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Frasi di Voltaire dalle Opere filosofiche

Selezione di frasi e aforismi dalle opere filosofiche di Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet (Parigi 1694-1778), filosofo, scrittore, drammaturgo e poeta francese. Tra i più grandi intellettuali dell'età moderna e tra i principali esponenti dell'Illuminismo, Voltaire è ancora oggi letto e studiato per la modernità di molte sue idee e per la brillantezza e l'ironia che caratterizzano i suoi scritti.

Per Indro Montanelli e Roberto Gervaso:
"In nessuna epoca, in nessun Paese c'è mai stato un intellettuale più "moderno" di lui. Seguita ad esserlo, vecchio di due secoli. Non si può pensare in modo più libero di lui. Non si può scrivere in modo più penetrante di lui". 
Gli scritti di Voltaire sono spesso critici nei confronti delle religioni rivelate e in certi casi sono connotati da un esplicito anticlericalismo. Ciò gli ha reso fama di ateo, ma in realtà Voltaire, seppure non credeva in un dio personale, era deista, credeva, cioè, in un ente supremo ordinatore dell'universo. Secondo alcune testimonianze, queste sarebbero state le ultime parole di Voltaire rivolte a un sacerdote che lo invitava a rinunciare Satana: 
"Ce n'est pas le moment de me faire de nouveaux ennemis" (Non è il momento di farmi nuovi nemici).
La maggior parte delle citazioni riportate in questa pagina sono tratte da: Trattato sulla tolleranza (1763), dai Quaderni (pubblicati postumi) e soprattutto dal Dizionario filosofico (1764), che può essere considerato un vero e proprio compendio del pensiero di Voltaire, per altro assai utile, vista l'impossibilità di leggere tutti i cinquantadue tomi che costituiscono le sue opere complete!

Su Aforismario trovi anche una raccolta delle frasi più significative di Voltaire tratte dalle sue opere letterarie. [Il link è in fondo alla pagina].
Ritratto di Voltaire
Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. (Voltaire)

Lettere filosofiche
[o Lettere inglesi] Lettres anglaises 1734

Entrate nella Borsa di Londra, un luogo più rispettabile di tante Corti: vi vedrete riuniti i deputati di tutte le nazioni per l’utilità degli uomini. Là l’ebreo, il musulmano e il cristiano negoziano come se fossero della stessa religione, e non danno l’appellativo di infedeli se non a coloro che fanno bancarotta.

Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle.
[Les sorcières ont cessé d'exister quand nous avons cessé de les brûler].

Discorsi in versi sull'uomo
Discours en vers sur l'homme, 1734/37

Ama la verità, ma perdona l'errore.

Il segreto per annoiare sta nel dire tutto.
[Le secret d'ennuyer est celui de tout dire].

Maometto ossia il fanatismo
Le fanatisme, ou Mahomet le prophète, 1741 

I pregiudizi, amico, sono il re del volgo.

Discorso all'Accademia francese
Discours de réception à l'Académie française, 1746

La più grande politica è essere onesti.

Il secolo di Luigi XIV
Le Siècle de Louis XIV, 1751

È pericoloso avere ragione in questioni su cui le autorità costituite hanno torto.

La patria è dove si vive felici.

Non è un acume superiore quello che fa gli uomini di Stato: è il carattere.

Un ministro è giustificabile per il male che compie, quando il timone dello Stato è forzato dalle sue mani a causa delle tempeste; ma nella calma egli è colpevole di tutto il bene che non fa.

Saggio sui costumi e sullo spirito delle nazioni
Essai sur les moeurs et l'esprit des nations, 1756

L'eresia è il frutto di un po' di scienza e d'ozio.

Idee repubblicane
Idées républicaines, 1762

La tolleranza è necessaria così in politica come in religione: solo l'orgoglio ci fa essere intolleranti.
[La tolérance est aussi nécessaire en politique qu'en religion; c'est l'orgueil seul qui est intolérant].

Dialoghi
Dialogues, 1763

Gli uomini usano il pensiero per giustificare le proprie ingiustizie, e le parole solo per nascondere i loro pensieri.

Trattato sulla tolleranza
Traité sur la tolérance, 1763 - Selezione Aforismario

La filosofia, la sola filosofia, questa sorella della religione, ha disarmato le mani che la superstizione aveva così a lungo macchiate di sangue; e lo spirito umano, destatosi dalla sua ebbrezza, è rimasto stupito degli eccessi cui l'aveva tratto il fanatismo.

La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile; l'intolleranza ha coperto la terra di massacri.

La superstizione è per la religione ciò che l'astrologia è per l'astronomia, la figlia pazza di una madre molto saggia.

La Scrittura ci insegna che non solo Dio tollerava tutti gli altri popoli, ma ne aveva una cura paterna: e noi osiamo essere intolleranti!

Bisogna che lo spirito d'intolleranza sia poggiato su ben cattive ragioni, perché cerchi dappertutto i più vani pretesti.

L’intolleranza non produce che ipocriti o ribelli: quale funesta alternativa!

Bisogna che gli uomini, per meritare la tolleranza, comincino col non essere fanatici.

Non ci vuole una grande arte né un'eloquenza molto ricercata, per provare che dei cristiani devono tollerarsi a vicenda. Dirò di più: vi dirò che bisogna considerare tutti gli uomini come nostri fratelli. Che! Mio fratello il turco? Mio fratello il cinese, l'ebreo, il siamese? Sì, senza dubbio: non siamo tutti figli dello stesso padre, e creature dello stesso Dio?

Dizionario filosofico
Dictionnaire philosophique, 1764 - Selezione Aforismario

Questo libro può essere letto soltanto da persone illuminate; il volgo non è fatto per simili conoscenze: la filosofia non sarà mai il suo retaggio. Coloro che affermano che esistono verità che devono essere nascoste al popolo non devono allarmarsi, il popolo non legge: lavora sei giorni la settimana e il settimo va all'osteria. Insomma, le opere di filosofia sono fatte solo per i filosofi, e ogni uomo dabbene deve cercare di essere filosofo, senza piccarsi di esserlo. [Prefazione]

I libri più utili sono quelli i cui lettori compiono essi stessi metà dell'opera; sviluppano i pensieri di cui si mostra loro il germe; correggono ciò che sembra loro difettoso, e fortificano con le loro riflessioni ciò che appare loro debole. [Prefazione]

A vergogna degli uomini, si sa che le leggi del gioco sono le sole che dappertutto siano giuste, chiare, inviolabili e osservate.

Alla Borsa di Amsterdam, di Londra, di Surat, o di Bassora, il ghebro, il baniano, l'ebreo, il musulmano, il deicola cinese, il bramino, il cristiano greco, il cristiano romano, il cristiano protestante, il cristiano quacchero trafficano insieme; nessuno di loro leverà il pugnale contro un altro per guadagnare anime alla propria religione. Perché, allora, ci siamo scannati a vicenda quasi senza interruzione, dal primo concilio di Nicea in poi?

Altezzoso è sempre preso in senso negativo. È l’orgoglio che si rivela attraverso modi arroganti; è il mezzo più sicuro per farsi detestare, è il difetto che nei bambini deve essere corretto il più possibile.

All'amicizia, come all'amore e alla stima, non si comanda.

Alla fine di quasi tutti i capitoli di metafisica dobbiamo mettere le due iniziali dei giudici romani quando non erano capaci di sbrogliare una causa. N.L., non liquet, non è chiaro.

C’è bisogno di uomini che posseggano solo le loro braccia e buona volontà. Ma anche questi uomini, che sembrano i derelitti della sorte, partecipano del benessere degli altri. Sono liberi di vendere il loro lavoro a chi vorrà pagarlo di più, e questa libertà è per loro il sostituto della proprietà. La speranza certa di un buon salario li sorregge; ed essi allevano con animo sereno le famiglie nei loro mestieri laboriosi e utili.

Che cos'è la tolleranza? È la prerogativa dell'umanità. Siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: questa è la prima legge di natura.

Chiedete a un rospo cos'è la bellezza, il bello assoluto, il to kalòn. Vi risponderà che è la sua femmina, con i suoi due grossi occhi rotondi sporgenti dalla piccola testa, la gola larga e piatta, il ventre giallo, il dorso bruno.

Ci sono, tra noi, dei ciechi, dei guerci, degli strabici, dei presbiti, dei miopi, uomini dalla vista acuta o confusa, o debole o instancabile. Tutto questo è un'immagine abbastanza fedele del nostro intelletto.

Ciò che è sempre assai da temere nell'entusiasmo, è il finire con l’abbandonarsi all'ampolloso, all'esagerazione e allo sproloquio.

Come nessuno scrive per dimostrare agli uomini che hanno una faccia, non c'è bisogno di provar loro che hanno dell'amor proprio. Questo amor proprio è lo strumento della nostra conversazione; assomiglia allo strumento che ci serve a perpetuare la specie: ci è necessario, ci è caro, ci procura piacere, ma bisogna tenerlo nascosto.

Come sarebbe bello vedere la propria anima. «Conosci te stesso» è un ottimo precetto, ma sta soltanto a Dio il metterlo in pratica: chi altri se non Lui può conoscere la propria essenza?

"Conosci te stesso" è un ottimo precetto, ma sta soltanto a Dio il metterlo in pratica: chi altri se non Lui può conoscere la propria essenza?

Desiderare la grandezza del proprio paese è desiderare il male dei propri vicini. Chi volesse che la propria patria non fosse mai né più grande né più piccola, né più ricca né più povera, sarebbe cittadino dell'universo.

Di solito sono le canaglie a guidare i fanatici e a mettere loro in mano il pugnale.

Di tutte le religioni, la cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare maggiore tolleranza, sebbene, sino ad oggi, i cristiani si sian mostrati i più intolleranti degli uomini.

Dobbiamo tollerarci a vicenda, perché siamo tutti deboli, incoerenti, soggetti all'incostanza e all'errore. Un giunco piegato dal vento nel fango dirà forse al giunco vicino, piegato in senso contrario: «Striscia come me, miserabile, o presenterò un'istanza perché ti si strappi dalla terra e ti si bruci»?

Dopo avere discusso sullo spirito, sulla materia, si finisce sempre per non riuscire a intendersi. Nessun filosofo, con le proprie forze, ha potuto sollevare il velo che la natura ha steso su tutti i princìpi primi delle cose; quelli discutono, e la natura agisce.

È triste avere tante idee, e non sapere con precisione la natura delle idee. Lo ammetto; ma è assai piú triste, e molto piú sciocco credere di sapere quello che non si sa.

I banchieri, tra loro, usano una lingua speciale, come gli alchimisti; e il passante non iniziato a quei misteri viene sempre abbindolato.

I malvagi non possono avere che dei complici; i dissoluti, dei compagni di bagordi; le persone interessate, dei soci; i politici si circondano di partigiani faziosi; la massa degli sfaccendati ha delle conoscenze; i principi hanno attorno a loro dei cortigiani: solo gli uomini virtuosi hanno amici.

Il fanatismo è un mostro mille volte più pericoloso che l'ateismo filosofico.
[Le fanatisme est un monstre mille fois plus dangereux que l'athéisme philosophique].

Il fanatismo sta alla superstizione come il delirio alla febbre.
[Le fanatisme est à la superstition ce que le transport est à la fièvre].

Il mondo, a quanto si dice, sta raffinandosi sempre più. Ma, dopo essersi tirato fuori da un pantano per un certo tempo, l’umanità ricade in un altro; a secoli di civiltà succedono secoli di barbarie.

Il vero documento della libertà è l’indipendenza sorretta dalla forza.

In latino, adulterio significava «alterazione, adulterazione, una cosa messa al posto di un’altra, un delitto di falsificazione, false chiavi, falsi contratti, falsi sigilli; adulteratio». Da qui, colui che s’infilava nel letto di un altro venne detto adulter, come una falsa chiave che fruga nella serratura altrui.

Io non amo far citazioni; di solito, è una faccenda spinosa: si trascura ciò che precede e segue il passo che si cita e ci si espone a mille contestazioni.

L’amicizia è il matrimonio dell’anima, e per questo matrimonio vale il divorzio. È un contratto tacito tra due persone sensibili e virtuose. Dico sensibili, perché un monaco, un solitario può non essere malvagio e vivere senza conoscere l’amicizia. Dico virtuose, perché i malvagi hanno soltanto complici; i voluttuosi solo compagni di bagordi; gli avidi, soci; i politici riuniscono i faziosi; le persone sfaccendate hanno conoscenti; i principi, cortigiani; gli uomini virtuosi sono gli unici ad avere degli amici.

L'ateismo è un mostro assai pericoloso in coloro che governano; lo è anche nelle persone colte, anche se la loro vita è innocente, perché dal loro scrittoio essi possono arrivare fino a coloro che vivono in piazza; e, se non è funesto quanto il fanatismo, è però quasi sempre fatale alla virtù.

L'entusiasmo è esattamente come il vino: può eccitare tanto tumulto nei vasi sanguigni, e cosí violente vibrazioni nei nervi, che la ragione ne viene affatto distrutta.

La carestia, la peste e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo basso mondo. 

La cosa strabiliante di questa impresa infernale [la guerra] è che ciascuno di quei capi di assassini fa benedire le proprie bandiere e invoca solennemente Dio prima di andare a sterminare il suo prossimo.

La discordia è la piaga mortale del genere umano, e la tolleranza ne è il solo rimedio.

La fierezza d’animo, senza alterigia, è un pregio compatibile con la modestia. Solo la fierezza urta nel contegno e nelle maniere; essa non piace nemmeno nei re.

La nostra miserabile specie è cosí fatta, che quelli che camminano sulle vie battute gettano sempre sassi a quelli che insegnano le nuove vie.

Le verità della religione non sono mai capite così bene come da quelli che hanno perso la capacità di ragionare.

Niente è più comune delle persone che danno consigli, niente è più raro di coloro che soccorrono.

Non esistono né estreme delizie né estremi tormenti che possano durare tutta la vita: il sommo bene e il sommo male sono chimere.

Non si può quasi leggere la storia senza concepire orrore per il genere umano.

Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a mezzogiorno sia giorno o notte.

Quanti hanno detto che l'amore di sé è la base di tutti i nostri sentimenti e di tutte le nostre azioni hanno avuto pienamente ragione, in India, in Spagna, e in tutta la terra abitabile: e come nessuno scrive per dimostrare agli uomini che hanno una faccia, non c'è bisogno di provar loro che hanno dell'amor proprio. Questo amor proprio è lo strumento della nostra conversazione; assomiglia allo strumento che ci serve a perpetuare la specie: ci è necessario, ci è caro, ci procura piacere, ma bisogna tenerlo nascosto.

Quelli che sono soltanto eloquenti spesso si burlano dei saggi. Cicerone osò burlarsi della riforma del calendario compiuta da Cesare.

Raramente gli uomini sono degni di governarsi da sé.

Se vi sono degli atei, con chi prendersela se non con quei tiranni mercenari delle anime, che, costringendoci a ribellarci contro le loro nefandezze, forzano gli spiriti deboli a negare il Dio che quei mostri disonorano?

Siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: questa è la prima legge di natura.

Tutti gli uomini sarebbero dunque necessariamente uguali, se fossero senza bisogni. La miseria connessa alla nostra specie subordina un uomo a un altro uomo; non l'ineguaglianza è la vera disgrazia, ma la dipendenza.

Viviamo in società. Per noi dunque niente è davvero buono se non è buono per la società.

Il filosofo ignorante
Le philosophe ignorant, 1766

Bisogna aver rinunciato al buon senso per non convenire che non conosciamo nulla se non attraverso l'esperienza.

Bisogna essere dei grandi ignoranti per rispondere a tutto quello che ci viene chiesto.

Chi sei? Da dove vieni? Che fai? Che diverrai? Sono domande che si devono porre a tutte le creature dell'universo, a cui però nessuna risponde.

Ho interrogato la mia ragione; le ho domandato che cosa essa sia: questa domanda l'ha sempre confusa.

Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.

Per ciò che concerne i princìpi primi, siamo tutti nella stessa ignoranza in cui eravamo nella culla.

Qual è l'età in cui conosciamo il giusto e l'ingiusto? L'età in cui sappiamo che due più due fa quattro.

Epistole XCI
All'autore del libro dei tre impostori, 1770

Se Dio non esistesse, bisognerebbe inventarlo.
[Si Dieu n'existait pas, il faudrait l'inventer].

Questioni sull'Enciclopedia
Questions sur l'Encyclopedie, 1770/74 - Selezione Aforismario

Ciò che chiamiamo caso non è e non può essere altro che la causa ignorata d'un effetto noto.

Gli uomini odiano coloro che chiamano avari solo perché non ne possono cavar nulla.

L'orgoglio dei piccoli consiste nel parlare sempre di sé, quello dei grandi nel non parlarne mai.

Probabilmente il divorzio ha all'incirca la stessa età del matrimonio. Credo però che il matrimonio abbia qualche settimana di più.

Uccidere è proibito, quindi tutti gli assassini vengono puniti, a meno che non uccidano su larga scala e al suono delle trombe. 

Le cabale
Les cabales, 1772

L'universo mi imbarazza, e non posso fare a meno di riflettere che se esiste un tale orologio debba esistere un orologiaio.

Le sottisier
1880 (postumo) - Selezione Aforismario

Dissimulare: virtù di re e di cameriera.

È una delle superstizioni dello spirito umano aver immaginato che la verginità potesse essere una virtù.

I soldati si mettono in ginocchio quando sparano: forse per chiedere perdono dell'assassinio.

Il papa è un idolo a cui si legano le mani e si baciano i piedi.

Le parole sono per i pensieri quel che è l'oro per i diamanti: necessario per metterli in opera, ma ce ne vuol poco. 

Solo gli operai sanno quanto vale il tempo; se lo fanno sempre pagare.

Quaderni 
(postumo, 1952) - Selezione Aforismario

Bisogna avere una religione, ma non credere ai preti; così come bisogna avere delle regole di vita, ma non credere ai medici.

Ci sono, fra i preti, persone in buona fede? Sì, certo, così come ci sono stati di quelli che si credevano stregoni.

Ci sono molti galantuomini che darebbero fuoco a una casa se non avessero altro modo per cuocersi la cena.

Gli uomini, per la maggior parte, sono come la calamita: hanno un lato che attira e un lato che respinge.

Gli uomini sono come gli animali: i grossi mangiano i piccoli e i piccoli li pungono.

I calunniatori sono come il fuoco che annerisce il legno verde non potendo bruciarlo.

I re sono, con i loro ministri, nella situazione dei cornuti con le loro mogli: non sanno mai quel che accade.

Imparare diverse lingue è un impegno di pochi anni, mentre essere eloquenti nella propria lingua è un impegno di tutta la vita.

In ogni governo occorrono pastori e macellai.

L’arte della guerra è come quella della medicina: omicida e basata su congetture.

L’uomo dovrebbe rallegrarsi di esser frivolo, perché, se non lo fosse, morirebbe di dolore pensando di esser nato per un sol giorno fra due eternità, e per soffrire almeno undici ore su dodici.

L’uomo è l’unico animale che sappia di dover morire. Consapevolezza triste, ma necessaria, dal momento ch'egli possiede delle idee. Ci sono dunque delle sfortune necessariamente legate alla condizione umana.

Le donne somigliano alle banderuole: si fissano quando arrugginiscono.

Le passioni sono per il gusto quel che una fame da lupi è per l’appetito.

Nell'età avanzata, Dio concede la saggezza per nascondere la mancanza di spirito.

Noi siamo infelici per le cose che ci mancano, ma non siamo felici per quelle che abbiamo. Dormire non rende felici, ma non dormire è insopportabile.

Noi tutti cerchiamo la felicità, ma senza saper dove, come degli ubriachi che cercano la propria casa, sapendo confusamente di averne una.

Non c’è avaro che non si riproponga di fare, un giorno, una spesa ingente; ma arriva la morte e fa realizzare i suoi progetti all'erede.

Pare che la natura ci abbia dato l’amor proprio per la nostra conservazione e la benevolenza per la conservazione degli altri; e forse, senza questi due principi, di cui il primo deve essere il più forte, non ci sarebbe stata la società.

Perché gli italiani sono filosofi così scadenti e politici così sottili? Non sarà forse perché in politica, che è l’arte dell’inganno, le menti limitate riescono meglio?

Perché la libertà è così rara? Perché è il bene più importante. Perché è il bene più importante? Perché non è di questo mondo.

Quelli che leggono soltanto gli autori dell’antichità sono dei bambini che vogliono parlare soltanto con le proprie nutrici.

Se Dio ci ha fatti a sua immagine, noi gli abbiamo davvero reso pan per focaccia, diceva un papa.

Se i preti si fossero accontentati di dire: "Adorate Dio e siate giusti", non ci sarebbero mai stati né increduli né guerre di religione.

Soltanto i deboli commettono crimini: chi è potente e chi è felice non ne ha bisogno.

Note
Vedi anche: Citazioni di Voltaire dalle Opere letterarie