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Frasi Contro il Lavoro

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni contro il lavoro, considerato − specie il lavoro meccanico e non creativo − come una moderna forma di schiavitù. Come introduzione a questa raccolta, riportiamo un'osservazione di Giovanni Soriano: 
"Il lavoro può essere chiamato tale soltanto quand’è un lavoro che si è scelto di fare e che si è liberi di svolgere nei modi e nei tempi che si preferiscono; in tutti gli altri casi si tratta di una forma di schiavitù retribuita, niente di più e niente di meglio. Da questo punto di vista, è chiaro che la maggior parte delle persone non svolge liberamente un’attività lavorativa, ma vive in una condizione di asservimento. Ma la cosa più incredibile di questa forma di schiavitù – che si trova ormai alla base del sistema economico e sociale di quasi tutti i paesi del mondo, e alla quale possono sottrarsi soltanto pochissimi fortunati – è che coloro che non riescono a farne parte, perché disoccupati, sentono di appartenere a una categoria persino peggiore di quella degli schiavi, e cioè quella dei parassiti, esseri indegni che vivono alle spalle della società". [L'inconveniente umano, 2022].
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sul lavoro, i lavoratori, la disoccupazione, l'ozio e il non fare niente. [I link sono in fondo alla pagina].
Non serve a niente essere vivi, se bisogna lavorare. (André Breton)
Foto Charlie Chaplin, Tempi moderni, 1936)
Tutto il mondo è d'accordo nel dire che il lavoro non è che un mezzo. Si parla di una civiltà dell'ozio, vi è gente che lavora per quarant'anni, per riposarsi dopo, ma quando finalmente raggiunge il riposo, non sa più che farsene, e muore. [...] Bisogna avere il coraggio di non lavorare.
Adrien (Patrick Bauchau), in La collezionista, 1967

Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l’occasione della vita.
Silvano Agosti, Lettere dalla Kirghisia, 2004

Scampare al lavoro è difficile quanto sfuggire alla disoccupazione. L’ozioso è il nemico pubblico numero uno. Si legano le persone con il denaro: la gente sacrifica la propria libertà per pagare le tasse. Poche storie: la posta in gioco del prossimo secolo sarà sopprimere la dittatura dell’impresa.
Frédéric Beigbeder, L'amore dura tre anni, 1997

Il lavoro non ha mai ammazzato nessuno, ma perché rischiare?
Edgar Bergen [1]

Lungi dall’osannare il lavoro, l’uomo deve cercare di liberarsene sempre più (il che del resto sta già avvenendo nelle nazioni più civili) per avere maggior tempo da dedicare alla conversazione, al dibattimento dei suoi problemi, alla lettura, al raffinamento dei suoi gusti, al godimento della natura, alla gioia insita nella comprensione delle arti e del bello… Ecco qual è il miglior interesse di ognuno di noi, interesse che il lavoro ostacola e in certi casi annulla completamente.
Dario Bernazza, O si domina o si è dominati, 1980

Non serve a niente essere vivi, se bisogna lavorare.
André Breton, Nadja, 1928

Qualunque stronzo è capace di trovarsi uno straccio di lavoro; invece ci vuole cervello per cavarsela senza lavorare.
Charles Bukowski, Post Office, 1971

Trovo la vita del tutto priva di interessi, e questo avveniva specialmente quando lavoravo otto ore al giorno. E la maggior parte degli uomini lavora otto ore al giorno almeno cinque giorni alla settimana. E nemmeno loro amano la vita. Non c'è ragione per uno che lavora otto ore al giorno di amare la vita, perché è uno sconfitto. Si dorme otto ore, si lavora otto ore, si va avanti e indietro, tutte le piccole cose che si hanno da fare.
Charles Bukowski, Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle, 1982

Uno che lavora otto ore al giorno ha soltanto due ore o un'ora e mezzo libere per se stesso. Può vivere davvero un'ora e mezzo al giorno? Come si può amare la vita se si vive soltanto un ora e mezzo al giorno e si buttano via tutte le altre ore? E questo è quello che ho fatto tutta la vita. E non l'ho amato. Credo che chiunque lo ami sia un grande idiota. Non c'è modo di poter amare questo genere di vita.
Charles Bukowski, ibidem

Il lavoro dalle nove alle cinque è una delle più grandi atrocità scagliate sul genere umano. Cedi la tua vita per un’attività che non ti interessa. Questa situazione mi ha disgustato a tal punto che mi ha spinto a bere, all’inedia e a donne pazze come alternativa.
Charles Bukowski, Il sole bacia i belli, interviste 1963-1993, 2014 (postumo)

Mio padre era solito dire alle otto di sera: “Luci spente!”. Aveva questa fissa che si doveva andare a letto presto, alzarsi presto e farsi strada nel mondo facendo un buon lavoro, qualsiasi lavoro si facesse… il che è una vera stronzata.
Charles Bukowski, ibidem

Non riuscivo ad accettare di lavorare per qualcuno, quella cosa dalle otto alle cinque. Così ho cominciato a bere sul serio e ho cercato di tirare avanti senza lavorare. Lavorare era francamente disgustoso per me. Morire di fame ed essere un barbone mi sembrava più nobile.
Charles Bukowski, Il sole bacia i belli, interviste 1963-1993, 2014 (postumo)

"Dopo una vita interamente dedicata al lavoro è deceduto..." Quasi che fosse una benemerenza il dedicare interamente la vita al lavoro; e dunque una colpa il nascere in condizioni che consentano di non lavorare, o il cessare di lavorare a una certa età.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001

Il lavoro è buono per quelli che non hanno niente da fare.
Léo Campion [1]

Il lavoro è una maledizione che l'uomo ha trasformato in piacere.
Emil Cioran, Al culmine della disperazione, 1934

I lavoratori hanno molte cattive abitudini, ma quella peggiore è il lavoro.
Clarence Darrow [1]

Questo secolo di pedagogia proletaria predica la dignità del lavoro, come uno schiavo che calunnia l'ozio intelligente e voluttuoso. 
Nicolás Gómez Dávila, In margine a un testo implicito, 1977/92

Il lavoro è stato per secoli ritenuto un'attività ignobile, da assegnare principalmente a schiavi e prigionieri mentre, solo le attività di coordinamento e supervisione, venivano esercitate dai rappresentanti delle classi sociali più elevate. In alcune culture, come in quella spagnola, la stessa etimologia della parola "trabajo" nasceva dal termine latino "tripalium", con cui veniva designato uno strumento di tortura destinato agli schiavi che non producevano. 
Gessica De Cesare, Burn out e mobbing, 2013

Fatica da bestia fa crescere il mucchio, ma rende triste la vita.
Epicuro, Sentenze e frammenti, IV-III sec. a.e.c.

Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità, da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma persino come sacro, mentre non è che una triste necessità.
Remy de Gourmont, Pensieri inediti, 1920/24 (postumo)

Nulla è più estraneo all’epoca attuale dell’ozio. Se pensiamo di sospendere le nostre fatiche, è solo per tornare a esse. È un’aberrazione avere un concetto così alto del lavoro. Poche altre culture hanno fatto altrettanto. Per quasi tutta la storia e tutta la preistoria il lavoro era una cosa indegna.
John Gray, Cani di paglia, 2002

Sono ormai da tempo dell'opinione che se il lavoro fosse davvero una meraviglia, i ricchi lo terrebbero per sé.
Bruce Grocott [1]

Del lavoro, maledizione del peccato originale, disprezzo dei greci, l'uomo ha fatto un nobile scopo.
Georg Groddeck, Questione di donna, 1909

Lo scandalo non è lo sfruttamento, è la nostra stupidità. Le costrizioni che c’imponiamo per avere il superfluo e l’inutile. Il giorno della grande separazione, chi ha avuto ragione non è stato il fesso che è sceso dall'albero per diventare sapiens, è stata la scimmia che ha continuato a raccogliere i frutti grattandosi la pancia. Gli uomini non hanno capito niente dell’Evoluzione. Chi lavora è il re dei coglioni.
Jean Michel Guenassia, Il club degli incorreggibili ottimisti, 2009

Al giorno d’oggi è di moda esaltare il lavoro, qualunque esso sia ed in qualsiasi modo lo si compia, come se esso, indipendentemente da ogni considerazione d’altro ordine, avesse di per sé un valore eminente; questo lavoro è il soggetto di innumerevoli declamazioni, tanto vuote quanto pompose.
René Guénon, Iniziazione e realizzazione spirituale, 1952 (postumo)

Contrariamente a quel che pensa l’uomo moderno, un lavoro qualsiasi, che chiunque indifferentemente può compiere unicamente per il piacere di agire o per la necessità di "guadagnarsi la vita", non merita affatto di essere esaltato; può anzi essere considerato come qualcosa di anormale, di opposto all’ordine che dovrebbe reggere le istituzioni umane.
René Guénon, ibidem

Quel che i nostri contemporanei sembrano ignorare completamente, è che un lavoro non ha valore reale se non quando è conforme alla natura stessa dell’essere che lo compie, se non risulta in certo qual modo spontaneo e necessario a tale natura, sì da essere il mezzo da questo impiegato per realizzarsi il più perfettamente possibile.
René Guénon, ibidem

Affinché un qualsiasi lavoro sia ciò che deve essere, occorre anzitutto che corrisponda per l’uomo ad una "vocazione" nel vero senso della parola, e se così è, il profitto materiale che legittimamente potrà derivarne appare come un fine del tutto secondario e contingente, per non dire addirittura trascurabile, di fronte ad un altro fine superiore, che è poi lo sviluppo e come il compimento "in atto" della natura stessa dell’essere umano.
René Guénon, Iniziazione e realizzazione spirituale, 1952 (postumo)

Se lavorare duro fosse una cosa stupenda, i ricchi l'avrebbero riservata a sé stessi.
Lane Kirkland [1]

La democrazia divide gli uomini in lavoratori e fannulloni. Non è attrezzata per quelli che non hanno tempo per lavorare.
Karl Kraus, Detti e contraddetti, 1909 

Una strana follia possiede le classi operaie delle nazioni dove regna la civiltà capitalista. Questa follia trascina al suo seguito miserie individuali e sociali che da secoli torturano la triste umanità. Questa follia è l'amore per il lavoro, la passione nociva del lavoro, spinta fino all'esaurimento delle forze vitali dell'individuo e della sua progenie.
Paul Lafargue, Il diritto alla pigrizia, 1883

La Repubblica è fondata sul lavoro secondo le intenzioni dei padroni e dei lavoratori. Ma a ben guardare, è solo una storia di servi.
Paolo Manetti, I taccuini di Ulisse, 2009

Vi sono dei padri che avendo lavorato per tutta la vita accumulando denaro per i figli, pretendono che i figli facciano lo stesso, accumulando essi pure in un'ossessione di montagne d'oro che tutti devono aumentare e nessuno godere. Qui la condizione passatista diventa di un ineffabile misticismo cretino.
Filippo Tommaso Marinetti, Democrazia futurista, 1919 

Il lavoro è una brutta cosa, tant'è che si viene pagati per farlo.
Mauroemme [1]

Il mio scopo nella vita è sempre stato quello di evitare il lavoro. E sento queste persone dire: "Lavoro duro e pago le tasse". Bene, sei uno stronzo.
Malachy McCourt [1]

Quelli che non devono lavorare chiamano virtù il lavoro per ingannare quelli che lavorano.
Santiago Rusiñol y Prats [1]

Tutti i grandi lavoratori non hanno trovato niente di meglio da fare nella vita, almeno nella propria.
Enzo Raffaele, Aforismi sovrani, 2014

Un grande lavoratore avrebbe potuto sprecare meglio il suo tempo.
Enzo Raffaele, ibidem

Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente importante. Se fossi un medico, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro. 
Bertrand Russell, La conquista della felicità, 1930

I piaceri della popolazione urbana sono diventati soprattutto passivi: sedersi in un cinema, assistere a una partita di calcio, ascoltare la radio e così via. Questa è la conseguenza del fatto che tutte le energie attive si esauriscono nel lavoro. Se gli uomini lavorassero meno, ritroverebbero la capacità di godere i piaceri cui si partecipa attivamente.
Bertrand Russell, Elogio dell'ozio, 1935

L'etica del lavoro è l'etica degli schiavi, e il mondo moderno non ha bisogno di schiavi.
[The morality of work is the morality of slaves, and the modern world has no need of slavery].
Bertrand Russell, Elogio dell'ozio, 1935

Un vantaggio inestimabile è il possedere sin da principio tanto da poter vivere comodamente in vera indipendenza, cioè senza lavorare, anche nel caso ciò sia possibile soltanto per la propria persona e senza una famiglia. Ciò significa l'esenzione e l'immunità dal tormento e dall'indigenza inerenti alla vita umana, significa cioè l'emancipazione dal chinar la testa, che è destino naturale per i figli della terra. Solo con un tale favore del destino possiamo nascere come uomini veramente liberi, poiché solo così si è davvero sui juris, signori del proprio tempo e delle proprie forze, e si può dire ogni mattina: "il giorno è mio". 
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851  

La schiavitù umana ha toccato il punto culminante alla nostra epoca sotto forma di lavoro liberamente salariato.
George Bernard Shaw, Uomo e superuomo, 1903

Il lavoro mi perseguita, ma io sono più veloce.
Silver, Lupo Alberto, 1974/...

Lavoratori! Lavoratori della malta! Prrrr…
Alberto Sordi, in I vitelloni, 1953
Lavoratori! Lavoratori della malta! Prrrr… (Alberto Sordi)
Coloro che, dotati di una certa sensibilità d’animo, sono propensi a una vita di tipo spirituale, dedita alla conoscenza, all'arte, alla meditazione, ecc., ma che per necessità sono costretti a lavorare, sono sicuramente da compiangere: per essi il lavoro è davvero una condanna.
Giovanni Soriano, Maldetti, 2007

Quando già vivere è di per sé un lavoro, dover lavorare per vivere diventa una beffa.
Giovanni Soriano, ibidem

Schiavi della sveglia la cui vita è nulla più che il loro lavoro.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

Una cosa è certa: per mettersi a lavorare bisogna avere proprio un sacco di tempo libero…
Giovanni Soriano, ibidem

In una società “fondata sul lavoro”, dove la disoccupazione è una vergogna prima ancora che una disgrazia, e dove i piú ricchi si vantano di lavorare anche dodici ore al giorno, chi vive onestamente senza lavorare – e senza alcuna voglia di farlo – è guardato con un’invidia mista a disprezzo, nel migliore dei casi, con sospetto. Di qui, la necessità, per questi stravaganti inoccupati, di trovarsi, se non un lavoro, almeno un alibi che giustifichi il loro incomprensibile amore per l’ozio.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

A lavorare sono capaci tutti, è per non far niente che bisogna essere attrezzati.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Finita la scuola “dell’obbligo”, i giovani sono finalmente liberi di scegliere tra la prigionia dell’università e la schiavitù del lavoro. Davvero una gran bella prospettiva.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Si dica ciò che si vuole, ma una società fondata sul lavoro – o sarebbe meglio dire sul guadagno – come sono ormai tutte le società cosiddette “avanzate”, è una società di schiavi. Come definire, infatti, un’organizzazione sociale in cui, eccetto una minoranza di privilegiati, si è costretti a lavorare almeno otto ore al giorno, a orari precisi, sei giorni su sette, per quarantanni di fila – magari pure col terrore di rimanere disoccupati – per guadagnare, infine, quel tanto che serve per sopravvivere e sopravvivere per lavorare? Ma il “bello”, per così dire, è che se si vuole usufruire di tutti i vantaggi e di tutte le comodità di una società moderna, sembra proprio non ci siano realistiche alternative a questo grottesco e masochistico modello fondato sul facchinaggio. Fortunato, dunque, chi possiede quanto basta, in denaro e in sé stesso, per riscattare la propria schiavitù, liberarsi dalle catene del lavoro obbligatorio e diventare, così, padrone del proprio tempo e della propria esistenza.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

È facile dare addosso agli assenteisti, ai cosiddetti “furbetti del cartellino”, agli impiegati che, appena possono, sfuggono alla monotonia dell’ufficio e alla costrizione dell’orario di lavoro. Ma un assenteista, in fondo, è uno che non ha perso del tutto il senso e il valore della propria libertà e della propria indipendenza, un umano che conserva ancora un po’ di vitalità in mezzo a una massa di burocrati e di zombi schiavizzati.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

Non è il lavoro che nobilita l’uomo, ma l’uomo che nobilita il lavoro, così da non vederlo per quel che è: una forma di schiavitù.
Giovanni Soriano, ibidem

Il lavoro può essere chiamato tale soltanto quand’è un lavoro che si è scelto di fare e che si è liberi di svolgere nei modi e nei tempi che si preferiscono; in tutti gli altri casi si tratta di una forma di schiavitù retribuita, niente di più e niente di meglio. Da questo punto di vista, è chiaro che la maggior parte delle persone non svolge liberamente un’attività lavorativa, ma vive in una condizione di asservimento. Ma la cosa più incredibile di questa forma di schiavitù – che si trova ormai alla base del sistema economico e sociale di quasi tutti i paesi del mondo, e alla quale possono sottrarsi soltanto pochissimi fortunati – è che coloro che non riescono a farne parte, perché disoccupati, sentono di appartenere a una categoria persino peggiore di quella degli schiavi, e cioè quella dei parassiti, esseri indegni che vivono alle spalle della società.
Giovanni Soriano, L'inconveniente umano, 2022

Una volta in Inghilterra la condanna ai lavori forzati veniva applicata appendendo il condannato al disopra di una ruota azionata a forza d'acqua, obbligando così la vittima a muovere in un certo ritmo le gambe che altrimenti gli sarebbero state sfracellate. Quando si lavora si ha sempre il senso di una costrizione di quel genere. 
Italo Svevo, La coscienza di Zeno, 1923

Che terribile errore del nostro mondo, pensare che la fatica, il lavoro sia una virtù. Né l'uno né l'altra, ma piuttosto un vizio. Cristo non lavorava.
Lev Tolstoj, Diari, 1847-1910 (postumo, 1928/58)

Non mi piace il lavoro anche se è qualcun altro a farlo.
Mark Twain, The Lost Napoleon, 1899

L'uomo crea a sé stesso mille necessità che gli fanno una vita da schiavo. Ma quanto agevolmente, liberamente, si potrebbe vivere, se si rigettasse quella somma enorme di bisogni artificiali che pesa su di noi, che ci condanna ai lavori forzati! 
Maxence Van der Meersch, Perché non sanno quello che fanno, 1933

Vi è qualche leggerezza nel dimenticare l'origine delle parole «travaglio» e «lavoro».
Raoul Vaneigem, Trattato di saper vivere ad uso delle giovani generazioni, 1967

Il lavoro è l'ultima risorsa dei coglioni.
Sebastiano Vassalli, La chimera, 1990

Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nient'altro di meglio da fare.
[Work is simply the refuge of people who have nothing whatever to do].
Oscar Wilde, Il razzo eccezionale, 1888

Viviamo in un'epoca di superlavoro e di sottocultura; un'epoca in cui le persone sono talmente laboriose da diventare completamente stupide. E, sebbene possa sembrare duro a dirsi, non posso fare a meno di dire che gente del genere merita la sua sorte. Il metodo sicuro per non sapere niente della vita è cercare di rendersi utili.
Oscar Wilde, Il critico come artista, 1889 

Non siamo nati per lavorare incessantemente, carichi di rabbia, senza fermarci mai, con la sensazione che ci manchi qualcosa, come se avessimo buttato via la nostra vita, mentre ci affrettiamo verso la morte in preda a un senso di inadeguatezza.
Banana Yoshimoto, Un viaggio chiamato vita, 2006

Il lavoro nobilita l'uomo e lo rende simile alla bestia.
Anonimo (citato da Cesare Pavese, Lettere 1925/50, postumo, 1966)

Note
  1. Fonte della citazione sconosciuta; se la conosci, segnalala ad Aforismario.
  2. Vedi anche aforismi, frasi e citazioni su: Lavoro - Lavoratori - Disoccupazione - Ozio - Non Fare Niente