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Frasi e citazioni di H. P. Lovecraft

Selezione di frasi e citazioni di Howard Phillips Lovecraft (Providence, 1890-1937), scrittore, poeta, critico letterario e saggista statunitense, riconosciuto tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme a Edgar Allan Poe. Molte delle opere di H. P. Lovecraft sono state fonte di ispirazione per artisti di tutto il mondo, nella letteratura, nel cinema e nella musica. Ha detto di sé Lovecraft:
"Nonostante la mia condotta solitaria, ricavo enormi soddisfazioni dai libri e dallo scrivere, e la vita mi interessa troppo per decidere di abbandonare la recita prima che la natura mi chiami a sé. Anche se non partecipo attivamente alla messinscena dell’esistenza, sono un po’ come il personaggio di Addison e Steele: un (più o meno) imparziale Spettatore, che si procura non poca soddisfazione nell’osservare i bizzarri comportamenti di quelle stravaganti e goffe marionette chiamate uomini. Il senso dell’umorismo mi ha aiutato a sopportare la vita: infatti, in mancanza d’altro, riesco sempre a procurarmi un sorriso sarcastico riflettendo sulla mia stessa insignificante ed egoistica esistenza!".
Foto di H. P. Lovecraft
Il mondo, la vita e l'universo che conosciamo sono soltanto una nuvola passeggera;
ieri non esisteva e domani la sua esistenza sarà dimenticata. Nulla importa.
(H. P. Lovecraft)

La tomba
The tomb, 1917

Gli uomini di più vasto intelletto ben sanno che non esiste una netta distinzione tra il reale e l'irreale, e che tutte le cose devono la loro apparenza soltanto ai fallaci mezzi mentali e psichici di cui l'individuo è dotato, attraverso i quali prende coscienza del mondo. Il prosaico materialismo della maggioranza condanna invece quei lampi di una visione superiore che penetrano il velo comune dell'ovvio empirismo, classificandoli come manifestazioni di follia.

La sorte che colpì Sarnath
The doom that came to Sarnath, 1919

Nessun nuovo orrore può essere più terribile della tortura quotidiana del luogo comune.
[No new horror can be more terrible than the daily torture of the commonplace].

Hypnos
Hypnos, 1922

Che gli dèi misericordiosi, se esistono, ci proteggano nelle ore in cui né il potere della volontà, né le droghe inventate dagli uomini posso­no tenerci lontani dall'abisso del sonno.

La morte è compassionevole perché da essa non c'è ritorno, ma chi emerge, pallido e carico di ri­cordi, dai recessi della notte, non avrà più pace. 

I cari estinti
The loved dead, 1923

Lingue ardenti di fiamma invisibile imprimono il marchio dell'inferno sulla mia anima esausta.

L'ultimo esperimento
The last test, 1927

L'umanità! E che cos'è l'umanità? La scienza! Sciocchi! Sempre e solo individui! L'umanità va bene per i predicatori... per loro significa folle di ciechi creduloni. L'umanità va bene per i ricchi avidi: a loro parla di dollari e di cents. L'umanità va bene per i politicanti: per loro significa un potere collettivo da usare per il proprio tornaconto. Che cos'è l'umanità? Niente! Grazie a Dio questa rozza illusione non è durata! Un uomo veramente adulto adopera la verità... la conoscenza... la scienza... la luce... strappare il velo e sconfiggere le ombre. 

Qualcosa dall'alto
Something from above, 1929

Noi camminiamo nell'oscurità insieme a fantasmi e spettri che non conosciamo e il nostro piccolo mondo si immerge ciecamente in abissi senza fondo, verso mete che non possiamo neanche concepire.

Attraverso le porte della Chiave d'Argento
Through the gates of the Silver Key, 1932

Quelle che chiamiamo sostanza e realtà non sono che ombra e illusione, e quelle che chiamiamo ombra e illusione sono sostanza e realtà.
[That which we call substance and reality is shadow and illusion, and that which we call shadow and illusion is substance and reality].

I sogni nella casa stregata
The dreams in the witch-house, 1932

Né le geometrie non euclidee, né la fisica quantistica, bastano ad aprire certi cervelli.

L'oceano di notte
The night ocean, 1936

Date la penna a un sogno, e ogni suo colore sparirà. L'inchiostro con il quale scriviamo sembra sbiadito da qualcosa che ha troppa realtà, e scopriamo che dopotutto non è possibile dare forma ai ricordi. 

Le cose percepite con la vista interiore, come quelle fuggevoli visioni che ci arrivano mentre stiamo per cadere nel buio del sonno, sono più vivide e significative di quando cerchiamo di arrivarvi razionalmente. 

Nei sogni e nelle visioni trovano radici le più potenti creazioni dell'uomo, perché essi non sono soggetti alla limitazione delle linee e dei colori. Scene dimenticate e terre più arcane del mondo dorato della fanciullezza si risvegliano nella mente assopita e la pervadono, finché la coscienza non le mette a tacere. 

Saggi
Selezione Aforismario

Dobbiamo imparare a rifiutare per sempre il punto di vista sentimentale e vedere la nostra specie soltanto con i freddi occhi della scienza. Dobbiamo riconoscere l’impossibilità sostanziale di addomesticare quell’animale chiamato uomo

Dobbiamo comprendere che la natura umana rimarrà sempre la stessa, finché l’uomo resterà uomo; che la civiltà è soltanto una debole copertura dietro la quale sonnecchia la bestia dominante, sempre pronta a risvegliarsi.

Nella considerazione di noi stessi, pensiamo troppo all’etica e alla sociologia, e troppo poco alla semplice storia naturale. Dovremo capire che il periodo dell’esistenza storica dell’uomo, un periodo così breve che la sua costituzione fisica non è stata minimamente alterata, non è stato sufficiente a permettere nessun considerevole cambiamento mentale.

Gli istinti che dominavano gli Egiziani e gli Assiri dominano allo stesso modo anche noi; e, come gli antichi pensavano, si dibattevano, lottavano e si ingannavano, così noi moderni continueremo a pensare, a dibatterci, a lottare e ad ingannarci nel nostro più profondo intimo. Il cambiamento è solo superficiale e apparente.

Niente disturba più profondamente il nostro radicato egoismo e l’importanza che attribuiamo a noi stessi della consapevolezza che abbiamo dell’insignificanza assoluta che assume la posizione dell’uomo rispetto al tempo e allo spazio.

L’esistenza stessa della vita e del pensiero non è che una faccenda di un attimo, rispetto al tempo illimitato, il caso più incidentale della storia dell’universo. Un’ora fa esistevamo: tra un’ora cesseremo di esistere.

Questa Terra apparentemente sconfinata non è che un piccolo pianeta, rispetto al sistema solare, e rispetto all’universo circostante vediamo che l’intero sistema solare non è che una molecola senza alcuna importanza.

Tutto ciò che conosciamo, che vediamo, sogniamo o immaginiamo, nell’infinito è meno di un granello di polvere. Non è virtualmente niente, o al massimo nulla più di un teorema di matematica.

Sopraffatti dal desiderio irrazionale di credere nel soprannaturale, gli uomini stanno ignorando ovunque i principi scientifici più ovvii, incamminandosi verso confini dove l’evidenza è altamente colorata di illusioni.

Il conflitto è l’unica ineludibile certezza della vita.

Una qualche forma di religione per gli incivili è per lo meno altamente desiderabile. Senza di essa, costoro sono disperati e turbolenti, miserabili a causa di aspirazioni insoddisfatte che, peraltro, non si possono soddisfare, le quali possono portare il mondo civile al caos e alla distruzione.

Il materialista è l'unico pensatore che fa uso della conoscenza e dell'esperienza che i secoli hanno procurato alla razza umana. È l'uomo che, mettendo da parte gli istinti e i desideri, che sa essere animali e primitivi, e le fantasie e le emozioni, che sa essere puramente soggettive e legate alle ben note illusioni del sogno e della follia, osserva il cosmo avendo ridotto al minimo i pregiudizi personali.

[Il materialista] vede l'infinità, l'eternità, la mancanza di scopi e l'agire automatico della creazione e, in essa, la totale, abissale insignificanza dell'uomo e del mondo. Vede che il mondo è solo un granello di polvere la cui esistenza dura un attimo e che perciò tutti i problemi dell'uomo non contano nulla: inezie senza rapporto con l'infinito.

[Il materialista] vede chiaramente la debolezza e la fallacia della giustizia e sente l'assurdità della dottrina dell'immortalità della persona, quando in verità la personalità e il pensiero sono propri soltanto della materia altamente organizzata.

Nessun pensatore virile permetterà senza opporre resistenza che lo si addormenti, costringendolo all’inattività mentale, con quel sedativo emozionale che è la fede, che sia la fede in una divinità soprannaturale, oppure nell’inesistente perfettibilità dell’uomo.

La superstizione è più forte della ragione, e un codice avrà più effetto sulle masse se sarà sostenuto da una supposta autorità divina.

Le persone religiose vi assicureranno di sapere che la loro fede è vera grazie a sensazioni e intuizioni troppo profonde per essere espresse. Il materialista non può far altro che sorridere di questa prontezza con cui si accettano le allucinazioni come prove.

Che mescolanza di istinti elementari, desideri, illusioni, fantasie, autosuggestione, delirio e fervore estetico sono le credenze religiose del teista medio!

Idealismo e materialismo! Illusione e verità! Scompariranno insieme nell’oscurità solo quando l’uomo avrà cessato di esistere, quando sotto gli ultimi tremuli raggi di un sole morente perirà l’ultimo vestigio di vita organica sul nostro granellino di sabbia cosmica.

Su neri pianeti che ruotano diabolicamente attorno a un sole nero, il nome dell’uomo sarà dimenticato. Neppure le stelle canteranno la sua fama, perforando l’etere con aghi crudeli di pallida luce. 

Il mondo, la vita e l'universo che conosciamo sono soltanto una nuvola passeggera; ieri non esisteva e domani la sua esistenza sarà dimenticata. Nulla importa.

È dimostrazione di maggiore sensibilità accettare semplicemente l'universo così com'è, e farla finita. Tutto è illusione, vuoto e nulla, ma cosa importa?

Le illusioni sono tutto ciò che abbiamo, e dunque fingiamo pure di aggrapparci a loro; esse presentano valori drammatici e confortanti di sensazioni di finalità a cose che in realtà sono senza valore e senza scopo.

Tutto ciò che si può fare logicamente è lasciar scorrere placidamente e cinicamente la nostra vita, secondo schemi tradizionali artificiali che l'ereditarietà e l'ambiente ci hanno trasmesso. Rimanendo fedeli a queste cose, si avranno maggiori soddisfazioni della vita.

In un cosmo eterno e indifferente in cui l’universo galattico, il sistema solare, la terra, la vita organica e la razza umana costituiscono solo un incidente momentaneo e trascurabile, non possono esistere cose come i valori, gli scopi, le direzioni e i significati, e neppure gli interessi, se non in un senso strettamente locale e relativo. 

Nulla ha valore, scopo, significato, o rilevanza, a meno che non sia connesso con quel guazzabuglio di esperienze, credenze e costumi che costituisce l’eredità locale di ogni osservatore.

In quanto esseri umani, la nostra unica scala di valori sensata è quella basata sulla riduzione dell'agonia dell'esistenza.

Il suicidio universale è la cosa più logica del mondo: lo rifiutiamo soltanto a causa della nostra primitiva codardia e della paura infantile del buio. Se fossimo ragionevoli cercheremmo la morte, lo stesso beato vuoto di cui godevamo prima di esistere.

L'orrore soprannaturale nella letteratura
Supernatural Horror in Literature, 1927

La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.
[The oldest and strongest emotion of mankind is fear, and the oldest and strongest kind of fear is fear of the unknown]

L’ignoto, che è anche l’imprevedibile, divenne per i nostri primitivi antenati una terribile fonte di doni e calamità elargiti all’uomo per motivi nascosti ed imponderabili, e quindi appartenenti a sfere di esistenza di cui nulla sappiamo e che non ci riguardano. Il fenomeno del sognare, analogamente, servì a creare il senso del soprannaturale: per cui non c’è da stupirsi del fatto che la vita dell’uomo è impregnata di religione e di superstizione.

Il fascino del macabro è generalmente poco diffuso perché esige dal lettore un certo grado di fantasia e una notevole capacità di distacco dalla vita quotidiana. 

Le sensazioni sono sempre con noi e, talvolta, un bizzarro tocco di fantasia invade anche gli angoli più riposti della mente più pragmatica; perciò nessuna razionalizzazione, riforma o analisi freudiana, può cancellare del tutto la paura dei sussurri vicino all’angolo del camino o nel bosco solitario.

Incertezza e pericolo sono da sempre stretti alleati, rendendo così quanto c’è di occulto e misterioso nel mondo quasi un sinonimo di malvagità e pericolo.

I bambini avranno sempre paura del buio, e gli uomini dotati di menti sensibili tremeranno sempre al pensiero di strani mondi animati di vita misteriosa che vibrano negli abissi al di là delle stelle.

Lettere
Letters, 1915-1937 - Selezione Aforismario

Sono un assoluto materialista e meccanicista, credo che il cosmo non abbia né scopo né significato, sia un groviglio di cicli alterni di condensazione e dispersione elettronica: una cosa senza principio, né direzione permanente, né fine, fatta soltanto di forze cieche che agiscono secondo schemi fissi ed eterni inerenti alla loro essenza.

In un universo senza scopo, tutto è uguale e nulla vale la pena di un serio pensiero. Non ci resta che cogliere ciò che preferiamo e sorridere, rendendoci conto che dove non esistono autentiche direzioni l'una vale l'altra.

La verità non esiste e la vita come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci lasciamo circondare.

È meglio non cadere nell'assurdo eccitandosi o dandosi alla violenza, alle aberrazioni e ai comportamenti antisociali a causa di qualche illusoria sciocchezza. Nulla è importante, ma forse è più confortevole mantenere la calma e non interferire con gli altri. 

L'immaginazione è il più grande rifugio che esista.

L’unica crociata degna dell’individuo illuminato è quella combattuta contro tutto ciò che impoverisce l’immaginazione, il meraviglioso, la percezione sensoriale, la vita vissuta intensamente e l’apprezzamento della bellezza: null’altro conta

La vita non mi ha mai interessato tanto quanto l’evasione dalla vita.

Penso che all'uomo assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la realtà non esiste, non c'è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. 

Questa nostra razza umana non è che un banale incidente nella storia dell’universo. Negli annali dell’eternità e dell’infinito non ha più importanza del pupazzo di neve di un bambino nella storia dei popoli e delle nazioni di questo pianeta.

Quale arroganza, per creature che durano un istante e la cui specie non è altro che un esperimento del deus naturae, attribuirsi il privilegio di un futuro immortale e di un ruolo preminente!

Non riesco davvero a capire come un individuo sensibile possa essere realmente felice.

Non esiste proprio nulla nell’universo per cui valga la pena di vivere: e a meno che un uomo non riesca a eliminare il pensiero e la speculazione filosofica dalla sua mente, è destinato a rimanere oppresso dall’immensità del creato.

Per far fronte alla realtà la soluzione migliore è senz’altro quella di trastullarsi con la religione, o con qualunque altro analogo palliativo di cui si disponga.

Approvo qualunque forma di piacere, anche il più banale, purché non sia troppo sfacciatamente incompatibile con la ragione, le leggi e il decoro.

Temo che tutto il teismo non sia altro che un modo erroneo di ragionare e di tirare a indovinare, o inventare, quello che non sappiamo.

Vorrei poter credere anch’io: mi sarebbe di grande conforto sapere che un giorno mi spunteranno le ali e volerò fino in paradiso per farmi due chiacchiere con Alexander Pope e sir Isaac Newton! 

Le pagine della storia sono rosse del sangue di coloro che sono morti per difendere le loro convinzioni. Il bisogno di verità è reale come il bisogno di cibo: è altrettanto forte, anche se meno spiegabile.

Mi ripugna tutto quanto sa di ordinario e banale – non nella mia vita di tutti i giorni, che vorrei fosse la più tranquilla possibile, ma nel pensiero, che rappresenta la parte più viva della mia esistenza. 

Per me la vita è un’immagine, di cui non sono mai stato né sarò mai parte. Non sarò mai veramente felice o veramente triste, perché sono più incline all’analisi che al sentimento.

Tutta l’allegria che conosco nasce sempre dall’ironia; e la tristezza non riguarda tanto la mia condizione personale, ma deriva da una profonda, terribile malinconia nel prendere atto della sofferenza e della futilità dell’esistenza in un cieco cosmo senza scopo. 

La vita non ha un significato o un principio guida – l’uomo non è altro che un microscopico frammento in quel cosmico ammasso di materia che è il luogo d’elezione di capricciose, incontrollabili forze naturali.

Man mano che invecchio, mi rendo sempre più chiaramente conto di quanto assurdi e insignificanti siano i valori morali, le aspirazioni, le credenze e le altre analoghe illusioni del genere umano. Niente ha importanza in un universo privo di valori e significato.

Tutto ciò che conta al mondo è la difesa della bellezza, dell’espressività, della passione e delle sensazioni intense. 

L’appagamento delle nostre pulsioni emotive è la soddisfazione più gratificante che possiamo aspettarci dalla vita: è la sola cosa che abbiamo razionalmente il diritto di chiamare “successo” o “affermazione” in senso quasi assoluto.

Certamente la vita non potrà donarci nulla di più prezioso della soddisfazione delle nostre emozioni, lungo i tediosi anni che trascorriamo dal nulla da cui proveniamo a quello che ci aspetta! 

La vita in se stessa non è poi così importante, non merita nemmeno la nostra attenzione se ci poniamo da un punto di vista cosmico – e quindi non dobbiamo renderci ridicoli attribuendo eccessiva importanza alle nostre azioni o ai nostri sentimenti.

Tutto sommato, penso che la bellezza sia spesso più gratificante della verità, così che il poeta e l’artista sono in un certo senso più evoluti dello scienziato e del filosofo dal punto di vista strettamente culturale. 

Vero artista è colui che non si preoccupa se sta producendo arte o meno, ma colui che non si pone come obiettivo di esserlo; è colui che si prefigge soltanto l’auto-espressione e solo per caso si accorge di stare vivificando genuina bellezza. 

La vita è un fenomeno piuttosto deprimente, perché la sofferenza e la noia superano il piacere; ma il piacere nondimeno esiste e se ne può trarre giovamento finché dura.

L’esistenza non “significa” niente: essa, semplicemente, è. La vita organica è un fenomeno puramente transitorio, ma l’assenza di una finalità cosmica non impedisce, a una mente matura e disincantata, di trarre soddisfazione da quei piaceri di natura estetica che l’attività dei sensi, dell’immaginazione e dell’intelletto le procurano.

Alla luce di quello che sappiamo del potenziale dell’essere umano, non possiamo tollerare che la nostra civiltà si fondi sui limitati standard culturali di una maggioranza sottosviluppata. Una civiltà che si basi soltanto sul lavoro, il mangiare, il bere, la cura della prole, l’ozio indifferente o i passatempi infantili, non merita di essere difesa. 

L’essere coscienti e in vita è un processo troppo intimamente doloroso – troppo dominato dalla sofferenza, anche considerando tutte le concessioni ai piaceri naturali – per meritare di essere sopportato da chiunque abbia perso gli istinti primitivi e selvaggi,

Io sono la Provvidenza.
[I am Providence].
Epitaffio [gioco di parole tra la città natale, nonché luogo di sepoltura di Lovecraft, e la Provvidenza].

Note
Leggi anche le citazioni di letteratura fantastica e horror di: Edgar Allan Poe - Stephen KingThomas Ligotti