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Aforismi, frasi e citazioni su Verona

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni su Verona e sui veronesi. La città si trova in Veneto al margine settentrionale della Pianura Padana, lungo il fiume Adige e ai piedi dei monti Lessini. Verona è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per le peculiarità urbanistiche e per il patrimonio artistico e culturale. Il suo simbolo è l'Arena ed è conosciuta nel mondo anche per l'opera di William Shakespeare Romeo e Giulietta. Scrive Guido Piovene:
"Mescolata ed impura, Verona è vibrazione, è irradiazione, è colore, arte divenuta paesaggio e confusa al paesaggio, miraggio di città romantica. Verona fu romana, gota, poi bizantina e longobarda. La tennero i Carolingi e gli imperatori tedeschi; fu un glorioso Comune e una gloriosa Signoria. Fu scaligera, viscontea, veneziana; l’avvicendamento fu rapido, ed ogni fase sovrappose all’altra il suo segno. In ogni fase storica ebbe una parte dominante, per l’importanza strategica e mercantile, grande fortezza ed incrocio di arterie tra l’Italia e il mondo germanico. Per varietà di stili, nessuno dei quali prevale, Verona non ha pari tra le città italiane se si eccettua Roma. E gli edifici d’ogni stile, romani, romanici o gotici, sono spinti avanti dall’onda della necessità vitale che li ha prodotti. La vitalità è la costante, e li rende contemporanei; Verona è tutta egualmente moderna.". [Viaggio in Italia, 1957].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa su Venezia, Milano e Torino. [I link sono in fondo alla pagina].
Panorama notturno della città di Verona
Verona, chi ti vede e tosto non ti ama di irresistibile amore, questi, credo, non ama sé stesso,
è privo di ogni senso d'amore e detesta ogni cosa bella. (Giovanni Cotta)

Che strano effetto questo ribollio di colli, queste mura ora ripide, ora smussate, le differenze di altitudine, a volte appena percepibili. Tutto di una sottile sensibilità del tutto celata all'occhio profano. Il portale di una fortezza, diviso in tre parti, ci stupisce per il suo acroterio e la sua imponenza. 
Walter Benjamin, Il mio viaggio in Italia. 1912

Verona, così adagiata sull’ansa del fiume Adige, è bella come una cartolina: una città di aria pulita, di piccole meraviglie che ti si incidono dentro, di mura che traboccano delle parole d’amore che le sono state dedicate.
Riccardo Bertoldi, Abbiamo un bacio in sospeso (io e te), 2020

Verona è una città che in realtà è un paese: abbastanza grande da farti sentire parte del mondo, ma così piccola da farti venire voglia di scappare.
Riccardo Bertoldi, ibidem

Il posto più magico di Verona, quello che più di tutti trasuda storia, mistero e romanticismo, è il balcone che Shakespeare ha reso immortale e che oggi si affaccia su un giardino tappezzato di post-it colorati e lucchetti, dove una meravigliosa statua di Giulietta, secondo la tradizione, custodisce nella parte destra del petto il “vero amore”. È per questo che la città è costantemente presa d’assalto dagli innamorati di tutto il mondo, che accorrono per toccarle il seno, convinti di portare così fortuna al loro amore.
Riccardo Bertoldi, Abbiamo un bacio in sospeso (io e te), 2020

Abbiamo assegnato a quei cristiani virtuosi che scandiscono i giorni sui calendari delle qualifiche, che si potrebbero considerare, in senso laico, anche delle specializzazioni: San Zeno, ad esempio, è oltre che patrono di Verona, protettore dei pescatori d'acqua dolce, perché per mettere insieme la cena, buttava l'amo nell'Adige.
Enzo Biagi, Viaggio italiano, 1999

Verona per me è la matrioska d'Italia. Una città multistrato e unica, attraversata da molte culture millenarie i cui segni sono ancora visibili, presenti e tutti da scoprire. Con Verona potrete giocare al gioco delle scatole cinesi: aprendo la città un poco alla volta vi meraviglierete perché racchiude segreti e particolari unici e indimenticabili, non riconoscibili subito, così, a prima vista.
Alessandra Biti, 101 cose da fare a Verona almeno una volta nella vita, 2015

Verona ricorda una "piccola Roma", dall'urbanistica della città alle tracce sotterranee degli scavi visitabili, dalle porte agli archi dei ponti, dall'Anfiteatro al Teatro, ai resti ancora visibili delle mura e della civiltà romana che la abitarono.
Alessandra Biti, ibidem

Verona è la città dai mille volti, e di questi mille volti, stili ed epoche è riuscita a farne uno solo, unico e così particolare che è in grado di riunire e ricomprendere tutto: è il volto di Verona, dai colori intensi, che ricorderete per sempre; un volto dove il fiume Adige diventa segno e protagonista, abbracciandola tutta e riflettendo i colori dorati delle luci notturne, gli azzurri luminosi dell'estate, i tramonti rosa arancioni del crepuscolo e i cieli grigio-perla dell'inverno.
Alessandra Biti, ibidem

Non esiste al mondo un luogo più romantico in cui poter dichiarare il vostro amore alla vostra dolce metà. Qui, proprio come nel racconto shakespeariano, la vostra bella Giulietta potrà affacciarsi dal balcone, vi ammirerà dall'alto e potrete giurarle il vostro amore eterno.
Alessandra Biti, 101 cose da fare a Verona almeno una volta nella vita, 2015

Il sarcofago di Giulietta [a Verona], semplice, aperto, con foglie appassite intorno, nel vasto e desolato giardino di un convento, è triste come fu triste il suo amore.
George Gordon Byron [1]

Tal mormoravi possente e rapido / sotto i romani ponti, o verde Adige, / brillando dal limpido gorgo, / la tua scorrente canzone al sole, / quando Odoacre dinanzi a l’impeto / di Teodorico cesse, e tra l’èrulo / eccidio passavan su i carri / diritte e bionde le donne amàle / entro la bella Verona, odinici / carmi intonando: raccolta al vescovo / intorno, l’italica plebe / sporgea la croce supplice a’ Goti. / Tale da i monti di neve rigidi, / ne la diffusa letizia argentea / del placido verno, o fuggente / infaticato, mormori e vai / sotto il merlato ponte scaligero, / tra nere moli, tra squallidi alberi, / a i colli sereni, a le torri, / onde abbrunate piangon le insegne / il ritornante giorno funereo / del primo eletto re da l’Italia / francata: tu, Adige, canti / la tua scorrente canzone al sole. / Anch’io, bel fiume, canto: e il mio cantico / nel picciol verso raccoglie i secoli, / e il cuore al pensiero balzando / segue la strofe che sorge e trema. / Ma la mia strofe vanirà torbida / ne gli anni: eterno poeta, o Adige, / tu ancor tra le sparse macerie / di questi colli turriti, quando / su le rovine de la basilica / di Zeno al sole sibili il còlubro, / ancor canterai nel deserto / i tedi insonni de l’infinito.
Giosuè Carducci, Davanti il Castel Vecchio di Verona, in Odi Barbare, 1877

Si arriva con piacere a Verona. La città conserva le vestigia di un'antica grandezza. L'anfiteatro è molto ben conservato e degno della magnificenza romana. 
Camillo Benso conte di Cavour [1]

Per rispetto a Shakespeare e per scrupolo di coscienza sono andato a vedere la tomba di Romeo e Giulietta. È un abbeveratoio di buoi al quale si è dato un nome pomposo. 
Camillo Benso conte di Cavour [1]

Verona, chi ti vede e tosto non ti ama di irresistibile amore, questi, credo, non ama sé stesso, è privo di ogni senso d'amore e detesta ogni cosa bella. 
[Verona, qui te viderit | et non amarit protinus | amore perditissimo | is, credo, se ipsum non amat | caretque amandi sensibus | et adit omnes gratias].
Giovanni Cotta, Ad Veronam, XVI sec.

Deliziosa Verona! Con i suoi bei palazzi antichi e l'incantevole campagna vista in distanza da sentieri praticabili e da solide gallerie con balaustra. Con i suoi tranquilli ponti romani che tracciano la retta via illuminando, nell'odierna luce solare, con tonalità antiche di secoli. Con le chiese marmoree, le alte torri, la ricca architettura che si affaccia sulle antiche e quiete strade nelle quali riecheggiavano le grida dei Montecchi e dei Capuleti... 
[Pleasant Verona! With its beautiful old palaces, and charming country in the distance, seen from terrace walks, and stately, balustraded galleries. With its Roman gates, still spanning the fair street, and casting, on the sunlight of to-day, the shade of fifteen hundred years ago. With its marble-fitted churches, lofty towers, rich architecture, and quaint old quiet thoroughfares, where shouts of Montagues and Capulets once resounded...].
Charles Dickens, Impressioni italiane, 1846

Ai miei occhi, Verona è la città più bella della penisola. Non solo perché è la città dove Shakespeare fece innamorare Romeo e Giulietta, ma perché sprigiona un languore e una sensualità propri dei sentimenti d'amore. 
Roland Dumas, Politicamente scorretto, 2015

Sono andato in Italia per il gusto dell'Antichità, in Italia per la passione per l'opera e a Verona per l'amore per le donne. 
Roland Dumas, ibidem

Verona è meglio visitarla accompagnati da una bella donna.
[Il vaut mieux visiter Vérone accompagné d’une jolie femme].
Roland Dumas, Politicamente scorretto, 2015

Verona è una città-gioiello, che dietro un'armoniosa fisionomia urbanistica cela una storia gloriosa e millenaria.
Patrizia Fabbri, Verona, 1989

L'Anfiteatro [Arena di Verona] è il primo importante monumento dell'antichità che vedo; e com'è ben conservato! All'entrarvi, ma ancor più quando ne feci il giro alla sommità, stranamente mi sembrò di vedere qualcosa di grandioso e allo stesso tempo proprio nulla. È anche vero che non è fatto per esser visto vuoto, ma anzi pieno di gente.
Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia, 1816

Solo nei tempi antichi l'Anfiteatro doveva produrre tutto il suo effetto, quando il popolo era ancor più popolo di quanto oggi non sia; un anfiteatro così è fatto apposta perché il popolo appaia imponente a se stesso, e perché, anche, possa burlarsi di se stesso.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

I veronesi debbono esser lodati per come hanno conservato quest'opera. E' costruita in un marmo rossiccio, corroso dalle intemperie; i gradini logori vengono, perciò, continuamente sostituiti uno dopo l'altro, e quasi tutti sembrano nuovi. Un'iscrizione rammenta un Hieronymus Maurigenus e l'incredibile diligenza profusa da lui nel monumento. Del muro esterno non rimane che un tratto, e dubito anzi che sia mai stato completato. Le arcate inferiori, che si aprono sulla grande piazza chiamata "il Brà", sono date in affitto ad artigiani; fa non poca allegria vedere queste caverne nuovamente piene di vita.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

Al tramonto ho percorso l'orlo del cratere dell'Anfiteatro e ho goduto il bellissimo panorama della città e delle vicinanze. Ero solo; in basso, sui lastroni del Brà camminava una folla di gente: era l'ora del passeggio per gli uomini di tutte le condizioni e per le donne del medio ceto.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

Dopo che oggi ebbi lasciato l'Arena, qualche migliaio di passi più in là ho assistito a uno spettacolo pubblico alla moda. Quattro nobili veronesi giocavano al pallone contro quattro vicentini. Di solito questo gioco si svolge tutto l'anno tra veronesi, circa due ore prima di notte; stavolta, per la presenza degli avversari stranieri, la folla era innumerevole: potevano ben esserci quattro o cinquemila spettatori.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

In questa città c'è un gran viavai di gente; specialmente certe strade, dove negozi e botteghe artigiane si susseguono ininterrotti, hanno un aspetto assai vivace. I magazzini e i laboratori, per esempio, non sono mai chiusi da porte: l'abitazione è spalancata in tutta la sua ampiezza, la si vede fin in fondo e si assiste a tutto quanto vi accade.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

Nei giorni di mercato le piazze sono strapiene: frutta e verdure a perdita d'occhio, aglio e cipolle a profusione. Tutto il giorno, del resto, si grida, si scherza e si canta, la gente si scontra e si azzuffa, se la spassa e ride in continuazione. L'aria mite e il cibo a buon prezzo facilitano la vita.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

Il clima mite consente anche ai poveri una tale esuberanza di vita, e perfino l'ombra in cui vive il popolo sembra acquistare dignità. Da ciò deriva pure quella sporcizia e scomodità delle abitazioni che a noi fa tanto effetto: la gente è sempre fuori e, nella sua spensieratezza, non si dà cura di nulla.
Johann Wolfgang von Goethe, ibidem

Un'ora o un'ora e mezzo prima di notte la nobiltà comincia a mettersi in moto, va sul Brà, il lungo stradone che conduce a Porta Nuova, esce di porta, gira intorno alle mura, e appena suona il vespro tutti ritornano. Alcuni si dirigono alle chiese per la devozione dell'Ave Maria della sera; altri si fermano sul Brà, i cavalieri si accostano alle carrozze, conversano con le dame, e tutto continua così per qualche tempo; io non ho mai aspettato sino alla fine, ma i passeggiatori non si ritirano che a notte fonda. 
Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia, 1816

È Verona una delle importanti Città d'Italia, e si può dire che sia una porta per tenere serrati i barbari di fuori. 
Andrea Minucci, Descrizione di un viaggio fatto da Venezia a Parigi, XVI sec.

Bella cosa vi è da vedere l'Arena, cioè lo Anfiteatro assai più intiero che il Coliseo di Roma, dove si facevano le cacce, e si rappresentavano a diletto del popolo diversi giuochi.
Andrea Minucci, ibidem

Mi reco ancora una volta a San Zeno, non so se la più bella, ma certo la più affabile tra le basiliche romaniche; contemplo le sculture ed i bassorilievi del portale di bronzo: Ma il Veneto in generale e Verona in ispecie non ammettono rigorismi.
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957

Più ancora dei monumenti famosi, qui conta l’impasto pittorico, l’agitazione della storia nella prospettiva dei colli, tra i riflessi dell’Adige, tra le ombre-luci dei cipressi romantici del giardino Giusti. Romantica ante-litteram, Verona fu tra le città in cui si compiacque di più il gusto del secolo scorso, portato verso il pittoresco, lo storico, il caratteristico, con i loro corredi, il folclore, il dialetto, la stravaganza. 
Guido Piovene, ibidem

La riva veronese del lago di Garda si direbbe un paesaggio romantico precostituito.
Guido Piovene, ibidem

Collina, fiume, archi romani accanto a portici gotici, questa città corrisponde del resto ad una certa Italia ideale e indeterminata quale poteva presentarsi ai sogni esotici di un umanista del nord. E nella vita vi è un estro, un capriccio, che fa pensare alla regia di qualche spirito folletto.
Guido Piovene, ibidem

Si sa che Shakespeare, sulla scorta d’una novella del Da Porto, immaginò a Verona gli amori leggendari di Romeo e Giulietta. Anche senza di questo Verona avrebbe qualcosa di shakespeariano, uno Shakespeare illustrativo, e tradotto in dialetto veneto.
Guido Piovene, ibidem

Dicono che Verona è romantica, è pittoresca; e perciò anche dialettale; è una grande città, è capitale e provinciale ad un tempo. Una capitale superstite del vasto regno che si chiama provincia, bizzarro ed umanistico, che, come accade in Italia, assume una vitalità di metropoli.
Guido Piovene, ibidem

In nessuna città il folclore veneto si spiega tanto spiritoso, vivace e felice di sopravvivere. Verona si compiace non meno di Napoli del proprio colore locale, ma non ha il fondo doloroso di Napoli.
Guido Piovene, ibidem

La «maschera» del Veneto, popolaresco-aristocratica, dotta ed estemporanea, saccente e sguaiata, conserva a Verona un potente rilievo che altrove ha perduto.
Guido Piovene, ibidem

La gastronomia conserva una parte importante nella vita della città. In tutta Italia, certo; ma Verona mi sembra seconda soltanto all’Emilia.
Guido Piovene, ibidem

La passione del cibo qui è più leggera, più gaia, più pittoresca. Tuttavia i veronesi elogiano il loro riso con accenti gravi, profondi che non vengono dalla gola, ma anche dall’anima.
Guido Piovene, ibidem

I padri di Verona, i grandi, i senatori della sua musa, da Berto Barbarani ad Angelo dall’Oca Bianca, sono rappresentati dai loro biografi tra la lira e il pennello, e la tavola dell’osteria. 
Guido Piovene, ibidem

Verona è tra le città più mobili, più industriose d’Italia. A differenza di Vicenza, città di minore importanza, ma con grandi blocchi industriali decentrati in provincia, Verona concentra in se stessa tutta la sua forza industriale: le industrie metalmeccaniche, quelle tessili, le cartiere, le fabbriche di forni elettrici e di trattrici, i poligrafici ed i molti stabilimenti di generi alimentari collegati all’agricoltura. 
Guido Piovene, ibidem

Anche la provincia agricola fa capo a Verona, grazie ai mercati generali e alla fiera. Onde quell’aspetto di grande città affollata, ed insieme di fondaco.
Guido Piovene, ibidem

Verona non è meno laboriosa della Lombardia, e da questo le viene una facilità d’intendersi con i vicini d’occidente più ancora che con gli altri veneti; la vita veronese gravita verso la lombarda. E tuttavia Verona è una quintessenza del Veneto.
Guido Piovene, ibidem

Metà pianura ricca, un 30 per cento collina, ed un 20 per cento povera zona montagnosa, il Veronese è quasi un naturale orto botanico. La varietà degli alberi e delle culture, come degli stili in città, è forse unica in Italia: un incastro di fantasie pittoresche d’ogni tempo, un’antologia di paesisti. 
Guido Piovene, ibidem

La campagna del Veronese è più romantica delle altre campagne venete.
Guido Piovene, ibidem

Dissodati, bonificati ed irrigati dall’industria dei secoli, divennero in gran parte ricchi grazie a un lavoro di cesello. Anche qui si rivela l’indole veneta, ingegnosa, meticolosa ed accanita anche sul piccolo.
Guido Piovene, ibidem

La piazza delle Erbe è, con quella di Padova, la più bella d’Italia.
Guido Piovene, ibidem

La vitalità di Verona, dei suoi negozi e dei suoi traffici, stimola ancora lo stile del vecchio Veneto; che altrove, in province meno industriose, tende invece a svuotarsi.
Guido Piovene, ibidem

Non vorrei che si lasciasse Verona senza una visita al museo di Castelvecchio, purtroppo poco frequentato, e perciò poveramente tenuto. Non soltanto per Iacopo Bellini, il Pisanello e Stefano da Zevio, ma perché con il Torbido, il Fasolo, il Caroto vi sono insigni esempi di quella ritrattistica provinciale che oggi si va riscoprendo.
Guido Piovene, Viaggio in Italia, 1957

D'un tratto, in cima, una loggetta si apre sopra una vista ammirevole, simile ad un accordo trionfale: Verona, intera, improvvisamente offerta tra i cipressi, non è più una città, ma un sogno umano che si è abbandonato, lontano, senza confini...
André Suarès (in visita al Giardino Giusti) [1]

Eco Verona | sotobrasso de Ponte Castelvècio: | l'è tuta bela, | tuta ciara e calda. | L'Adese l'è imamàdo, | l'è in confusion, | l'è timido, | el se pètena, | el se lustra, | el se veste de muraiòni, | el se méte in testa i ponti, | el canta de tuta vena. | Adesso el se scadèna | el ciapa fià, | el la basa. | Co na "esse" el la brinca tuta, | co na "esse" el la ciama Sposa.
Tolo da Re, L'Adese (L'Adige), Poesie, XX sec.

Nella bella Verona s’apre la nostra scena, dove fra due famiglie di pari nobiltà da un rancore antico s’arriva a una novella lotta, che fraterne mani sporca di sangue fraterno.
William Shakespeare, Romeo e Giulietta, ca. 1596

Non c’è mondo fuori dalle mura di Verona, se non purgatorio, sofferenza, anzi, l’inferno stesso. Essere bandito da qui significa esser bandito dal mondo, ed esser bandito dal mondo significa morte. Esilio è solo un altro nome per morte, e tu, chiamando la morte esilio, mi tagli la testa con una scure d’oro per sorridere poi al colpo che mi uccide.
[There is no world without Verona walls But purgatory, torture, hell itself; Hence ‘banished’ is banish’d from the world, And world’s exile is death. Then ‘banished’ Is death, misterm’d. Calling death ‘banished’ Thou cut’st my head off with a golden axe And smilest upon the stroke that murders me].
William Shakespeare, Romeo e Giulietta, ca. 1596

Il cielo è qui, dove vive Giulietta, e qualsiasi cane, gatto, minuscolo topo, qualunque altra cosa insignificante, vive qui, in questo cielo, e può vedere Giulietta, ma Romeo non può.
William Shakespeare, ibidem

Le innalzerò una statua d’oro puro, così finché Verona conserverà il proprio nome nessuna immagine sarà tenuta in pregio quanto quella di Giulietta, leale e fedele.
William Shakespeare, Romeo e Giulietta, ca. 1596

Verona è città fra le altre preziosa: qui stendono orli rosa alle vie grigie, lastre di marmo sonore sotto il piede come fondamenta veneziane. E tra quel rosa e un rosso ferrigno varia il colore dominante: solo a maggior rilievo spicca l'oro verde di un palazzo barocco, in disparte il topazio caldo di San Zeno, negli avanzi romani un pallore tra di nuvola e d'acqua levigata dalla luna. 
Leone Traverso, Immagini di città, XX sec.

Verona, con le sue vecchie mura che l'attorniano, i suoi ponti dai parapetti merlati, le sue lunghe e larghe vie, i suoi ricordi del medio evo, ha una grande aria che incute rispetto. 
Paul Valéry [1]

Si come è vero che la città di Verona, per sito, costumi, ed altre parti è molto simile a Firenze, così è vero che in essa, come in questa, sono fioriti sempre bellissimi ingegni in tutte le professioni più rare e lodevoli. 
Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1568

Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, / Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: / color già tristi, e questi con sospetti!
Dante Alighieri, Purgatorio, Divina Commedia, 1304-1321 [2]

Dalla sommità del colle il Castello guarda davanti a sé, verso la città, fatto con arte degna di Dedalo, con gallerie buie, il nobile, distinto, memorabile, grande teatro [l'Arena], costruito a tuo decoro, sacra Verona. Grande Verona, addio, vivi nei secoli sempre e celebrino il tuo nome nel mondo tutte le genti.
[De summo montis Castrum prospectat in urbem | daedalea factum arte viisque tetris | nobile, praecipuum, memorabile, grande theatrum, | ad decus extructum, sacra Verona, tuum. | Magna Verona, vale, valeas per secula semper | et celebrent gentes nomen in orbe tuum].
Anonimo (Iconografia rateriana o Civitas Veronensis Depicta)

Veneziani, gran signori, | padoani, gran dotori, vicentini magnagati, veronesi, tuti mati. 
Proverbio veneto

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Dante accusa l'imperatore Alberto d’Absburgo di trascurare l’Italia, quando invece dovrebbe ben saldamente reggerla, visto il disordine che impera fra i cittadini, come per esempio fra le due famiglie orvietane dei Monaldi e dei Filippeschi o fra quella veronese dei Montecchi e quella cremonese dei Cappelletti.
  3. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Venezia - Milano - Torino