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I migliori aforismi di Emil Cioran

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Emil Cioran (Răşinari 1911 - Parigi 1995), filosofo e aforista rumeno, residente in Francia dal 1941 fino alla morte con lo status di apolide per rinuncia volontaria alla cittadinanza.

Le seguenti riflessioni di Cioran sono tratte dalla raccolta di interviste intitolata Un apolide metafisico (Entretiens, 1995) e dai suoi saggi (pubblicati in Italia dall'editore Adelphi): Al culmine della disperazione (Pe culmile disperãrii, 1934); Sommario di decomposizione (Précis de décomposition, 1949); La tentazione di esistere (La tentation d'exister, 1956); Storia e utopia (Histoire et utopie, 1960); La caduta nel tempo (La Chute dans le temps, 1964); Il funesto demiurgo (Le mauvais démiurge, 1969).

I testi aforistici, che contengono aforismi veri e propri, sono: Lacrime e santi (Des larmes et des saints, 1937); Il crepuscolo dei pensieri (Le crépuscule des pensées, 1940); Sillogismi dell'amarezza (Syllogismes de l'amertume, 1952); L'inconveniente di essere nati (De l'inconvénient d'être né, 1973); Squartamento (Écartèlement, 1979); Confessioni e anatemi (Aveux et anathèmes, 1987); Quaderni (Cahiers 1957-1972); Taccuino di Talamanca (Cahier de Talamanca, 1966).

Ha scritto Cioran: "Il mio compito è quello di strappare la gente al suo sonno di sempre, pur sapendo che commetto un crimine, e che sarebbe mille volte meglio lasciarla dormire, visto che, se pure si svegliasse, non avrei niente da proporle". (Quaderni, 1957/72 - postumo 1997).
Foto di Emil Cioran
Se il disgusto del mondo bastasse a conferire la santità,
non vedo come potrei evitare la canonizzazione. (Emil Cioran)

Al culmine della disperazione
Pe culmile disperãrii, 1934 - Selezione Aforismario

L'insonnia è una vertiginosa lucidità che riuscirebbe a trasformare il paradiso stesso in un luogo di tortura. 

Al culmine della disperazione, solo la passione dell'assurdo può rischiarare di una luce demoniaca il caos.

Non c'è nulla che giustifichi il fatto di vivere.

Un'esistenza che non nasconda una grande follia è priva di valore.

Una lacrima ha radici più profonde di un sorriso. 

Sono felici solo coloro che non pensano mai, vale a dire coloro che pensano giusto il poco che basta per vivere. 

Il lavoro è una maledizione che l'uomo ha trasformato in piacere.

Non solo la vita non ha alcun senso, ma non può averne uno.

La sola cosa che possa salvare l’uomo è l’amore. E se molti hanno finito per trasformare in banalità questa asserzione, è perché non hanno mai amato veramente. 

Tutti hanno lo stesso difetto: aspettano di vivere, giacché non hanno il coraggio di ogni istante.

Vorrei perdere la ragione a un unico patto: essere sicuro di diventare un pazzo allegro, brioso ed eternamente di buon umore, senza problemi né ossessioni, che ride senza motivo dalla mattina alla sera.

Sommario di decomposizione
Précis de décomposition, 1949 - Selezione Aforismario

Forche, galere, penitenziari prosperano solo all'ombra di una fede − di quel bisogno di credere che ha infestato per sempre lo spirito. Il diavolo appare assai scialbo rispetto a colui che dispone di una verità, della sua verità.

L'abbondanza delle soluzioni agli aspetti dell'esistenza è pari solo alla loro futilità.

Non vi è nobiltà se non nella negazione dell'esistenza, in un sorriso che sovrasta paesaggi annientati.

Date uno scopo preciso alla vita e perderà all'istante il suo fascino. L'incertezza dei suoi fini la rende superiore alla morte; un briciolo di esattezza la abbasserebbe alla trivialità delle tombe.

La vita si crea nel delirio e si disfà nella noia.

Colui che che non ha mai concepito il proprio annullamento, che non ha pensato di ricorrere alla corda, alla pallottola, al veleno o al mare, è un forzato spregevole o un verme che striscia sulla carogna cosmica.

La vera morte non è la putredine, ma il disgusto per qualsiasi irradiazione; la ripulsa per tutto ciò che sboccia sotto il calore dell'illusione.

A parte alcuni esempi di malinconia esaustiva e alcuni suicidi fuori dal comune, gli uomini non sono che fantocci imbottiti di globuli rossi per generare la storia e le sue smorfie.

Dovunque una cosa respiri vi è un'infermità in più: non c'è palpito che non confermi lo svantaggio di essere.

Il pessimismo è la crudeltà dei vinti che non possono perdonare alla vita di aver ingannato le loro attese.

Non c'è salvezza fuori del suicidio.

La tentazione di esistere
La tentation d'exister, 1956 - Selezione Aforismario

La liberazione, se realmente ci sta a cuore, deve procedere da noi stessi: a nulla serve cercarla altrove, in un sistema già fatto o in qualche dottrina orientale.

Soffrire: il solo modo d'acquisire la sensazione d'esistere.

La Verità? Un incaponirsi da adolescenti o un sintomo di senilità.

L'esperienza del vuoto è la tentazione mistica del non credente, la sua possibilità di preghiera, il suo momento di pienezza.

C'è solo una cosa peggiore della noia: la paura della noia.

Pensare significa smettere di venerare, significa levarsi contro il mistero e proclamarne il fallimento.

La plebe vuol essere stordita da invettive, minacce e rivelazioni, da discorsi roboanti: ama gli imbonitori.

Il delicato che ragiona non può misurarsi con il beota che prega.

Per alcuni la felicità è una sensazione cosi insolita che appena la provano, si allarmano e s'interrogano su questo nuovo stato; nulla di simile nel loro passato: è la prima volta che si avventurano fuori della sicurezza del peggio.
Foto di Emil Cioran
Utopia, ricordiamocelo, significa da nessuna parte. (Emil Cioran)

Storia e utopia
Histoire et utopie, 1960 - Selezione Aforismario

Si diventa tolleranti soltanto nella misura in cui si perde di vigore, si cade amabilmente nell'infanzia, e si è troppo stanchi per tormentare gli altri con l'amore o con l'odio. 

Tutto si può soffocare nell'uomo, salvo il bisogno di assoluto, che sopravvivrebbe alla distruzione dei templi e perfino alla scomparsa della religione sulla terra. 

L'ambizione è una droga che fa di colui che vi si dedica un demente in potenza. 

Per raggiungere non tanto la felicità quanto l'equilibrio, dovremmo liquidare una buona parte dei nostri simili, praticare quotidianamente il massacro, sull'esempio dei nostri fortunatissimi avi.

Utopia, ricordiamocelo, significa da nessuna parte.

L'utopia è un miscuglio di razionalismo puerile e di angelismo secolarizzato.

Perfino respirare sarebbe un supplizio senza il ricordo o il presentimento del paradiso, oggetto supremo − e tuttavia inconscio − dei nostri desideri.

Dato che il male è inseparabile dall'atto, le nostre imprese si rivolgono necessariamente contro qualcuno o qualche cosa; al limite, contro noi stessi.

Volete costruire una società in cui gli uomini non si nocciano più reciprocamente? Lasciateci entrare soltanto degli abulici.

La storia non è forse, in ultima istanza, il risultato della nostra paura della noia, di quella paura che ci farà sempre prediligere il piccante e la novità del disastro, e preferire qualsiasi disgrazia al ristagno?

La caduta nel tempo
La Chute dans le temps, 1964 - Selezione Aforismario

Promossi al rango di incurabili, siamo materia dolente, carne urlante, ossa rose da grida, e i nostri stessi silenzi non sono che lamenti strozzati.

L'animale più immondo vive, in un certo senso, meglio di noi. Senza andare a cercare nelle fogne ricette di saggezza, come non riconoscere i vantaggi che ha su di noi un ratto, proprio perché è un ratto e nient'altro?

La vera vertigine è l'assenza della follia. 

Nessuno si rimette dal male di nascere, piaga capitale se mai ve ne furono. 

A tal punto il dubbio su di sé travaglia gli esseri che questi, per porvi rimedio, hanno inventato l'amore, tacito patto fra due infelici per sopravvalutarsi, per incensarsi spudoratamente. 

Colui che non ha mai invidiato il vegetale ha solo sfiorato il dramma umano.

Il paradiso è assenza dell'uomo.

Sapere che si è mortali significa in realtà morire due volte, anzi, tutte le volte che si sa di dover morire.

Vi è qualcosa di sacro in ogni essere che non sa di esistere, in ogni forma di vita indenne da coscienza.

Il funesto demiurgo
Le mauvais démiurge, 1969 - Selezione Aforismario

Frivolo e incongruente, dilettante in tutto, avrò conosciuto a fondo soltanto l'inconveniente di essere nato.

Che cos'è un "contemporaneo"? Uno che ci piacerebbe ammazzare, senza sapere bene come.

La cosa più difficile al mondo è mettersi al diapason dell'essere, e afferrarne il tono.

La sola funzione della memoria è di aiutarci a rimpiangere.

Soffrire è produrre conoscenza.

Concepire un pensiero, un solo e unico pensiero − ma che mandasse in frantumi l'universo.

Lei, chi è? − Io sono uno straniero per la polizia, per Dio, per me stesso.

Chiunque non sia morto giovane merita di morire.

Siamo tutti in fondo a un inferno, dove ogni attimo è un miracolo.

Per smettere di tormentarsi, bisogna lasciarsi andare a un disinteresse profondo, smettere di preoccuparsi del quaggiù o del lassù, cadere nel menefreghismo dei morti.

Un apolide metafisico
Entretiens, 1995 - Selezione Aforismario

Il cristianesimo è spacciato, ma anche la storia lo è. L'umanità ha imboccato una brutta strada. 
(Intervista con François Bondy, 1970)

Un libro che lascia il lettore uguale a com'era prima di leggerlo è un libro fallito.
(Intervista con Fernando Savater, 1977)

La storia è l'antidoto all'utopia.
(Intervista con Fernando Savater, 1977)

Non appena accetti di esistere, devi accettare la prostituzione.
(Intervista con Jean-François Duval, 1979)

Il vantaggio dell'aforisma è che non si ha bisogno di fornire prove. Si tira un aforisma come si tira uno schiaffo.
(Intervista con Léo Gillet, 1982)

L'uomo non è niente, o comunque ben poca cosa. ma volendo essere tutto, si è perduto per mancanza di modestia.
(Intervista con Luis Jorge Jalfen, 1982)

La storia universale non è che un ripetersi di catastrofi, in attesa della catastrofe definitiva.
(Intervista con J. L. Almira, 1983)

Gli individui − ma anche le nazioni − hanno bisogno di una certa megalomania. Quando non ci si crede eccezionali, importanti, insostituibili, si è perduti.
(Intervista con François Fejtõ, 1986)

Le radici del dubbio sono profonde quanto quelle della certezza. Il dubbio però è più raro, raro come la lucidità e la vertigine che l'accompagna.
(Intervista con Sylvie Jaudeau, 1990)

Forse la vita è proprio questo, senza volere usare paroloni, il fare cose alle quali si aderisce senza crederci.
(Intervista con Michael Jakob, 1990)

Lacrime e santi
Des larmes et des saints, 1937-1986 - Selezione Aforismario

Il dovere di un uomo solo è di essere ancora più solo.

Credo di non avere mai perso un'occasione di essere triste.

Disprezzo il cristiano perché è capace di amare i suoi simili da vicino. A me, per riscoprire l'uomo ci vorrebbe il Sahara.

Al giudizio finale verranno pesate soltanto le lacrime.

Il limite di ogni dolore è un dolore più grande.

Credere nella filosofia è segno di buona salute. Non lo è, invece, mettersi a pensare.

Un filosofo sfugge alla mediocrità solo grazie allo scetticismo o alla mistica – le due forme della disperazione di fronte alla conoscenza. La mistica è un'evasione dalla conoscenza, lo scetticismo una conoscenza priva di speranza. Due modi di dire che il mondo non è una soluzione.

Senza Dio tutto è notte, e con lui la luce stessa diventa inutile. 

L'unico argomento contro l'immortalità è la noia. Del resto, è di lì che provengono tutte le nostre negazioni.

Un giorno il mondo, questa vecchia baracca, finirà per sprofondare. In che modo nessuno lo sa, e del resto non ha alcuna importanza. Se infatti tutto manca di sostanza, e la vita è soltanto una piroetta nel vuoto, né l'inizio né la fine provano nulla.

Il crepuscolo dei pensieri
Le crépuscule des pensées, 1940 - Selezione Aforismario

Un simposio che riunisse Platone e i Romantici tedeschi direbbe quasi tutto sull’amore. Ma l’essenziale – dovrebbe aggiungerlo il Diavolo.

La teologia ha conservato per Dio solo il rispetto della maiuscola.

Ciò che non è colpito dalla malattia è volgare, e ciò che non emana la morte è privo di segreto.

La vita non merita di essere vissuta che per le delizie che fioriscono sulle sue rovine.

Sillogismi dell'amarezza
Syllogismes de l'amertume, 1952 - Selezione Aforismario

Vago attraverso i giorni come una puttana in un mondo senza marciapiedi.

Fallire la propria vita significa accedere alla poesia – senza il supporto del talento.

È facile essere "profondi": basta lasciarsi sommergere dalle proprie tare.

Obiezione contro la scienza: questo mondo non merita di essere conosciuto.

Nella ricerca del tormento, nell'accanimento alla sofferenza, solo il geloso può competere con il martire. Eppure, si canonizza l'uno e si ridicolizza l'altro. 

La carne è incompatibile con la carità: l'orgasmo trasformerebbe un santo in lupo. 

Ogni occidentale tormentato fa pensare ad un eroe dostoevskiano con un conto in banca. 

Annoiarsi è masticare tempo.

Vivo solo perché è in mio potere morire quando meglio mi sembrerà: senza l'idea del suicidio, mi sarei ucciso subito

Quando la feccia sposa un mito, preparatevi a un massacro o, peggio ancora, a una nuova religione. 

Senza Dio tutto è nulla. E Dio? Nulla supremo.

Come si conviene, ho passato in rassegna tutti gli argomenti in favore di Dio: la sua non esistenza mi è sembrata uscirne intatta. Egli possiede la genialità di farsi infirmare da tutta la sua opera; i suoi difensori lo rendono odioso, i suoi adoratori sospetto. Chi teme di amarlo non ha che da aprire san Tommaso…

Ho tolto di mezzo Dio per bisogno di raccoglimento, mi sono sbarazzato di un ultimo seccatore.

Qualsiasi fede rende insolenti: acquisita di recente, inasprisce gli istinti peggiori.

Soltanto uno spirito incrinato può avere aperture sull'aldilà.

Siete riusciti nella vita? − Non saprete mai che cos'è l'orgoglio.

L'inconveniente di essere nati
De l'inconvénient d'être né, 1973 - Selezione Aforismario

Alberi massacrati. Sorgono case. Facce, facce dappertutto. L'uomo si estende. L'uomo è il cancro della terra.

Mi piacerebbe essere libero, perdutamente libero. Libero come un nato morto.

Non faccio niente, d'accordo. Ma vedo passare le ore − e questo è meglio che cercare di riempirle.

Osiamo esplodere! Qualunque malessere è più sano di quello provocato da una rabbia accumulata.

Aver commesso tutti i crimini, tranne quello di essere padre.

Quello che so a sessant'anni lo sapevo altrettanto bene a venti. Quarant'anni di un lungo, superfluo lavoro di verifica...

Se la morte avesse solo lati negativi, morire sarebbe un atto impraticabile.

Non vale la pena uccidersi, dato che ci si uccide sempre troppo tardi.

Ha convinzioni solo chi non ha approfondito niente.

I peggiori misfatti vengono commessi per entusiasmo, stato morboso responsabile di quasi tutte le sventure, pubbliche e private.

Vivere è perdere terreno.

Una sola cosa conta: imparare a essere perdenti.

Ognuno espia il suo primo istante.

L'uomo è partito con il piede sbagliato. La disavventura in Paradiso ne fu il primo effetto. Il resto doveva venire di conseguenza. 

È chiaro come il sole che Dio era una soluzione e che non ne troveremo mai una altrettanto soddisfacente.

"Tutto è pieno di dèi" diceva Talete all'alba della filosofia; all'altro capo, a quel crepuscolo cui siamo giunti, possiamo affermare, non solo per bisogno di simmetria, ma anche per rispetto dell'evidenza, che "tutto è vuoto di dèi".

Non posseggo la fede, per mia fortuna. Se l'avessi, vivrei nella paura costante di perderla. Quindi, lungi dall'aiutarmi, essa mi nuocerebbe soltanto.

Se il disgusto del mondo bastasse a conferire la santità, non vedo come potrei evitare la canonizzazione.

Squartamento
Écartèlement, 1979 - Selezione Aforismario

La morte è uno stato di perfezione, il solo alla portata di un mortale.

Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.

Non mi manca l'aria, no, ma non so che farne, non vedo perché respirare.

La vera eleganza morale consiste nell'arte di travestire le proprie vittorie da sconfitte.

La conversazione è feconda soltanto fra spiriti dediti a consolidare le loro perplessità.

Fra uno schiaffo e un'indelicatezza si sopporta meglio lo schiaffo.

Non ho mai potuto sapere che cosa vuol dire essere, salvo qualche volta in momenti eminentemente non filosofici.

La morte, che disonore! Diventare di colpo oggetto...

Chi dice saggezza non dice mai saggezza cristiana, perché ciò non è mai esistito né esisterà mai. Duemila anni inutili. Tutta una religione condannata prima di nascere.

Fondare una famiglia. Credo che mi sarebbe stato più facile fondare un impero.

Si è e si resta schiavi finché non si è guariti dalla mania di sperare.

La timidezza, fonte inesauribile di disgrazie nella vita pratica, è la causa diretta, anzi unica, di ogni ricchezza interiore. 

La vecchiaia, in definitiva, non è che la punizione di essere vissuti.

La morte è ciò che fino a ora la vita ha inventato di più solido.
Foto di Emil Cioran
Siete riusciti nella vita? Non saprete mai che cos'è l'orgoglio. (Emil Cioran)

Confessioni e anatemi
Aveux et anathèmes, 1987 - Selezione Aforismario

A nessuna sorte avrei potuto adattarmi. Ero fatto per esistere prima della mia nascita e dopo la mia morte, ma non durante la mia esistenza.

La missione di ciascuno è di portare a buon fine la menzogna che incarna, di giungere a non essere altro che un'illusione esaurita.

L'orgasmo è un parossismo; la disperazione anche. L'uno dura un istante; l'altra una vita. 

Non aver realizzato nulla e morire sfiniti.

Quale incitamento all'ilarità sentire la parola scopo seguendo un corteo funebre!

Il fatto che la vita non abbia alcun senso è una ragione di vivere − la sola, del resto.

Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.

Finché ci sarà ancora un solo dio in piedi, il compito dell'uomo non sarà finito.

Ci importa solamente ciò che non abbiamo realizzato, ciò che non potevamo realizzare, sicché di una vita non resta altro che quello che non è stata.

Essere o non essere... Né l'uno né l'altro.

Ciò che so demolisce ciò che voglio.

L'uomo sta per scomparire, fino a oggi era mio fermo convincimento. Frattanto ho cambiato parere: deve scomparire.

Quaderni
Cahiers 1957-1972 (postumo, 1997) - Selezione Aforismario

Non è parlando degli altri, ma guardando in se stessi che si può incontrare la Verità. Ogni cammino che non conduca alla solitudine o non inizi da essa è deviazione, errore, perdita di tempo.

Per paura di essere uno qualsiasi, ho finito col non essere niente.

La sua mancanza di talento rasentava il genio...

Se tutto continua, il motivo è che gli uomini non hanno il coraggio di disperare.

L'unica cosa a cui ho mirato quaggiù è stata di rendermi indifferente sia alla vita sia alla morte. Non ci sono riuscito. 

C'è un solo modo per possedere tutto: non desiderare niente.

Finché si è scontenti di sé non tutto è perduto.

Chi ha il gusto del dubbio ha il gusto della tortura. Nello scetticismo c'è innegabilmente una componente masochistica.

Saper dosare la banalità e il paradosso: è tutta qui l'arte del frammento.

Non è la morte, è la malattia quello che temo, l'immensa umiliazione legata al fatto di languire nei paraggi della morte.

Ogni essere emerge da non si sa dove, lancia il suo piccolo grido e scompare senza lasciare traccia.

Quando non abbiamo uno scopo verso cui convergano tutte le nostre azioni, amiamo solo il pensiero discontinuo, spezzato, immagine della nostra vita andata in frantumi.

Appartengo a coloro che, fra il sistema e il caos, propenderanno sempre per il caos.

"...e gli ultimi saranno i primi". Promessa che basterebbe da sola a spiegare la fortuna del cristianesimo.

Un dio comincia a diventare falso nel momento in cui nessuno si degna di farsi ammazzare per lui.

Ci si accalca solo intorno ai venditori di illusioni, in filosofia come in ogni altra cosa. Intorno a chi non si abbassa a proporre si fa sempre il vuoto.

La rassegnazione è il fenomeno più raro nell'uomo, per natura incline ad aspettarsi il peggio piuttosto che ad accettare il male così com'è, il male naturale e mediocre, il male di sempre.

Più gli uomini si allontanano da Dio, più progrediscono nella conoscenza delle religioni.

Arriva il momento in cui, dopo aver perduto le illusioni sugli altri, si perdono quelle su se stessi.

La gioia non ha argomenti; la tristezza ne possiede innumerevoli. Ed è questo che la rende così terribile e ci impedisce di guarirne.

Solo le filosofie e le religioni che adulano l'uomo hanno successo. Il cristianesimo ha dominato per secoli non in virtù del peccato originale, né dell'inferno, ma perché il figlio di Dio si è degnato di incarnarsi.

Una forma invidiabile di gloria, forse tra le più belle: legare il proprio nome al crollo di una religione.

È falso dire che non possiamo vivere senza dèi. Tanto per cominciare li riduciamo a simulacri, e poi l'uomo sopporta tutto e a tutto si abitua. Non è abbastanza nobile per morire di delusione.

Il desiderio somiglia a una malattia dalla quale non si vorrebbe guarire.

La letteratura, la filosofia, la religione, tutto dà troppa importanza all'uomo. 

Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che cercano il senso della vita senza trovarlo e quelli che l'hanno trovato senza cercarlo.

La lettura – il più grande piacere passivo.

L'origine di tutte le nostre schiavitù sta negli affetti. Più si vuole essere liberi, meno ci si lega agli esseri e alle cose. Ma una volta legati, svincolarsi è una tragedia.

Tranne poche eccezioni, le persone che hanno molto sofferto finiscono col diventare arroganti, non umili. Vi gettano in faccia le loro disgrazie, e non hanno tregua finché non soffrite quanto loro.

Tutti sono condannati, eppure tutti vanno avanti. In questo paradosso sta tutta la bellezza, tutta la giustificazione del mondo.

L'idea di Dio ha un solo senso: inventare qualcuno con cui parlare quando non si ha più nessuno a cui rivolgersi.

Il cristianesimo è irrimediabilmente perduto se di qui alla fine del secolo non sarà oggetto di terribili persecuzioni. La Chiesa dovrebbe lavorare in segreto per l'avvento al potere degli atei, gli unici che potrebbero ancora salvarlo. 

Lo verifico ogni giorno: si può aver pietà degli uomini, ma amarli è impossibile. È qui, su questo punto cruciale, che il cristianesimo sbaglia.

Si può concepire un Dio arbitrario, vendicativo, capriccioso come Yahweh o Zeus, ma non un Dio padre, buono, sollecito come ha fama di essere quello dei cristiani. Se c'è un miracolo, è che questa figura ideale di Padre − mai giustificata dalla realtà, in nessun momento − si sia potuta giustificare per duemila anni. Il "teismo" è veramente un modello di sistema delirante.

Tutto il segreto della vita sta nel votarsi alle illusioni senza sapere che sono tali. Non appena le si conosce per quello che sono, l'incanto è rotto.

Per credere bisogna essere tutti d'un pezzo, bisogna anche amare la stabilità, giacché Dio in primo luogo è questo. E poi bisogna poter scrivere verità con la maiuscola, che è quello a cui non mi rassegnerò mai. 

Non so più cosa farmene di Dio (ammesso che l'abbia mai saputo).

Quando si è soli, anche se non si fa niente, non si ha l'impressione di perdere tempo. In compagnia, invece, lo si sciupa quasi sempre.

Tutta la nostra felicità deriva dagli affetti, e tutta la nostra infelicità pure. La Salvezza e la Perdizione vengono dagli esseri umani. Il distacco è auspicabile, e impossibile.

Taccuino di Talamanca
Cahier de Talamanca, 1966 (postumo, 2000) - Selezione Aforismario

Ogni inizio di idea coincide con una sofferenza, preferibilmente segreta.

Se potessimo provare una segreta voluttà tutte le volte che veniamo completamente ignorati, avremmo la chiave della felicità.

Che questa infima durata assegnatici si svolga e si esaurisca, e che poi non se ne parli più.

La "dolcezza del vivere" è scomparsa con l'avvento del rumore. Il mondo sarebbe dovuto finire cinquant'anni fa; o, meglio ancora, cinquanta secoli fa.

Avere genio significa riuscire a digerire le influenze fino a farne perdere le tracce.

Era davvero di ottima compagnia: non aveva convinzioni.

Libro di Cioran consigliato da Aforismario
Libro di Emil Cioran
Quaderni 1957-1972 
Traduzione: Tea Turolla 
Editore: Adelphi, 2001

Alla morte di Cioran, fra i suoi manoscritti furono trovati trentaquattro quaderni dalle copertine identiche. Erano, come si scoprì, i testi a cui per quindici anni, dal 1957 al 1972, egli aveva consegnato la parte più intima e segreta di sé, senza mediazioni di alcun genere. Ma non si tratta di un diario che registra giorno per giorno avvenimenti e pensieri. Sono piuttosto appunti dove si accumulano le annotazioni più varie: brevi, tumultuose riflessioni, sentenze fulminanti, osservazioni su letture, impressioni musicali, ritratti di amici e di nemici, rapide fughe da Parigi, aneddoti, considerazioni sulla storia e sul corso dei tempi, ossessioni, capricci. E la prima reazione che si imporrà al lettore sarà di sbalordimento: quante, incalcolabili cose, e con quanta asciuttezza e rapidità, in ogni ambito, Cioran sapeva capire e farci capire...

Note
Leggi anche gli aforismi e le citazioni di: Samuel BeckettAlbert CaracoEugène Ionesco