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Frasi e aforismi di Alessandro Morandotti

Selezione dei migliori aforismi e delle frasi più belle di Alessandro Morandotti (Vienna 1909 - Zurigo 1979), giornalista, antiquario e aforista italiano. Spesso la critica italiana tende a esaltare autori di aforismi stranieri (Stanisław Jerzy Lec o Nicolás Gómez Dávila, tanto per citare due nomi eccellenti) e poi trascura il valore di alcuni aforisti italiani che a quelli non hanno nulla da invidiare.
Uno di questi autori è proprio Alessandro Morandotti, che ha dedicato alla scrittura aforistica tre pregiati volumetti, intitolati Minime, pubblicati nei suoi ultimi anni di vita, tra il 1979 e il 1980. Italo Zingarelli, nell'introduzione al secondo volume delle Minime, scrive: 
"Le Minime di Morandotti hanno una fisionomia tutta particolare che ne fa un caso isolato. Sia per essere, ch'io sappia, l'unico rappresentante di questa sottile forma letteraria nel panorama italiano odierno, sia per la sorprendente molteplicità degli argomenti che spaziano dai gravi problemi fondamentali dell'esistenza al soggetto frivolo e scherzoso, spesso in funzione di un gioco di parole col gusto del paradosso. Un alternarsi disordinato e veloce, così com'è nella natura. quotidiana degli eventi, dettato dall'umore variabile del momento. L'autore alterna l'ironia corrosiva (né risparmia se stesso) e il sarcasmo graffiante, talvolta spietato, alla battuta arguta e scanzonata. Ma serio e faceto sono legati da un medesimo filo conduttore di amara irrisione. [...] Molte di queste minime non sfigurano al confronto con le massime degli ascendenti più illustri".
L'esperienza è quella cosa che una volta acquisita
a caro prezzo, non serve più. (Alessandro Morandotti)
Minime
Minime I - II - III - 1979-1980 - Selezione Aforismario

Accarezzare un'idea può essere compromettente al punto di doverla sposare.

Accumulata sufficiente esperienza per vivere, si muore.

Amare tutta l'umanità può riuscire più facile del tollerare una sola persona.

Ammazzare il tempo nell'attesa che il tempo ci ammazzi.

Cambiano i costumi, il malcostume resta.

C'è un vantaggio nel non trovarsi a proprio agio in un luogo. Quello di lasciarlo senza rimpianto.

Chi è riuscito a creare un capolavoro come il gatto, ha acquisito il diritto di sbagliare tutto il resto. Infatti.

Chi non crede nelle coincidenze le perde.

Chiedersi il perché di un fatto inspiegabile è logico; attendersi una risposta, irragionevole.

Cullarsi nell'illusione di non farsene.

Da giovane l'uomo è convinto di poter rendere felici più donne. L'esperienza lo persuade dell'illusione e si dedica a una sola. Infine constata come l'errore stesse nel ritenere possibile di rendere felice qualcuno.

Dio li fa e poi lascia che si accoppino.

È facile fare domande difficili. Difficile è dare risposte facili.

È sorprendente constatare come anche persone mature di livello non sappiano accettare le malattie, quand'è intuitivo che da qualche parte bisogna pur cominciare a guastarsi.

Esistono solo tre fonti di delusioni: passato, presente e futuro.

Fine ultimo di tutto, la fine.

Forse siamo già risorti. Per punizione.

I genitori si compatiscono, dei nonni si sorride, gli antenati si venerano. 

Il bacio è un espediente geniale per impedire agli innamorati di dire troppe stupidaggini.

Il calcolo delle probabilità dimostra l'improbabilità di ogni calcolo.

Il cattivo gusto è quello che differisce dal nostro.

Il costume più diffuso è il malcostume.

Il denaro è come l'aria. Finché c'è non te n'accorgi.

Il dubbio è il lievito della conoscenza.

Il momento più importante è sempre l'ultimo che stiamo che vivendo.

Il peggio ha sempre la meglio.

Il vero amico lo riconosci da come ti mente.

Io sono io. Ma se fossi un altro vorrei essere come me.

La contabilità degli affetti dà sempre un bilancio passivo perché la parte che si accinge a redigerlo è convinta di aver dato più di quanto ha ricevuto.

La cosa più insensata è di ritenere che ogni cosa debba avere un senso.

La differenza tra uno stolto e uno intelligente è questa: lo stolto ripete sempre lo stesso errore, mentre l'intelligente commette ogni volta un errore diverso.

La donna ideale deve soddisfare l'anima, lo spirito, i sensi. Non trovando riuniti i tre requisiti nella stessa persona, è consentito il frazionamento. 

La meraviglia è in noi, non nelle cose.

La sostanza sta nelle sfumature.

La storia insegna che la storia non insegna nulla.

Le assurdità di ieri sono le verità di oggi e saranno le banalità di domani.

L'abbaglio è uno sbaglio che acceca.

L'abitudine è un abito che, indossato da giovani, ci rifiutiamo di togliere vita natural durante.

L'adulazione è il grimaldello universale che consente di entrare nelle grazie dei vanitosi (quindi di tutti).

L'ambizione è un movente ambivalente. A seconda delle premesse, della misura e delle mire, può essere qualità ammirevole o detestabile difetto.

L'amore è un dono degli Dei che facilmente si trasforma in un castigo di Dio.  

L'amore nasce per appetito, dura per fame e muore per sazietà. 

L'eloquenza è un dono per chi la possiede e una tortura per chi la subisce.

L'esperienza è quella cosa che una volta acquisita a caro prezzo, non serve più.

L'illusione è la culla degli adulti.

L'invidia è un sentimento che divora chi lo nutre.

L'orrendo della morte è il suo cerimoniale. Quanto più bello sarebbe andarsene al cimitero da soli, a piedi.

L'ultima ad adeguarsi all'inflazione è la beneficenza.

L'umiltà è l'ipocrisia dei modesti.

L'unica maniera per giustificare una bugia è un'altra bugia. 

Niente aiuta a vivere come la cattiva memoria.

Non ogni buco riesce a trovare la sua ciambella.

Non si muore. Si cessa soltanto di vivere.

Ogni scelta implica una rinuncia.

Ottimista è chi ritiene che le cose non possano andare peggio di come vanno.

Per sottrarsi alla fatica di pensare, i più sono persino disposti a lavorare.

Probabilmente il mondo è stato fatto rotondo perché destinato ad andare a rotoli.

Qualunque sia l'argomento, parliamo sempre di noi.

Quando ignoranza e mediocrità si coalizzano, ne risulta la cosiddetta voce del popolo.

Quanto più in alto si punta tanto maggiore il rischio di mancare la meta.

Raramente la forza della ragione prevale sulla ragione della forza.

Sarò sincero: non lo sono.

Se fosse vero che le sofferenze rendono migliori, l'umanità avrebbe raggiunto la perfezione.

Se gli uomini fossero così cattivi come si dipingono, sarebbe facile regolarsi. Invece sono peggio.

Se il mondo è pieno di prepotenti la colpa è di chi non lo è.

Se uno sciocco si dichiara tale, gli si crede sulla parola. Se un genio proclama di esserlo, si pretende che lo dimostri.

Siamo al mondo per fornire un pretesto all'esistenza.

Solo un sadico può avere ideato d'imprigionare in uno stesso involucro entità ferocemente conflittuali come Ragione Sentimenti Anima.

Suprema e irraggiungibile meta: solo e felice.

Tutte le verità sono già state dette, ma lo spazio per altre menzogne è infinito.

Tutti si scagliano contro l'egoismo come se fosse possibile sopravvivere senza. Da biasimare è solo il suo eccesso. 

Tutto sarebbe tanto più semplice se nascessimo con le istruzioni per l'uso e la data di scadenza.

Una libertà imposta è peggio della schiavitù.

Una ricca biblioteca può servire a mascherare una cultura povera.

Libro di Alessandro Morandotti consigliato
Le minime di Morandotti
Vol. I Introduzione: Paolo Volponi
Vol. II Introduzione: Italo Zingarelli
Vol. III Introduzione: Alessandro Morandotti
Editore: Vanni Scheiwiller, Milano, 1979-1980
All'insegna del Pesce d'Oro
Questo libro appare del tutto inconsueto, addirittura fuori moda e fuori tempo, e più che per la sua forma, per la sua immediata, quasi sfrontata pretesa di saggezza. Ma appena dopo aver letto qualche pagina, tale pretesa risulta pervasa da tanta ironia (e anche da un certo scetticismo) da rientrare presto in se stessa e da lasciare allo scoperto più suggestioni che ammonimenti. Le Minime sono un libro, istantaneo quanto lento, cinico eppure pietoso, negatore e consolatorio: talvolta fastidioso per alcune minime riduttive, ma più spesso gradevole per tante massime saporose. Il libro attira e incuriosisce e dura accanto al lettore con quei suoi tempi paludati di qualche «storica» presunzione, agitati da diverse contraddizioni eppure freschi di verità classiche, borghesi, mondane, popolari, particolari o universali, comunque mai gravate dalla pretesa di una misura morale e tanto meno pedagogica. Il libro corre accanto al lettore proprio con la continuità cadenzata che l'ha costruito lungo le giornate del suo autore: ritrova cioè il percorso di un diario, tutti gli interni momenti della scoperta o della delusione, dell'attesa come dell'accadimento.

Note
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