Frasi e aforismi di Albert Camus dai Saggi
Raccolta dei migliori aforismi e delle frasi più significative di Albert Camus (Mondovi 1913 - Villeblevin 1960) scrittore, filosofo e drammaturgo francese. I seguenti pensieri di Albert Camus sono tratti dai suoi taccuini e dai suoi saggi: Il rovescio e il diritto (L'envers et l'endroit, 1937); Nozze (Noces, 1939): Il mito di Sisifo (Le Mythe de Sisyphe, 1942); L'uomo in rivolta (L'Homme révolté, 1951); L'estate (L'Été, 1954); Riflessioni sulla pena di morte (Réflexions sur la peine capitale, 1957); Taccuini (Carnet, 1935-1959).
Su Aforismario trovi anche una raccolta di citazioni di Albert Camus tratte dai suoi romanzi. [Il link è in fondo alla pagina].
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L'assurdità regna in questo mondo, e l'amore ci salva. (Albert Camus) |
Il rovescio e il diritto
L'envers et l'endroit, 1937
Tutto ciò che esalta la vita, ne accresce al tempo stesso l'assurdità.
Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia.
Nozze
Tutto ciò che esalta la vita, ne accresce al tempo stesso l'assurdità.
Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia.
Nozze
Noces, 1939 © Bompiani - Selezione Aforismario
Che cos'è la felicità se non il sincero accordo tra un uomo e la vita che conduce?
Chiamo imbecille chi ha paura di godere.
Il contrario di un popolo civilizzato è un popolo creatore.
Il mondo è bello, e fuori di esso non c'è salvezza.
La speranza, al contrario di ciò che si crede, equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi.
Il mito di Sisifo
Le Mythe de Sisyphe, 1942 © Bompiani - Selezione Aforismario
Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.
Bisogna vivere con il tempo e con lui morire.
Creare è vivere due volte.
Dal momento in cui viene riconosciuto, l'assurdo diventa la più straziante di tutte le passioni.
Il creare è un dar forma al proprio destino.
Il mondo in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire.
Il pensiero di un uomo è innanzitutto la sua nostalgia.
Là dove regna la lucidità, la scala dei valori diventa inutile.
L'abisso che c'è fra la certezza che io ho della mia esistenza e il contenuto che tento di dare a questa sicurezza, non sarà mai colmato.
L'assurdo è la lucida ragione, che accetta i propri limiti.
L'assurdo è peccato senza Dio.
L'assurdo nasce dal confronto tra la domanda dell'uomo e l'irragionevole silenzio del mondo.
L'opera d'arte nasce dalla rinuncia dell'intelligenza a ragionare il concreto.
Le idee sono il contrario del pensiero.
Non c'è destino che non si vinca con il disprezzo.
Se il mondo fosse chiaro, l'arte non esisterebbe.
Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.
Un uomo è sempre preda delle proprie verità. Quando le abbia riconosciute, egli non è capace di staccarsene.
Una sola cosa è più tragica del dolore: la vita di un uomo felice.
Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia.
Vivere è far vivere l'assurdo.
Viene sempre il momento in cui bisogna scegliere fra la contemplazione e l'azione. Ciò si chiama diventare un uomo. Questi strappi sono sempre terribili, ma per un cuore fiero non può esservi via di mezzo.
L'uomo in rivolta
L'Homme révolté, 1951 © Bompiani - Selezione Aforismario
Che cos'è un uomo in rivolta? Un uomo che dice no. Ma se rifiuta, non rinuncia tuttavia: è anche un uomo che dice di sì, fin dal suo primo muoversi.
I martiri non fanno le Chiese: ne sono il cemento o l'alibi. Poi vengono i preti e i bigotti.
Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questo interrogativo, che il pensiero storico lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.
L’avvenire è la sola trascendenza degli uomini senza Dio.
La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei.
La rivolta, in senso etimologico, è un voltafaccia. In essa, l’uomo che camminava sotto la sferza del padrone, ora fa fronte. Oppone ciò che è preferibile a ciò che non lo è.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
L'arte contesta il reale, ma ad esso non si sottrae.
L'avvenire è il solo tipo di proprietà che i padroni concedono volentieri agli schiavi.
Lo schiavo comincia col reclamare giustizia e finisce per volere la sovranità. Ha bisogno di dominare a sua volta.
L'uomo è la sola creatura che rifiuti di essere ciò che è.
L'uomo non è interamente colpevole, non ha dato inizio alla storia; né è del tutto innocente poiché la continua.
Non esiste rivolta senza la sensazione d’avere in qualche modo, e da qualche parte, ragione.
Non tutti i valori trascinano con sé la rivolta, ma ogni moto di rivolta fa tacitamente appello a un valore.
Ogni uomo è un criminale che si ignora.
I martiri non fanno le Chiese: ne sono il cemento o l'alibi. Poi vengono i preti e i bigotti.
Il fine giustifica i mezzi? È possibile. Ma chi giustificherà il fine? A questo interrogativo, che il pensiero storico lascia in sospeso, la rivolta risponde: i mezzi.
L’avvenire è la sola trascendenza degli uomini senza Dio.
La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei.
La rivolta, in senso etimologico, è un voltafaccia. In essa, l’uomo che camminava sotto la sferza del padrone, ora fa fronte. Oppone ciò che è preferibile a ciò che non lo è.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
L'arte contesta il reale, ma ad esso non si sottrae.
L'avvenire è il solo tipo di proprietà che i padroni concedono volentieri agli schiavi.
Lo schiavo comincia col reclamare giustizia e finisce per volere la sovranità. Ha bisogno di dominare a sua volta.
L'uomo è la sola creatura che rifiuti di essere ciò che è.
L'uomo non è interamente colpevole, non ha dato inizio alla storia; né è del tutto innocente poiché la continua.
Non esiste rivolta senza la sensazione d’avere in qualche modo, e da qualche parte, ragione.
Non tutti i valori trascinano con sé la rivolta, ma ogni moto di rivolta fa tacitamente appello a un valore.
Ogni uomo è un criminale che si ignora.
L'estate
L'Été, 1954
Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.
Una letteratura disperata è una contraddizione in termini.
L'artista e il suo tempo
L'artiste et son temps, 1957 (conferenza)
La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.
L'Été, 1954
Non essere amati è una semplice sfortuna; la vera disgrazia è non amare.
Una letteratura disperata è una contraddizione in termini.
L'artista e il suo tempo
L'artiste et son temps, 1957 (conferenza)
La nostra sola giustificazione, se ne abbiamo una, è di parlare in nome di tutti coloro che non possono farlo.
Riflessioni sulla pena di morte
Réflexions sur la peine capitale, 1957 - Selezione Aforismario
Non si esita a presentare la pena di morte come una dolorosa necessità, che legittima dunque a uccidere, poiché è necessario, e a non parlarne, poiché il farlo è sconveniente.
Non è affatto dimostrato che la pena di morte abbia fatto indietreggiare un solo omicida deciso a esserlo, mentre è evidente che essa ha esercitato un effetto fascinoso su migliaia di criminali.
Se la paura della morte è, in effetti, un'evidenza, altrettanto evidente è che questa paura, per quanto grande sia, non è mai stata in grado di contrastare le passioni umane.
Per secoli si è punito l'omicidio con la pena capitale, eppure la razza di Caino non è scomparsa.
Il senso d'impotenza e di solitudine del condannato incatenato, di fronte alla coalizione pubblica che vuole la sua morte, è già di per sé una punizione inconcepibile.
Invece di uccidere e morire per diventare quello che non siamo, dovremo vivere e lasciare vivere per creare quello che realmente siamo.
Generalmente l'uomo è distrutto dall'attesa della pena capitale molto tempo prima di morire. Gli si infliggono così due morti, e la prima è peggiore dell'altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, la legge del taglione appare ancora come una legge di civiltà. Non ha mai preteso che si dovessero cavare entrambi gli occhi a chi aveva reso cieco di un occhio il proprio fratello.
La pena di morte, così come la si applica, è una disgustosa macelleria, un oltraggio inflitto alla persona e al corpo.
Non vi sarà pace durevole né nel cuore degli individui né nei costumi della società sin quando la morte non verrà posta fuori legge.
Taccuini
Carnet, 1935-1959 (postumo 1962-1989) © Bompiani - Selezione Aforismario
L'assurdità regna in questo mondo, e l'amore ci salva.
[L'Absurdité règne en ce monde, et l'amour en sauve].
Aver la forza di scegliere ciò che si preferisce e di attenervisi. Se no è meglio morire.
C'è sempre una filosofia per la mancanza di coraggio.
Colui che dispera degli avvenimenti è un vile, ma colui che spera nella condizione umana è un pazzo.
Conosco un solo dovere: quello di amare.
Cultura: grido degli uomini davanti al loro destino.
Non si pensa nello stesso modo su una stessa cosa la mattina e la sera. Ma dov'è il vero, nel pensiero della notte o nello spirito del mezzogiorno? Due risposte, due razze di uomini.
La tentazione più pericolosa: non assomigliare a nulla.
Le filosofie valgono ciò che valgono i filosofi. Più l'uomo è grande, più è vera la filosofia.
Non abbiamo il tempo di essere noi stessi. Abbiamo solo il tempo di essere felici.
Il bisogno di aver ragione: segno di spirito volgare.
Solitudine, lusso dei ricchi.
La tentazione comune a tutte le intelligenze: il cinismo.
"Mi conosco troppo per credere alla virtù assolutamente pura".
La donna, fuori dell'amore, è noiosa. Non sa. Bisogna vivere con una e tacere. O andare a letto con tutte e fare. Ciò che più importa è altrove.
La povertà è una condizione la cui virtù è la generosità.
Ogni vita volta verso il denaro è una morte. La rinascita è nel disinteresse.
La gente crede sempre che ci si uccida per una ragione. Ma si può benissimo uccidersi per due ragioni.
Perché un pensiero cambi il mondo, bisogna che cambi prima la vita di colui che lo esprime. Che si cambi in esempio.
La solitudine perfetta. Nell'orinatoio di una grande stazione all'una del mattino.
Fin quando l'uomo non ha dominato il desiderio, non ha dominato nulla. E non lo domina quasi mai.
Vivere è verificare.
Come vivere senza qualche buona ragione di disperare!
Invecchiare significa passare dalla passione alla compassione.
In quanto creatore, ho dato vita alla morte. E questa è la sola cosa che dovevo fare prima di morire.
La naturalezza non è una virtù innata: la si acquisisce.
Chi non dà nulla non ha nulla. La disgrazia più grande non è non essere amati, ma non amare.
L'inferno è il paradiso più la morte.
Con alcune persone manteniamo rapporti di verità. Con altre rapporti di menzogna. Questi ultimi non sono i meno duraturi.
L'altruismo è una tentazione, come il piacere.
Utilizzare i propri vizi, diffidare delle proprie virtù.
Gli uomini virtuosi sono spesso cittadini pusillanimi. Alla radice del vero coraggio, c'è una sregolatezza.
Ci sono momenti in cui abbandonarsi alla sincerità equivale a un cedimento imperdonabile.
Ciò che l'uomo sopporta più difficilmente è di essere giudicato. Di qui l'attaccamento alla madre o all'amante accecata, di qui anche l'amore per le bestie.
Quelli che non sono curiosi: ciò che sanno li disgusta di ciò che ignorano.
La mamma. Se si amassero abbastanza le persone che si amano, s'impedirebbe loro di morire.
La politica e il destino degli uomini sono foggiati da individui senza ideali e senza grandezza. Chi ha grandezza in sé non fa politica.
La gloria è un convento
Per l'uomo maturo, solo gli amori felici possono prolungare la giovinezza. Gli altri lo gettano di colpo nella vecchiaia.
Fonte sconosciuta
Le grandi idee arrivano nel mondo con la dolcezza delle colombe. Forse, se ascoltiamo bene, udiremo, tra il frastuono degli imperi e delle nazioni, un debole frullìo d'ali, il dolce fremito della vita e della speranza.
Libro di Albert Camus consigliato da Aforismario
Traduzione: Ettore Capriolo
Editore: Bompiani, 2004
Dal 1935 alla morte Albert Camus ha tenuto in modo quasi regolare dei "quaderni". Leggere i Taccuini significa immergersi nel liquido amniotico della sua scrittura. Via via che nascono, vediamo formarsi le cellule generative delle opere ed è come se leggessimo con lui ciò che lui legge. Annotazioni, citazioni, schemi, ricordi, andirivieni del pensiero: Camus lascia che tutto si depositi sulla pagina, per poi estrapolarne l'essenziale e decollare verso i luoghi lungamente abitati dei propri libri. La scrittura zibaldonesca non ha gli obblighi della trama e della consequenzialità; non deve dimostrare alcunché e non deve nemmeno essere "bella". È la scrittura della ricerca della scrittura. Nasce con l'opera, ma ne è anche al di fuori. Solo il tempo, allargando i confini delle pagine scritte, la riammette nel vasto orizzonte dell'autore. Ma a condizione che questo vasto orizzonte si sia formato e che i lettori lo tengano in vita. Camus nei Taccuini non parla di sé. Non si tratta di un diario, bensì di quaderni di appunti. Scrive perché vuole vedere fuori di sé ciò che ha pensato nell'invisibile dell'immaginazione. È onesto, fa i conti con se stesso, non dice bugie. Scrivere così significa accumulare esercizio di chiarezza, ma anche disadorna schiettezza. Significa scrivere per sé, anche in fretta, per non dimenticare; scrivere per necessità annotatoria; scrivere quotidianamente. Camus comincia giovanissimo a farlo e non si ferma più. Quali sono i temi" dominanti? Dire la verità, essere fedeli all'origine (povera, ma felice), non dimenticare la vita nel suo scorrere quotidiano, appartenere a un paesaggio, viaggiare per mettere alla prova la memoria di sé, la vocazione allo scrivere, l'amore e la morte. Quando annota le parole preferite, ecco la sequenza che ne viene fuori: "li mondo, il dolore, la terra, la madre, gli uomini, il deserto, l'onore, la miseria, l'estate, il mare".
Note
Vedi anche: Citazioni di Albert Camus dai Romanzi
Note
Vedi anche: Citazioni di Albert Camus dai Romanzi