Aforismi: Verità in Capsula (di Mario Vassalle)
Qui di seguito sono riportati due saggi di Mario Vassalle (Viareggio, 1928) sulla scrittura aforistica intitolati: Aforismi: verità in capsula e Natura e funzione degli aforismi (2011). In appendice, anche una raccolta di aforismi sull'aforisma tratti dai libri di Mario Vassalle.
Gli aforisti sono soliti riflettere e scrivere "metaforismi", cioè aforismi sull'aforisma; Mario Vassalle ne è uno straordinario esempio, sia per la quantità sia per la qualità delle riflessioni da lui compiute sul genere aforistico:
“Ciascuno con la sua verità, gli aforismi esplorano le infinite sfaccettature dell’umana realtà. Più che studiare sistematicamente tale realtà, gli aforismi ne delineano i vari aspetti che volta a volta colpiscono l’attenzione della mente e la inducono a riflettere. Riflessione e intuizioni cercano l’essenza e i significati di quello che considerano. Gli aforismi cercano di esprimerne le conclusioni, distillandone i principi nella concisione di un pensiero.” [...] Forse, il maggior pregio degli aforismi non è di offrire un’analisi di quello che normalmente solo si vede o si vive, ma di stimolare la mente a pensare su quello che esprimono. Qualche volta è la loro incisività che forza la mente di chi legge a pensare sui significati che propongono. L’aforisma apre nuove visioni alla dialettica della curiosità dell’intelletto. Questo di per sé pone le premesse per allargare la comprensione soprattutto di se stessi. Allora, ci si vede sotto un’altra luce, una luce che illumina i recessi di quella realtà che si vive, ma di cui non conosciamo gli intimi aspetti perché non è stata creata da noi. (Dalla Prefazione a Petali, 2011).
Riguardo alla lettura degli aforismi, ha scritto Mario Vassalle:
"Quando si leggono gli aforismi, ci si guarda nello specchio, se non dell'anima, certo della mente. Quando se ne riconosce le verità, ci si conosce di più, perché si diventa coscienti di quelle verità. Vi si vedono illuminati aspetti della realtà del nostro Io che fino allora erano rimasti fuori, non da noi, ma dal cerchio di luce della nostra coscienza nella penombra indefinita delle cose non pensate. Quelle cose che, come falde nascoste, alimentano la sorgente della consapevolezza e influenzano tante delle nostre azioni". (Dalla Prefazione a La realtà dell'Io, 2000).
In fondo alla pagina trovi anche il link a una raccolta di aforismi di Mario Vassalle su vari argomenti.
Gli aforismi dicono di tutto, qualche volta persino la verità. (Mario Vassalle) |
Aforismi: verità in capsula
in L'enigma della mente: aforismi © Mario Vassalle, New York, 1996
Gli aforismi sono verità in capsula, che sono più penetranti per essere espresse concisamente. Spesso individuano un aspetto di comportamento che, per essere enunciato nella sua essenzialità, colpisce immediatamente: vi riconosciamo verità che non avevamo formulato. Per questo, gli aforismi contribuiscono a chiarire noi a noi stessi, dato che siamo tutti partecipi della natura umana e pertanto soggetti alle sue leggi.
Una limitazione degli aforismi è che colgono aspetti isolati della verità, senza fornire spiegazioni o elaborazioni. Inoltre, gli aforismi hanno due nemici importanti. Uno è la tentazione di dire cose brillanti, ma non vere. A questo spinge la demagogia che non risparmia neanche alcune delle menti più acute, le quali confondono l'aforisma col paradosso. In tal caso, la nostra personalità sostituisce l'obiettività con il piacere di una scelta personale, volta più a impressionare che a convincere. L'altro è la deformazione della realtà che deriva dal vedere tutto secondo le nostre convinzioni personali. Allora si può dire anche la verità, ma non tutta la verità. Una verità parziale o isolata assume connotazioni diverse per non essere vista in un contesto più generale o nell'equilibrio di altre verità taciute. Per esempio, della natura umana si possono vedere solo i difetti. Ma i difetti possono essere una necessità vitale per la nostra umanità. Questo facilmente spiega perché siano universali e insopprimibili. Lo stesso può essere detto delle virtù. Ma c'è chi si concentra prevalentemente o sugli uni o sulle altre.
Nonostante queste limitazioni, gli aforismi ci spiegano quello di cui abbiamo esperienza ma non coscienza esplicita, quello che non abbiamo mai analizzato e tanto meno formalmente espresso. Sono come lampi di luce che illuminano diversi aspetti dell'enigma della mente, e pertanto permettono di conoscere meglio noi stessi. Dal momento che siamo quello di cui la nostra mente ha coscienza, il conoscerci meglio aumenta la nostra realtà. Alla loro maniera, anche gli aforismi contribuiscono a farci crescere: come sovrapponendo mattone su mattone alla fine si costruisce una casa, tutti insieme contribuiscono a definire l'edificio della mente nella sua complessità e contraddizioni. Ma gli aforismi sono un po' come i cioccolatini: per gustarli, bisogna assaggiarne pochi per volta. Altrimenti, se ne fa un'indigestione. Negli intervalli, si può sempre riflettere.
Una limitazione degli aforismi è che colgono aspetti isolati della verità, senza fornire spiegazioni o elaborazioni. Inoltre, gli aforismi hanno due nemici importanti. Uno è la tentazione di dire cose brillanti, ma non vere. A questo spinge la demagogia che non risparmia neanche alcune delle menti più acute, le quali confondono l'aforisma col paradosso. In tal caso, la nostra personalità sostituisce l'obiettività con il piacere di una scelta personale, volta più a impressionare che a convincere. L'altro è la deformazione della realtà che deriva dal vedere tutto secondo le nostre convinzioni personali. Allora si può dire anche la verità, ma non tutta la verità. Una verità parziale o isolata assume connotazioni diverse per non essere vista in un contesto più generale o nell'equilibrio di altre verità taciute. Per esempio, della natura umana si possono vedere solo i difetti. Ma i difetti possono essere una necessità vitale per la nostra umanità. Questo facilmente spiega perché siano universali e insopprimibili. Lo stesso può essere detto delle virtù. Ma c'è chi si concentra prevalentemente o sugli uni o sulle altre.
Nonostante queste limitazioni, gli aforismi ci spiegano quello di cui abbiamo esperienza ma non coscienza esplicita, quello che non abbiamo mai analizzato e tanto meno formalmente espresso. Sono come lampi di luce che illuminano diversi aspetti dell'enigma della mente, e pertanto permettono di conoscere meglio noi stessi. Dal momento che siamo quello di cui la nostra mente ha coscienza, il conoscerci meglio aumenta la nostra realtà. Alla loro maniera, anche gli aforismi contribuiscono a farci crescere: come sovrapponendo mattone su mattone alla fine si costruisce una casa, tutti insieme contribuiscono a definire l'edificio della mente nella sua complessità e contraddizioni. Ma gli aforismi sono un po' come i cioccolatini: per gustarli, bisogna assaggiarne pochi per volta. Altrimenti, se ne fa un'indigestione. Negli intervalli, si può sempre riflettere.
Natura e funzione degli aforismi
Un breve saggio © Mario Vassalle, New York, 2011
“Sul palcoscenico della vita, recitiamo la parte assegnataci da un copione che non abbiamo né scritto né letto”. Questo stato di cose sfida la comprensione della mente, ponendo la domanda su come siamo determinati e perché. Non solo si desidera comprendere chi siamo, ma anche i significati della nostra esistenza. Queste domande sono rivolte alla filosofia, ma essendo complesse e difficili, spesso ci si limita a un’analisi di singoli aspetti di una realtà il cui significato generale ci sfugge. I singoli aspetti della realtà umana sono accessibili a tutti e quelli generali nella loro interezza non sono accessibili a nessuno. L’analisi presuppone l’attività della mente e cioè la capacità di pensare e di sentire. Un ingrediente indispensabile del pensare è la curiosità intesa nel senso migliore della parola: nulla si muove a meno che non vi sia una forza motrice. Senza la curiosità, la mente si adagerebbe passiva nel letto dell’ignavia. Se la curiosità è indispensabile per cercar di comprendere qualcosa della nostra vita, non è necessariamente sufficiente, perché la comprensione può essere resa impossibile dalla difficoltà di quello che si vuol capire. Per la mente, è certamente assai più facile analizzare le varie percezioni dal mondo esterno che colpiscono la sua attenzione piuttosto che sviluppare un sistema di pensiero in cui inquadrarle.
Qui entrano di scena gli aforismi. La ripetuta esposizione a un certo fenomeno alla fine suggerisce quello che di comune vi è nelle ripetute percezioni (per esempio, i motivi dei vari comportamenti umani). Se si capisce chiaramente quello che si percepisce, si è in grado di esprimerne in maniera concisa la verità che l’analisi della mente ha acquisito. A causa della maniera in cui sono acquisiti, gli aforismi esaminano la realtà in ordine sparso, facendoci coscienti dei significati di quello che prima solamente osservavamo: non vi può essere un aforisma se quello che si osserva non è sottoposto alla riflessione per distillarne il significato. Non basta guardare con gli occhi, bisogna vedere con la mente. Un aforisma ci può far riconoscere quello che avevamo guardato, ma che non avevamo veduto. Ma a questo punto si deve fare i conti con la necessità della Varietà e dell’Ordine, un tema sviluppato in Sintesi, una visione d’insieme della realtà umana. Qui si dirà semplicemente che vi deve essere un Ordine che regola la realtà umana, perché l’alternativa sarebbe il caos.
Gli aforismi non potrebbero esistere se la realtà umana non fosse regolata da leggi precise e costanti, quelle dall'Ordine, leggi che l’aforisma esplora. Se però si dovessero ubbidire le leggi dell’Ordine in una maniera obbligatoria, sarebbe la fine della razza umana come la conosciamo: si diventerebbe un esercito di formiche. Di qui nasce la necessità assoluta non solo che si possa scegliere se conformarci o no alle leggi dell’Ordine (che è la base della nostra libertà), ma anche che ciascuno sia differente e possa pensare e sentire in maniera individuale (che è la base della nostra individualità, personalità, creatività, inclinazioni naturali, ecc., cioè del nostro Io). Questo rende necessaria la Varietà: ciascuna mente deve essere se stessa e, per esserlo, deve essere diversa. Questo comporta tutta una serie di considerazioni come, per esempio, in quale maniera sia creata la diversità, in cosa siamo diversi e in cosa siamo simili, come si può comunicare se siamo diversi, in cosa consista la nostra libertà e la licenza, ecc. Talune di queste questioni sono trattate in Sintesi. Quello che interessa qui è che la varietà delle menti comporta diversità non solo nel pensare, ma anche in quello che si pensa e come si pensa. Per il nostro tema, questo significa una cosa sola: le diverse menti sviluppano interessi diversi, metodi di pensare e di esprimersi diversi e conclusioni diverse. Nella sfera delle nostre attività, in genere ciascuno segue le preferenze delle sue caratteristiche naturali e acquisite. Le nostre inclinazioni naturali determinano i desideri che perseguiamo perché il perseguirli ci dà piacere. Questo si applica anche a chi scrive aforismi. Essendo ciascun differente da tutti gli altri, non solo variano gli interessi della mente, ma anche quello che si fa e come lo si fa per soddisfarli.
Ne risulta una grande Varietà di aforismi e degli scopi che perseguono. A questo proposito, cito quanto segue: “Ci sono molte specie di aforismi e ciascuna riflette la personalità di chi li scrive. Tanti aforismi sono acuti, avvincenti, brillanti, spiritosi, paradossali, ecc. Alcuni vogliono intrattenere con un sorriso o una risata il senso dell'umorismo del lettore, spesso sottolineando le contraddizioni di quello che l’abitudine e la routine ci fanno accettare meccanicamente. Per questo, inducono a riflettere e spesso insegnano divertendo. Pertanto, gli aforismi sono di tanti tipi differenti e tutti hanno una loro utile e piacevole funzione. Insegnano nuove maniere di vedere quella realtà che normalmente solo si guarda…” …Altri... “aforismi sono dettati dall'interesse verso quell'entità misteriosa e seducente che è la realtà umana. Vogliono intrattenere la curiosità e il desiderio di comprendere della mente, il desiderio di comprendere soprattutto se stessa. Il loro intento è di soddisfare il desiderio di capire quello che ci caratterizza e ci condiziona come essere umani.” (da Sintesi: una visione d’insieme della realtà umana, Mario Vassalle, Albatros, 2011).
Pertanto, gli aforismi e il loro stile variano secondo chi li scrive. Certamente, gli aforismi di una persona idealista, pratica, religiosa, cinica, pessimista, infingarda, artistica, energica, sognatrice, atea, sentimentale, ecc. riflettono la paternità dell’autore. Ma qualsiasi cosa si dica, per aforisma s’intende una verità che colpisce piacevolmente il lettore per essere espressa in maniera concisa e inusitata. La funzione del conciso e dell’inusitato dovrebbe essere quella di sorprendere la mente per essere drasticamente differenti dalla routine alla quale è abituata. Questo significa che la verità che si dice dovrebbe essere in qualche maniera stimolante perché istintivamente piace e perché può stimolare la riflessione. Quindi, una buona parte degli aforismi si basa sulla riflessione di quello che si osserva, ma anche su intuizioni improvvise alla cui base sono forse l’esperienza e il lavorio del subconscio. La diversità delle menti fa gli aforismi diversi, ma non necessariamente li fa tutti corretti. Pertanto, nell'analisi di quello che si osserva, bisogna riflettere senza i pregiudizi delle nostre convinzioni, le distorsioni delle nostre emozioni o le preferenze delle nostre inclinazioni naturali. Altrimenti si esprimono delle opinioni personali e non delle verità valide per tutti. Per esempio, della realtà si può vedere soprattutto il bene o il male, ma quello che si dice sul bene o sul male deve essere vero. In un’analisi distaccata, s’impara dalla natura e non si pretende di insegnarle. La verità è una sola, e nostra è solo la maniera di esprimerla. Se non si resiste alle seduzioni della demagogia, si danneggia la qualità di quello che si crea. Il fatto che qualcosa possa piacere a noi personalmente per se stesso non lo fa diventare vero. Ora, quale merito ci può essere nel dire cose sbagliate? Se è inevitabile ed essenziale avere delle convinzioni, non è su queste ma sui fatti che bisogna basare le nostre conclusioni. Altrimenti, non si analizza la realtà, ma la si deforma, vedendola attraverso le distorsioni di un’ottica personale. Quindi, nella ricerca della verità, l’aforisma ha bisogno di essere (se non “scientifico”) per lo meno obiettivo. Ma ognuno raggiunge i suoi fini secondo le sue preferenze naturali scegliendo quello che lo interessa e analizzandolo secondo la sua maniera di pensare.
Pertanto, gli aforismi riflettono la personalità e il metodo di chi li scrive e questo assicura che un numero vasto di differenti argomenti sia considerato in maniera originale. Le vie che portano alla verità sono molte (ma purtroppo lo sono anche quelle che portano agli sbagli). Tra i vari metodi, il più “semplice” è di usare una chiarezza cristallina per esprimere concisamente un concetto nuovo che illumina come un lampo l’oscurità della nostra ignoranza. Un’altra maniera relativamente comune di formulare un aforisma è quella di usare l’ironia. L’ironia prende in giro quello che vuol criticare, ma lo fa in maniera garbata, in genere esagerando quello che in realtà critica e facendo sorridere per la sua finezza. Al contrario delle prediche, che possono essere turgide di una sincera indignazione morale, l’ironia preferisce essere elegante, anche se qualche volta taglia profondo per essere ben affilata. Inoltre, spesso nell'ironia vi è un sottofondo morale, anche se inconfessato: si ironizza su quello che non si approva. La satira invece è aggressiva e cerca di essere caustica, in un certo senso per essere indignata e sdegnata da quello che critica. Per colpire il lettore si possono usare anche altri metodi che riflettono la personalità di chi li usa. Qualcuno può preferire le assonanze e dissonanze. Per es. “È un tipo che fa di tutto pur di non fare nulla”. La contrapposizione è rinforzata dall'opposizione di due situazioni completamente opposte. La verità espressa acquista una certa vivacità. Inconsciamente, si cerca l’effetto della simmetria degli opposti e la simmetria ha sempre un effetto estetico. Anche in questo caso, si delinea un certo aspetto della realtà umana che interessa e diverte per la maniera in cui lo si formula. Naturalmente qui si tratta di metodi, che sono la maniera selezionata da ciascuno per fare o dire le cose in maniera che lo soddisfino. Ma nessun metodo per sé fa certo dire qualcosa di nuovo o di speciale. Così si può usare la contrapposizione in maniera ripetitiva, ma non sempre con la stessa efficacia e qualche volta con nessuna. Forse in questa categoria rientrano i giochi di parole. Spesso sono assai piacevoli ed anche penetranti, e talvolta somigliano ai giochi di prestigio. Una limitazione dei giochi di parole è che sono difficilmente traducibili in un'altra lingua. Se poi uno deve spiegare il gioco delle parole nella traduzione, questo perde tutto il suo sapore. La possibilità che i pensieri siano traducibili in lingue diverse ne garantisce la potenziale universalità nel senso che tutti possono immediatamente capirli. I paradossi sono più ambiziosi: vogliono essere brillanti. Una base comune dei paradossi è la contraddizione di quello che comunemente si crede o si dice. Un paradosso vuol essere non-convenzionale, spiritoso, piacevole e acuto. Se un paradosso deve scegliere tra spirito e verità, preferisce essere spiritoso, anche perché spesso coglie le incongruenze che abbiamo passivamente accettato nelle cose di tutti i giorni. Alla loro maniera, i paradossi fanno pensare e possono scuotere le certezze che sono troppo facili e trite. Ma anche se insegna, il paradosso non vuole insegnare: gli sembrerebbe di essere pedestre. Invece, vuole divertire con la finezza del suo spirito e sfidare la compiacenza di chi legge: spesso lo fa. Una sua limitazione è che una lunga sequenza di paradossi diverte, ma non conclude; non perché non riesca a concludere, ma perché non c’è nulla di sistematico da concludere. Se sono tanti, i paradossi possono occasionalmente contraddirsi tra di loro. Sono adattissimi per intrattenere piacevolmente il gusto e anche il senso critico della mente. Nei ricevimenti in particolare, vi è una simbiosi naturale tra paradossi (motti si spirito) e quello che si beve (in genere bevande spiritose: scusate lo spirito). L’equazione suona così: paradossi + liquori = grandi risate divertite. Ad un paradosso non dispiace mai di essere elegante e anche avere una certa venatura di fatuità e talvolta persino di cinica stanchezza. I paradossi non sono interessati a parlare di cose troppo “serie” come virtù, doveri, responsabilità, sacrificio, ecc.: sono cose scialbe e persino noiose per un paradosso, e soprattutto sono oltre i suoi scopi e i suoi interessi. Reciprocamente, la virtù esige da noi assai di più dei paradossi. Tuttavia, il paradosso può esprimere la verità che vi è nelle eccezioni. Anche se i paradossi sono seri, non vogliono apparirlo. I migliori paradossi piacciono a tutti e insegnano a molti. Tuttavia, nessun paradosso è così interamente vero da sostituirsi alle regole che sfida. Su una serie di paradossi non si costruisce un sistema di pensiero, ma solo un insieme di acute piacevolezze. Il loro scopo è di essere stimolanti, piacevoli e anche di mettere in questione certe ipocrisie inconsapevoli o certe abitudini rese decrepite dall'essere accettate non-criticamente: in questo hanno spesso successo. Ci sono anche altri stili e metodi, ma essenzialmente queste forme di analisi della realtà umana da menti diverse sono apprezzate da chi condivide gli stessi atteggiamenti e inclinazioni naturali. Ognuno cerca quello che lo intrattiene nella sua maniera preferita. La diversità degli aforismi che risulta dalla Varietà di chi li scrive contribuisce alla Varietà della realtà umana. Essenzialmente, s’impara da tutte le forme di analisi e tutti noi vogliano essere da loro intrattenuti. Ma taluni preferiscono che li si faccia sorridere, altri che li si faccia ridere e altri che li si faccia pensare. In conclusione, tutte insieme le varie forme di aforismi fanno parte di una cultura umanistica e vi contribuiscono, spesso piacevolmente. Sono un’attività specializzata della mente e che, come tutte le altre attività, ha fini particolari e metodi propri. Il risultato è che si leggono con piacere, perché meravigliano la mente: nascono dalla curiosità di chi scrive e stimolano quella di chi li legge. Sono una forma di cultura che interessa l’intelletto di tutti, grandi e piccoli, e che può aprire nuovi orizzonti alle nostre vedute andando più in profondità delle prescrizioni di un pur necessario buon senso quotidiano. Inoltre, gli aforismi permettono a chiunque di fare delle contribuzioni valide, proprio perché basate sull'esperienza personale delle vicende della vita, piuttosto che sulle teorie o sistemi specializzati che pascolano nei recinti filosofici. Gli aforismi sono tanto apprezzati che talvolta si preferisce qualcosa di spiritoso (anche se di dubbia verità) a qualcosa di vero (specialmente se espresso con un’opacità pedestre). La fertilità di quest’attività è assicurata proprio dalla differente maniera di vedere delle menti umane e contribuisce in maniera importante alla Varietà di quello spettacolo che si rappresenta quotidianamente sulla scena umana. In modo altrettanto importante, stimola lo sviluppo della mente umana aprendole differenti vedute attraverso lo scambio delle diverse comprensioni.
Qui entrano di scena gli aforismi. La ripetuta esposizione a un certo fenomeno alla fine suggerisce quello che di comune vi è nelle ripetute percezioni (per esempio, i motivi dei vari comportamenti umani). Se si capisce chiaramente quello che si percepisce, si è in grado di esprimerne in maniera concisa la verità che l’analisi della mente ha acquisito. A causa della maniera in cui sono acquisiti, gli aforismi esaminano la realtà in ordine sparso, facendoci coscienti dei significati di quello che prima solamente osservavamo: non vi può essere un aforisma se quello che si osserva non è sottoposto alla riflessione per distillarne il significato. Non basta guardare con gli occhi, bisogna vedere con la mente. Un aforisma ci può far riconoscere quello che avevamo guardato, ma che non avevamo veduto. Ma a questo punto si deve fare i conti con la necessità della Varietà e dell’Ordine, un tema sviluppato in Sintesi, una visione d’insieme della realtà umana. Qui si dirà semplicemente che vi deve essere un Ordine che regola la realtà umana, perché l’alternativa sarebbe il caos.
Gli aforismi non potrebbero esistere se la realtà umana non fosse regolata da leggi precise e costanti, quelle dall'Ordine, leggi che l’aforisma esplora. Se però si dovessero ubbidire le leggi dell’Ordine in una maniera obbligatoria, sarebbe la fine della razza umana come la conosciamo: si diventerebbe un esercito di formiche. Di qui nasce la necessità assoluta non solo che si possa scegliere se conformarci o no alle leggi dell’Ordine (che è la base della nostra libertà), ma anche che ciascuno sia differente e possa pensare e sentire in maniera individuale (che è la base della nostra individualità, personalità, creatività, inclinazioni naturali, ecc., cioè del nostro Io). Questo rende necessaria la Varietà: ciascuna mente deve essere se stessa e, per esserlo, deve essere diversa. Questo comporta tutta una serie di considerazioni come, per esempio, in quale maniera sia creata la diversità, in cosa siamo diversi e in cosa siamo simili, come si può comunicare se siamo diversi, in cosa consista la nostra libertà e la licenza, ecc. Talune di queste questioni sono trattate in Sintesi. Quello che interessa qui è che la varietà delle menti comporta diversità non solo nel pensare, ma anche in quello che si pensa e come si pensa. Per il nostro tema, questo significa una cosa sola: le diverse menti sviluppano interessi diversi, metodi di pensare e di esprimersi diversi e conclusioni diverse. Nella sfera delle nostre attività, in genere ciascuno segue le preferenze delle sue caratteristiche naturali e acquisite. Le nostre inclinazioni naturali determinano i desideri che perseguiamo perché il perseguirli ci dà piacere. Questo si applica anche a chi scrive aforismi. Essendo ciascun differente da tutti gli altri, non solo variano gli interessi della mente, ma anche quello che si fa e come lo si fa per soddisfarli.
Ne risulta una grande Varietà di aforismi e degli scopi che perseguono. A questo proposito, cito quanto segue: “Ci sono molte specie di aforismi e ciascuna riflette la personalità di chi li scrive. Tanti aforismi sono acuti, avvincenti, brillanti, spiritosi, paradossali, ecc. Alcuni vogliono intrattenere con un sorriso o una risata il senso dell'umorismo del lettore, spesso sottolineando le contraddizioni di quello che l’abitudine e la routine ci fanno accettare meccanicamente. Per questo, inducono a riflettere e spesso insegnano divertendo. Pertanto, gli aforismi sono di tanti tipi differenti e tutti hanno una loro utile e piacevole funzione. Insegnano nuove maniere di vedere quella realtà che normalmente solo si guarda…” …Altri... “aforismi sono dettati dall'interesse verso quell'entità misteriosa e seducente che è la realtà umana. Vogliono intrattenere la curiosità e il desiderio di comprendere della mente, il desiderio di comprendere soprattutto se stessa. Il loro intento è di soddisfare il desiderio di capire quello che ci caratterizza e ci condiziona come essere umani.” (da Sintesi: una visione d’insieme della realtà umana, Mario Vassalle, Albatros, 2011).
Pertanto, gli aforismi e il loro stile variano secondo chi li scrive. Certamente, gli aforismi di una persona idealista, pratica, religiosa, cinica, pessimista, infingarda, artistica, energica, sognatrice, atea, sentimentale, ecc. riflettono la paternità dell’autore. Ma qualsiasi cosa si dica, per aforisma s’intende una verità che colpisce piacevolmente il lettore per essere espressa in maniera concisa e inusitata. La funzione del conciso e dell’inusitato dovrebbe essere quella di sorprendere la mente per essere drasticamente differenti dalla routine alla quale è abituata. Questo significa che la verità che si dice dovrebbe essere in qualche maniera stimolante perché istintivamente piace e perché può stimolare la riflessione. Quindi, una buona parte degli aforismi si basa sulla riflessione di quello che si osserva, ma anche su intuizioni improvvise alla cui base sono forse l’esperienza e il lavorio del subconscio. La diversità delle menti fa gli aforismi diversi, ma non necessariamente li fa tutti corretti. Pertanto, nell'analisi di quello che si osserva, bisogna riflettere senza i pregiudizi delle nostre convinzioni, le distorsioni delle nostre emozioni o le preferenze delle nostre inclinazioni naturali. Altrimenti si esprimono delle opinioni personali e non delle verità valide per tutti. Per esempio, della realtà si può vedere soprattutto il bene o il male, ma quello che si dice sul bene o sul male deve essere vero. In un’analisi distaccata, s’impara dalla natura e non si pretende di insegnarle. La verità è una sola, e nostra è solo la maniera di esprimerla. Se non si resiste alle seduzioni della demagogia, si danneggia la qualità di quello che si crea. Il fatto che qualcosa possa piacere a noi personalmente per se stesso non lo fa diventare vero. Ora, quale merito ci può essere nel dire cose sbagliate? Se è inevitabile ed essenziale avere delle convinzioni, non è su queste ma sui fatti che bisogna basare le nostre conclusioni. Altrimenti, non si analizza la realtà, ma la si deforma, vedendola attraverso le distorsioni di un’ottica personale. Quindi, nella ricerca della verità, l’aforisma ha bisogno di essere (se non “scientifico”) per lo meno obiettivo. Ma ognuno raggiunge i suoi fini secondo le sue preferenze naturali scegliendo quello che lo interessa e analizzandolo secondo la sua maniera di pensare.
Pertanto, gli aforismi riflettono la personalità e il metodo di chi li scrive e questo assicura che un numero vasto di differenti argomenti sia considerato in maniera originale. Le vie che portano alla verità sono molte (ma purtroppo lo sono anche quelle che portano agli sbagli). Tra i vari metodi, il più “semplice” è di usare una chiarezza cristallina per esprimere concisamente un concetto nuovo che illumina come un lampo l’oscurità della nostra ignoranza. Un’altra maniera relativamente comune di formulare un aforisma è quella di usare l’ironia. L’ironia prende in giro quello che vuol criticare, ma lo fa in maniera garbata, in genere esagerando quello che in realtà critica e facendo sorridere per la sua finezza. Al contrario delle prediche, che possono essere turgide di una sincera indignazione morale, l’ironia preferisce essere elegante, anche se qualche volta taglia profondo per essere ben affilata. Inoltre, spesso nell'ironia vi è un sottofondo morale, anche se inconfessato: si ironizza su quello che non si approva. La satira invece è aggressiva e cerca di essere caustica, in un certo senso per essere indignata e sdegnata da quello che critica. Per colpire il lettore si possono usare anche altri metodi che riflettono la personalità di chi li usa. Qualcuno può preferire le assonanze e dissonanze. Per es. “È un tipo che fa di tutto pur di non fare nulla”. La contrapposizione è rinforzata dall'opposizione di due situazioni completamente opposte. La verità espressa acquista una certa vivacità. Inconsciamente, si cerca l’effetto della simmetria degli opposti e la simmetria ha sempre un effetto estetico. Anche in questo caso, si delinea un certo aspetto della realtà umana che interessa e diverte per la maniera in cui lo si formula. Naturalmente qui si tratta di metodi, che sono la maniera selezionata da ciascuno per fare o dire le cose in maniera che lo soddisfino. Ma nessun metodo per sé fa certo dire qualcosa di nuovo o di speciale. Così si può usare la contrapposizione in maniera ripetitiva, ma non sempre con la stessa efficacia e qualche volta con nessuna. Forse in questa categoria rientrano i giochi di parole. Spesso sono assai piacevoli ed anche penetranti, e talvolta somigliano ai giochi di prestigio. Una limitazione dei giochi di parole è che sono difficilmente traducibili in un'altra lingua. Se poi uno deve spiegare il gioco delle parole nella traduzione, questo perde tutto il suo sapore. La possibilità che i pensieri siano traducibili in lingue diverse ne garantisce la potenziale universalità nel senso che tutti possono immediatamente capirli. I paradossi sono più ambiziosi: vogliono essere brillanti. Una base comune dei paradossi è la contraddizione di quello che comunemente si crede o si dice. Un paradosso vuol essere non-convenzionale, spiritoso, piacevole e acuto. Se un paradosso deve scegliere tra spirito e verità, preferisce essere spiritoso, anche perché spesso coglie le incongruenze che abbiamo passivamente accettato nelle cose di tutti i giorni. Alla loro maniera, i paradossi fanno pensare e possono scuotere le certezze che sono troppo facili e trite. Ma anche se insegna, il paradosso non vuole insegnare: gli sembrerebbe di essere pedestre. Invece, vuole divertire con la finezza del suo spirito e sfidare la compiacenza di chi legge: spesso lo fa. Una sua limitazione è che una lunga sequenza di paradossi diverte, ma non conclude; non perché non riesca a concludere, ma perché non c’è nulla di sistematico da concludere. Se sono tanti, i paradossi possono occasionalmente contraddirsi tra di loro. Sono adattissimi per intrattenere piacevolmente il gusto e anche il senso critico della mente. Nei ricevimenti in particolare, vi è una simbiosi naturale tra paradossi (motti si spirito) e quello che si beve (in genere bevande spiritose: scusate lo spirito). L’equazione suona così: paradossi + liquori = grandi risate divertite. Ad un paradosso non dispiace mai di essere elegante e anche avere una certa venatura di fatuità e talvolta persino di cinica stanchezza. I paradossi non sono interessati a parlare di cose troppo “serie” come virtù, doveri, responsabilità, sacrificio, ecc.: sono cose scialbe e persino noiose per un paradosso, e soprattutto sono oltre i suoi scopi e i suoi interessi. Reciprocamente, la virtù esige da noi assai di più dei paradossi. Tuttavia, il paradosso può esprimere la verità che vi è nelle eccezioni. Anche se i paradossi sono seri, non vogliono apparirlo. I migliori paradossi piacciono a tutti e insegnano a molti. Tuttavia, nessun paradosso è così interamente vero da sostituirsi alle regole che sfida. Su una serie di paradossi non si costruisce un sistema di pensiero, ma solo un insieme di acute piacevolezze. Il loro scopo è di essere stimolanti, piacevoli e anche di mettere in questione certe ipocrisie inconsapevoli o certe abitudini rese decrepite dall'essere accettate non-criticamente: in questo hanno spesso successo. Ci sono anche altri stili e metodi, ma essenzialmente queste forme di analisi della realtà umana da menti diverse sono apprezzate da chi condivide gli stessi atteggiamenti e inclinazioni naturali. Ognuno cerca quello che lo intrattiene nella sua maniera preferita. La diversità degli aforismi che risulta dalla Varietà di chi li scrive contribuisce alla Varietà della realtà umana. Essenzialmente, s’impara da tutte le forme di analisi e tutti noi vogliano essere da loro intrattenuti. Ma taluni preferiscono che li si faccia sorridere, altri che li si faccia ridere e altri che li si faccia pensare. In conclusione, tutte insieme le varie forme di aforismi fanno parte di una cultura umanistica e vi contribuiscono, spesso piacevolmente. Sono un’attività specializzata della mente e che, come tutte le altre attività, ha fini particolari e metodi propri. Il risultato è che si leggono con piacere, perché meravigliano la mente: nascono dalla curiosità di chi scrive e stimolano quella di chi li legge. Sono una forma di cultura che interessa l’intelletto di tutti, grandi e piccoli, e che può aprire nuovi orizzonti alle nostre vedute andando più in profondità delle prescrizioni di un pur necessario buon senso quotidiano. Inoltre, gli aforismi permettono a chiunque di fare delle contribuzioni valide, proprio perché basate sull'esperienza personale delle vicende della vita, piuttosto che sulle teorie o sistemi specializzati che pascolano nei recinti filosofici. Gli aforismi sono tanto apprezzati che talvolta si preferisce qualcosa di spiritoso (anche se di dubbia verità) a qualcosa di vero (specialmente se espresso con un’opacità pedestre). La fertilità di quest’attività è assicurata proprio dalla differente maniera di vedere delle menti umane e contribuisce in maniera importante alla Varietà di quello spettacolo che si rappresenta quotidianamente sulla scena umana. In modo altrettanto importante, stimola lo sviluppo della mente umana aprendole differenti vedute attraverso lo scambio delle diverse comprensioni.
L'aforisma ci fa improvvisamente vedere quello che l'abitudine ci faceva solo guardare. (Mario Vassalle) |
L'enigma della mente
© 1996
L'aforisma ci fa improvvisamente vedere quello che l'abitudine ci faceva solo guardare.
L'aforisma dovrebbe descrivere concisamente verità che istintivamente e immediatamente si riconoscono come tali. Ma non bisogna confondere il riconoscere col conoscere.
Se ci si sente o no a nostro agio con un aforisma dipende dall'aforisma e dal nostro Io.
I proverbi sono gli aforismi di tutti.
Per qualche ragione, gli aforismi analizzano prevalentemente il comportamento umano. Probabilmente anche perché i vari aspetti del comportamento si prestano ad essere analizzati singolarmente.
Gli aforismi che descrivono i difetti umani possono anche interessarci, ma gli aforismi che penetrano l'intimità di quei nostri difetti che vogliamo ignorare non ci piacciono. Non accetteremo certo da un aforisma quelle verità che non vogliamo accettare da noi stessi.
L'aforisma estrae dalle singole osservazioni comuni di ciascuno le leggi generali che le caratterizzano tutte.
L'aforisma spesso esprime quello che la tua esperienza ha vissuto.
Alcuni aforismi mettono a nudo l'anima. Ci si vede come in uno specchio, qualche volta con contorni fin troppo nitidi per sentirci completamente a nostro agio.
Gli aforismi sono le risposte alle domande che avremmo potuto (e talvolta dovuto) porci.
La realtà dell'Io
© 2000
In generale, l'aforisma enuncia delle regole e il paradosso delle eccezioni. Ma anche questa regola ha le sue eccezioni.
Gli aforismi riflettono un sistema di pensiero e gradualmente lo definiscono. Per questo, è più facile riconoscere gli aforismi che si sono letti che predire il prossimo.
Gli aforismi indagano non la fisiologia del cervello, ma quella della mente.
L'aforisma ci fa improvvisamente vedere quello che l'abitudine ci faceva solo guardare.
Un aforisma deve essere prima di tutto vero, ma poi anche acuto. È la sua acutezza che stimola la mente. È come un lampo che illumina improvvisamente (e forse altrettanto brevemente) aspetti differenti della mente umana.
Certi aforismi dovrebbero avere più significato per il futuro di chi li legge che per il passato di chi li ha scritti.
Un aforisma dovrebbe essere riconosciuto immediatamente come vero o falso. Se non è chiaro se sia vero o falso, non è un aforisma, ma un'affermazione da dimostrare. Se lo riconosciamo come vero, quella verità comincia ad esistere perché ne diveniamo coscienti. Per questo, è assai più facile riconoscere come vero un aforisma dopo averlo letto di quanto sia il formularlo prima di leggerlo.
Foglie d'Autunno
© 2006
Le verità degli aforismi devono essere concise, ma non necessariamente laconiche.
Gli aforismi descrivono le leggi genetiche del comportamento umano, leggi che non conoscono confini di tempo e di spazio.
Il peggior nemico degli aforismi è la superficialità: quella di chi li scrive o quella di chi li legge.
Gli aforismi non sono sistematici, eppure possono essere parte di un sistema, un sistema filosofico.
Conchiglie
© 2009
Quando si legge un aforisma, viene spontaneo dire: “È vero!” (se è vero). Questo non vuol dire che lo si sapeva già, dal momento che lo si dice con la sorpresa di chi, dopo un attimo di riflessione, riconosce una verità che non conosceva coscientemente. L’aforisma ci fa vedere quello su cui non avevamo riflettuto, gettandovi un fugace lampo di luce.
L’aforisma è come una candela che con la sua luce piccola e vacillante dà forma e colori a concetti che, ignorati, vagavano nell'oscurità dell’inconsapevolezza.
Se un aforisma non afferma una verità, che altro mai potrebbe dire?
Se un aforisma vuol essere un paradosso, deve prima rinunciare ad essere un aforisma (non s’indagano le eccezioni prima delle regole).
Se un aforisma non è comprensibile, non è un aforisma ma un enigma.
Gli aforismi che fanno ridere sono o spiritosi o ironici o ridicoli. O sono paradossi.
Una frase non diventa un aforisma per essere breve, ma per colpire nel segno.
Una frase che sia solo concisa non diventa un aforisma, come non lo diventa una verità prolissa.
Gli aforismi possono essere una branca della filosofia, piuttosto che della letteratura. La letteratura è una forma d’arte e pertanto il suo scopo è la ricerca della bellezza, non della verità. Ma anche un aforisma può esprimere la bellezza che vi è nella verità.
L’aforisma dovrebbe dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, ma deve farlo in maniera concisa ed incisiva così da convincere la mente e paralizzare le “difese” dei sofismi.
Una verità che necessita una dettagliata spiegazione non diventerà un aforisma come non lo diventa una sciocchezza concisa.
In genere, un aforisma non intende fare dell’umorismo, ma qualche volta vi si discernono correnti sotterranee di ironia.
Un aforisma che non è vero è solo un errore concettuale. O una stravaganza della fantasticheria.
Un aforisma volgare è solo quello.
Un aforisma cerca la verità che vi è nelle regole, mentre invece un paradosso cerca la verità che vi è nelle eccezioni.
L’aforisma è figlio dell’amore fra l’intuito e la riflessione.
Gli aforismi indagano non solo i meccanismi della mente, ma anche i meandri del labirinto dell’anima.
Aghi di pino
© 2009
Come “Gutta cavat lapidem”, così gli aforismi scavano la verità.
Se non è vero, un aforisma “brillante” è come un diamante falso.
Gli aforismi sono come sprazzi di luce che illuminano la volta oscura della notte della nostra ignoranza come minuscole stelle.
Gli aforismi spiritosi o paradossali stimolano l’imitazione e quelli acuti stimolano la riflessione.
Se un aforisma è più lungo di una frase, probabilmente è una riflessione.
Un aforisma non ha bisogno di una spiegazione, perché è una “spiegazione”.
Petali
© 2011
Gli aforismi dovrebbero aiutare non tanto a conoscere la realtà umana quanto a capirne i significati.
La natura di ciascun individuo può essere migliore di quella descritta da tanti aforismi e qualche volta anche di molto.
In fondo, lo scopo degli aforismi è di aiutare la mente a comprendersi mediante l’analisi del comportamento umano e dei suoi significati.
Ciascun aforisma esplora un singolo aspetto di un complesso disegno strategico.
È tipico degli aforismi che l’analisi proceda in una maniera non sistematica. Eppure presuppongono una maniera di pensare e ancor più un Ordine naturale.
Passi Felpati
© 2013
Il vantaggio della varietà degli aforismi è che a chi piace l’uno e a chi piace l’altro indipendentemente dal fatto che siano veri o belli.
Secondo la “logica” dei paradossi, i veri aforismi sono quelli falsi.
Un aforisma può non interessare tutti, ma deve essere vero. Se poi interessasse e non fosse vero, la cosa sarebbe non del tutto chiara.
La realtà dipinta dagli aforismi di diversi autori è un abisso di contraddizioni, anche perché chi vede una cosa e chi il suo opposto.
Gli aforismi riflettono gli interessi, preferenze, convinzioni, senso dell’umorismo, verità ed errori di chi li scrive. Ce n’è per tutti i gusti, ma ognuno cerca di soddisfare il suo.
I proverbi sono gli aforismi del buon senso e descrivono i comportamenti più comuni. Gli aforismi analizzano i fenomeni, i loro meccanismi e significati, e li esprimono nella loro essenzialità.
In un aforisma, per sottolineare che qualcosa non è completamente vero, si può dire qualcosa che è parzialmente falso.
Con gli aforismi, è come esplorare una sala buia con una lampadina tascabile: si vedono i singoli oggetti circondati da un buio generale. Con la filosofia, è come esplorare la stessa sala dopo aver acceso tutti i lampadari. Ma, anche con la luce accesa, si può voler vedere solo quello che ci interessa e interpretarlo in maniera sbagliata.
Siamo particolarmente sensibili a quegli aforismi che riteniamo applicarsi ai nostri difetti: li riteniamo offensivi (non i difetti, ma gli aforismi).
Un aforisma estrae l’essenziale in quello che vi è di comune nelle situazioni più diverse.
I diversi tipi di aforismi dicono di tutto, non esclusa persino la verità.
Lo spazio vuoto tra un aforisma e il seguente è riservato alla riflessione.
Fili di seta
© 2014
Gli aforismi dicono di tutto, qualche volta persino la verità.
Sto costruendo l’edificio della mia filosofia con le pietre dei miei aforismi.
Polvere di stelle
© 2015
Aforismi e riflessioni. Un aforisma esprime quello che il lettore riconosce immediatamente come vero sulla base della sua inconsapevole esperienza. Per questo, l’aforisma è più efficace quando è conciso. Ma se si deve esprimere un concetto nuovo all'esperienza (consapevole o inconsapevole) del lettore (per es., cosa è la realtà), è necessario che la riflessione spieghi quello che afferma.
Un aforisma non vero rende perplessi perché non si sa bene cosa voglia dire. Inoltre, se non è vero, non è un aforisma, ma solo un’affermazione sbagliata.
La verità di un aforisma che leggiamo è immediatamente riconosciuta (“È vero!”), perché quello che abbiamo letto ci rende consapevoli di ciò che inconsciamente noi avevamo sperimentato e consciamente non formulato. Per questo motivo, impariamo quella verità quando la leggiamo, perché la riconosciamo e ne diventiamo consapevoli. Per esempio, “I desideri della passione sono ordini” viene riconosciuto immediatamente da coloro che hanno sperimentato la forza travolgente della passione. Se uno non l’ha sperimentata, apprende che i desideri della passione devono essere molto forti, come forse ha potuto notare in altri.
Aforismi e paradossi possono far pensare, ma un aforisma può far sorridere per la sua ironia e un paradosso può far ridere per la sua eccentricità.
L’acutezza di un aforisma dovrebbe consistere nel cogliere in un lampo l’essenza di un’intuizione.
Gli aforismi sono conclusioni staccate, che necessariamente riflettono una maniera di pensare (o di non pensare).
Gli aforismi più acuti sono come piccole stelle di verità che brillano nel cielo buio della nostra ignoranza.
Un aforisma ironico ha diritto a un sorriso complice.
Certi “aforismi” non sono creduti neanche da chi li ha scritti.
Perle: un aforisma dovrebbe essere una perla di verità e una poesia una perla di bellezza.
Note
Vedi anche: Aforismi di Mario Vassalle
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