Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Aforismi, frasi e proverbi sulla Piazza

Raccolta di aforismi, frasi e proverbi sulla piazza. Il termine deriva dal latino platĕa "via larga", e indica un'area pubblica più o meno estesa e di varie forme, di una città o di un paese, che si trova spesso all'incrocio di più vie. Le piazze, specie nei paesi, costituiscono il centro della vita economica, politica e sociale, e servono da luogo di ritrovo e di riunione dei cittadini.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sulle città, i paesini, i monumenti e i centri storici. [I link sono in fondo alla pagina].
Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo a un dialogo.
(Italo Calvino - foto: Piazza del Popolo a Roma)
Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita
Alessandro Baricco, City, 1999

Il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada?, sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto.
Alessandro Baricco, ibidem

Io arrivai in una piazza / colma di una cosa sovrana, / una bellissima fontana / e intorno un'allegria pazza. / Stava tra verdi aiole; / per viali di ghiaie fini / giocondavano bei bambini / e donne sedute al sole.
Carlo Betocchi, Piazza dei fanciulli la sera, in Realtà vince il sogno, 1932

Oh, una giornata in piazza, non c'è eguale piacere nella vita!
Elizabeth Barrett Browning [1]

È ora che gli italiani scendano in piazza a protestare contro se stessi. 
Aldo Busi, Grazie del pensiero, 1995

Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo a un dialogo.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

In piazza, si consumano incontri, seduzioni, amplessi, orge, senza che ci si scambi una parola, senza che ci si sfiori con un dito, quasi senza alzare gli occhi.
Italo Calvino, ibidem

Quando qualcuno cambia di parte o abbandona la piazza per sempre o vi fa il suo primo ingresso, si producono cambiamenti a catena, finché tutte le parti non sono distribuite di nuovo.
Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

Il senso che la piazza fosse sotto l'influsso di un felice incantesimo. Davvero in quel momento mi sembrò di essere altrove, di aver raggiunto la meta del mio viaggio. Da lì non volevo più andarmene, ci ero già stato centinaia di anni prima, ma lo avevo dimenticato, ed ecco che ora tutto ritornava in me. Trovavo nella piazza l'ostentazione della densità, del calore della vita che sento in me stesso. Mentre mi trovavo lì, io "ero" quella piazza. Credo di essere sempre quella piazza.
Elias Canetti, Le voci di Marrakech, 1968

Non si circolerebbe più nelle piazze d'Italia se di questi tempi decidessimo di erigere monumenti ai caduti... in disgrazia!
Guido Clericetti, Clericettario, 1993

Dal Foro Romano alla piazza moderna, la città ha sempre avuto bisogno di un luogo di convegno, di raccolta, di una "testa" per il suo grande corpo fatto di abitazioni.
Flavio Conti [1]

[La piazza] è lo spazio privilegiato, il luogo dell’incontro, dell’amicizia, dello scambio, ma anche scenario di manifestazioni, sede di rivolte, punto di raduno per pacifiche attività, testimonianza di un illustre passato.
Valentina Corrente, La piazza luogo dell’incontro e della memoria, 2012

Io in storia non sono molto ferrato! Comunque, se ricordo bene, Cavour è una piazza, Vittorio Emanuele è un corso, e i fratelli Dandolo... boh! Bisognerebbe vedere lo stradario.
Giobbe Covatta, Dio li fa e poi li accoppa, 1999

Abito in una piccola piazza di una grande città. E, sia chiaro, non ho niente da lamentare della mia abitazione attuale. È molto spaziosa. Il mio salotto è così grande che di sera ospita centinaia di persone. Nei miei corridoi si ritrovano migliaia di persone, e per trovare un bagno libero a volte devo fare addirittura due fermate col tram.
Maksim Cristan, (fanculopensiero), 2007

Ho recuperato un appuntamento quasi al buio, al crepuscolo direi, in una piazza bellissima, romantica, storica e affollata, tremendamente affollata. Accetto senza grandi riserve perché escludo di finire bendata in un Fiorino e trasportata chissà dove per la tratta delle bianche. Un rendez-vous in pubblico scongiura la paura che l’uomo misterioso sia un pazzo squilibrato. Se lo è, posso almeno contare sull’involontaria solidarietà di una piazza in festa.
Geppi Cucciari, Meglio donna che male accompagnata, 2006

Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è / sulle panchine in Piazza Grande, / ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è. / Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me, / gli innamorati in Piazza Grande, / dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.
Lucio Dalla e Ron, Piazza Grande, 1972 [2]

Una famiglia vera e propria non ce l’ho / e la mia casa è Piazza Grande, / a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho. / Con me di donne generose non ce n’è, / rubo l’amore in Piazza Grande, / e meno male che briganti come me qui non ce n’è.
Lucio Dalla e Ron, ibidem

Lenzuola bianche per coprirci non ne ho / sotto le stelle in Piazza Grande, / e se la vita non ha sogni io li ho e te li do. / E se non ci sarà più gente come me / voglio morire in Piazza Grande, / tra i gatti che non han padrone come me attorno a me.
Lucio Dalla e Ron, Piazza Grande, 1972 [2]

Con gli occhi bendati in una piazza deserta passo il tempo ad acchiappare l'amore.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005

La piazza italiana è da sempre il centro dell’intelligenza della comunità. Ci vediamo in piazza, andiamo in piazza, scendiamo in piazza… proprio nella piazza affluiscono pensieri ed incontri, affari e promesse.
Andrea Emiliani [1]

Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara.  
Oriana Fallaci, Un uomo, 1979

Quando sento il verso «Planando sopra boschi di braccia tese» penso sempre a Mussolini che si getta dal balcone di piazza Venezia.
Ermanno Ferretti, Per chi suona la campanella, 2011

Il papa alla televisione benedice la folla in Piazza San Pietro e dà la buona Pasqua in molte lingue (come le edizioni del Reader's Digest).
Ennio Flaiano, Don’t Forget, 1967-72 (postumo, 1976)

Me ne stavo seduto a guardare tutte le persone che andavano e venivano sulla piazza, sia la gente del luogo sia i visitatori. Pensai che il mondo è un bel posto. Di nuovo provai un sentimento di euforia legato a tutto quello che mi circondava. Perché, chi siamo noi che viviamo qui? Ogni singola persona in questa piazza era come un tesoro vivente, una cassa del tesoro piena di pensieri e di ricordi, sogni e nostalgie.
Jostein Gaarder, La ragazza delle arance, 2003

Così era nata la filosofia: la filosofia significava andare in piazza e insegnare alla gente come si fa il buon governo, come si conduce bene l'anima, come si rispetta la natura. La filosofia era nata per questo: insegnare agli uomini queste cose. Socrate faceva così, andava in piazza e parlava con la gente. Poi dopo si è arroccata, è diventata una cosa accademica.
Umberto Galimberti, a Le Storie, a cura di Corrado Augias, 2008

Internet sta diventando la piazza del villaggio globale del domani.
[The Internet is becoming the town square for the global village of tomorrow].
Bill Gates [1]

Più che per fare le rivoluzioni l'italiano scende in piazza per farle fare.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

Quando la piazza sostituisce il parlamento, la democrazia può far fagotto.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

Per unire gl'italiani − e per dividerli − adunateli in un bar, una piazza, uno stadio.
Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

Novembre, una domenica di sole sulla piazza di Tivoli: sereni i volti dei passanti, placidi i lineamenti di quelli seduti ai tavolini dei caffè, pigre si muovono alla brezza le fronde degli alberi, d'oro la luce che abbraccia tutto, nessun gesto, nessun rumore, nessuna voce in eccesso. Un anticipo di Paradiso?
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012

Quando uno, come me, ha attraversato migliaia di volte piazza della Chiesa Nuova, piazza Navona, piazza del Pantheon, piazza Montecitorio, ha accumulato energia sufficiente per affrontare e vincere molte avversità.
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012

Non si deve giudicare il sapiente da ciò che va dicendo in piazza, giacché allora non parla con la propria voce, ma con quella della generale stoltezza, anche se nel suo intimo la sta disapprovando.
Baltasar Gracián y Morales, Oracolo manuale e arte della prudenza, 1647

Io voglio tornare nelle piazze perché nell'era della grande e globale comunicazione non sappiamo più niente. Non riusciamo più a distinguere niente, il miracolistico dal normale, il vero dal finto. La grande globalizzazione della comunicazione ci ha reso sordi. Non sappiamo più chi siamo, dove siamo e da dove veniamo.
Beppe Grillo, Tutto il Grillo che conta, 2006

Voglio la piazza, la piazza del Medioevo, dove si conoscevano tutti e dove ci potevi trovare tutti: i truffatori, i falsi, gli usurai. Noi non sappiamo più chi siamo.
Beppe Grillo, Tutto il Grillo che conta, 2006

Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Bisogna scendere in piazza con bandiere e porci, alla testa delle masse", contiene un errore di stampa, e pertanto, spostando una virgola, va letta: "Bisogna scendere in piazza con bandiere, e porci alla testa delle masse".
Giovannino Guareschi, su Candido, 1948

Nella piazza che, avvolta dall'oscurità e ricoperta di foglie morte, assomiglia improvvisamente a un parco, un sentimento di felicità che si potrebbe provare ogni giorno.
Peter Handke, Il peso del mondo, 1978

Ho capito che il salutare orgoglio per il luogo di nascita o di residenza può prendere una forma aggiornata e razionale che in mancanza di meglio chiamerò piazzismo: la consapevolezza che le nostre città (almeno per quanto riguarda i centri storici) sono nel mondo le più piacevoli e frequentabili, insomma civili, proprio perché dotate di piazze.
Camillo Langone, su Il Giornale, 2015

Le piazze, siano esse monumentali o di quartiere, del mercato o della chiesa, sono una sorta di esclusiva europea. Fuori dal nostro continente, strano ma vero, quasi non esistono e quando esistono sono un'altra cosa e se non sono un'altra cosa sono più o meno maldestre imitazioni.
Camillo Langone, ibidem

Da noi la regola è che al centro di ogni città si apre una grande piazza in cui i cittadini confluiscono, accomunandosi, nelle grandi occasioni.
Camillo Langone, ibidem

Sono il più antico social network, le piazze europee, e noi non lo sappiamo.
Camillo Langone, ibidem

Dall'incontro di strade nascono spesso le piazze.
Stanisław Jerzy Lec, Nuovi pensieri spettinati, 1964

Se ognuno di noi andasse in piazza a scambiare la propria croce con quella degli altri, ciascuno tornerebbe a casa con la propria.
Luciana Littizzetto, Rivergination, 2006 [cfr. proverbio].

Non è nei vasti campi o nei grandi giardini che vedo giungere la primavera. È nei rari alberi di una piccola piazza della città. Lì il verde spicca come un dono ed è allegro come una dolce tristezza.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, 1982 (postumo)

Piazza del Popolo (ad Ascoli Piceno], la piazza italiana che insieme con quella di San Marco a Venezia dà più di un'impressione di sala.
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957

La piazza è il vero governo italiano, che decide la guerra o fa cessare lo sciopero dei tranvieri. Da parecchi anni impiegati, produttori, operai, e oramai anche militari, sanno che no si ottiene nulla dal governo, “se non si scende in piazza”. Forse è per questo che siamo i discendenti dei romani, che decidevano le questioni politiche nel foro.
Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana, 1921

Sulla piazza suddivisa in striminzite aiuole, / dove tutto è corretto, gli alberi e i fiori,, / gli asmatici borghesi soffocati dall'afa,, / portano, il giovedì sera, le loro stupide invidie.
[Sur la place taillée en mesquines pelouses, / Square où tout est correct, les arbres et les fleurs, / Tous les bourgeois poussifs qu'étranglent les chaleurs / Portent, les jeudis soirs, leurs bêtises jalouses].
Arthur Rimbaud, Alla musica, Poesie, XIX sec.

Che nei nuovi quartieri i piani regolatori non abbiano più avvertito la necessità di prevedere delle piazze, quasi che l'uomo nuovo non abbisognasse anch'egli di un visibile riscontro simbolico della sua dignità di cittadino della civitas, ha fatto delle periferie più recenti un vero e proprio deserto del senso, dove spesso l'emarginazione sociale viene crudelmente sottolineata dall'emarginazione simbolica.
Marco Romano, La piazza europea, 2015

La vista di pochi scheletri in un cimitero ti ripugna. Eppure ti trovi pienamente a tuo agio in quell'altro cimitero che è la piazza del villaggio, pieno di scheletri ambulanti.
Śāntideva, VIII sec. [1]

La piazza è ecumenica: ha qualcosa per tutti. Vecchi e giovani, uomini e donne, ricchi e poveri, italiani e stranieri.
Beppe Severgnini, La testa degli italiani, 2005

Dovete tradurre una piazza, se volete tentare di entrare nella testa degli italiani.
Beppe Severgnini, ibidem

[Le piazze] sono nate come il sagrato di una chiesa, il corredo di un palazzo, lo sbocco di quattro strade, lo spazio di un mercato, il risultato di una demolizione. Le piazze italiane succedono: quando abbiamo voluto inventarle, i risultati sono stati modesti. Le piazze migliori sono il prodotto di un accumulo. Sono diventate consultori e culle, oasi e officine, occasioni e ospizi, passerelle e palestre, ritrovi e rifugi, senati e salotti.
Beppe Severgnini, ibidem

Per capirle, [le piazze], occorre frequentarle. E per frequentarle non bisogna aver fretta. Le piazze raccontano, infatti, ma bisogna lasciargli il tempo di parlare.
Beppe Severgnini, ibidem

Esiste una piazza civile e una piazza religiosa, che si fronteggiano da mille anni. Chiesa e municipio, in molte città d'Italia, si guardano come avversari che si conoscono bene, e sanno che è meglio marcarsi stretti. Talvolta stanno nella stessa piazza; altre volte in piazze collegate o vicine. Comuni e campanili oggi vanno abbastanza d'accordo: forse hanno capito che l'avversario è altrove.
Beppe Severgnini, ibidem

Esiste una piazza commerciale, ed è invecchiata bene. Solo nel nome, talvolta, tradisce la sua età (l'Italia è piena di piazze delle Erbe dove di erbe non se ne vedono). Edicola, pasticcere, barbiere, banca, profumeria, libreria, tabaccaio, bar: la piazza commerciale italiana è stata riprodotta negli ipermercati del mondo.
Beppe Severgnini, ibidem

Per riuscire a fare quello che noi facciamo in un'ora in una piazza - prendere il giornale, bere un caffè, comprare una camicia, ordinare una torta, guardare una ragazza, accorciarsi i capelli e aspettare che le ombre s'allunghino - un americano impiega mezza giornata, e guida per trenta miglia.
Beppe Severgnini, ibidem

Esiste una piazza politica: quella che ha allestito commedie e ha visto tragedie (la parabola guerresca di Mussolini s'è consumata tra la romana piazza Venezia e il milanese piazzale Loreto); quella dei pochi comizi necessari e dei molti inutili; quella dei funerali importanti; quella, orrenda, delle bombe (Milano, Brescia). Esistono centinaia di piazze Garibaldi, Cavour e Mazzini dove Garibaldi, Cavour e Mazzini non sono mai passati. Ci sono dozzine di piazze XXV Aprile, XX Settembre e IV Novembre: ma provate a chiedere ai ragazzi seduti sui motorini se sanno dirvi cos'è successo in quelle date.
Beppe Severgnini, ibidem

C'è la piazza economica. Una piazza poco turistica e provvisoria, funzionale e sudata, interessante e mai disinteressata. È affollata di partenze e arrivi (corriere, gite, corse, manifestazioni); prenotata per un concerto; tagliata da sbarre e ringhiere; occupata dalle bancarelle dei mercati; presidiata da studenti e mediatori. Non è bella, ma è utile. Quando ce la tolgono, protestiamo.
Beppe Severgnini, ibidem

Esiste una piazza teatrale, dove i ruoli si alternano: i frequentatori, a turno, fanno gli spettatori e gli attori. Uno dei palcoscenici più espliciti d'Italia è la piazzetta di Capri.
Beppe Severgnini, ibidem

C'è una piazza sociale e sentimentale, dove le persone si conoscono e si ritrovano. Non si tratta di passeggio, che presuppone una volontà. È una forma di gravitazione: vie laterali e portici scendono verso una fontana o un monumento, trascinando la gente con sé. Questa piazza l'apprezzano i residenti, legati a consuetudini e ripetizioni; e la cercano i forestieri, ansiosi di punti di riferimento.
Beppe Severgnini, ibidem

Nelle piazze italiane gli uomini continuano a guardare le donne, ma con qualche timore in più, perché oggi quelle restituiscono gli sguardi.
Beppe Severgnini, ibidem

Guardate dove si mette seduta la gente in una piazza italiana: panchine e gradini, biciclette e motorini, muretti e ringhiere, paracarri e sedie dei caffè. Sono i palchi da cui osservare la vita, e ogni generazione, dopo aver giurato di non volerlo fare, rinnova l'abbonamento.
Beppe Severgnini, ibidem

C'è, infine, la piazza terapeutica. È la piazza della pausa, dell'osservazione e della bellezza: quella cui «il cuore arriva più per virtù di poesia che per virtù di storia», come scriveva Carlo Bo. È la piazza del ricordo, per chi parte; e dell'accoglienza, per chi arriva. È la piazza della serenità ritrovata.
Beppe Severgnini, La testa degli italiani, 2005

Circa mille anni fa abbiamo inventato un luogo dove si possono comprare molte cose diverse in poco tempo, vedere gente, raccoglier notizie, rifocillarsi, passare il tempo.
Beppe Severgnini, Italians, 2008

Pe' truva' nu parcheggio a piazza Medaglie d'Oro a Napoli mi dovetti fare dieci giri. Aggie capito pecche si chiama così la piazza: si truove 'o parcheggio, te danno 'a medaglia.
Alessandro Siani, Non si direbbe che sei napoletano, 2011

A simboleggiare il passaggio dal malcontento pubblico allo scontento globale ma privato, a-socievole e programmato, è la sostituzione della piazza con la rotatoria. La piazza è luogo d’intrattenimento collettivo, solitamente nel cuore della città, la rotatoria è invece luogo di passaggio, solitamente negli snodi periferici; la piazza è luogo di ritrovo, di relazioni e manifestazioni e il traffico è regolato da semafori che obbligano alla pausa ma con la possibilità di sostare; nella rotatoria non ci sono relazioni, assembramenti né stazionamenti, la circolazione è continua, gli utenti sono materiali in transito, fluidi, non comunicano tra loro. Sono veicoli, non persone; un totem-tech li metterà in contatto con gli altri, da remoto.
Marcello Veneziani, Scontenti, 2022
Esiste una piazza teatrale, dove i ruoli si alternano: i frequentatori,
a turno, fanno gli spettatori e gli attori. Uno dei palcoscenici
più espliciti d'Italia è la piazzetta di Capri. (Beppe Severgnini)
Proverbi sulla Piazza
  • Angelo in casa, diavolo in piazza.
  • Bella in fascia brutta in piazza; brutta in fascia bella in piazza. [3]
  • Bella in piazza, tribolazione della casa.
  • Chi a tavola mangia tutto e in piazza racconta tutto, finisce male.
  • Chi fa la casa in piazza o la fa bassa o la fa alta.
  • Chi lavora in piazza ha molti maestri.
  • Chi racconta in piazza i fatti suoi non se la prenda se la gente ride
  • Chi si inchina davanti ai grandi mostra il culo alla piazza.
  • Con una buona parola si compra una piazza.
  • Finiti i balli e finiti i suoni restano in piazza solo i coglioni.
  • I poveri tengono l’orologio in piazza.
  • La bella della piazza tutti la guardano e ognuno la caccia.
  • Non tutti possono avere la casa in piazza.
  • Ogni vicolo porta in piazza.
  • Quando uno dice i suoi malanni in piazza chi se ne ride e chi se ne sollazza.
  • Se ognuno portasse in piazza la sua croce tornerebbe a casa con la sua.
  • Tutti vedon pazzi in piazza ma nessun della sua razza.
  • Vai in piazza, vedi e odi, torna a casa, bevi e godi.
  • Val più aver amici in piazza che denari in cassa.
Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. La canzone Piazza Grande, dedicata a un senzatetto, non si riferisce né a Piazza Maggiore di Bologna né a Piazza Grande di Modena, bensì a Piazza Cavour di Bologna, dove Lucio Dalla ha anche abitato da giovane.
  3. Quando la neonata è molto bella, col tempo perderà la sua avvenenza e da grande non sarà straordinaria. Quando invece è poco graziosa spesso, crescendo, diventa una donna di bell'aspetto. Le fasce sono il simbolo della prima infanzia; la piazza quello della vita sociale, del luogo frequentato dai giovani e dagli adulti. [Carlo Lapucci, Dizionario dei proverbi italiani © Mondadori 2007].
  4. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Città - Paese - Monumenti - Centro Storico