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Frasi e citazioni antinataliste di David Benatar

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di David Benatar (1966), filosofo e scrittore sudafricano. Tra i più celebri esponenti del nichilismo contemporaneo, David Benatar è noto principalmente per le sue controverse tesi legate all'antinatalismo, poiché pensa che mettere al mondo figli sia sempre sbagliato.
"Alcune posizioni antinataliste sono basate o sull'antipatia per i bambini o sugli interessi degli adulti, che godono di maggiore libertà e risorse se non devono allevare dei figli. Molti antinatalisti la pensano in maniera diversa. La loro posizione non si basa sull'antipatia per i bambini, ma anzi sulla preoccupazione di evitare sofferenze ai potenziali bambini e agli adulti che questi diventerebbero, anche se non avere figli è contro gli interessi di coloro che potrebbero averli". [Meglio non essere mai nati, 2006].
La maggior parte delle seguenti riflessioni di David Benatar sono tratte dal libro Meglio non essere mai nati (Better Never to Have Been, 2006).
Benché ovviamente sia troppo tardi per prevenire la nostra esistenza,
non è troppo tardi per prevenire l’esistenza di potenziali persone future.
(David Benatar)
Meglio non essere mai nati
Il dolore di venire al mondo - Better Never to Have Been, 2006 - Selezione Aforismario

Ognuno di noi ha subìto un oltraggio nel momento in cui è stato messo al mondo. E non si tratta di un oltraggio da poco poiché anche la qualità delle vite migliori è pessima – e notevolmente peggiore di quanto riconosca la maggior parte delle persone.

Benché ovviamente sia troppo tardi per prevenire la nostra esistenza, non è troppo tardi per prevenire l’esistenza di potenziali persone future.

Anche se le cose buone nella vita di una persona la rendono migliore di quanto sarebbe stata altrimenti, quella persona non avrebbe sentito la loro mancanza se non fosse venuta al mondo. Chi non viene al mondo non può sentire mancanze. Tuttavia, venendo al mondo, una persona soffre gravissimi mali che non l’avrebbero colpita se non fosse mai venuta al mondo.

Venire al mondo non costituisce affatto un bene, ma sempre e comunque un male.

Creare nuove vite, facendo figli, è una parte talmente importante dell’esistenza umana che raramente si pensa di doverla giustificare. Anzi, la maggior parte delle persone non pensa neanche se dovrebbe o non dovrebbe fare un figlio. Lo fa e basta.

La procreazione di solito è la conseguenza del sesso più che il risultato della decisione di mettere al mondo qualcuno. Coloro che decidono effettivamente di avere un figlio possono farlo per molte ragioni, ma fra queste non può esserci l’interesse del potenziale bambino.

Non si può mai fare un figlio per amore del figlio.

Coloro che non smettono di fare figli provocano sofferenze in coloro che tendenzialmente amano di più – i loro stessi figli.

Non solo non si fa il bene delle persone mettendole al mondo, ma si fa sempre loro del male.

Io non sostengo che chi non viene al mondo stia letteralmente meglio. Sostengo invece che venire al mondo è sempre un male per coloro che vengono al mondo. In altri termini, anche se non possiamo dire di chi non è al mondo che non essere al mondo è per lui un bene, possiamo dire di chi è al mondo che l’essere al mondo è per lui un male.

Ogni vita contiene una grande parte di male – molto più di quanto ritengano di solito le persone. L’unico modo per garantire che una potenziale persona futura non soffra questo male è assicurarsi che non diventi mai una persona reale.

Gli aspetti positivi della vita, per quanto buoni per coloro che sono al mondo, non possono giustificare gli aspetti negativi che all'esistenza si accompagnano.

È curioso: le brave persone fanno di tutto per risparmiare sofferenze ai propri figli, ma pochi di loro sembrano rendersi conto che l’unico modo sicuro per evitare ogni sofferenza ai loro bambini è non metterli al mondo.

Il dolore provocato dalla creazione di un bambino non si limita di solito a quel bambino. Il bambino ben presto si sente spinto a procreare, producendo bambini che, a loro volta, sviluppano lo stesso desiderio. Ogni coppia di procreatori può quindi considerarsi il vertice di un iceberg generazionale di sofferenze.

Riconoscere quanto era improbabile che una persona venisse al mondo, e riconoscere insieme che venire al mondo è un grande male, porta alla conclusione che il fatto di essere venuti al mondo è davvero una sfortuna. È già dura quando si patisce qualche dolore. È ancora peggio quando le possibilità di patirlo sono molto remote.

Una delle conseguenze della tesi che venire al mondo sia sempre un grande male è che non dovremmo fare figli.

Da un punto di vista filogenetico l’impulso alla procreazione è estremamente primitivo. Se “immaturo” è sinonimo di “primitivo”, è procreare a essere segno di immaturità, la non-procreazione razionalmente motivata è uno stadio evolutivo più recente e avanzato.

Anche le vite migliori non solo sono molto peggiori di quanto si pensa, ma sono pessime.

Non solo non c’è alcun dovere di procreare, ma c’è un dovere (morale) di non procreare.

Per quanto l’estinzione possa essere un male per coloro che la precedono, e in particolare per coloro che la precedono immediatamente, l’estinzione degli esseri umani in sé non è un male.

La difficile condizione umana
Una guida disincantata alle maggiori domande esistenziali, 2017

Quale risposta si dovrebbe dare alla difficile condizione umana? Una risposta immediata è quella di desistere dal perpetuarla creando nuovi esseri umani che inevitabilmente incorreranno nella stessa condizione. Ogni nascita è una morte che attende di attuarsi

Nasciamo, viviamo, soffriamo lungo il tragitto, e poi moriamo – obliati per il resto dell’eternità. La nostra esistenza non è che un balugino nel tempo e nello spazio cosmici. Non è sorprendente che così tante persone si chiedano quale sia il senso di tutto ciò. Io sostengo che, in definitiva, la risposta corretta sia “nessuno”. Nonostante alcune limitate consolazioni, la condizione umana in realtà non è altro che una tragedia dalla quale nessuno può sottrarsi, essendo anche la morte parte della tragedia, non solo la vita.

Libro di David Benatar consigliato da Aforismario
Meglio non essere mai nati
Il dolore di venire al mondo
Traduttore: Alberto Cristofori
Editore: Carbonio Editore, 2018

In questo saggio provocatorio ed estremamente attuale per le forti implicazioni nell'ambito della bioetica, David Benatar oppone all'ottimismo ormai radicato delle teorie evoluzionistiche la cinica consapevolezza che la vita è assai più tragica di quanto vorremmo ammettere. "Ognuno di noi ha subìto un oltraggio nel momento in cui è stato messo al mondo. E non si tratta di un oltraggio da poco poiché anche la qualità delle vite migliori è pessima..." Allora, si chiede Benatar, perché ostinarsi a generare altre vittime innocenti? Attingendo alla letteratura psicologica pertinente, l'autore mostra che ci sono un certo numero di caratteristiche ben documentate della psicologia umana che spiegano perché le persone sovrastimano sistematicamente la qualità della loro vita e perché sono così resistenti all'idea di venire seriamente danneggiate dall'essere state messe al mondo. L'antinatalismo implica anche che sarebbe meglio se l'umanità si estinguesse. Sebbene controintuitiva per molti, questa implicazione viene difesa, non ultimo, mostrando che risolve molti enigmi della teoria morale sulla popolazione.

Note
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