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Aforismi, frasi e citazioni sulla Narrativa

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulla narrativa e sui narratori. Nelle seguenti riflessioni, il termine "narrativa" è inteso come "genere letterario che comprende il romanzo, la novella, il racconto, la fiaba, ecc., cioè opere, generalmente in prosa, in cui l’autore espone fatti reali, più o meno liberamente interpretati, o puramente immaginari". [Vocabolario Treccani]. Per frasi sul narrare considerato in generale, vedi il link "Narrazione" riportato in fondo alla pagina.
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La narrativa non può scomparire, finché la lingua esiste.
(Juan Rodolfo Wilcock)
L'intera narrativa da che mondo è mondo si basa sulla suspense intesa come svolgimento e conclusione di un'avventura. La domanda del bambino che ascoltando una fiaba continua a chiedere «E allora? Che è successo dopo?» illustra bene il meccanismo.
Corrado Augias, Leggere, 2007

Un terzo della produzione libraria di narrativa è opera di critici letterari dipendenti dalle case editrici; due terzi di gazzettieri che mescolano il romanzo alle loro avventure professionali. Il resto è a disposizione degli autentici scrittori.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

È deplorevole la finzione di giudicare inutile oltre che demodée la Letteratura, di svalutare i suoi effetti, di ignorare il suo potere venefico. Solo una beata melensaggine può far dimenticare che la Letteratura, in modo precipuo la narrativa, non ha perduto alcuna delle sue fondamentali responsabilità nella formazione del costume e della psicologia della massa, e per conseguenza nelle condizioni della società nella quale siamo costretti a vivere.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Il primo grande narratore, Cervantes, sarebbe agli occhi di chi scrive il più grande di tutti se uguale titolo agli occhi di chi scrive non avesse l'ultimo grande narratore: Cechov. Il primo e l'ultimo hanno, sempre agli occhi di chi scrive, una limpida e incredibile proprietà, che nessun altro narratore possiede: di aver detto ciò che noi vorremmo dire, e di averlo detto nel modo che avremmo scelto per dirlo. In due parole, sono «noi stessi».
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

I poeti trovano l'ispirazione nelle nuvole, nelle onde, negli occhi delle ragazze; i pittori nelle vene del marmo e nelle macchie sulle pareti; gli scultori nel corpo umano e nelle pietre; i musicisti nel vento e nel canto degli uccelli. Ai narratori, al loro estro, la natura non concede nessuna facilitazione.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Come giova la frammentarietà alla poesia! La lirica greca cava maggiori seduzioni dalle rovine in cui ci è arrivata, dalle innumerevoli variazioni cui le lacune inducono, dalle infinite interpretazioni possibili consentite dall'unico verso o dal la certo di poche sillabe a noi tramandato. La stessa filosofia acquista sapore nella sua riduzione a brevi sentenze. La narrativa invece ha bisogno di spazi compiuti, di indiscutibile integrità.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

La celebrità concessa senza indugi agli autori di smilzi volumetti di versi. Importanza per il poeta di non scrivere troppo. Con la scrittura in prosa si è più esigenti: il narratore è misurato solo al terzo romanzo.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Il romanziere di un solo romanzo. Il narratore di un solo racconto. Il poeta di un solo verso. Vi sono esempi illustri per ciascuno dei casi.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Il narratore, avviata la sua pagina, deve correggere, non correggersi.
Francesco Burdin, ibidem

Incompatibilità fra letteratura e fame. Nessuno dei grandi testi poetici e narrativi si assume l'impegno di testimoniare l'insaziabile fame che il mondo patì per secoli, anche nei periodi e nei luoghi in cui si producevano insigni e costose opere d'arte.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

La parola inventata dal narratore si fonda sempre su un incantesimo. A spezzarlo basta un errore di stampa.
Francesco Burdin, ibidem

Non vi è poeta «vidimato» che, per vezzo, non ambisca a trasformarsi, prima di uscire di scena, in narratore di storie. Qualche volta i re sognano di diventare tenori.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Un'opera narrativa veramente tragica sarebbe quella che, scartata ogni speranza futura, descrivesse la vita di un uomo felice.
Albert Camus [1]

Per il narratore chiarezza e concisione rappresentano un ostacolo, in quanto egli vive degli scarti della metamorfosi, che sono incalcolabili, e di un respiro, che è inesauribile.
Elias Canetti, La tortura delle mosche, 1992

Le contorsioni tecniche dei romanzieri contemporanei, paragonate alla spontaneità narrativa dei romanzieri del passato, sono un chiaro indice dell'agonia del romanzo.
Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92

L’editoria è un mondo del tutto imprevedibile e dove oggi c’è un best-seller e l’idea di un certo tipo di narrativa, si può star certi che sei mesi dopo il vento soffierà da un’altra parte.
Alice Di Stefano, intervista, 2013

La retorica attorno ai libri e alla lettura secondo me scoraggia molti non-lettori che magari, presi in maniera diversa, potrebbero accostarsi spontaneamente all'argomento. Un fenomeno invece mi preoccupa: lo snobismo di massa per cui si condannano gli autori di best-seller, anche a prescindere dal loro valore, senza poi saper distinguere la buona narrativa da quella cattiva.
Alice Di Stefano, intervista, 2017

Non c'è più distinzione tra le opere di fantasia e le altre: esiste solo la narrativa.
Edgar Lawrence Doctorow, su The New York Times, 1985

Così completa è la mia fede nella narrativa che la vedo come una megadisciplina, una disciplina che incorpora tutte le altre, confonde i generi, mescola realtà e immaginazione, e nel migliore dei casi riafferma il diritto dello spirito individuale e indipendente di rappresentare il mondo. Proprio come faceva nell'antichità, quando la storia era un modo di conoscere, anzi lo strumento principale per organizzare e conservare il sapere: quando la realtà era una funzione della fede visionaria e la gente creava le storie che leggiamo e che ci hanno guidato fino a oggi.
Edgar Lawrence Doctorow, conferenza, 2007

Solo la narrativa può restituire, in parte, il sapore di ciò che accadde. Gli odori, i colori: una verità che lo storico, vincolato a criteri quantitativi e a valutazioni asettiche, non può permettersi.
Valerio Evangelisti, La controinsurrezione, 2008

La buona narrativa è quella che si rifiuta di fornire facili soluzioni al conflitto, di dipingere le cose come bianche o nere, buoni contro cattivi. È tutto ciò che la psicologia spicciola non è.
Jonathan Franzen, Forse sognare, 1996

Leggere buona narrativa è come leggere un brano particolarmente intenso di un testo religioso. Ciò che la religione e la buona narrativa hanno in comune è il fatto che non ci sono risposte, non c’è una conclusione. Il linguaggio delle opere letterarie sprigiona qualcosa di nuovo a ogni lettura.
Jonathan Franzen, Forse sognare, 1996

L’essenza della narrativa è il lavoro solitario: il lavoro della scrittura, il lavoro della lettura.
Jonathan Franzen, Forse sognare, 1996

La narrativa è la più esigente delle fidanzate.
Matteo Gambaro [1]

Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
Fausto Gianfranceschi, Elogio della nostalgia, 2002

L'inclinazione progressiva della narrativa contemporanea: libri scritti da pazzi per lettori scemi.
Fausto Gianfranceschi, Aforismi del dissenso, 2012

Di solito si considera la fantascienza un esercizio letterario di intrattenimento che annovera scrittori di qualità avventurosa. Si tratta di signori non esenti da qualche stranezza, ma infinitamente più intriganti dei cosiddetti narratori seri.
Antonio Gnoli, in Philip K. Dick, Cronache del dopobomba, 1965 (Postfazione)

Una narrazione che non passa attraverso l'io dell'autore non è letteratura ma solo un semplice prodotto.
Peter Handke, su Corriere della sera, 2002

Il narratore comune narra come qualcosa poteva press’a poco accadere. Il buon narratore fa accadere qualcosa davanti ai nostri occhi come fosse presente. Il maestro narra come se qualcosa accaduta da gran tempo accadesse di nuovo.
Hugo von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922

Non mi interessa la narrativa mainstream, un po' perché il tempo che dovrei impiegare per consumare quella mole impressionante di pagine posso usarlo per fare altro. Magari nulla.
Tommaso Labranca, su FilmTv, 2009

Il narrare non dev'essere al poeta epico che un pretesto, la persona di narratore non dev'essere a lui che una maschera, come al didascalico la persona d’insegnatore. Ma questo pretesto, questa maschera egli deve sempre perfettamente conservarlo, ed esattamente (quanto all'apparenza e come al di fuori) rappresentarla, in modo ch'egli sembri sempre essere narratore e non altro.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)

Per imparare a raccontar bene, giova leggere i buoni narratori di storie piene di aneddoti; e anche i poeti, per aggiungere un tocco di sentimento.
Giulio Mazzarino, Breviario dei politici, 1684 (postumo)

Evocare ininterrottamente dettagli vigorosi e pieni di senso: ecco l’arte del narratore. E la struttura del racconto? Gli nasce naturalmente, essendo il nesso di verità che lega tutti quei particolari, così come il lettore gode di quell'unità ma non l’avverte, se non si mette a scoprirla di proposito.
Paolo Milano, Note in margine a una vita assente, 1947/55 (postumo 1991)

Anche nel più breve dei «frammenti», un poeta può racchiudere un’opera d’arte perfetta, e aver coscienza della organicità del suo lavoro. L’intuizione nascendo reca l’impronta della compiutezza, e il poeta se ne sente appagato. Per il narratore ciò è estremamente diverso. La sua opera sarà più o meno estesa: ma normalmente si estende in misura tale, che egli lavorandoci non ha mai il senso della
compiutezza di essa: tutt’al più il narratore potrà dirsi soddisfatto della pagina che ha terminato, ma se questa s’inserisce veramente nel complesso, la sua caratteristica non può esser considerata che in relazione all'opera intera, all'opera compiuta. Il narratore è come chi lavori a un mosaico: la pagina non è altro che una tessera, una particella dell’insieme; e solamente quando egli sarà giunto alla parola « fine » avrà modo di dare un giudizio di ciò che ha fatto, e di sentirsene pago.
Guido Morselli, Diario, 1938/73 (postumo 1988)

Non credo che l’opera narrativa sia semplice «letteratura», come sarebbe inevitabilmente secondo Croce: può ben essere poesia. Ma richiede non solo qualità poetiche, ma morali, diverse: tenacia, anzitutto. E altre capacità intellettuali: un senso prospettico e vorrei dire panoramico dell’opera; l’arte di proporzionare le parti al tutto, di vederle «in funzione» del tutto.
Guido Morselli, Diario, 1938/73 (postumo 1988)

Le donne sono più spesso scrittrici che narratrici.
Luigi Ferlazzo Natoli, Aforismi per un anno, 2002

Il narrare non è fatto di realismo psicologico né naturalistico, ma di un disegno autonomo di eventi, creati secondo uno stile che è la realtà di chi racconta, unico personaggio insostituibile.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)

Noi tendiamo al dialogo, alla conversazione. Amiamo evitare le lunghe note informative (la narrazione), anzi, anche queste le trasformiamo in discorso facendole in prima persona e colorite secondo il personaggio che le pronuncia. Cerchiamo insomma, nella narrativa, il teatro, ma non la scenica. Che venga dall'uso del cinema, che ci ha insegnato a distinguere tra visività e parola, che prima il teatro fondeva? Ora accade che il cinema racconta visivamente, e il romanzo rappresenta verbalmente; e noi non vogliamo più saperne di teatro, e quello del passato preferiamo leggerlo.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)

Il personaggio è concezione teatrale, non specificatamente narrativa. Il raccontare non richiede necessariamente i personaggi. Massimo narratore greco è Erodoto, non Omero - che anzi è teatro antelitteram.
Cesare Pavese, ibidem

La tendenza contemporanea a narrare in prima persona è un inconscio conato verso la naturalezza che però vuole restare pagina, racconto, non gesto. È un modo di rimbarbarirsi, il solo consentito ora giacché il teatro sa, da noi, troppo di schema accademico.
Cesare Pavese, ibidem

Uno dei meno osservati gusti umani è quello di prepararsi degli eventi a scadenza, di organizzarsi un gruppo di accadimenti che abbiano una costruzione, una logica, un principio e una fine. La fine è avvistata quasi sempre come un'acme sentimentale, una lieta o lusingante crisi di consapevolezza di sé. Ciò si stende dalla costruzione di una botta e risposta a quella di una vita. E che cos'è ciò se non la premessa del narrare? L'arte narrativa appaga appunto questo gusto profondo. Il piacere del narrare e dell'ascoltare è vedere disporsi dei fatti secondo questo grafico. A metà di un racconto si risale alle premesse e si gode di ritrovare delle ragioni, delle chiavi, delle mosse causali. Che altro si fa ripensando al proprio passato e compiacendosi di riconoscerci i segni del presente o del successivo? Questa costruzione dà in sostanza un significato al tempo. E il narrare è insomma soltanto un mitologizzarlo, uno sfuggirgli.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, 1935/50 (postumo 1952)

Ci sono temi che presentano moltissimo interesse, ma sono troppo orribili per rispondere agli scopi di una narrazione onesta.
Edgar Allan Poe, La sepoltura prematura, 1844

La funzione della narrativa è di creare una finzione più reale della vita stessa. E, quando ci riesce, funziona realmente.
Guido Rojetti, L'amore è un terno (che ti lascia) secco, 2014

Il narratore, come anche il drammaturgo, prende dalla vita ciò che è affatto particolare e lo descrive con esattezza nella sua individualità, ma rivela in tal modo l'intera esistenza umana, avendo a che fare sì in apparenza col particolare, ma in realtà con ciò che è dappertutto e in tutti i tempi.
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, 1819

Il mentire, il narrare di belle cose non vere è lo scopo peculiare dell’arte.
Oscar Wilde, La decadenza della menzogna, 1889

La narrativa non può scomparire, finché la lingua esiste.
Juan Rodolfo Wilcock, Il reato di scrivere, 2009 (postumo)

Note
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