Aforismi, frasi e citazioni su Torino
Raccolta di aforismi, frasi e citazioni su Torino, capoluogo della regione Piemonte e una delle città più importanti d'Italia dal punto di vista storico, culturale ed economico. Torino è situata al margine occidentale della Pianura Padana, fra le Colline del Po e le propaggini alpine. È la quarta città in Italia per numero di abitanti (circa 900.000) e la sua importanza economica, che si è accresciuta vertiginosamente nel dopoguerra, ha provocato un forte movimento migratorio dal Sud.
La topografia e l'aspetto della città hanno una loro impronta caratteristica, dovuta al radicale riassetto urbanistico che i Savoia vi promossero a partire dal XVI sec. La pianta a scacchiera ricalca l'originario tracciato romano con strade rettilinee e regolari fiancheggiate da edifici del tardo Rinascimento, dell'epoca barocca e neoclassica (gli edifici precedenti sono andati in gran parte perduti).
I monumenti più interessanti sono la cattedrale rinascimentale, il Palazzo Reale, ora museo, i palazzi Madama e Carignano, la Mole Antonelliana. Su una collina a Nord Est dell'abitato sorge la basilica di Superga, eretta da Amedeo Il per ricordare la vittoria sui Francesi nel 1706, e da lui destinata a ospitare le tombe dei Savoia. [2]
La topografia e l'aspetto della città hanno una loro impronta caratteristica, dovuta al radicale riassetto urbanistico che i Savoia vi promossero a partire dal XVI sec. La pianta a scacchiera ricalca l'originario tracciato romano con strade rettilinee e regolari fiancheggiate da edifici del tardo Rinascimento, dell'epoca barocca e neoclassica (gli edifici precedenti sono andati in gran parte perduti).
I monumenti più interessanti sono la cattedrale rinascimentale, il Palazzo Reale, ora museo, i palazzi Madama e Carignano, la Mole Antonelliana. Su una collina a Nord Est dell'abitato sorge la basilica di Superga, eretta da Amedeo Il per ricordare la vittoria sui Francesi nel 1706, e da lui destinata a ospitare le tombe dei Savoia. [2]
Torino è la città più profonda, la più enigmatica, la più inquietante non solo d’Italia ma di tutto il mondo. (Giorgio De Chirico) |
Credo che le mura, i palazzi, le strade di Torino esprimano tutta la loro storia senza però ostentarla: i monumenti, anche i più "eccessivi", sono come velati da una patina di discrezione. La stessa che c'è nei torinesi.
Gianni Amelio [1]
Torino! La patria di Pietro Micca, del vermouth, e dell'avanguardia!
Alberto Arbasino, Specchio delle mie brame, 1974
Nulla amo di Torino: non il suo ordine, non la sua mediocre civiltà piena di sussiego. Odio i suoi impiegatucci, i suoi militari, i suoi uomini politici.
Anna Banti, Noi credevamo, 1967
Non sono indifferente a Torino. Anzi, l'amo. Amo i suoi parchi, i suoi viali. Amo le sue piazze. I suoi cavalli di ferro. Le Montagne che la guardano. Il Fiume. I suoi autunni. Vedo il suo conflitto fra dovere e piacere. Mi intenerisce il suo tentativo di modernità. Mi infastidisce, come ovunque, il suo snobismo intellettuale. Amo l'eleganza, il garbo del suo dialetto. E la gente, dalle disparate e disperate origini, che è ricca anche quando è povera. Perché Torino mostra i denti, e chi soffre capisce tante cose. L'Amo. Violentemente. Come si ama chi non vuoi lasciare, pur comprendendo di non poter restare, perché incapace di sollevarti dall'ansia del vivere.
Annamaria Barbera, Sono stata spiegata?, 2003
Torino! La patria di Pietro Micca, del vermouth, e dell'avanguardia!
Alberto Arbasino, Specchio delle mie brame, 1974
Nulla amo di Torino: non il suo ordine, non la sua mediocre civiltà piena di sussiego. Odio i suoi impiegatucci, i suoi militari, i suoi uomini politici.
Anna Banti, Noi credevamo, 1967
Non sono indifferente a Torino. Anzi, l'amo. Amo i suoi parchi, i suoi viali. Amo le sue piazze. I suoi cavalli di ferro. Le Montagne che la guardano. Il Fiume. I suoi autunni. Vedo il suo conflitto fra dovere e piacere. Mi intenerisce il suo tentativo di modernità. Mi infastidisce, come ovunque, il suo snobismo intellettuale. Amo l'eleganza, il garbo del suo dialetto. E la gente, dalle disparate e disperate origini, che è ricca anche quando è povera. Perché Torino mostra i denti, e chi soffre capisce tante cose. L'Amo. Violentemente. Come si ama chi non vuoi lasciare, pur comprendendo di non poter restare, perché incapace di sollevarti dall'ansia del vivere.
Annamaria Barbera, Sono stata spiegata?, 2003
Torino mi sembra la città più graziosa d'Italia e, per quel che credo, d'Europa per l'allineamento delle strade, la regolarità delle costruzioni e la bellezza delle piazze.
Charles de Brosses, in M. R. Colomb, Il presidente de Brosses in Italia, 1836
Torino è una città che invita al rigore, alla linearità, allo stile. Invita alla logica, e attraverso la logica apre la via alla follia.
Italo Calvino, Eremita a Parigi, 1974
Torino è una città senza vento. Le vie sono canali d'aria ferma che si perdono all'infinito come urli di sirena: d'aria ferma, vetrosa di gelo o soffice d'afa, mossa solo dai tram rasenti i giri. Per mesi dimentico che il vento esiste; solo me ne resta un indistinto bisogno.
Italo Calvino, Vento in una città, in Prima che tu dica «Pronto», 1993
E da Superga nel festante coro / De le grandi Alpi la regal Torino / Incoronata di vittoria, ed Asti / repubblicana.
Giosuè Carducci, Piemonte, 1890
Per gli emiliani quelli di Torino ("Turèin", in dialetto), la Torino in cui pochi sono stati se non - quando c'era - per il Salone dell'auto, sono, ovviamente, «falsi e cortesi», gente magari seria ma impenetrabile, forse un po' ottusa ma di cui diffidare perché può fregarti con buone maniere, tipi snob e noiosi, che abitano in una città altrettanto noiosa, grigia e per giunta nevosa e fredda. Come se in Emilia il clima, d'inverno, fosse clemente.
Aldo Cazzullo e Vittorio Messori, Il mistero di Torino, 2004
C'è un pregiudizio che accomuna gli italiani che non sanno che Torino ha un microclima secco, con una media annuale di soli 800 millimetri di precipitazioni, in minima parte neve. Ebbene, a Napoli ("'o paese do sole"...) la media è di 947 millimetri e di ben 1400 sui Colli Romani. Ma il "cliché" vuole sempre grigi e tristi i cieli piemontesi.
Aldo Cazzullo e Vittorio Messori, ibidem
Torino è città monastica [...] favorevole ai solitari, agli introversi, ai meditabondi, a chi ama e cerca l'isolamento in una sua nicchia claustrale, pur nel cuore di una strana metropoli.
Aldo Cazzullo e Vittorio Messori, ibidem
È monastica, Torino, anche perché i suoi dodici chilometri di portici ininterrotti formano il più lungo, il più grandioso chiostro del mondo. Vi si passeggia volentieri - e la meditazione è agevole, sotto quelle arcate, al contempo ariose e protettive - proprio come avviene in un'abbazia.
Aldo Cazzullo e Vittorio Messori, ibidem
Il futuro è un mistero: di esso fa parte anche il mistero di Torino. La quale tutto è stata e tutto sarà, tranne che un luogo geografico come tanti.
Aldo Cazzullo e Vittorio Messori, Il mistero di Torino, 2004
Torino, una città sempre più invivibile e repulsiva. La Mole è certamente uno dei più brutti monumenti che esistano al mondo, qualcosa di inavvicinabile... dal grugno grigio e cupo.
Guido Ceronetti, su La Stampa, 2000
La strada per Menfi e Tebe passa da Torino.
Jean-François Champollion [1]
Torino è una città comoda, pulita, bella, piena di vita, ma tranquilla e seria; è una città destinata ad un grande avvenire, se non verrà meno nei suoi abitanti, quello spirito ricco di ardite iniziative e quella serietà di propositi a cui Torino e l'Italia devono la loro presente fortuna.
Vera Comoli Mandracci, Torino, 1983
Ricordatevi bene di quello che vi dico. Perché questo fatto potesse accadere, che un ragazzo calabrese fosse come in casa sua a Torino e che un ragazzo di Torino fosse come a casa propria a Reggio di Calabria, il nostro paese lottò per cinquant'anni e trentamila italiani morirono. Voi dovete rispettarvi, amarvi tutti fra voi; ma chi di voi offendesse questo compagno perché non è nato nella nostra provincia, si renderebbe indegno di alzare mai più gli occhi da terra quando passa una bandiera tricolore.
Edmondo de Amicis, Cuore, 1886
Torino è la città più profonda, la più enigmatica, la più inquietante non solo d’Italia ma di tutto il mondo.
Giorgio De Chirico, in Maurizio Fagiolo, Il meccanismo del pensiero, 1985
È stato Nietzsche che per primo indovinò l’enigma di quelle vie diritte, affiancate da case rette da portici sott’i quali, anche con tempo di pioggia, si può passeggiare tranquillamente con i proprî amici, discutendo d’arte, di filosofia e di poesia, al riparo, tanto dell’acqua del cielo, quanto, durante l’estate, dei raggi troppo ardenti del sole. Torino è la città delle amicizie peripatetiche.
Giorgio De Chirico, ibidem
Nietzsche fu il primo a sentire l’infinita poesia che si sprigiona da questa città tranquilla ed ordinata, costruita in una pianura adorna di dolci colline, di parchi romantici, di castelli e di palazzi solenni.
Giorgio De Chirico, ibidem
La bellezza di Torino non si svela che poco per volta, simile a una Gorgone buona e onesta che sa quanto costa a quelli che hanno la disgrazia di vedere la sua faccia interamente ed a un tratto. È infatti una bellezza che in alcuni casi può essere fatale.
Giorgio De Chirico, ibidem
La bellezza di Torino è difficile a scorgere; talmente difficile che fuori di Nietzsche e di me stesso non conosco nessuno che se ne sia preoccupato finora.
Giorgio De Chirico, in Maurizio Fagiolo, Il meccanismo del pensiero, 1985
Torino ha case da contenere u n mondo di gente. Non chiedete ai portinai chi ci stia: non lo san forse neanche i padroni.
Carlo Dossi, Note azzurre, 1870/1907 (postumo 1912/64)
Senza l'Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa. Ma, senza Torino, l'Italia sarebbe molto diversa.
Umberto Eco, citato in Aldo Cazzullo e Vittorio Messori, Il mistero di Torino, 2004
Senza l'Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa. Ma, senza Torino, l'Italia sarebbe molto diversa. (Umberto Eco) |
Qualcuno anche oggi dice che Torino è una città senz'anima; bisogna andarci cauti: l'anima di Torino c'è, e sta dietro quel reticolo di strade geometriche che si tagliano ad angolo retto, è nella sua struttura così ben squadrata, così razionalmente studiata.
Franco Ferrarotti, La società e l'utopia: Torino, Ivrea, Roma e altrove, 2001
[Torino nel 1847]. Una città rigida e codina che amava le parate militari e le processioni, brulicante di divise e di tonache; una città dove, tra una guerra e un giubileo, si affilavano le armi, si accendevano ceri, e ci si annoiava a morte.
Roberto Gervaso, La bella Rosina, 1991
Non potevo immaginare una città bella come Torino, nulla vi manca; l’occhio non è mai ferito, ma sempre colpito e affascinato [...]. Più procede il mio viaggio, più scopro altre città, più dispero di non trovare un’altra Torino.
Alphonse de Lamartine, XIX sec. [1]
Torino ha un'anima complessa. Torino città operaia. Torino città della Fiat. Torino con la tradizione di città capitale. Torino città italiana, anzi romana, ma anche città alpina, che guarda alla Francia e all'Europa. Torino di Gobetti, di Einaudi, di Bobbio, di Gramsci e dell'«Ordine nuovo», Torino comunista e Torino liberale. Torino col suo carattere, la sua sobrietà, la sua serietà, che non si apre e non si dà tanto facilmente, ma che ti accetta quando si convince che impersoni i suoi stessi valori: l'impegno nel lavoro, una forte cultura civica, un senso del dovere che ti compete, per la parte che hai nella vita della città.
[Torino nel 1847]. Una città rigida e codina che amava le parate militari e le processioni, brulicante di divise e di tonache; una città dove, tra una guerra e un giubileo, si affilavano le armi, si accendevano ceri, e ci si annoiava a morte.
Roberto Gervaso, La bella Rosina, 1991
Non potevo immaginare una città bella come Torino, nulla vi manca; l’occhio non è mai ferito, ma sempre colpito e affascinato [...]. Più procede il mio viaggio, più scopro altre città, più dispero di non trovare un’altra Torino.
Alphonse de Lamartine, XIX sec. [1]
Torino ha un'anima complessa. Torino città operaia. Torino città della Fiat. Torino con la tradizione di città capitale. Torino città italiana, anzi romana, ma anche città alpina, che guarda alla Francia e all'Europa. Torino di Gobetti, di Einaudi, di Bobbio, di Gramsci e dell'«Ordine nuovo», Torino comunista e Torino liberale. Torino col suo carattere, la sua sobrietà, la sua serietà, che non si apre e non si dà tanto facilmente, ma che ti accetta quando si convince che impersoni i suoi stessi valori: l'impegno nel lavoro, una forte cultura civica, un senso del dovere che ti compete, per la parte che hai nella vita della città.
Arrigo Levi, su La Stampa, 2006
Quando, una decina d’anni fa, cominciai a frequentare Torino con una certa assiduità, mi accadde di essere vittima consenziente del suo fascino. Mi appariva come una città insieme pitagorica, nordica, secentesca, garbata: la aromatizzava un incenso di spente gerarchie ecclesiastiche, tutto pareva nobile, lucido, e insieme moderno. Torino vantava una storia intellettuale recente di singolare prestigio; la sua storia morale era quanto di meno italiano si potesse immaginare.
Giorgio Manganelli, Lunario dell’orfano sannita, 1973
Torino era una città nordica spinta troppo a sud dall’ultima glaciazione, un nobile regalo ad una nazione inguaribilmente meridionale.
Giorgio Manganelli, ibidem
Avevo alle mie spalle, come esperienza di vita, la sgangherata Milano, ambiguamente riassunta nella alleanza di panettone, Madonnina, fascio primogenito; e mi ritrovavo in una geometrica biblioteca, pensosa e affollata di fronti spaziose, sommessa e d’avanguardia. La città che aveva fatto l’unità d’Italia appariva curiosamente appartata, non si sa se offesa o delusa o solamente intesa alle proprie indagini severe. Il resto dell’Italia, sembrava suggerire quel contegno, era più o meno portineria; ma lei, Torino, abitava al piano nobile.
Giorgio Manganelli, ibidem
Torino è seria, per bene, operosa, ha stile, è colta, ha classe, è elegante, è discreta, è cortese, è all'avanguardia, è negletta dalle pubbliche autorità, è una capitale che ha avuto il buon gusto di rinunciare ai ministeri, e che ha custodito solo l’aroma senatoriale, ma non le risse.
Giorgio Manganelli, Lunario dell’orfano sannita, 1973
Dovunque io arrivi, per esempio qui a Torino, ogni faccia si rasserena e si addolcisce al vedermi. Nulla mi ha lusingato tanto finora come certe vecchie fruttivendole che non hanno pace finché non sono riuscite a scegliermi i grappoli più dolci della loro uva...
Friedrich Nietzsche, Ecce homo, 1888
La quieta e aristocratica Torino.
Friedrich Nietzsche, ibidem
Torino. Città dignitosa e severa! Niente affatto grande città, niente affatto moderna come avevo temuto: ma una residenza del diciassettesimo secolo, dove su tutto era stato imposto un unico gusto, quello della Corte e della noblesse. Su ogni cosa è rimasta impressa una calma aristocratica: non vi sono meschini sobborghi; un’unità di gusto che si estende fino al colore (tutta la città è gialla o rosso-bruna). Ed è un luogo classico per i piedi come per gli occhi!
Friedrich Nietzsche, Epistolario, 1849/89
La sera sul ponte del Po: Magnifico! Al di là del bene e del male!
Friedrich Nietzsche, ibidem
Torino non è un luogo che si abbandona.
Friedrich Nietzsche, ibidem
Torino: "Il primo posto dove io sono possibile".
Friedrich Nietzsche, ibidem
Su Torino non c'è niente da ridire: è una città magnifica e singolarmente benefica.
Friedrich Nietzsche, Epistolario, 1849/89
La sera sul ponte del Po: Magnifico! Al di là del bene e del male! (Friedrich Nietzsche) |
C'è soltanto una cosa che è uguale a Torino e in campagna: le commedie delle donne.
Cesare Pavese, Paesi tuoi, 1941
Torino. Città della fantasticheria, per la sua aristocratica compiutezza composta di elementi nuovi e antichi; città della regola, per l'assenza assoluta di stonature nel materiale e nello spirituale; città della passione, per la sua benevola propizietà agli ozi; città dell'ironia, per il suo buon gusto nella vita; città esemplare, per la sua pacatezza ricca di tumulto. Città vergine in arte, come quella che ha già visto altri fare l'amore e, di suo, non ha tollerato sinora che carezze, ma è pronta ormai se trova l'uomo, a fare il passo.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)
Il luogo della tua persona è certo il viale torinese signorile e modesto, primaverile e estivo, calmo, discreto e vasto, dove s'è fatta la tua poesia. La materia veniva da molte parti, ma qui trovava forma.
Cesare Pavese, ibidem
Firenze è una città per sposi; Venezia, per amanti; Torino, per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi.
Pitigrilli (Dino Segre), citato in Dino Provenzal, Dizionario umoristico, 1935
Ci sono giornate di vento, a primavera, in cui Torino pare di vetro. Le distanze allora si abbreviano fino a scomparire e, nella luce trasparente e fredda, tutto sembra confluire in un unico punto: ovunque si sia è ovunque. D'inverno, invece, Torino si fa d'un grigio terrigno, come un blocco di roccia compatta. E i flussi di vita che l'attraversano nelle strade simmetriche si riducono a sorde vibrazioni lungo le venature chiare che l'incrinano.
Marco Revelli, Lavorare in Fiat, 1989
Torino appartiene al regno minerale. Per "vivere", ha sempre richiesto grandi energie che l'agissero, passioni forti che l'animassero dall'interno. Creatura ctonia incapace di adattarsi alle superfici, quando la tensione s'acquieta finisce per riflettere, lungo le sue semplici geometrie, l'inerzia e l'angoscia.
Marco Revelli, ibidem
Torino è una città bellissima [...] Di sera quando è illuminata dal gas e popolata da una moltitudine di gente che vuole divertirsi, che va a zonzo, che chiacchiera, che ride, è uno spettacolo degno di essere visto.
Mark Twain, A Tramp Abroad, 1880
L’animale non si rifiuta di allattare un figlio non suo, ma a Torino ci si rifiuta di affittare una camera a un siciliano o a un calabrese.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997
Torino, città borghese per eccellenza.
Anacleto Verrecchia, ibidem
Torinesi e Monferrini, pane, vino e tamburini.
Proverbio italiano
Note
Torino è una città bellissima [...] Di sera quando è illuminata dal gas e popolata da una moltitudine di gente che vuole divertirsi, che va a zonzo, che chiacchiera, che ride, è uno spettacolo degno di essere visto.
Mark Twain, A Tramp Abroad, 1880
L’animale non si rifiuta di allattare un figlio non suo, ma a Torino ci si rifiuta di affittare una camera a un siciliano o a un calabrese.
Anacleto Verrecchia, Diario del Gran Paradiso, 1997
Torino, città borghese per eccellenza.
Anacleto Verrecchia, ibidem
Torinesi e Monferrini, pane, vino e tamburini.
Proverbio italiano
Note
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