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Frasi e citazioni di George Berkeley

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di George Berkeley (Contea di Kilkenny, 1685 - Oxford,  1753), filosofo, teologo e vescovo anglicano irlandese. Riguardo alla sua opera, ha detto Berkeley: "Non credo di dovermi preoccupare tanto del successo di ciò che ho scritto, quanto piuttosto della sua conformità al vero". 
Pochi pensano, ma tutti pretendono di avere opinioni:
ecco perché le opinioni di molti sono superficiali e confuse.
(George Berkeley)
Saggio per una nuova teoria della visione
An Essay Towards a New Theory of Vision, 1709

È evidente che, quando la mente percepisce un’idea non immediatamente e di per sé, deve farlo per mezzo di qualche altra idea. Così, ad esempio, le passioni che si trovano nella mente di un altro mi sono in sé stesse invisibili; tuttavia, posso percepirle con la vista: non immediatamente, ma per mezzo dei colori che producono sul volto. Spesso si vedono la vergogna o la paura nell’aspetto di un uomo, percependo i mutamenti del suo volto, che si fa rosso o pallido.

Trattato sui principi della conoscenza umana
A Treatise Concerning the Principles of Human Knowledge, 1710 - Selezione Aforismario

Ci sono verità così immediate e ovvie per la mente, che basta aprire gli occhi per vederle. Tra queste, ce n’è una importante: quella, cioè, secondo la quale il coro dei cieli, la terra e quanto essa contiene, insomma tutti i corpi che compongono l’imponente struttura del mondo, non possono sussistere senza una mente: il loro essere consiste nell’essere percepiti o conosciuti. Di conseguenza, quando non vengono effettivamente percepiti da me, e non esistono né nella mia mente, né in quella di qualsiasi altro spirito creato, o non esistono affatto, oppure sussistono nella mente di uno spirito eterno. 

Non appena ci allontaniamo dal senso e dall’istinto per seguire la luce di un principio superiore, e ragioniamo, meditiamo e riflettiamo sulla natura delle cose, subito mille dubbi sorgono nella nostra mente, riguardo a quelle cose che prima ci sembrava di comprendere perfettamente. 

La filosofia non è altro che lo studio della saggezza e della verità.

Sono incline a pensare che la maggior parte di quelle difficoltà (se non tutte) che hanno sbarrato la via della conoscenza sino a questo momento, costituendo il diletto dei filosofi, siano da attribuire esclusivamente a noi stessi: prima abbiamo sollevato un polverone, e poi ci lamentiamo di non riuscire a vedere.

I pregiudizi e gli errori dei sensi si svelano da ogni parte al nostro sguardo e, se cerchiamo di correggerli con la ragione, scivoliamo insensibilmente in strani paradossi, difficoltà e incoerenze, che crescono e si moltiplicano man mano che avanziamo nel ragionamento, sinché alla fine, dopo aver errato per tanti intricati sentieri, ci ritroviamo al punto di partenza o, peggio, ci adagiamo in un desolato scetticismo.

Non è detto che la vista più ampia sia sempre la più limpida: il miope è costretto ad avvicinare a sé l’oggetto che guarda e può darsi che riesca a scorgervi, esaminandolo da vicino e in dettaglio, ciò che era sfuggito ad occhi molto più acuti.

La comunicazione di idee tramite le parole non è l’unico, né il principale scopo del linguaggio. Il linguaggio ha anche altre finalità, come quella di suscitare passioni, di incitare all’azione o di far desistere da essa, di porre la mente in una disposizione particolare; spesso la comunicazione di idee serve solo a raggiungere questi scopi.

Quando uno Scolastico afferma: «L’ha detto Aristotele», credo che voglia solo dispormi ad aderire alla sua opinione con la deferenza e la sottomissione che l’abitudine ha unito a quel nome. 

Né i pensieri, né le passioni, né le idee formate dall’immaginazione esistono al di fuori della mente. 

Le varie sensazioni o idee impresse ai sensi, comunque siano mescolate o combinate insieme (vale a dire, qualsiasi oggetto esse compongano), non possono esistere, se non in una mente che le percepisce. 

Mi sembra assolutamente incomprensibile ciò che si dice riguardo all’esistenza assoluta di cose non pensanti, senza nessuna relazione con il fatto che siano percepite. Il loro esse è un percipi: non è possibile che esistano al di fuori delle menti o delle cose pensanti che le percepiscono,

Non vi è altra sostanza al di fuori dello spirito, o ciò che percepisce. 

Tutte le cose che esistono, esistono solo nella mente, hanno cioè un’esistenza puramente nozionale. 

Le idee che ci facciamo delle cose sono tutto ciò che possiamo dire della materia.

Per "materia" si deve intendere una sostanza inerte e priva di alcun senso, della quale però si pensa che abbia estensione, forma e movimento. 

Tutto ciò che sta nel cielo e sulla terra, tutti i corpi che compongono la poderosa costruzione dell'universo, non esistono senza una mente.
[All the choir of heaven and furniture of earth -in a word, all those bodies which compose the frame of the world- have not any subsistence without a mind].

Un'idea non può essere simile a nient'altro che a un'idea; un colore o una figura non possono essere simili a nient'altro che a un altro colore o figura.
[An idea can be like nothing but an idea; a colour or figure can be like nothing but another colour or figure].

Essere è essere percepito.
[Esse est percipi].

Le stesse imperfezioni e i difetti della natura non sono privi di utilità, perché producono una gradevole varietà e rendono più bello il resto della creazione, come le ombre in un dipinto servono a far risaltare le parti più brillanti e luminose. 

Soltanto le anime piccole, che non riflettono, possono ridicolizzare le opere della Provvidenza, delle quali non sono capaci (o non si danno la pena) di comprendere la bellezza e l’ordine. 

Chi è in grado di pensare correttamente e in grande, ed è nello stesso tempo abituato a riflettere, non potrà mai ammirare a sufficienza le divine tracce di saggezza e di bontà che risplendono in tutta l’economia della natura.

Per chiunque sia capace della minima riflessione, nulla può essere più evidente dell’esistenza di Dio, cioè di uno spirito intimamente presente alle nostre menti, che produce in esse tutta quella varietà di idee o sensazioni, che continuamente ci impressiona; uno spirito dal quale dipendiamo in un modo completo e assoluto; uno spirito, in breve, nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. Che la scoperta di questa grande verità, così a portata della mente, sia stata fatta solo dalla ragione di pochi, è un triste esempio della stupidità e della distrazione degli uomini, i quali, pur essendo circondati da chiarissime manifestazioni della Divinità, ne sono così poco toccati, che sembrano ciechi per eccesso di luce.

Tre dialoghi tra Hylas e Philonous
Three Dialogues between Hylas and Philonous, 1713

Pochi pensano, ma tutti pretendono di avere opinioni: ecco perché le opinioni di molti sono superficiali e confuse. 
[Few men think, yet all have opinions. Hence men's opinions are superficial and confused].

Come è possibile che un’idea o sensazione esista in qualcosa di diverso da una mente o spirito, o sia prodotta da un essere privo di pensiero? Questo è assolutamente inconcepibile; e asserire ciò che è inconcepibile equivale a dire cose prive di senso: o no?

Sirius
Siris, a chain of philosophical reflections and inquiries, concerning the virtues of tar-water, 1744

La verità è il grido di tutti, ma il gioco di pochi.
[Truth is the cry of all, but the game of few].

Fonte sconosciuta
Traduzione dall'inglese a cura di Aforismario

Dio è un essere di perfezioni trascendenti e illimitate: la sua natura è quindi incomprensibile a degli spiriti finiti.

Per mia soddisfazione personale, preferirei essere padrone del mio tempo piuttosto che indossare un diadema.

Un raggio di immaginazione o di saggezza può illuminare l'universo e risplendere nei secoli più remoti.

Note
Vedi anche frasi e citazioni di: Thomas HobbesDavid HumeJohn Locke