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Frasi e citazioni di Jürgen Habermas

Selezione di frasi e citazioni di Jürgen Habermas (Düsseldorf, 1929), filosofo, sociologo, politologo ed epistemologo tedesco, tra i principali esponenti della Scuola di Francoforte.
Foto di Jürgen Habermas
Sull’alto mare delle contingenze, i destini individuali sono esposti ai mille casi della fortuna.
E la felicità è – oggi come ieri – distribuita in modo molto ingiusto. (Jürgen Habermas)

Fondamenti morali prepolitici dello stato liberale
1967

Trova oggi nuovamente risonanza il teorema che solo la direzione religiosa verso una trascendenza può ancora salvare una modernità pentita.

Il discorso filosofico della modernità
Der philosophische Diskurs der Moderne, 1985

Il mondo nuovo, moderno, si distingue dall’antico in quanto si apre al futuro; perciò il nuovo cominciamento epocale si ripete e si perpetua in ogni momento del presente che generi da se stesso il nuovo. 

L'Occidente diviso
Der gespaltene Westen, 2004

Quanto a capacità di farci sedurre politicamente e a sensibilità alla propaganda del Grande Fratello, noi siamo tutti nella stessa barca.

Di solito si impara da esperienze negative.

Ciò su cui gli uomini, al di là dei confini culturali, sembrano più disposti a unirsi è la spontanea indignazione per l’evidente violazione dei diritti umani.

Dopo la fine del bipolarismo mondiale, l’Europa si vede costretta a ridefinire il suo ruolo globale.

Tra scienza e fede
Zwischen Naturalismus und Religion, 2005

La formazione dell’opinione e della volontà nella sfera pubblica democratica può funzionare soltanto se un numero sufficiente di cittadini soddisfa determinate attese circa la civiltà del loro comportamento anche al di là di profonde divergenze in materia di fede e di visione del mondo.

Le tradizioni religiose provvedono ancora oggi all’articolazione della coscienza di ciò che manca. Mantengono desta una sensibilità per ciò che è venuto meno. Difendono dall’oblio le dimensioni della nostra convivenza sociale e personale, nelle quali anche i progressi della razionalizzazione culturale e sociale hanno prodotto distruzioni immani.

Il ruolo dell'intellettuale e la causa dell'Europa
Ach, Europa, 2008 - Selezione Aforismario

È semplice schizzare il tipo ideale di un intellettuale che scopre temi importanti, formula tesi fruttuose e amplia lo spettro dei relativi argomenti, sì da migliorare il deplorevole livello del dibattito pubblico. D’altro lato non dovrei sottacere l’occupazione favorita degli intellettuali: essi indulgono sin troppo nel comune lamento di rito sul tramonto «dell’» intellettuale.

La sfera pubblica nella quale gli intellettuali si sono mossi come pesci nell’acqua si è fatta più inclusiva, lo scambio è divenuto intenso come non lo è mai stato in precedenza. Per un altro verso gli intellettuali, di fronte all’esondazione di questo corroborante elemento, sembrano affogare come travolti da un’overdose. L’abbondanza pare trasformarsi in maledizione.

L’impiego di internet ha ampliato e allo stesso tempo frammentato i contesti comunicativi. Per questa ragione internet ha un’efficacia sovversiva in quei regimi dove la sfera pubblica è soggetta all’autoritarismo. 

L’acclamato incremento di egualitarismo che internet ci offre viene pagato al prezzo di una decentralizzazione, derivata dall’accessibilità a contenuti che non sono soggetti ad alcun controllo redazionale. È un medium, questo, nel quale i contributi degli intellettuali perdono la forza di costituire un punto focale.

La buona fama di un intellettuale, se ne ha una, non si fonda in primo luogo sulla celebrità o la notorietà, bensì su una reputazione che deve aver acquisito nella propria corporazione – vuoi come scrittore vuoi come fisico, in ogni caso in un qualsiasi settore – prima che egli possa fare un uso pubblico del suo sapere e della sua reputazione.

L’unica capacità che ancor oggi dovrebbe contraddistinguere l’intellettuale: il fiuto avanguardistico per ciò che conta. Egli deve sapersi preoccupare per gli sviluppi critici quando gli altri percepiscono ancora un business as usual.

L’intellettuale deve sapersi preoccupare e deve avere tanto giudizio politico da non reagire sopra le righe. Quel che gli rimproverano i suoi critici [...] è sempre la «sterile preoccupazione» e l’«allarmismo». Da questo rimprovero non può farsi intimidire.

Da tempo «la modernità» non è più proprietà dell’Occidente. Oggi essa costituisce una sorta di arena in cui si incontrano differenti civiltà con più o meno specifiche forme culturali all’interno di una infrastruttura sociale comune. Ne scaturiscono tensioni culturali, per esempio tra mondo giudaico-cristiano e mondo islamico o tra le culture dell’Occidente e dell’Estremo Oriente.

Ascoltatori e spettatori non sono meri consumatori, cioè semplici utenti del mercato, sono invece al tempo stesso cittadini con un diritto alla partecipazione culturale, all’osservazione delle vicende della politica e a svolgere un ruolo nel processo di formazione delle opinioni politiche.

La comunicazione pubblica dispiega una forza di stimolo e insieme di orientamento per la formazione dell’opinione e della volontà dei cittadini, mentre al tempo stesso costringe il sistema politico alla trasparenza e all’adeguamento. Senza gli impulsi di una stampa capace di fare opinione, di informazione affidabile e di commenti accurati, la sfera pubblica non può più prodigare queste energie.

Verbalizzare il sacro
Nachmetaphysisches Denken II, 2012 - Selezione Aforismario

La filosofia non è una scienza fondabile su un metodo (o su un ambito) definitivo. L’unità del discorso filosofico deriva dalla formazione di un canone, vale a dire dai testi che una storia bimillenaria ha – per tradizione – ascritto alla «filosofia». 

La via maestra della filosofia è l’autoriflessione. Perciò essa è sì una disciplina di tipo scientifico, ma non una scienza «normale» come tutte le altre. 

Chi vuole chiarire le competenze del pensiero filosofico, non può evitare di filosofare in prima persona.

Anche gli argomenti filosofici, in quanto suscettibili di trattamento razionale, devono passare attraverso il contesto dei discorsi scientifici, sociologici e culturali, attraverso il contesto della critica d’arte, della giurisprudenza, della politica, della comunicazione mass-mediatica. Solo nel quadro di questo sapere generale – un sapere in ogni caso fallibile – possiamo cercare l’angolo dove le ragioni della filosofia hanno ancora il loro peso.

Per un verso, la religione si è differenziata al suo interno, restringendosi sostanzialmente alle funzioni pastorali della cura dell’anima (Seelsorge). Dunque ha progressivamente rinunciato a svolgere altre funzioni. Per l’altro verso, non c’è più nessun rapporto diretto tra modernizzazione della società e deperimento della religione, sì da far pensare alla prossima scomparsa della religione. 

Sull’alto mare delle contingenze, i destini individuali sono esposti ai mille casi della fortuna. E la felicità è – oggi come ieri – distribuita in modo molto ingiusto.

Nel corso della storia, può darsi che sia cambiato qualcosa nella colorazione soggettiva delle esperienze esistenziali. Ma nessun progresso potrà mai risolvere le crisi scatenate da amore, perdita e morte. Niente può lenire il dolore personale di chi vive in miseria, si sente solo, è malato, o costretto a subire stenti, offese, umiliazioni.

Se la filosofia fraintende sé stessa in maniera secolaristica e «scientistica» – vedendosi soltanto come erede della filosofia greca e come naturale nemica della religione – allora scivola in una illusione.

Il valore della filosofia
Kritik und kommunikatives Handeln, 2015 (con Michaël Foessel)

Non prenderemmo in considerazione nemmeno di partecipare a elezioni democratiche, se non presupponessimo che “ogni voto conta”. Sono presupposti idealisti, spesso contraddetti dai fatti, e tuttavia indispensabili della partecipazione. 

La filosofia è in grado di permetterci di “demistificare” una comprensione erronea di noi stessi, facendoci prendere coscienza di ciò che costituisce un approfondimento della nostra conoscenza del mondo.

Al contrario della religione, che è ancorata all’esperienza di una pratica culturale comunitaria, la filosofia può svolgere il suo compito, che consiste nell’analizzare la nostra comprensione del mondo e di noi stessi, basandosi esclusivamente su argomenti razionali che in quanto tali possono aspirare, benché siano fallibili, all’universalità.

Le nostre istituzioni politiche si trovano a essere svuotate della loro sostanza democratica nel corso del loro adattamento tecnocratico agli imperativi di un mercato globale. Le nostre democrazie capitaliste sono ridotte a democrazie di facciata.

Note
Leggi anche le citazioni dei filosofi tedeschi: Theodor AdornoMax HorkheimerHerbert Marcuse