Cerca Autori o Argomenti in Aforismario

Frasi e citazioni di Giuseppe Mazzini

Selezione delle frasi più belle e delle citazioni più significative di Giuseppe Mazzini (Genova 1805 - Pisa 1872), patriota, politico, filosofo e giornalista italiano, tra i principali protagonisti del Risorgimento e fondatore della Giovine Italia, un'associazione politica insurrezionale fondata a Marsiglia nel 1831. Secondo le parole dello stesso Mazzini, essa aveva per scopo:
  1. La repubblica, una, indivisibile, in tutto il territorio italiano, indipendente, uno e libero.
  2. La distruzione di tutta l'alta gerarchia del clero e l'introduzione di un semplice sistema parrocchiale.
  3. L'abolizione di ogni aristocrazia e di ogni privilegio, che non dipenda dalla legge eterna della capacità e delle azioni.
  4. Una promozione illimitata dell'istruzione pubblica.
  5. La più esplicita dichiarazione di diritti dell'uomo e del cittadino. Qualunque forma di governo monarchico, costituzionale od altro, qualunque moderato sistema di religione, che la necessità delle cose ne imponesse accettare, sarebbero sempre accettati e considerati come governi e sistemi di transizione e la Federazione perciò proseguirebbe i suoi lavori.
Ha scritto Mazzini parlando si sé: "Gl'istinti repubblicani di mia madre m'insegnarono a cercare nel mio simile l'uomo, non il ricco o il potente; e l'inconscia semplice virtù paterna m'avvezzò ad ammirare, più che la boriosa atteggiata mezza-sapienza, la tacita inavvertita virtù di sacrificio".
Il cancelliere austriaco Klemens von Metternich scrisse nelle sue Memorie: "Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini".
La Vita è Missione; e quindi il Dovere è la sua legge suprema.
(Giuseppe Mazzini)
Dei doveri dell'uomo
1860 - Selezione Aforismario

I vostri primi doveri, primi non per tempo ma per importanza e perché senza intendere quelli non potete compiere se non imperfettamente gli altri, sono verso l'Umanità.

I vostri più importanti doveri sono positivi. Non basta il non fare: bisogna fare. Non basta limitarsi a non operare contro la Legge; bisogna operare a seconda della Legge. Non basta il non nuocere: bisogna giovare ai vostri fratelli.

Non dimenticate mai che i primi vostri doveri, i doveri, senza compiere i quali voi non potete sperare di compiere quei che la patria e la famiglia comandano, sono verso l'Umanità.

Vogliamo formare Nazione: come riuscirvi, se non credendo in uno scopo comune, in un dovere comune? E d'onde possiamo noi dedurre un dovere comune, se non dall'idea che ci formiamo di Dio e della sua relazione con noi?

L'educazione è il pane dell'anima.

Ogni vostro diritto non può essere frutto che d'un dovere compiuto.

Colla teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli; ma non fondare forte e durevole l'armonia di tutti gli elementi che compongono la Nazione. Colla teoria della felicità, del benessere dato per oggetto primo alla vita, noi formeremo uomini egoisti, adoratori della materia, che porteranno le vecchie passioni nell'ordine nuovo e lo corromperanno pochi mesi dopo. Si tratta dunque di trovare un principio educatore superiore a siffatta teoria che guidi gli uomini al meglio, che insegni loro la costanza nel sacrificio, che li vincoli ai loro fratelli senza farli dipendenti dall'idea d'un solo o dalla forza di tutti. E questo principio è il Dovere.

Quand'io dico, che la conoscenza dei loro diritti non basta agli uomini per operare un miglioramento importante e durevole, non chiedo che rinunziate a questi diritti; dico soltanto che non sono se non una conseguenza di doveri adempiti, e che bisogna cominciare da questi per giungere a quelli.

Senza Educazione Nazionale comune a tutti i cittadini, eguaglianza di doveri e di diritti è una formula vuota di senso: la conoscenza dei doveri, la possibilità dell'esercizio dei diritti, sono lasciate al caso della fortuna o all'arbitrio di chi sceglie l'educatore.

La legge deve esprimere l'aspirazione generale, promuovere l'utile di tutti, rispondere a un battito del cuore della Nazione. La Nazione intera deve esser dunque, direttamente o indirettamente, legislatrice.

Non basta limitarsi a non operare contro la Legge; bisogna operare a seconda della Legge. Non basta il non nuocere: bisogna giovare ai vostri fratelli.

Non v'è vita senza legge. Qualunque cosa esiste, esiste in un certo modo, secondo certe condizioni, con una certa legge.

Tutti i diritti hanno la loro origine in una legge, e voi, ogni qualvolta non potete invocarla, potete essere tiranni o schiavi, non altro: tiranni se siete forti, schiavi dell'altrui forza se siete deboli.

Dio è l'unico legislatore della razza umana. Le leggi umane non sono valide e buone se non in quanto vi si uniformano, spiegandola e applicandola; sono tristi ogni qual volta la contraddicono o se ne discostano; ed è non solamente vostro diritto, ma vostro dovere disubbidirle e abolirle.

Dove non è Patria, non è Patto comune al quale possiate richiamarvi: regna solo l'egoismo degli interessi, e chi ha predominio lo serba, giacché non vi è tutela comune a propria tutela.

La Patria è il punto d'appoggio della leva che noi dobbiamo dirigere a vantaggio comune. Perdendo quel punto d'appoggio, noi corriamo rischio di riuscire inutili alla Patria e all'Umanità.

La Patria è il segno della missione che Dio v'ha dato da compiere nell'Umanità. Le facoltà, le forze di tutti i suoi figli devono associarsi pel compimento di quella missione.
Giuseppe Mazzini, Doveri dell'uomo, 1860

La Patria non è un territorio; il territorio non ne è che la base. La Patria è l'idea che sorge su quello; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio.

La Patria deve essere il vostro Tempio. Dio al vertice, un popolo d'eguali alla base

La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è dunque veramente Patria senza un diritto uniforme. Non v'è Patria dove l'uniformità di quel Diritto è violata dall'esistenza di caste, di privilegi, d'ineguaglianze.

Non dite: io, dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. Ciascuno di voi si senta, si faccia mallevadore dei suoi fratelli: ciascuno di voi impari a far sì che in lui sia rispettata ed amata la Patria.

Oh miei fratelli! amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che noi amiamo, con la quale possiamo intenderci meglio e più rapidamente che con altri

Senza Patria, voi non avete nome, né segno, né voto, né diritti, né battesimo di fratelli tra i popoli. Siete i bastardi dell' Umanità. Soldati senza bandiera, israeliti delle Nazioni, voi non otterrete fede né protezione: non avrete mallevadori.

Come ogni elemento della vita umana, [la famiglia] deve essere aperta al Progresso, migliorare d'epoca in epoca le sue tendenze, le sue aspirazioni; ma nessuno potrà cancellarla.

Le cose più sante, che noi conosciamo, [...] Dio, umanità, Patria, Famiglia.

La famiglia è la patria del cuore.

L'Angiolo della Famiglia è la Donna. Madre, sposa, sorella.

La Famiglia durerà quanto l'uomo. Essa è la culla dell'umanità.

La Famiglia è concetto di Dio, non vostro. Potenza umana non può sopprimerla. Come la Patria, più assai che la Patria, la Famiglia è un elemento della vita.

Santificate la Famiglia nell'unità dell'amore. Fatene come un Tempio dal quale possiate congiunti sacrificare alla Patria.

Amate i parenti. La Famiglia che procede da voi non vi faccia mai dimenticare la famiglia dalla quale procedete.

Se il diritto all'esistenza è il primo inviolabile diritto d'ogni uomo, chi può comandare il sacrificio dell'esistenza di alcuni uomini per il miglioramento d'altri uomini?

Oggi sappiamo che la legge della Vita è PROGRESSO; Progresso per l'individuo, progresso per l'Umanità.

Voi siete, finalmente, esseri progressivi. Questa parola PROGRESSO, ignota all'antichità, sarà d'ora innanzi una parola sacra per l'Umanità. Essa racchiude tutta una trasformazione sociale, politica, religiosa.

Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste perché noi esistiamo. Dio vive nella nostra coscienza, nella coscienza dell'Umanità, e nell'Universo che ci circonda. La nostra coscienza lo invoca nei momenti più solenni di dolore e di gioia. L'Umanità ha potuto trasformarne, guastarne, non mai sopprimerne il santo nome. L'Universo lo manifesta coll'ordine, coll'armonia, colla intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi.

Dio è Uno; l'Universo è un pensiero di Dio; l'Universo è dunque Uno esso pure.

Non vi sono atei fra voi: se ve ne fossero, sarebbero degni non di maledizione, ma di compianto. Colui che può negare Dio davanti ad una notte stellata, davanti alla sepoltura de' suoi più cari, davanti al martirio, è grandemente infelice o grandemente colpevole. Il primo ateo fu senz'alcun dubbio un uomo che avea celato un delitto agli altri uomini e cercava, negando Dio, liberarsi dell'unico testimonio a cui non poteva celarlo e soffocare il rimorso che lo tormentava.

La parola Caso non ha senso alcuno, e non fu trovata che ad esprimere l'ignoranza degli uomini su certe
cose.

La vita ch'è in voi viene da Dio e rileva nel suo sviluppo progressivo un disegno intelligente. La vostra vita ha dunque necessariamente un fine, uno scopo.

Senza libertà non esiste Morale, perché non esistendo libera scelta tra il bene ed il male, tra la devozione al progresso comune e lo spirito d'egoismo, non esiste società vera, perché tra liberi e schiavi non può esistere associazione; ma solamente dominio degli uni sugli altri.

La libertà è sacra come l'individuo, del quale essa rappresenta la vita. Dove non è libertà, la vita è ridotta ad una pura funzione organica.

Voi non avrete padrone fuorché Dio nel cielo e il Popolo sulla terra.

Migliorare voi stessi ed altrui: è questo il primo intento ed è la suprema speranza d'ogni riforma, d'ogni mutamento sociale.

Per progredire, vi conviene mostrarvi capaci di progredire. 

Non si cangiano le sorti dell'uomo, rintonacando, abbellendo la casa dov'egli abita: dove non respira un'anima d'uomo ma un corpo di schiavo, tutte le riforme sono inutili; la casa rabbellita, addobbata con lusso, è sepolcro imbiancato, e non altro.

Non riuscirete se non migliorando: non conquisterete se non meritando, col sacrificio, coll'attività, coll'amore.

No, senza Dio, senza coscienza di legge, senza moralità, senza potenza di sacrificio, perduti dietro ad uomini che non hanno né fede, né culto del vero, né vita d'apostoli, né cosa alcuna fuorché la vanità dei loro sistemi, io lo dico con profondo convincimento, non riuscirete. Avrete sommosse, non la vera, la grande Rivoluzione che voi ed io invochiamo. 

La vostra emancipazione non può fondarsi che sul trionfo d'un Principio: l'unità della Famiglia Umana.

Ciò che toglie in oggi vita all'Umanità è il difetto d'una fede comune, d'un pensiero adottato da tutti che ricongiunga Terra e Cielo, Universo e Dio.

Io credo nella immensa voce di Dio che i secoli mi rimandano attraverso la tradizione universale dell'Umanità; ed essa mi dice che la Famiglia, la Nazione, l'Umanità sono le tre sfere dentro le quali l'individuo umano deve lavorare al fine comune, al perfezionamento morale di se stesso e d'altrui, o meglio di se stesso attraverso gli altri e per gli altri.
Affratelliamoci nell'affetto della Patria. (Giuseppe Mazzini)
Scritti vari
Selezione Aforismario

Ah! come poco indovinano gli uomini le condizioni dell'anima altrui, se non la illuminano − ed è raro − coi getti d'un amore profondo!

Affratelliamoci nell'affetto della Patria.

Due gioie concesse Iddio agli uomini liberi sulla terra: il plauso dei buoni, e la bestemmia dei tristi!

Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide, come potete aver patria? La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo.

Il mio motto così nella vita individuale come nella politica è l'"ora e sempre". Quando ho dato, ho dato: quando ho detto: amo, è per sempre: riamato o solo. 

Il mondo non è uno spettacolo, è una arena di battaglia.

Il nostro mondo non è uno spettacolo, è un campo di battaglia ove tutti quelli i quali nei loro cori amano teneramente il giusto, il bello, sono tenuti d'occupare il loro grado, come capitani o come soldati, come conquistatori o come martiri.

Il perdono è la virtù della vittoria.

Il segreto della potenza è nella costanza e nell'unità degli sforzi.

Italia, scopo, anima, conforto de' nostri pensieri, terra prediletta da Dio, conculcata dagli uomini, due volte regina del mondo, due volte caduta per la infamia dello straniero, e per colpa de' suoi cittadini, pur bella ancora di tanto nella sua polvere, che il dominio della fortuna non basta ad agguagliarle l'altre nazioni, e il Genio si volge a richiedere a quella polvere la parola di vita eterna, e la scintilla che crea l'avvenire.

La coscienza dell'umanità è suprema su tutti i governi: essi devono esserne interpreti, o non sono legittimi.

La natura non ha voluto che dalla morte nascesse a un tratto la vita, e la rigenerazione d'un popolo non balza fuori nella sfera de' fatti, potente e compiuta, come Minerva dal capo di Giove. La natura non ha voluto che le rivoluzioni si operassero senza lunghe fatiche, forse perché i popoli imparassero a gradi e attraverso le delusioni il prezzo della libertà; né una nazione cresce grande davvero, se non è consacrata
all'eternità della missione sociale nel sacramento del dolore.

La disperazione e l'ateismo sono una stessa cosa.

La libertà è troppo santa cosa, perché l'anima dello schiavo la intenda, e il suo cuore possa farsene santuario, se prima non s'è riconsacrato alla vita morale nelle lunghe prove e nel lungo dolore.

La mediocrità è sospettosa, e intravvede offese per ogni dove.

La patria, come la donna amata, può non essere talora stimata: vilipesa non mai!

La patria è la fede nella patria.

La Vita è Missione; e quindi il Dovere è la sua legge suprema.

Le rivoluzioni si preparano colla educazione, si maturano colla prudenza, si compiono colla energia, e si fanno sante col dirigerle al bene comune.

Noi non malediciamo al passato, se non quando c'incontriamo in uomini i quali s'ostinano a farne presente, e quel ch'è peggio, avvenire.

Quando il tempo è maturo pel compimento d'una missione, Dio suscita dalla prigione o dalla sepoltura d'un uomo un altr'uomo più potente di lui.

Stendiamo un velo sui fatti che furono: chi può far che non siano? - ma l'avvenire è nostro.

Una idea - e l'esecuzione: ecco la vita, la vera vita per noi.

V'è un periodo nella vita de' popoli, come in quella degli individui, nel quale le nazioni s'affacciano alla libertà, come l'anime giovani all'amore: per istinto - per bisogno indefinito, e segreto - perché la natura creando l'uomo gli scrisse nel petto: libertà e amore!

Vogliamo la patria, la patria una e rapidamente. Possiamo cedere su tutto; su questo no.

Voi dovete adorar Dio per sottrarvi all'arbitrio e alla prepotenza degli uomini.

A parole chiare, risposta chiara. Non cederemo. Noi siamo forti e ostinati. Abbiamo per noi l'istinto della gioventù, del popolo d'Italia.

Roma senza i papi sarebbe ora un nome, una memoria, una rovina, al pari di Tebe, Menfi, Palmira.
[attribuzione incerta].
La disperazione e l'ateismo sono una stessa cosa.
(Giuseppe Mazzini)
Lettere
Selezione Aforismario

Il segreto della potenza è nella volontà.

Imparano più i popoli da una sconfitta, che non i re dal trionfo.

La costanza ch'è il complemento di tutte le umane virtù. 

La plebe è tumultuante per abito, malcontenta per miseria, onnipotente per numero.

Credo che mentre tutte le religioni hanno detto: «Dio è Dio, e Buddha è il suo profeta — e Cristo è il suo profeta — e Maometto è il suo profeta», la religione futura dirà: «Dio è Dio, e l'umanità è il suo profeta.»

La morale si perfezionerà, dacché invece di sancire che l'uomo può salvarsi, malgrado il mondo, e separandosi dal mondo, dirà che l'uomo non si salva se non attraverso il mondo, trasformando il mondo.

Libro di Giuseppe Mazzini consigliato
Dei doveri dell'uomo
Curatore: M. Scioscioli 
Editore: Editori Riuniti Univ. Press, 2011

"Doveri dell'Uomo" può essere considerato il testamento spirituale di Giuseppe Mazzini. Esso espone in una forma piana e accessibile il pensiero politico del padre della democrazia italiana che, per la sua capacità di individuare l'onda lunga della storia, è stato definito il "contemporaneo della posterità". Il saggio, frutto della piena maturità, iniziato nel 1841 e completato solo fra il 1859 e il 1860, è dedicato agli operai italiani. A loro Mazzini rivolge questo vero e proprio manuale di educazione civile, nel quale delinea una strategia riformatrice capace di liberarli da una condizione che non ammetteva alternative fra acquiescenza e scetticismo da un lato, e un sovversivismo privo di concrete prospettive politiche dall'altro.

Note