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Frasi e citazioni di Nicolas de Condorcet

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Nicolas de Condorcet, nome completo: Marie-Jean-Antoine-Nicolas de Caritat, marchese di Condorcet (Ribemont, 1743 - Bourg-la-Reine, 1794), matematico, economista, filosofo e politico rivoluzionario francese.
Ritratto di Nicolas de Condorcet
La vita umana non è una lotta nella quale dei rivali si disputano dei premi; è, invece,
un viaggio che dei fratelli fanno in comune. (Nicolas de Condorcet)

Idee sul dispotismo
Idées sur le despotisme, 1789

C'è dispotismo tutte le volte che gli uomini hanno dei padroni, cioè sono sottomessi alla volontà arbitraria di altri uomini.

Il dispotismo del piccolo numero sul grande numero è molto conosciuto e ha due cause: la facilità che il piccolo numero ha di riunirsi e le sue ricchezze con le quali può comprare altre forze.

Il dispotismo dei tribunali è il più odioso di tutti, perché essi per sostenerlo ed esercitarlo impiegano l'arma più rispettabile, la legge.

L'obbedienza passiva è pericolosa per la libertà pubblica; il rifiuto arbitrario dell'obbedienza lo diventerebbe ancor di più.

Per diminuire l'ignoranza, occorre dare libertà alla stampa e moltiplicare gli aiuti ben diretti all'educazione pubblica.

La libertà di stampa rappresenta sempre uno strumento per diminuire l'ignoranza e i pregiudizi del popolo, non istruendolo direttamente, ma diffondendo lumi nella classe superiore più vicina e soprattutto impedendo alla gente interessata di ingannare il popolo e di farlo persistere nei suoi pregiudizi.

I diritti naturali dell'uomo sono: l ) la sicurezza e la libertà della propria persona; 2) la sicurezza e la libertà della proprietà; 3) l'eguaglianza.

Più una dichiarazione dei diritti sarà estesa e completa, più sarà chiara e precisa e più la nazione che l'avrà riconosciuta, che vi sarà legata per principio, per opinione, sarà sicura di essere al riparo da ogni tirannia, poiché qualsiasi tirannia che attaccasse in modo evidente uno di questi diritti vedrebbe levarsi contro un'opposizione generale.

Sull'ammissione delle donne al diritto di cittadinanza
Sur l’admission des femmes au droit de cité, 1790

O nessun individuo della specie umana gode di veri e propri diritti, oppure tutti godono degli stessi; e colui che vota contro il diritto di un altro, qualunque sia la sua religione, il suo colore o sesso, ha pertanto abiurato i propri diritti.

Perché esseri esposti alle gravidanze e a passeggere indisposizioni non potrebbero esercitare diritti di cui non si è mai immaginato di privare le persone che, ogni inverno, hanno la gotta e si raffreddano facilmente?

Sull'istruzione pubblica
Cinq mémoires sur l’instruction publique, 1791-1792 - Selezione Aforismario

Nel momento in cui la legge ha reso tutti gli uomini uguali, la sola distinzione che li divide in diverse classi è quella che scaturisce dalla loro educazione.

L'istruzione pubblica è un dovere della società nei confronti dei cittadini.

È da temere quel grado di ignoranza a causa del quale l'uomo, vittima del ciarlatano che vorrà sedurlo, e incapace di difendere da sé i propri interessi, è obbligato a consegnarsi ciecamente a guide che non può né giudicare né scegliere.

Poco importa alla felicità comune che alcuni uomini devono alla propria fortuna gioie più ricercate, se tutti possono soddisfare i propri bisogni con facilità.

Sarebbe importante avere una forma d'istruzione pubblica che non si lasci sfuggire nessun talento senza averlo notato, e che gli offra tutti gli aiuti riservati finora solo ai figli dei ricchi.

Constatando ciò che il genio ha saputo fare malgrado tutti gli ostacoli, si possono immaginare i progressi che avrebbe fatto lo spirito umano se un'istruzione meglio diretta avesse centuplicato il numero degli inventori.

Non è sufficiente che l'istruzione formi gli uomini; occorre che essa conservi e perfezioni coloro che ha già formato, che li illumini, li preservi dall'errore, impedisca loro di ricadere nell'ignoranza.

Occorre che la porta del tempio della verità sia aperta a tutte le età e che, se la saggezza dei genitori ha preparato gli animi dei figli ad ascoltarne gli oracoli, occorre che essi sappiano sempre riconoscerne la voce, e che per il resto della loro vita, non siano portati a confonderla con i sofismi dell' impostura.

Non è utile ciò che si è appreso, ma ciò che si è tenuto a mente e, soprattutto, ciò che si è fatto proprio con la riflessione o l'abitudine.

Le leggi proclamano l'eguaglianza dei diritti, ma soltanto le istituzioni per l'istruzione pubblica possono rendere questa eguaglianza reale.

I pregiudizi prodotti dall'educazione domestica sono una conseguenza dell'ordine naturale delle società, e una savia istruzione, diffondendo i lumi, ne rappresenta il rimedio; invece i pregiudizi prodotti dalla potenza pubblica sono una vera tirannia, un attacco contro una delle parti più preziose delle libertà naturali.

Il fine dell'educazione non può più essere quello di consacrare le opinioni accertate ma, al contrario, di sottoporle al libero esame delle generazioni future, sempre più illuminate.

Le donne godono degli stessi diritti degli uomini; esse godono dunque anche di quello di ottenere la stessa facilità per acquisire i lumi che soli possono fornir loro gli strumenti per esercitare realmente questi diritti con la stessa indipendenza ed estensione.

Nelle istituzioni di una nazione libera, tutto deve tendere all'eguaglianza, non solo perché essa è un diritto degli uomini, ma perché il mantenimento dell'ordine e della pace lo impongono imperiosamente.

La vita umana non è una lotta nella quale dei rivali si disputano dei premi; è, invece, un viaggio che dei fratelli fanno in comune.

Sulla natura dei poteri politici in una nazione libera
De la nature des pouvoirs politiques dans une nation libre, 1792 - Selezione Aforismario

Gli uomini hanno assunto talmente tanto l'abitudine di obbedire ad altri uomini, che la libertà è, per la maggior parte di essi, il diritto di essere sottomessi solo a maestri scelti da loro stessi. Le loro idee non vanno più lontano di così, ed è qui che si arresta il debole sentimento della loro indipendenza.

Il potere della maggioranza sulla minoranza non deve essere arbitrario; non si estende fino a violare il diritto di un solo individuo; non arriva fino al punto di obbligare alla sottomissione quando contraddice in maniera evidente la ragione.

Un insieme di uomini può e deve, così come un individuo, distinguere ciò che vuole, ciò che trova ragionevole e giusto.

La fiducia nei funzionari pubblici esige che siano frequentemente rinnovati, e che ne sia affidata la scelta ai cittadini, perché possano considerali come una propria opera.

L'amore dell'eguaglianza è un sentimento generale e dominante in tutte le repubbliche, anche in quelle che sono corrotte da istituzioni aristocratiche.

Ogni società si divide necessariamente in due classi, coloro che governano, e coloro che sono governati; e ne risulta un'ineguaglianza reale e necessaria fino al momento, forse ancora remoto, in cui gli uomini considereranno il lavoro di legiferare, di giudicare, come una semplice occupazione, eguale a quella di scrivere un libro, di assemblare una macchina, di risolvere un problema.

L'uomo pubblico accusato trova, se è innocente, altrettanta difficoltà a disperdere completamente le nuvole addensate sulla sua condotta, di quanta facilità incontra, se è colpevole, a evitare una condanna regolare.

Al popolo che vuole essere libero e pacifico occorrono leggi, istituzioni che riducano al minimo l'azione del governo.

Gli errori popolari derivano sempre da qualche pregiudizio consacrato da una lunga abitudine o da una verità mal districata.

La grande arte di governare consiste nell'opporre senza tregua alle inquietudini particolari delle fazioni del popolo la fiducia della totalità dello stesso popolo, e l'opinione comune alle opinioni delle parti e delle fazioni. Ma consiste soprattutto nell'evitare che questa opinione comune si smarrisca.

Il mezzo per prevenire le rivoluzioni, è di dare ai cittadini la possibilità di farle, senza difficoltà, in una forma legale e pacifica.

Sul senso della parola Rivoluzionario
Sur le sens du mot Révolutionnaire, 1793

Uno spirito rivoluzionario è uno spirito adatto a produrre e a condurre una rivoluzione fatta in favore della libertà.

La moderazione non è sempre saggezza.

Facciamo leggi rivoluzionarie, ma per accelerare il momento in cui non avremo più bisogno di farne.

Adottiamo misure rivoluzionarie, non per prolungare o insanguinare la rivoluzione, ma per completarla e affrettarne la fine.

Sui progressi della mente umana
Esquisse d'un tableau historique des progrès de l'esprit humain, 1795

La verità appartiene a chi la cerca e non a chi pretende di possederla.
[La vérité appartient à ceux qui la cherchent et non point à ceux qui prétendent la détenir].

Note
Leggi anche le citazioni dei filosofi, degli illuministi e degli enciclopedisti francesi: Denis DiderotClaude-Adrien HelvétiusVoltaire