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Frasi e citazioni di Giovanni Reale

Selezione di frasi e citazioni di Giovanni Reale (Candia Lomellina, 1931 - Luino, 2014), filosofo e traduttore italiano; professore ordinario di Storia della filosofia antica presso l'Università Cattolica di Milano dal 1972 al 2002, e presso la Facoltà di Filosofia del San Raffaele di Milano dal 2005.
Nel 2011 gli viene assegnato il Premio Internazionale alla Libertà "Per la non comune indipendenza di pensiero, con cui ha saputo legare, annodando i fili della storia dell’Occidente, la filosofia antica e quella contemporanea, con estremo rigore e allo stesso tempo spregiudicata audacia".
Per Giovanni Reale "La filosofia non è una disciplina chiusa, ma è simile a un fiume che corre verso la verità e porta con sé l’arte, le scienze, la fede stessa, che è speranza".
Foto di Giovanni Reale
L’uomo è, per sua natura, homo viator, continuamente in cammino. E le idee che cerca e trova
non possono mai essere ultimative, perché è sempre in viaggio, e non è mai alla meta.
(Giovanni Reale)

Eros demone mediatore
Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone © Rizzoli, 1997

È errato credere che si provi maggior vergogna solamente delle cose peggiori, e quindi che dietro una maschera ci sia soltanto una frode maligna: la maschera può invece nascondere, con astuzia unita a grande bontà, le cose più delicate e più preziose.

Ci sono atti di amore, di generosità e ricchezza così grandi che il pudore nasconde, con ingegnosa astuzia, facendo violenza anche ai testimoni oculari, al fine di offuscarne la memoria, e addirittura anche di offuscare la stessa propria memoria.

Platone
Alla ricerca della sapienza segreta © Rizzoli, 1998

Io ho la ferma convinzione che, come Reinach afferma, Platone sia «il più grande filosofo in assoluto» finora comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può mai avere fine.

Che oggi sia in crisi proprio il libro e la scrittura a causa della diffusione sempre crescente della cultura dell’immagine e dei mezzi di comunicazione mediante gli strumenti tecnologici sempre più avanzati, è a tutti chiaro.

La dialettica nel suo senso originario, e comunque al suo livello basilare, consiste nell’arte del domandare, tenendo ferma la domanda, ossia la sua giusta direzione; la sua apertura e la sua delimitazione.

Socrate
Alla scoperta della sapienza umana © Rizzoli, 2000

Socrate ha svolto un ruolo determinante nella complessa operazione della dissoluzione della bellezza esteriore, tanto venerata dai Greci, e ha tracciato in modo definitivo la strada che porta alla comprensione e alla fruizione della bellezza interiore.

Se l’essenza dell’uomo sta non nel suo corpo, bensì nella sua psyché, allora la bellezza dell’uomo non sta nella bellezza delle sue membra, bensì nella bellezza della sua anima.

Valori dimenticati dell'Occidente
© Bompiani, 2004

A me pare che nelle università oggi non pochi professori si limitino a studiare i mezzi del filosofare e riducano la filosofia a esercizi accademici, ossia a giochi fine a se stessi.

Invito al pensiero antico
© Editrice La Scuola, 2011

È questo il contrassegno dei veri pensatori. Solo colui che è capace di vedere l’intero è filosofo. Chi non sa andare oltre le singole parti, per quanto geniali possano essere i risultati delle sue ricerche, non capirà mai la filosofia né tantomeno il senso fondamentale della vita e dell’universo.

Alcuni hanno sostenuto che il messaggio degli antichi debba diventare un pezzo da museo, da trattare in modo del tutto distaccato, come il biologo maneggia il suo materiale in vitro. Per me, all’opposto, si tratta di materiale spirituale ancora fruibile, in grado di parlare con forza ed efficacia ai bisogni, alle inquietudini, alle speranze e ai dolori di chi vive la nostra epoca.

Non propongo un ritorno acritico a certe idee del passato, ma l’assimilazione e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica che, se ben meditati, possono almeno lenire, se non guarire, i mali dell’uomo di oggi.

L’insegnamento è un modo di scrivere non sui rotoli di carta, ma nelle anime degli uomini, che è la cosa più difficile ma anche più bella.

Mi sono innamorato della filosofia
© Bompiani, 2014 - Selezione Aforismario

Questo, per la filosofia e per la cultura umanistica in generale, è un momento non facile. Prevale un’ideologia tecnocratica, per la quale ogni conoscenza dev’essere finalizzata a una prestazione, le scienze di base sono subordinate alle discipline applicative e tutto, alla fine, dev’essere orientato all’utile.

Un conoscere è valido solo se raggiunge specifici risultati. Efficacia ed efficienza sono ciò che viene chiesto agli studiosi: anche nell’ambito delle discipline umanistiche.

Privilegiando un pensiero unico modellato sulle procedure tecnologiche, abbiamo rinunciato alla nostra tradizione, alle molteplici espressioni della nostra umanità, e siamo diventati tutti più poveri nella riflessione e nella capacità critica.

Bisogna riconoscere che scienza e tecnica sono, senza dubbio, più necessarie della filosofia, ma sono altro dalla filosofia, hanno altri scopi, altra natura, altre categorie. Esse non sono se non un momento dell’“intero”, mentre la filosofia resta strutturalmente legata all’intero.

Scienza e tecnica sembrerebbero addirittura un trionfo straordinario della ragione. Si tratta però di una ragione che, una volta smarrito il senso di se medesima, in molti casi quasi divinizzandosi, si autodistrugge. Il compito della filosofia dovrà essere, allora, quello di contestare una perversa forma di “scientismo” e di “tecnicismo”.

La scienza e la tecnica, in molti casi, nella coscienza degli uomini hanno preso il posto della dimensione del religioso, nella convinzione che la scienza ci offrirà tutta la verità e che la tecnica ci risolverà tutti i problemi.

Si ha l’impressione che non pochi scienziati e gran parte degli uomini comuni siano rimasti inchiodati all’idea ottocentesca e del primo Novecento, secondo cui la scienza raggiunge verità ultimative e incontrovertibili. Ma l’epistemologia ha dimostrato il contrario, ossia che ciò che la scienza dice si colloca all’interno di “paradigmi”, tutti quanti controvertibili con le conseguenze che questo comporta. Non poche volte alcune affermazioni della scienza, nell’evoluzione della conoscenza, si sono capovolte nel loro contrario.

La filosofia ha insegnato che il vero pensare non è un pensare per miti, ma per concetti. E la scienza è nata proprio applicando questo criterio filosofico all’interpretazione della realtà sulla base razionale di concetti.

Troppa filosofia contemporanea è soltanto metodologia. Lo ripeto: sa solo offrire strumenti, anche se a volte raffinati. Ma poi non riesce a usarli. In fondo è una fuga dai problemi ultimi. Tanti giovani non sono addirittura più interessati ai problemi.

L’uomo è, in effetti, per sua natura, homo viator, continuamente in cammino. E le idee che cerca e trova non possono mai essere ultimative, perché è sempre in viaggio, e non è mai alla meta.

La morte dell’uomo, oggi, si manifesta soprattutto in un generale malessere spirituale che non ha precedenti nella storia dell’uomo.

Note
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