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Frasi e citazioni di Alexander Langer

Selezione di frasi e citazioni di Alexander Langer (Vipiteno, 1946 - Firenze, 1995), politico, saggista, giornalista ambientalista e pacifista italiano. Di formazione cattolico-sociale, esponente dell'organizzazione comunista Lotta Continua, ne diresse anche l'omonimo quotidiano. Fu tra i fondatori del partito dei Verdi italiani e uno dei leader del movimento verde europeo. È stato promotore di numerosissime iniziative per la pace, la convivenza, i diritti umani, contro la manipolazione genetica e per la difesa dell'ambiente. Così lo ricorda Goffredo Fofi:
"Se si dovesse chiudere in una formula ciò che Alex Langer ci ha insegnato, essa non potrebbe che essere: piantare la carità nella politica. Proprio piantare, non inserire, trasferire, insediare. E cioè farle metter radici, farla crescere, difenderne la forza, la possibilità di ridare alla politica il valore della responsabilità di uno e di tutti verso «la cosa pubblica», il «bene comune»". [Il viaggiatore leggero, 1996].
Foto di Alexander Langer
In una società dove tutto è diventato merce, e dove chi ha soldi può comperare e stare meglio, occorre la riabilitazione del «gratuito», di ciò che si può usare ma non comperare.
(Alexander Langer)

Scritti
1961-1995 - Selezione Aforismario

È più importante porre al servizio del prossimo, il tempo e il denaro, la preghiera e il lavoro, tutte le nostre forze e la nostra buona volontà che non restarcene a casa a leggere un libro avvincente, sciupare il nostro tempo o trascorrerlo in occupazioni secondarie. 

Dobbiamo prendere sul serio la tanto declamata carità cristiana, senza mezze misure.

Non potremo mai amare Dio che non vediamo, se non riusciamo nemmeno ad amare il nostro prossimo che vediamo e che è di fronte a noi.

L’amore è la più grande delle virtù, capace di ottenere qualunque cosa. Cerchiamo quindi anche noi di mostrare più amore per il prossimo, per amore di Dio.

Dobbiamo portare il vangelo vivente nel mondo, nel nostro contesto quotidiano, nelle nostre case come nella nostra scuola e nelle nostre aule, ovunque! 

Quanti pensano che l’essenza del cristianesimo consista nell’andare a messa la domenica ed eventualmente nel fare un po’ di elemosina! Ma ciò che Cristo esige da noi non sono certo questi sacrifici apparenti, bensì la nostra vita e la nostra personalità.

Cristo non chiede buone maniere e bigotteria, ma azione e decisione.

Cristo non ci ha portato la verità e il suo vangelo perché continuassimo a dormire sonni tranquilli, indifferenti al prossimo, indifferenti a Dio e alla sua verità, ma perché vivessimo in Cristo da cristiani. 

Molte volte la pace è stata scambiata per il quieto vivere ed il discorso che i cristiani hanno portato avanti si è ridotto nei secoli ad una pace prevalentemente interiore, una pace «menefreghista» che vede la sua tranquillità nell’assenza di relazioni.

Certo, l’assenza di relazioni è anche assenza di tensioni, ma una pace vera che si riconosca nell’amore è monca se non entra in relazione con gli altri.

Non esistono più punti di riferimento universali, vincolanti per tutti, e purtuttavia gli uomini e le donne di oggi devono percorrere – molto più che in passato – strade comuni che passano attraverso il vivere ed agire insieme.

La comunità e la democrazia possono giungere a piena maturazione solo laddove le persone siano riuscite a conquistare responsabilità individuale e libertà. 

Si parla di politica sporca e ladra salvo poi fare di tutto perché i delinquenti possano continuare a vivere indisturbati tra di noi. E gli avvenimenti della vita pubblica e politica spesso sembrano non toccarci, come se stessimo su un’altra barca.

Chi trova il coraggio di costruire la propria esistenza nel mare mosso dell’incerto riuscirà più facilmente a trovare il proprio spazio nel presente di chi invece tenta di gettare l’ancora verso i lidi di epoche passate.

Bisognerebbe finalmente contestare alla destra il diritto di fregiarsi delle insegne della «conservazione»: in realtà «conserva» unicamente – e neanche sempre! – i rapporti di potere, quando si minacci un cambiamento in direzione della giustizia e dell’uguaglianza.

Noi siamo oggi fortemente condizionati da un sistema talmente orientato al profitto e siamo talmente succubi di una logica meramente economica che ormai ogni cosa vale per quel che può dare sul mercato.

La democrazia come la conosciamo oggi è la democrazia dei grandi consumatori di energia, è la democrazia di quelli con la pancia piena. Rispetto al resto del mondo è la democrazia di chi amministra la parte relativamente avvantaggiata della società e del pianeta, spesso con criteri di scarsissima responsabilità ecologica verso l’insieme del pianeta e dell’umanità.

Non c’è nobile causa o idea nella storia che non sia stata o non possa essere pervertita nel suo contrario. 

Abbiamo creato falsa ricchezza per combattere false povertà.

Ci si è liberati di tanto lavoro manuale, avversità naturali, malattie, fatiche, debolezze – forse tra poco anche della morte naturale – in cambio abbiamo radiazioni nucleari, montagne di rifiuti, consunzione della fantasia e dei desideri. Tutto è diventato fattibile ed acquistabile, ma è venuto a mancare ogni equilibrio.

Abbiamo bisogno di occasioni ed opportunità gratuite nella nostra vita, nella vita delle città e delle campagne. Può bastare anche poco: spazi per sedersi senza dover consumare, accesso alla natura, al mare, al verde, senza dover pagare un biglietto, una fontana pubblica con l’acqua buona alla portata di tutti, biciclette del Comune che si possono prendere in prestito e restituire, un mercatino di scambio dell’usato…

In una società dove tutto è diventato merce, e dove chi ha soldi può comperare e stare meglio, occorre la riabilitazione del «gratuito», di ciò che si può usare ma non comperare.

È una società di persone sole, di consumatori bulimici, di spettatori assuefatti, dagli orizzonti corti e frammentati.

I rifiuti mandano un doppio crudele messaggio: ci dicono che le cose vengono usate con economica brutalità, senza comprensione e sintonia, e che tutto ciò che non conserva l'abbagliante luccichio del 'nuovo di zecca' è semplicemente da buttare: che terribile oracolo: l'usa e getta come canone fondamentale della nostra società!

Provate sempre a riparare il mondo.

La gioventù europea è l’unica che possa realizzare l’obiettivo dell’unione, perché dopotutto rappresenta la popolazione dell’Europa futura. Fino a che la gioventù non penserà in modo europeo, l’Europa rimarrà un’illusione.

Biglietto del Suicidio
Pian dei Giullari, 3 luglio 1995

I pesi mi sono diventati davvero insostenibili, non ce la faccio più. Vi prego di perdonarmi tutti anche per questa dipartita. Un grazie a coloro che mi hanno aiutato ad andare avanti. Non rimane da parte mia alcuna amarezza nei confronti di coloro che hanno aggravato i miei problemi. "Venite a me, voi che siete stanchi ed oberati". Anche nell'accettare questo invito mi manca la forza. Così me ne vado più disperato che mai. Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto.

Note
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