di giudicare qualsiasi bambino dai suoi progressi scolastici è una cosa dannosa ed inutile.
Alexander Neill, Summerhill, 1960

Molti bambini sono ritardati a scuola perché la scuola è per loro troppo noiosa.
Alexander Neill, Summerhill, 1960

Un giorno Maria Montessori presentò alla licenza elementare dei bambini ritardati, che era riuscita a recuperare con corsi speciali, preparandoli all'esame. I bambini ottennero il certificato, tra l'ammirazione generale. A proposito di questo loro successo Maria Montessori scrisse: «Mentre tutti ammiravano i progressi dei miei deficienti, io mi chiedevo ì motivi per cui bambini cosi pieni di salute, così felici come quelli delle normali scuole elementari venivano istruiti in modo talmente misero da renderli uguali, nelle prove di intelligenza, ai miei deficienti!». È necessario un commento?
Domenico Parisi, in Piero Angela, Da zero a tre anni, 1973

Esistono doti assolute della mente umana, ferite ma non distrutte dal ritardo mentale, per cui anche il ritardato è sempre una persona, e la società ha il grande compito di riscattarlo dalle sue mortificazioni patologiche.
Pietro Pfanner e Mara Marcheschi, Il ritardo mentale, 2005 [2]

A fronte delle ridotte capacità adattive, tipiche del ritardo, la possibile ricchezza di affetti e di sentimenti, l’esperienza soggettiva di un certo grado di autonomia della condotta, la partecipazione affettiva alla vita familiare e sociale, costituiscono una realtà psicologica di grande valore.
Pietro Pfanner e Mara Marcheschi, Il ritardo mentale, 2005 [2]

L’ipotesi che oggi si prospetta è quella che sia possibile modificare in misura significativa le condizioni del bambino ritardato, sfruttando la spinta filogenetica di ogni essere umano verso poteri sempre più astratti, la plasticità del suo cervello, le nuove esperienze dell’intervento riabilitativo, e – perché no – la futura farmacoterapia.
Pietro Pfanner e Mara Marcheschi, Il ritardo mentale, 2005 [2]

Il Ritardo Mentale non è un semplice disturbo cognitivo, ma una complessa sindrome clinica caratterizzata dalla presenza di un disturbo cognitivo che, operando nella fase cruciale dello sviluppo, condiziona in modo più o meno massiccio l’evoluzione complessiva del soggetto, della sua personalità, del suo comportamento adattivo e delle sue relazioni sociali
Luigi Ravizza (e altri), in Paolo Pancheri e Giovanni B. Cassano (a cura di), Trattato italiano di psichiatria, 1992/2003 [3]

Non esiste il gene dell’intelligenza, ma certo una componente difficilmente quantificabile delle capacità intellettive è legata alla dotazione genetica. È quindi comprensibile come da genitori che non posseggano una dotazione cognitiva particolarmente elevata possano nascere figli che assommano tali carenze, producendo un quadro di Ritardo Mentale, generalmente lieve, ma clinicamente significativo.
Luigi Ravizza (e altri), ibidem

Alla base del concetto di Ritardo Mentale c’è un incompleto sviluppo delle funzioni intellettive: in altri termini i soggetti ritardati sono “meno intelligenti” dei soggetti normali. Ma se ci chiediamo perché i soggetti ritardati sono meno intelligenti dei normali, scopriamo che in realtà non abbiamo ancora una risposta chiara.
Luigi Ravizza (e altri), ibidem

Il Ritardo Mentale è stato lungamente trascurato dalla clinica psichiatrica (la cosiddetta “Cenerentola della psichiatria”), venendo prevalentemente valutato in un’ottica educativa, sociale, amministrativa.
Luigi Ravizza (e altri), ibidem

La qualità delle precoci relazioni che il bambino instaura con l’ambiente, ed in particolare con la madre, sono fondamentali non soltanto nel consentire un decollo adeguato delle competenze cognitive, ma anche nel fornire al bambino l’interesse e la motivazione per il loro uso. Una distorsione precoce nella qualità (e non solo nella quantità) di queste relazioni può essere alla base di un progressivo disinvestimento da parte nel bambino nell'uso delle proprie potenzialità; questo può realizzare una situazione molto simile a quella di un Ritardo Mentale primario.
Luigi Ravizza (e altri), in Paolo Pancheri e Giovanni B. Cassano (a cura di), Trattato italiano di psichiatria, 1992/2003 [3]

Il rapporto con un soggetto ritardato è spesso un rapporto difficile, a partire dalle più precoci relazioni strutturanti madre-bambino; convergono in questa difficoltà le carenze degli strumenti interattivi, ma anche le ansie, i sensi di colpa, le frustrazioni e le ferite narcicistiche che danno una coloritura depressiva al rapporto.
Luigi Ravizza (e altri), ibidem

Un soggetto ritardato spesso ha scarsa consapevolezza delle proprie capacità perché cerca attivamente di evitare il contatto doloroso con un funzionamento mentale che sente difettoso. Un soggetto ritardato può assumere un atteggiamento strategicamente più attivo e propositivo nella misura in cui ha fiducia nelle proprie possibilità di risoluzione e ritiene il proprio impegno fondamentale per la riuscita del compito. Ma gran parte delle esperienze di vita del soggetto con Ritardo Mentale sono contrassegnate da fallimenti ed insuccessi.
Luigi Ravizza (e altri), in Paolo Pancheri e Giovanni B. Cassano (a cura di), Trattato italiano di psichiatria, 1992/2003 [3]

Le esperienze che un soggetto ritardato affronta nel mondo dei normali sono spesso contrassegnate da frustrazioni, limitazioni, legami di dipendenza, quando non da maltrattamenti, abusi, deprivazione. Questi diversi livelli generalmente concorrono, potenziandosi reciprocamente, nel determinare la vulnerabilità psichiatrica del soggetto ritardato.
Luigi Ravizza (e altri), ibidem

L’intervento sociale appare necessario per favorire un adeguato inserimento del soggetto ritardato e della famiglia nel tessuto sociale. In quest’ambito rientra ad esempio l’inserimento del bambino nella scuola materna, elementare, media ed eventualmente nella scuola superiore; inoltre gli interventi volti a favorire occasioni di socializzazione in gruppi di coetanei.
Luigi Ravizza (e altri), in Paolo Pancheri e Giovanni B. Cassano (a cura di), Trattato italiano di psichiatria, 1992/2003 [3]

L’unità della sfera intellettiva ed affettiva è la posizione basilare, la pietra angolare sulla quale deve costruirsi una dottrina della natura della insufficienza mentale congenita dell’età infantile.
Lev Vygotskij, XX sec. (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Note
  1. Giuseppe Giulio Giordano, Pasqualino Vertucci, Roberto Militerni, Rossella Ferraro, Neuropsichiatria dell'età evolutiva © Idelson, 1984
  2. Pietro Pfanner e Mara Marcheschi, Il ritardo mentale © 2005 il Mulino
  3. L. Ravizza, G. Masi, M. Marcheschi, P. Pfanner, in Paolo Pancheri e Giovanni B. Cassano (a cura di), Trattato italiano di psichiatria © Masson 1992-2003
  4. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Sindrome di Down - Disabilità - Quoziente Intellettivo - Dislessia