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Aforismi,massime e sentenze di Ettore Mazzuchelli

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Ettore Mazzuchelli (Brescia 1711 - Parigi 1777), scrittore e aforista italiano. Le seguenti citazioni di Ettore Mazzuchelli sono tratte da Manuale di massime, sentenze e pensieri sopra diverse materie, opera utile per la teoria e per  la pratica ad ogni condizione di persone, pubblicato nel 1769. Si tratta di una raccolta di pensieri su vari argomenti.
Un no bene acconciato è alle volte più gustoso di un sì mal condito.
(Ettore Mazzuchelli)
Manuale di massime, sentenze e pensieri
sopra diverse materie, 1769 - Selezione Aforismario

A questo mondo, in vari incontri, è sapienza il non sapere alcune cose; è prudenza il dissimularne molte;  è magnificenza il dimenticarsene moltissime.

A questo Mondo bisogna fidarsi di pochi: non però si dice di nessuno; perché altrimenti non si potrebbe vivere.

Alle volte più vale il sapersi  servire della vittoria, che la vittoria medesima.

Chi non ha l'esperienza, per quanto sia dotto, ha la metà della Scienza.

Col voler troppo, non si ottiene né manco il meno.

Chi vuol essere ben servito, si serva da se medesimo.

Colui a cui è grave il tacere non è capace di cose grandi; e chi non apprese prima a tacere non saprà poi parlare.

Convien amare più il donatore che il dono. 

Dice, o scrive taluno le medesime cose, che un altro: eppure questi diletta, e quegli annoia.

Diffida di te, fidati in Dio; e niuna cosa ti potrà far danno.

È un gran sapere il sapere ben consigliarsi.

Gli affanni sono minori, allorché vi è pan da mangiare.

Gli altri non faran per te ſe tu non ſarai per gli altri.

Gli uomini i più insolenti nelle prosperità, sono anche, per l'ordinario, i più deboli, i più paurosi e più vigliacchi nelle disgrazie.

I grandi ingegni in poche voci dicono molte cose: e gl'ingegni mezzani parlano molto, e dicon poco.

I travagli piccioli parlano, i gran travagli ammutoliscono.

Il disprezzare altrui non solamente è figliuolo di superbia, ma eziandio è segnale di picciol cuore.

Il fine che soglion fare i superbi, è di perder tutto, perché pretesero troppo.

Il maggior condimento dei cibi è la fame.

Il saggio sa torcere in bene l'accidente infelice, e lo sciocco torce in male anche l'accidente favorevole.

Il tempo è un gran maestro e un gran medico, ma per alcuni vola, per altri zoppica.

Il tempo ne sa più di tutti, perché è vecchio.

Il troppo spesso guasta il buono, ed avvilisce il prezioso.

In ogni luogo si trova il volgo,

La brama è la prima a venire, e la speranza è la prima a partire.

La fama né loda, né biaſima mezzanamente,

La Luna non cura l'abbaiar de' cani.

La roba ha da servire a me, non io debbo servire alla roba.

La speranza umana, il più delle volte, è un sogno di chi veglia.

La vera virtù e la vera gloria camminano due linee parallele.

Le mediocri qualità, bene usate, fanno più spicco delle eccellenti, ma trascurate.

L'arte corregge il cattivo, e perfeziona il buono.

L'avarizia e la prodigalità san contrarie: eppur di sovente si dan la mano.

L'invidia e la viltà sono sorelle germane.

L'uomo ha molto a sapere, e poco a vivere.

L'uomo, o quasi in tutto, o quasi sempre, è un mistero a se medesimo.

Molte catene, che non si sentono, perciò appunto sono più gravi.

Molti che lodano il lodevole non lo lodano dare, ma perché non lodandolo apparirebbero irragionevoli, e troppo ingiusti.

Molti fanno i fatti loro, facendo faccia di far gli altrui.

Non solo il ſaper rispondere con prudenza, ma ancora il saper ascoltar con pazienza, sono il condimento più grato dell'onesto, e civil conversare.

Parecchie volte il timore genera ardire, e la debolezza costanza.

Per gran talento, che uno abbia, se non lo coltiva, ne perde la metà.

Quando gli animi non sono ben disposti a vedere, o ad udire, bisogna ritirarsi, o tacere.

Quando le persone sono invidiate, è invidiabile lor sorte, perché i fulmini prendon di mira le cime.

Saper le cose, e non farle, è più da Grammatico, che da Filosofo.

Sapere, e sapersene servire, è doppio sapere.

Si udiran molti a dire, per ispirito di modestia, e di basso ed umile sentimento di se medeſimi: io son pien di difetti, mi lascio trasportar dalla collera, vincere dalla gola, superar dalla curiosità, sopraffare dalla pigrizia; ma non si udirà mai nessuno a dire e a confessare: io sono un avaro, sono un invidioſo.

Si vedono i rami, ma non si vede la radice, eppure la radice produce i rami.

Un inopportuno collerico riscaldamento può costare un pentimento, che duri una vita.

Un no bene acconciato è alle volte più gustoso di un sì mal condito.

Un ottimo intelletto, accoppiato ad una pessima volontà, forma un Matrimonio, onde nascono mille Mostri.

Un sapere sregolato non è sapere.

Uomo vizioso e ignorante è il peso più grave cui questa terra sostenga.