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Aforismi, frasi e pensieri di Pierre Bayle

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Pierre Bayle (Carla-le-Comte 1647 - Rotterdam 1706), filosofo e scrittore francese. Le seguenti riflessioni di Pierre Bayle sono tratte da due delle sue opere più importanti: Pensieri sulla cometa (Pensées diverses écrites à un docteur de Sorbonne à l'occasion de la Comète qui parut au mois de décembre 1680, 1682) e Dizionario storico e critico (Dictionnaire historique et critique, 1697-1702).
Un'ora di tristezza contiene più male di quanto non ci sia bene
in sei o sette giorni piacevoli. (Pierre Bayle)
Pensieri sulla cometa
Pensées diverses écrites à un docteur de Sorbonne à l'occasion de la Comète qui parut au mois de décembre 1680, 1682

Non c'è uomo che non abbia il diritto di esigere che si ascoltino le sue idee, anche se fosse il solo ad averle.

È una pura illusione pretendere che un'opinione che si tramanda di secolo in secolo e di generazione in generazione non possa essere mai del tutto falsa. 

Peccato che non si possa vedere che cosa passi nella mente degli uomini quando scelgono un'opinione! Son sicuro che, se questo fosse possibile, potremmo ridurre il consenso di un'infinità di uomini all'autorità di due o tre persone, che, ritenute profonde conoscitrici di una dottrina, sono riuscite a diffonderla, grazie al pregiudizio che si aveva dei loro meriti.

La gioia è la linfa di tutte le cose umane.
[La joie est le nerf de toutes les affaires humaines].

Appena ci si accorge che per credere nel Vangelo come si deve è necessario mortificarsi, sopportare con gioia il disprezzo e l'ingiuria, amare i propri nemici, andare, in una parola, contro le proprie inclinazioni naturali, allora ragione e natura, concordi, si rivoltano e non si vuol sentire parlare di religione cristiana.

La persuasione che l'ateismo sia il peggior stato in cui ci si possa trovare, è la conseguenza di un falso pregiudizio concernente la luce della coscienza.

L’ateismo non conduce necessariamente alla corruzione dei costumi.

Il pro e il contro si trovano in ogni nazione.
[Le pour et le contre se trouvent en chaque nation].

Nonostante il consenso concesso da tanti all'astrologia, è falso e ridicolo aver fede nelle sue predizioni.

Dizionario storico e critico
Dictionnaire historique et critique, 1697-1702

Se un uomo è convinto che non può sperare in alcun risultato da tutte le sue discussioni filosofiche, si sentirà più disposto a pregare Dio per richiedergli la fede nelle verità in cui si deve credere, di quanto non si sentirebbe disposto a farlo, se si illudesse di ottenere dei risultati positivi ragionando e discutendo. Conoscere i difetti della ragione è dunque una felice disposizione alla fede.

Le forze della ragione e dell'esame filosofico valgono soltanto a tenerci in forse e a farci temere di sbagliare, sia che affermiamo sia che neghiamo. Alla ragione deve aggiungersi o la grazia di Dio o l'educazione dell'infanzia.

La ragione non serve ad altro che a far conoscere all'uomo le sue tenebre e la sua impotenza, e la necessità di un'altra rivelazione, quella cioè della Scrittura.

La ragione umana è un principio di distruzione e non di edificazione; essa è adatta soltanto a sollevare dubbi e a volgersi a destra e a sinistra per prolungare all'infinito una disputa, e non credo di ingannarmi se dico della rivelazione naturale, cioè dei lumi della ragione, ciò che i teologi dicono dell'economia mosaica. Dicono che serviva soltanto a far conoscere all'uomo la sua impotenza e la necessità di un redentore e di una legge misericordiosa.

La tolleranza appare fra tutte le cose del mondo la più adatta a riportarci all'età dell'oro, a creare un concerto e un'armonia di più voci e strumenti di diversi toni e note, almeno altrettanto gradevole quanto l'uniformità di una voce sola.

Se la molteplicità delle religioni nuoce a uno Stato, è unicamente perché l'una non vuole tollerare l'altra, ma assorbirla avvalendosi delle persecuzioni.  

Sembra che Dio, che ne è il distributore, agisca nei confronti di tutte le scuole filosofiche come un buon padre comune, perché non permette che una possa trionfare completamente sulle altre distruggendole senza rimedio.

L'esattezza delle citazioni, è una virtù più rara di quel che si pensi. 

Non v'è meno spirito né meno inventiva nel citare in modo appropriato un pensiero trovato in un libro che nell'essere il primo autore di quel pensiero.

Un'ora di tristezza contiene più male di quanto non ci sia bene in sei o sette giorni piacevoli.

L'esperienza ci insegna sin troppo bene che le gioie di questa vita sono avvertibili solo in proporzione al fatto che ci liberano da uno stato spiacevole, e che, per quanto poco durino, portano con sé il disgusto.

Per sapere se fra gli uomini il bene morale eguagli il male morale, non si deve far altro che paragonare le vittorie del demonio con quelle conseguite da Gesù Cristo. Ma se si percorre la storia, noi troviamo soltanto pochi trionfi di Gesù Cristo, e troviamo ovunque i trofei del demonio. La guerra di questi due partiti è una serie continua o quasi continua di successi da parte de! diavolo; e se questo partito ribelle stendesse gli annali delle sue vittorie, non passerebbe giorno senza buoni e numerosi motivi per accendere fuochi, gioire, innalzare canti di trionfo e manifestare altri simili segni di buon successo. 

II diluvio, questo formidabile monumento della giustizia di Dio, è il superbo monumento delle vittorie del demonio, tanto più che quell'universale castigo non gli sottrasse la sua preda: le anime di coloro che perirono nel diluvio furono inviate agli inferi; questo era il suo scopo e la sua intenzione e, di conseguenza, quello fu il suo trionfo.

Non c'è rifugio, non c'è fortezza dove [il diavolo] non faccia sentire gli effetti del suo potere. Uscite dal mondo, rinchiudetevi nei monasteri, ed egli vi seguirà, introducendovi anche lì i propri imbrogli, l'invidia, le fazioni e, nel peggiore dei casi, la lussuria; quest'ultima risorsa è quasi infallibile.

L'uomo è talmente trascinato al male dalla propria natura che, fatta eccezione per un esigui numero di eletti, tutti gli altri uomini vivono e muoiono al soldo dello spirito maligno, senza che le paterne cure di Dio per salvarli possano guarire la loro malizia e condurli al pentimento.

Nulla è più divertente del vedere con quale sicumera gli scolastici vogliono imporre dei limiti alla conoscenza delle bestie. Secondo loro le bestie conoscono soltanto gli oggetti singoli e materiali e ricercano esclusivamente l'utile e il piacevole; non sanno riflettere sui loro sentimenti e sui loro desideri né trarre conclusioni da una cosa a un'altra. Si direbbe che essi abbiano frugato nelle facoltà e negli atti dell'anima delle bestie con miglior successo di quanto non abbiano fatto i più esperti anatomisti nelle viscere dei cani. La loro temerità è tanto grande, che se anche per caso avessero trovato la verità, sarebbero indegni di lode e persino di giustificazione.

L'anima delle bestie non ha peccato, e tuttavia essa è soggetta al dolore e alla miseria, sottoposta a tutti i desideri sregolati della creatura che ha peccato. In che modo trattiamo le bestie? Le facciamo sbranare fra di loro per procurarci piacere, le scanniamo per nutrirci; frughiamo nelle loro viscere, quando sono ancora in vita, per soddisfare la nostra curiosità, e facciamo tutto questo grazie al dominio che Dio ci ha dato su di esse. Che confusione! La creatura innocente è sottoposta a tutti i capricci della creatura colpevole!