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Frasi e citazioni di Leonardo Caffo

Selezione di frasi e citazioni di Leonardo Caffo (Catania, 1988), filosofo, saggista e opinionista italiano, docente di Filosofia Teoretica al Politecnico di Torino e, successivamente, professore di Estetica della Moda, dei Media e del Design alla NABA di Milano e di Ecologia dell’Arte alla IULM di Milano.
Le seguenti riflessioni di Leonardo Caffo sono tratte dai libri: La vita di ogni giorno (2016), Fragile Umanità (2017), Vegan (2018), Velocità di fuga (2022).
Foto di Leonardo Caffo
Affidiamo la comprensione dello stato di cose presente al giornalismo o alla politica.
Ma che ne è della filosofia? (Leonardo Caffo)

La vita di ogni giorno
Cinque lezioni di filosofia per imparare a stare al mondo © Einaudi, 2016 - Selezione Aforismario

Affidiamo la comprensione dello stato di cose presente al giornalismo o alla politica. Ma che ne è della filosofia?

Imparare a stare al mondo significa imparare a fare della vita, la nostra unica vita, un’occasione di felicità. 

Saperne di piú su «certe cose» migliora la nostra comprensione del mondo. Piú sono potenti i nostri concetti, piú potenti saranno le nostre intuizioni.

Le cose che possiamo capire sono infinitamente inferiori a quelle che non possiamo capire. La tolleranza è racchiusa tutta qui.

Se non ci stupiamo di fronte alla normalità della vita quotidiana c’è una ragione: agiamo come agiamo perché, semplicemente, non possiamo che agire come agiamo.

Sentirsi parte di un comportamento comune e collettivo è l’essenza della vita umana su questo pianeta.

La vita umana, è inutile dirlo, deve migliorare. I disastri ecologici e gli stermini di massa sono solo alcuni esempi dei grandi ostacoli che dobbiamo superare. Eppure qualcosa muove tutti, tutti noi, in un ordine di mimesi e rispetto altrui. Non siamo in guerra, la guerra è un’eccezione. Viviamo immersi, invece, in una perenne collaborazione spontanea.

È banale dirlo, ma le cose migliorano sempre. Il progresso etico sembra intimamente connesso alla nostra evoluzione biologica. Dallo schiavismo istituzionalizzato all’emancipazione femminile, dalle pene corporali alla diffusione del vegetarianismo come rispetto assoluto della vita animale qualcosa è cambiato. Ed è cambiato in meglio.

L’arte è il domani anticipato nell’oggi.

Da un certo punto di vista, la filosofia è un rifiuto della necessità a favore di un’apertura delle possibilità.

Sia nelle scienze, sia nella vita di ogni giorno il compito ultimo della filosofia corrisponde alla capacità di sganciarsi dalla prassi, di creare una nuova consuetudine, di saper vedere al di là delle regole che abbiamo naturalizzato con la forza dell’abitudine.

Le rivoluzioni non conducono necessariamente in un posto migliore. Un mutamento non orientato è un mutamento violento, pericoloso. Gli strumenti per visualizzare le direzioni possibili sono forniti dalla filosofia.

Se guardate con attenzione questo nostro mondo, vi accorgerete che tutto è filosofico. E forse il fenomeno meno filosofico che vi troverete davanti potrebbe essere proprio un convegno di filosofia.

Il compito dell’umanità del futuro, quella che possiamo definire «postumana», è fare dei limiti una risorsa.

Fragile Umanità
Il postumano contemporaneo © Einaudi, 2017

Tutta la nostra società è costruita sullo sfruttamento istituzionalizzato degli animali non umani: uccisi per alimentazione, vestiario, divertimenti di varia natura e ricerca scientifica, i non umani stanno al mondo sostanzialmente per garantire un benessere totale alla specie Homo sapiens.

«Specismo» è un termine morale, dunque interno all’enciclopedia dell’etica, e sposta la nostra attenzione dal come ci comportiamo (etica descrittiva) al come dovremmo comportarci (etica prescrittiva). Mangiamo gli animali? Dovremmo smettere. Perché? Perché non ci sono buoni argomenti per continuare a farlo dopo aver compreso che non è necessario, come invece capiterebbe a dei carnivori obbligati come i felini, e che gli animali di cui ci nutriamo hanno pari diritti di noi mangiatori.

Se si vuole andare contro la violenza, espressione tipica dell’antropocentrismo, bisogna mettere in discussione la violenza in quanto tale; una delle piú efferate, ma forse la piú priva di senso, è quella che Homo sapiens dedica agli animali.

Il lavoro filosofico è non dissimile da quello architettonico perché è un lavoro di modifica del “modo di vedere” le cose: cosa pretendiamo dalle cose del mondo… che forma vogliamo assumano?

Vegan
Un manifesto filosofico © Einaudi, 2018 - Selezione Aforismario

Un privilegio raro, a cui pensiamo troppo poco quando ne siamo in possesso, è quello di non essere mangiati da nessuno. Può sembrare strano, ma nel mondo animale siamo in pochi a godere di questo privilegio.

I vegani sono coloro che hanno deciso di mangiare soltanto ciò che è mangiabile dopo un’attenta analisi filosofica che ha ridato dignità di soggetti a entità finora considerate al pari di oggetti.

Il cibo è solo una parte molto ristretta della filosofia che si cela dietro la parola «vegan». Una parola che invita a vivere leggeri, cercando il piú possibile di non lasciare tracce violente in questo mondo.

I vegani, pur avendo gli stessi bisogni di gusto degli altri, hanno capito che non vale la pena di barattare la salute del pianeta per quei pochi minuti di felicità che una cena può regalare.

Se è vera la premessa dell’argomentazione vegana, se è vero cioè che alla diffusione di questa filosofia si accompagna un miglioramento delle condizioni generali della vita sul pianeta, allora ogni essere umano dovrebbe restare in ascolto, che nutra o meno simpatia verso i vegani. 

Anche quando si crede di avere ragione, e magari la si ha davvero, bisogna sempre fermarsi a riflettere sul metodo con cui questa ragione è portata all’evidenza comune. Ogni attivismo, ogni movimento con pretese rivoluzionarie deve prima interrogarsi sul proprio metodo.

Non ragioniamo quasi mai sul senso delle nostre azioni, e pratiche come il veganesimo, che invece impongono uno stop o una rettifica di molte nostre attività ordinarie, si caratterizzano come modi di interrogare il senso profondo delle regole, anche quelle che seguiamo da sempre.

Il veganesimo è un processo di liberazione totale: quale che sia la struttura della forma di vita che ci troviamo davanti, finché possiamo, e ci è consentito, dobbiamo rispettarla.

Il cane e il filosofo
Lezioni di vita dal mondo animale © Mondadori, 2020

Vivere accanto a un animale, ma farlo per davvero, significa soprattutto questo: sopravvivere a parti di bellezza della nostra vita, sopravvivere per loro, in un certo senso attraverso di loro. Sono come dei figli a cui il destino ci obbliga nel sopravvivergli.

Velocità di fuga
Sei parole per il contemporaneo © Einaudi, 2022

Deleghiamo la memoria all’esterno, ai nostri dispositivi e ai calendari digitali; deleghiamo l’orientamento, senza Google Maps non sappiamo raggiungere neanche casa; deleghiamo la ricerca dell’amore a Tinder o similari; e cosí piano piano tutto ciò che ci rende animali – orientarci o memorizzare – viene smarrito e ci ritroviamo a essere gestori di una tecnologia che in realtà gestisce ciò che siamo e diventiamo, ma anche ciò che possiamo diventare o essere.

Il digitale, come qualsiasi altra tecnologia, non fa che riprodurre, materializzare, estendere e intensificare per l’intera popolazione le forme dominanti di gestione biopolitica o narcisismi personali già esistenti. 

La natività digitale, milioni di bambini incapaci di vivere lontani dalla luce di uno schermo, è una penetrazione non consensuale del sistema in cui viviamo.

Temo che la nostra vita sociale o sarà solo digitale o non lo sarà per nulla, impossibile usare una tecnologia cosí potente come se fosse uno spazzolino da denti da attivare due volte al giorno.

Ogni giorno apriamo nuove pagine Instagram e siti impiegando il tempo che prima avremmo usato per giocare coi nostri figli o per piantare un orto.

Note
Leggi anche le citazioni dei filosofi italiani: Emanuele Coccia - Maurizio FerrarisDiego Fusaro

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