Aforismi, frasi e citazioni sull'Aragosta

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulle aragoste, tra i più grandi crostacei delle acque marine, che vivono lungo le coste rocciose atlantiche e del Mediterraneo, dove sono pescate, o allevate in vivai, costituendo un cibo prelibato.

Come nota Maurizio Costanzo: "Occorre prestare attenzione al sacrificio che, spesso inconsapevolmente, richiediamo agli animali per sfamarci. Voi direte: è la catena alimentare. Io vi dico che è una catena alimentare non alla pari: un formichiere può mangiare solo formiche, un uomo può scegliere. La possibilità di scelta fa la differenza. Basterebbe ascoltare anche una volta sola come si lamentano le aragoste, per non aver più voglia di mangiarne nemmeno un boccone. Ho letto con apprensione il saggio di uno scrittore americano, David Foster Wallace, dal titolo Considera l'aragosta. [1] L'autore dedica decine di pagine al consumo del famoso crostaceo raccontando con dovizia scientifica, dati alla mano, che la prelibata bestiola dei fondali marini, quando viene immersa viva nell'acqua bollente non solo soffre, ma soffre lentamente perché non muore di colpo. Motivo in più per lasciar perdere, e lasciar vivere. Io, da quando mi sono imbattuto in quella lettura, non le mangio. Evito i ristoranti con l'acquario in bella mostra, quelle specie di galere acquatiche in cui l'aragosta è segregata con le chele bloccate da un lacciolo, fino a quando un cliente non la sceglie, decretando la sua fine. Unica consolazione mi proviene dal conto sicuramente salato che quel commensale si troverà a fine pasto. Ma è una magra consolazione". [Preferisco i cani (e un gatto) © Mondadori, 2011].

Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sui gamberi, le ostriche, i pesci, la pesca e i pescatori. [I link sono in fondo alla pagina].
Se l'aragosta non avesse l'aspetto di un mostro fantascientifico, la gente
sarebbe meno propensa a gettarla viva nell'acqua bollente. (George Carlin)
Ricorda che una buona sardina è sempre preferibile a un aragosta non buona.
Ferran Adria [1]

Credo che le aragoste siano il risultato di una spaventosa mutazione genetica: scarafaggi contaminati dalle radiazioni atomiche.
Dave Barry [1]

Sono inorridito dalle aragoste. Gamberi e aragoste sono gli scarafaggi del mare.
Brooke Burke [1]

Una donna non dovrebbe mai farsi vedere mentre mangia, a meno che si tratti di insalata di aragosta e champagne, le uniche vivande davvero appropriate e femminili.
[A woman should never be seen eating or drinking, unless it be lobster salad and Champagne, the only true feminine and becoming viands].
George Gordon Byron, lettera a Lady Melbourne, 1812

Se l'aragosta non avesse l'aspetto di un mostro fantascientifico, la gente sarebbe meno propensa a gettarla viva nell'acqua bollente.
[If a lobster didn't look like a sci-fi monster, people would be less able to drop him alive into boiling water].
George Carlin [1]

Non mi ricordo più chi lo ha scritto, ma gli abitanti di Itaca erano cosi poveri che mangiavano solo ostriche e aragoste.
Luciano De Crescenzo, I pensieri di Bellavista, 2005

Chissà se le aragoste sono consapevoli del loro valore?
Fabio Fazio [1]

L’aragosta ha un corpo morbido e vive in un guscio rigido. Man mano che l’aragosta cresce, il guscio diventa sempre più limitante e l’aragosta si sente sotto pressione, a disagio. Così l’aragosta si mette sotto uno scoglio per proteggersi, si disfa del guscio troppo stretto e ne produce uno nuovo. Col tempo anche questo diventerà scomodo, così l’aragosta nella sua vita ripeterà il processo più volte. In questo sta il suo coraggio. I momenti difficili e le avversità sono le occasioni di crescita maggiore. Lasciare andare il timore delle difficoltà, accettare le nostre emozioni, ci permette di vivere una vita piena, in un processo di continua trasformazione.
Maurizio Garutti (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)

Le quattro cose più sopravvalutate nella vita sono lo champagne, l'aragosta, il sesso anale e i picnic.
Christopher Hitchens [1]

Quelle come lei le chiamano aragoste: tutta la carne è nella coda.
Ken, in Mad Men, 2007-2015

L'Europa è la maionese, ma l'America fornisce la buona vecchia aragosta
David Herbert Lawrence [1]

Consiglio del cuoco: l'aragosta mettetela a cuocere viva nell'acqua bollente... è la morte sua!
Lillo e Greg [1]

Bestie feroci − L'uomo come viene intravisto dall'aragosta, immersa viva nell'acqua bollente, perché sia più buona.
Giuseppe Pontiggia, Prima persona, 2002

Il mondo è la mia aragosta.
[The world is my lobster].
Henry J. Tillman [1]

L'essere umano è pazzo. Ha tutto ciò che gli serve per essere felice: le aragoste, i tartufi, la gastronomia, i grandi vini, la terra che è cosi bella, le donne cosi carine, ma si ostina a volere i soldi.
Roland Topor [1]

Le aragoste sono come i poveri: le parti migliori sono le braccia.
Roberto Vecchioni [1]

Nella pratica, sappiamo tutti cos’è un’aragosta. Come al solito, però, c’è molto di piú da sapere di quanto possa interessare alla maggior parte di noi – è solo una questione di quali sono i nostri interessi. Dal punto di vista tassonomico, un’aragosta atlantica è un crostaceo marino della famiglia Homaridae, caratterizzato da cinque paia di zampe articolate, di cui il primo termina con due grosse chele pinzute usate per sottomettere la preda. Come molte altre specie di carnivori bentonici, le aragoste sono sia cacciatrici che spazzine. Hanno gli occhi posti alla sommità di peduncoli, le branchie sulle zampe, e le antenne. Ne esistono circa una dozzina di tipi diversi al mondo
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

Le aragoste sono in sostanza enormi insetti marini. Come la maggior parte degli artropodi, risalgono al Giurassico, biologicamente tanto piú vecchie dei mammiferi che potrebbero benissimo venire da un altro pianeta.
David Foster Wallace, ibidem

[Le aragoste] sono – soprattutto nel loro stato naturale marrone-verde, con le chele brandite come armi e le grosse antenne alzate a mo’ di frusta – piuttosto bruttine da vedere. Ed è vero che sono i netturbini del mare, divoratrici di cose morte, anche se mangiano pure molluschi vivi, certi tipi di pesci feriti, e a volte si mangiano fra di loro.
David Foster Wallace, ibidem

Di per sé però [le aragoste] hanno un buon sapore. O almeno cosí pensiamo adesso. Fino a un momento imprecisato dell’Ottocento, tuttavia, l’aragosta era cibo per i ceti bassi, consumato solo dai poveri e dagli internati. Persino nel duro ambiente penale dell’America degli albori alcune colonie avevano leggi che vietavano di dare aragosta ai detenuti piú di una volta a settimana perché veniva considerato crudele e anomalo, come costringere la gente a cibarsi di topi.
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

Adesso, naturalmente, l’aragosta è chic, una prelibatezza, solo di uno o due gradini sotto il caviale. La polpa è piú nutriente e sostanziosa di quella della maggior parte dei pesci, il sapore piú delicato rispetto al gusto selvatico di cozze e molluschi.
David Foster Wallace, ibidem

Nell'immaginario popolar-gastronomico statunitense, l’aragosta è ormai l’equivalente marino della bistecca, con cui è spesso appaiata in piatti mari e monti nella parte piú costosa del menu dei ristoranti di carne.
David Foster Wallace, ibidem

La polpa di aragosta ha meno calorie, meno colesterolo e meno grassi saturi del pollo.
David Foster Wallace, ibidem

L’aragosta è essenzialmente un cibo estivo. Questo perché ormai preferiamo mangiarla fresca.
David Foster Wallace, ibidem

Dal momento che possono vivere piú di cento anni, le aragoste possono diventare pure piuttosto grosse, quindici chili o piú, anche se quelle veramente anziane sono rare ormai.
David Foster Wallace, ibidem

Come portata à la carte l’aragosta può essere cotta al forno, sulla fiamma, al vapore, alla griglia, rosolata, saltata in padella o al microonde. Il metodo piú comune, però, è bollirla. Se siete persone cui piace cucinare aragosta a casa, probabilmente è cosí che lo fate, dato che bollire è facilissimo. Vi basta una grossa pentola con coperchio, che riempite fino circa a metà di acqua (il criterio generale è due litri e mezzo d’acqua per ogni aragosta). L’ideale è l’acqua marina, oppure potete aggiungere due cucchiai di sale per ogni litro di acqua del rubinetto.
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

Il motivo per cui le aragoste in pentola diventano scarlatte è che la bollitura in qualche modo sopprime tutti i pigmenti della chitina fuorché uno. Se volete un metodo rapido per verificare se sono cotte, provate a tirare una delle antenne: se si stacca dalla testa con uno sforzo minimo potete sedervi a tavola.
David Foster Wallace, ibidem

Un dettaglio cosí ovvio che le ricette quasi mai lo menzionano è che le aragoste devono essere vive quando le mettete in pentola. Questo è parte dell’attrattiva moderna dell’aragosta: è il cibo piú fresco che ci sia. Nessuna fase di decomposizione fra la pesca e il consumo.
David Foster Wallace, ibidem

Non solo le aragoste non hanno bisogno di essere pulite o condite o spennate, ma sono anche relativamente semplici da tenere in vita per chi le vende. Sono tirate su vive nelle trappole, vengono riposte in contenitori d’acqua marina e possono – fintanto che l’acqua è aerata e le chele sono fissate con fermagli o elastici per impedire loro di farsi a pezzi a vicenda per lo stress della cattività – sopravvivere fino al momento della bollitura.
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

La maggior parte di noi è stata in supermarket o ristoranti con vasche di aragoste vive, da cui ti puoi scegliere la cena mentre quella ti osserva indicarla.
David Foster Wallace, ibidem

Ed ecco allora una domanda quasi inevitabile [...]: è giusto bollire una creatura viva e senziente solo per il piacere delle nostre papille gustative?
David Foster Wallace, ibidem

Per quanto stordita possa essere dal tragitto fino a casa, per esempio, l’aragosta tende a riprendere vita in modo allarmante appena la immergiamo nell'acqua bollente. Se la calate nella pentola fumante inclinando il contenitore, qualche volta l’aragosta cercherà di aggrapparsi ai bordi del contenitore o persino di agganciarsi con le chele all'orlo della pentola, come una persona che cerca di non cadere dal bordo di un tetto. E ancora peggio è quando è immersa del tutto. Anche se coprite la pentola e vi girate dall'altra parte, di solito sentirete il coperchio che sbatacchia e sferraglia mentre l’aragosta cerca di spingerlo via per uscire. Oppure sentirete le chele della creatura che grattano i lati della pentola mentre si dibatte. L’aragosta, in altre parole, si comporta in modo assai simile a come ci comporteremmo voi o io se venissimo buttati nell'acqua bollente (con l’ovvia eccezione delle urla).
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

Secondo gli zoologi marini, in genere le aragoste ci mettono fra i trentacinque e i quarantacinque secondi a morire nell'acqua bollente.
David Foster Wallace, ibidem

Ci sono, naturalmente, altri modi per uccidere la vostra aragosta in loco e ottenere cosí la massima freschezza. Certi cuochi infilano la punta di un coltello pesante e affilato subito sopra il punto mediano fra i peduncoli oculari dell’aragosta (piú o meno dove si trova il Terzo occhio nella fronte umana). In teoria questo dovrebbe uccidere l’aragosta all'istante o renderla insensibile, e si dice che elimini almeno in parte la viltà insita nel buttare un essere vivente in acqua bollente.
David Foster Wallace, ibidem

Il problema col metodo del coltello sta nella semplice biologia: il sistema nervoso delle aragoste opera non da uno ma da svariati gangli, noti anche come fasci nervosi, che sono collegati in serie e distribuiti lungo la parte inferiore dell’aragosta, dalla testa alla coda. E disabilitare solo il ganglio frontale in genere non risulta nella morte rapida né nella perdita dei sensi.
David Foster Wallace, ibidem

Ci sono modi ancora piú crudeli/peggiori con cui la gente prepara le aragoste. I cuochi che vogliono risparmiare tempo a volte le infilano vive nel forno a microonde (in genere dopo aver praticato degli sfiatatoi nel carapace, una precauzione che la maggior parte della gente che cucina crostacei nel microonde impara ad adottare sulla propria pelle). Lo smembramento da vive, d'altronde, è pratica comune in Europa: alcuni chef tagliano l’aragosta a metà prima di cuocerla, altri preferiscono strappare chele e coda e buttare solo queste in pentola.
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

Per i lettori di «Gourmet» che amano consumare pasti ben preparati e ben presentati che includono carne di manzo, vitello, agnello, maiale, pollo, aragosta eccetera: pensate molto allo status morale (possibile) e alla sofferenza (probabile) degli animali coinvolti? Se sí, quali convinzioni etiche avete trovato che vi permettono non solo di mangiare ma di assaporare e godervi vivande a base di carne (dato che naturalmente è il godimento raffinato, e non la mera ingestione, il punto fondamentale della gastronomia)?
David Foster Wallace, ibidem

Dopotutto, essere iperconsapevoli e attenti e rispettosi verso il cibo e il suo contesto generale non è forse quello che contraddistingue un vero bongustaio? Oppure tutta l’attenzione e la sensibilità aggiuntiva di un bongustaio dev’essere solo sensoriale? È davvero soltanto una questione di gusto e presentazione?
David Foster Wallace, Considera l’aragosta, 2005 [2]

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. David Foster Wallace, Consider the Lobster. And other essays, 2005 - Considera l'aragosta, traduzione di Adelaide Cioni e Matteo Colombo © Einaudi, 2006
  3. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Gamberi - Ostriche - Pesci - Pesca

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