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Frasi e citazioni di Giordano Bruno

Selezione di frasi e citazioni di Giordano Bruno (Nola, 1548 - Roma, 1600), filosofo, scrittore e frate domenicano. Per le sue teorie, giudicate eretiche dal tribunale dell'Inquisizione dello Stato Pontificio, Giordano Bruno fu condannato e mandato al rogo a Roma il 17 febbraio del 1600. Due giorni dopo, un avviso comunicava:
"Giovedì mattina in Campo di Fiore fu abbruggiato vivo quello scelerato frate domenichino da Nola, di che si scrisse con le passate: heretico ostinatissimo, et havendo di suo capriccio formati diversi dogmi contro nostra fede, et in particolare contro la Santissima Vergine et Santi, volse ostinatamente morir in quelli lo scelerato; et diceva che moriva martire et volentieri, et che se ne sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in paradiso. Ma hora egli se ne avede se diceva la verità".
Nell'Epistola dedicatoria a Rodolfo II del libro Articuli centum et sexaginta adversus huius tempestatis mathematicos atque philosophos (1588), aveva affermato Giordano Bruno:
"Per ciò che si riferisce alle discipline intellettuali possa io tener lontano da me non solo la consuetudine di credere, instillata da maestri e genitori, ma anche quel senso comune che in molti casi e luoghi (per quanto ho potuto giudicare io stesso) appare colpevole di inganno e di raggiro; possa io tenerli lontani in maniera da non affermare mai nulla, nel campo della filosofia, sconsideratamente e senza ragione; e siano per me ugualmente dubbie tutte le cose, tanto quelle che sono reputate astrusissime e assurde, quanto quelle che sono considerate le più certe ed evidenti, tutte le volte che vengono messe in discussione".
La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno
esser governati, e la demostrazione per gli contemplativi
che sanno governar sé ed altri. (Giordano Bruno) [1]
Il candelaio
1582

L'uomo, senza l'argento ed oro, è come uccello senza piume, ché chi lo vuol prendere, sel prende, chi sel vuol mangiar, sel mangia.

La goccia scava la pietra, non due volte, ma cadendo continuamente. Così l'uomo diventa saggio leggendo non due volte, ma spesso.

Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila; è un solo che non può mutarsi, un solo è eterno, e può perseverare eternamente uno, simile e medesmo.

Onore è la buona opinione che altri abbiano di noi: mentre persevera questa, persevera l'onore. E non è quel che noi siamo e quel [che] noi facciamo, che ne rendi onorati o disonorati, ma sì ben quel che altri stimano, e pensano di noi. 

Ilare nella tristezza e triste nell'ilarità.
[In tristitia hilaris, in hilaritate tristis].

I savi vivono per i pazzi, ed i pazzi per i savii. Si tutti fussero signori, non sarebbono signori: cossì, se tutti saggi, non sarebbono saggi, e se tutti pazzi, non sarebbono pazzi. Il mondo sta bene come sta.

È buon segno quando le cose vanno per la mente: guardati che la mente non vadi essa per le cose, perché potrebbe rimaner attaccata con qualch'una di quelle, ed il cervello, la sera, indarno l'aspetterebbe a cena.

Questo animale che chiamano Amore, per il più suole assalire colui ch'ha poco da pensare e manco da fare.

De umbris idearum
Le ombre delle idee, 1582

Il medesimo sole fa conoscere ed onora le gesta di uno, espone al biasimo le azioni di un altro. Si contristano per la sua presenza le notturne strige, il rospo, il basilisco, il gufo: esseri solitari, notturni e sacri a Plutone. Esultano invece gallo, fenice, cigno reale, cigno, aquila, lince, ariete e leone.

Una mente guastata dal livore giudica turpi anche cose chiaramente belle.

Sigillus sigillorum
Il sigillo dei sigilli, 1583

L'amore è ciò per la cui potenza tutte le cose son generate; è in tutte le cose, vivo in ciò che è vivo, grazie a lui ciò che è vivo vive, ed è lui stesso la linfa vitale di ciò che è vivo; riscalda ciò che è freddo, illumina ciò che è oscuro, risveglia ciò che è assopito, vivifica ciò che è morto

La necessità, che si fa beffe di tutto, obbedisce al solo amore.

La natura ha assegnato a tutti ali squisite secondo necessità, ma sono davvero pochissimi coloro che sanno dispiegarle per solcare e battere quell'aria che invita e si presta a essere battuta per volare non meno di quanto sembri opporsi a essere solcata: infatti dopo che con fatica l'avrai smossa solcandola, questa, non ingrata, ti spingerà avanti sostenendoti.

De l'infinito, universo e mondi
1584

Io dico Dio tutto Infinito, perché da sé esclude ogni termine ed ogni suo attributo è uno e infinito; e dico Dio totalmente infinito, perché lui è in tutto il mondo, ed in ciascuna sua parte infinitamente e totalmente: al contrario dell'infinità de l'universo, la quale è totalmente in tutto, e non in queste parti (se pur, referendosi all'infinito, possono esse chiamate parti) che noi possiamo comprendere in quello.

La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governati, e la demostrazione per gli contemplativi che sanno governar sé ed altri.

Uno dunque è il cielo, il spacio immenso, il seno, il continente universale, l'eterea regione per la quale il tutto discorre e si muove. Ivi innumerabili stelle, astri, globi, soli e terre sensibilmente si veggono, ed infiniti raggionevolmente si argumentano. L'universo immenso ed infinito è il composto che resulta da tal spacio e tanti compresi corpi.

De la causa, principio et uno
1584

È dunque l'universo uno, infinito, inmobile. Una, dico, è la possibilità assoluta, uno l'atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo ed ottimo; il quale non deve posser essere compreso; e però infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato, e per conseguenza inmobile.

L'universo è tutto centro e tutto circonferenza.

L'universo è tutto quello che può essere.

L'altezza è profondità, l'abisso è luce inaccessa, la tenebra è chiarezza, il magno è parvo, il confuso è distinto, la lite è amicizia, il dividuo è individuo, l'atomo è immenso.

Gli contrarii veramente concorreno, sono da un principio e sono in verità e sustanza uno. 

Se il punto non differisce dal corpo, il centro da la circonferenza, il finito da l'infinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo affermare che l'universo è tutto centro, o che il centro de l'universo è per tutto.

Ogni produzione, di qualsivoglia sorte che la sia, è una alterazione, rimanendo la sustanza sempre medesima; perché non è che una, uno ente divino, immortale.

La cena de le ceneri
1584

Quantunque non sia possibile arrivar al termine di guadagnar il palio, correte pure e fate il vostro sforzo in una cosa di sì fatta importanza, e resistete sin a l'ultimo spirito. Non sol chi vince vien lodato, ma anche chi non muore da codardo e poltrone.

Pochissimi e poco noti sono li veri medici, quasi tutti sono veri ammalati.

È più sicuro cercar il vero e conveniente fuor de la moltitudine, perché questa mai apportò cosa preziosa e degna, e sempre tra pochi si trovorno le cose di perfezione e preggio. 

Le cose ordinarie e facili son per il volgo ed ordinaria gente; gli uomini rari, eroichi e divini passano per questo camino de la difficoltà, a fine che sii costretta la necessità a concedergli la palma de la immortalità.

Venca dunque la perseveranza, perché, se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre. 

Tutte cose preziose son poste nel difficile. Stretta e spinosa è la via de la beatitudine.

Spaccio de la bestia trionfante
1584

Alla filosofia donano impedimento le ricchezze, e la Povertade porge camino sicuro ed ispedito.

L'esser beccaio [2] debba essere stimata un'arte ed esercizio più vile che non è l'esser boia [...] perché questa si maneggia pure in contrattar membri umani, e talvolta amministrando alla giustizia; e quello ne gli membri d'una povera bestia, sempre amministrando alla disordinata gola, a cui non basta il cibo ordinato dalla natura, più conveniente alla complessione e vita dell'uomo

L'esser cacciatore è uno esercizio ed arte non meno ignobile e vile che l'esser beccaio; come non ha minor raggion di bestia la salvatica fiera che il domestico e campestre animale.

Nessuna cosa è assolutamente mala; perché la vipera non è mortale e tossicosa a la vipera; né il drago, il leone, l'orso a l'orso, al leone, al drago; ma ogni cosa è mala rispetto di qualch'altro.

Non è errore che sia fatto un principe, ma che sia fatto principe un furfante.

Non è vera né buona legge quella che non ha per madre la Sofia e per padre l'Intelletto razionale.

Su, Diligenza, che fai? perché tanto oziamo e dormiamo vivi, se tanto tanto doviamo oziar e dormire in morte? 

Non è delettazione senza mistura di tristezza.

Non colui che ha poco, ma quello che molto desidera è veramente povero.

Cieco chi non vede il sole, stolto chi nol conosce, ingrato chi nol ringrazia; se tanto è il lume, tanto il bene, tanto il beneficio; per cui risplende, per cui eccelle, per cui giova; maestro dei sensi, padre di sustanze autor di vita.

Cabala del cavallo pegaseo
1585

O sant'asinità, sant'ignoranza, | Santa stolticia e pia divozione, | Qual sola puoi far l'anime sí buone, | Ch'uman ingegno e studio non l'avanza.

Stolti del mondo son stati quelli ch'han formata la religione, gli ceremoni, la legge, la fede, la regola di vita; gli maggiori asini del mondo (che son quei che, privi d'ogni altro senso e dottrina, e voti d'ogni vita e costume civile, marciti sono nella perpetua pedanteria) son quelli che per grazia del cielo riformano la temerata e corrotta fede.

A la verità nulla cosa è piú prossima e cognata che la scienza.

[L'anima] de l'uomo è medesima in essenza specifica e generica con quella de le mosche, ostreche marine e piante, e di qualsivoglia cosa che si trove animata o abbia anima.

De gli eroici furori
1585

L'amore non è cieco in sé, e per sé non rende ciechi alcuni amanti, ma per l'ignobili disposizioni del soggetto; qualmente avviene che gli uccelli notturni divegnon ciechi per la presenza del sole. Quanto a sé, dunque, l'amore illustra, chiarisce, apre l'intelletto e fa penetrar il tutto e suscita miracolosi effetti.

L'amor fa dovenir li vecchi pazzi, e gli giovani savii. 

L'amore eroico è un tormento, perché non gode del presente, come il brutale amore; ma e del futuro e de l'absente, e del contrario sente l'ambizione, emulazione, suspetto e timore.

Meglio è una degna ed eroica morte, che un indegno e vil trionfo

Più facilmente determina e condanna chi manco considera.

Chi aumenta sapienza aumenta dolore. [3]

L'ignoranza è madre della felicità e beatitudine sensuale.

L'eroico ingegno si contenta più tosto di cascar o mancar degnamente e nell'alte imprese, dove mostre la dignità del suo ingegno, che riuscir a perfezione in cose men nobili e basse.

Oratio valedictoria
1588

La sapienza ha dunque tre dimore: la prima inedificata, eterna, perché è essa stessa la sede dell'eternità; la seconda, sua primogenita, è questo mondo visibile; la terza, sua secondogenita, è l'anima dell'uomo.

De magia
1590

Da Dio così v'è una discesa mediante il mondo all'essere animato, e dall'essere animato v'è un'ascesa mediante il mondo fino a Dio. 

De trìplici minimo et mensura
1591

Dio è in ogni luogo e in nessuno, fondamento di tutto, di tutto governatore, non incluso nel tutto, dal tutto non escluso, di eccellenza e comprensione egli il tutto, di defilato nulla, principio generatore del tutto, fine terminante il tutto. Mezzo di congiunzione e di distinzione a tutto, centro ogni dove, fondo delle intime cose. Estremo assoluto, che misura e conchiude il tutto, egli non misurabile né pareggiabile, in cui è il tutto, e che non è in nessuno neanche in sé stesso, perché individuo e la semplicità medesima, ma è sé.

De vinculis in genere
1591

Nel cosmo, quanto liga è Dio, Demone, Animo, Natura, Sorte e Fortuna, e, per ultimo, Fato.

Amore, con cui amiamo, è brama con cui ogni cosa brama, mediazione fra bene e male, brutto e bello.

Scarsa brama, sollecitata da naturale pulsione, liga l'uomo torpido, dal cibo limitato e rozzo. Non lo ingentilisce l'eloquio, né eros lo solletica, non la musica o la pittura, né altre delizie di natura.

Tre sono le porte per le quali il cacciatore di anime osa ligare: vista, udito, mente o immaginazione. 

I contemplativi, tralasciando l'aspetto delle cose sensibili, vengono ligati a cose divine; i voluttuosi, col vedere, calano alla provvisione di cose tangibili; i morali sono tratti col godimento dei colloqui.

L'animo umile, prono all'omaggio, liga l'animo superbo; il superbo ama colui dal quale si vede magnificato, a maggior ragione quando chi loda è grande.

La composizione delle immagini, dei segni e delle idee
De imaginum, signorum et idearum compositione, 1591

Che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell'illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi.

Colui che vede in se stesso tutte le cose è al tempo stesso tutte le cose.

I filosofi sono in qualche modo pittori e poeti, i poeti sono pittori e filosofi, i pittori sono filosofi e poeti. Donde i veri poeti, i veri pittori e i veri filosofi si prediligono l'un con l'altro e si ammirano vicendevolmente.

Frasi attribuite
Vedi "Citazioni Errate" su Aforismario

Bella Chiesa è questa governata da ignorantazzi et asini.

Che mortificazione! Chiedere a chi ha il potere di riformare il potere. Che ingenuità!

È prova di una mente semplice e molto primitiva che uno desideri di pensare come le masse o la maggioranza, semplicemente perché la maggioranza è maggioranza. La verità non cambia perché è, o non è, creduta dalla maggioranza delle persone.

La libertà di pensiero è più forte della tracotanza del potere.

Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo. L'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.

Note
  1. L'immagine di Giordano Bruno riportata all'inizio della pagina è tratta da una foto del monumento in bronzo situato a Roma nel Campo de' Fiori, proprio nel luogo del rogo del filosofo avvenuto il 17 febbraio del 1600. La statua è stata realizzata da Ettore Ferrari ed è stata inaugurata il 9 giugno 1889. Il monumento, fortemente criticato dalle autorità ecclesiastiche, è diventato un simbolo del libero pensiero.
  2. Beccaio: il commerciate di carne di becco, cioè di carne ovina, ma per estensione vale anche come macellaio.
  3. Molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore. [Ecclesiaste, Antico Testamento, sec. IV-III a.e.c.].
  4. Vedi anche frasi e citazioni di: Tommaso CampanellaGalileo Galilei - Francesco Guicciardini