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Le più belle frasi di Saˁdi di Shirāz

Selezione di aforismi, frasi e citazioni di Saˁdi di Shirāz, anche noto come Shirāzi, nome completo: Abu Muhammad Muslih ibn ˁAbd Allāh (1184-1291), poeta e mistico persiano. Le seguenti citazioni sono tratte da una delle opere più note di Shirāzi: Il roseto (Golestân, ca. 1258).
Se il tuffatore pensasse sempre allo squalo,
non metterebbe mai le mani sulla perla. (Sa'di Shirāzi)
Il roseto
Golestân, ca. 1258 - Selezione Aforismario

Se il tuffatore pensasse sempre allo squalo, non metterebbe mai le mani sulla perla. 

A colui che confida in Dio, Dio basta.

Andrei a cogliere le rose del giardino, ma il profumo del roseto mi ha inebriato.

Capacità naturale senza insegnamento è pur cosa misera, e l'insegnare a chi non è capace, è opera perduta.

Chi impara una scienza e non la mette in pratica, somiglia a chi guida i bovi sotto l'aratro e non va seminando.

Chi lotta coi grandi, versa il proprio sangue.

Chiedi la verità soltanto ai tuoi nemici.

Da chi hai tu imparato l'educazione?" fu domandato un giorno a Lokman [1]. Ed egli rispose: "Dagli ineducati. Io mi son sempre astenuto dal fare ciò che da parte loro dispiaceva agli occhi miei."

Discepolo svogliato è un amante senza denaro. Viaggiatore inesperto è un uccello senz'ali. Sapiente inoperoso è un albero che non fa frutti. Religioso ignorante è un palagio senza porta.

Due sono gli aspetti del servire un re: la speranza del pane e il timore per la vita. Ora, è cosa contraria al parere dei saggi per la speranza di quello cadere nel timore per questa.

Due tali son morti, e altro che affanno non hanno provato in tutta la vita: chi era ricco, e non godette; chi molto seppe e nulla fece.

È due volte ingrato colui il cui insuccesso rende superflua l'ingratitudine.

Finché certa briga si può accomodar con l'oro, non bisogna affannarsi. Gli Arabi sogliono dire: "La spada è l'ultima delle ragioni".

Fu domandato, un giorno, al sant'uomo che fu guida spirituale alle persone pie (che Iddio gli abbia misericordia!) Muhammed ibn Muhammed al Ghazzali,: "Come sei tu giunto a così alto grado nelle scienze?" Rispose: "In questo modo, ch'io non ebbi mai onta né vergogna di domandare agli altri ciò che io non sapevo".

Gli Arabi sogliono dire: "Sii generoso, ma non rimproverare ad alcuno la tua generosità, perché certamente ne riverrà a te il frutto!" che vuol dire: Sii liberale e fa' dei doni, e non muoverne rimprovero ad alcuno, perché il frutto del tuo donare si ritornerà a te.

Il denaro dell'avaro esce di sottoterra in quell'ora soltanto in cui l'avaro va sottoterra.

Il sapiente è come il desco del droghiere che tace e pur fa conoscere il proprio valore, e l'ignorante è come il tamburo che ha una gran voce, ma dentro è vuoto e non manda che inutile fracasso.

Integro sii, fratello, e di nessuno alcun timore avrai, ché solo le vesti lorde battono sulla pietra i lavandai.

L'essere singolarmente faceti, è il pregio dei cortigiani, ma è la vergogna dei sapienti.

L'intento d'un nemico debole che ti si sottometta e ti dimostri amicizia, non è altro se non quello di fartisi più fortemente nemico. Ora, è stato detto che non c'è da fidarsi nell'amicizia degli amici! Che mai, adunque, può toccarci dalle carezze dei nemici?

La sicurezza sta nella solitudine.

La vita è neve al sol di luglio, e l'illusione tua breve.

Mai non restano fermi oro o argento in mano ai generosi, non l'acqua in un crivello, non pazienza in core agli amorosi.

Massimo fra i ricchi è colui che divide il dolore dei poveri, e massimo fra costoro quegli che non tira la manica ai ricchi.

Menzogna che procaccia il bene, migliore di verità che suscita malanni.

Non aver pietà della sconfitta d'un nemico, perché, quand'egli avrà vittoria su di te, non avrà di te pietà nessuna.

Non è azione di persone savie il venir a pugni con un leone e stender la mano al filo d'una lama.

Non lamentare la contraria sorte e la tua disgrazia, pur se essa duri fino alla morte.

Non stimarti mai sicuro da chiunque abbi tu offeso, anche d'un solo affronto, nel cuore, nemmeno se gli farai cento favori, dopo quell'unica offesa. Una freccia può uscire da una ferita, ma l'offesa rimane sempre confitta nel cuore.

Non ti meravigliare se la parola d'un saggio, nell'assemblea dei villani ignoranti, non ha effetto alcuno, poiché il suono d'un liuto non può vincere il fracasso dei tamburi e la fragranza dell'ambra rimane vinta sempre dal fetore dell'aglio.

Per quanto umiliato sia il tuo nemico, sappi che esso è sempre da temere.

Persona dotta che non mette in pratica il proprio sapere è un'ape che non dà miele.

Prestate ai poveri e domandate prestito ai ricchi, e voi sarete subito abbandonati dagli uni e dagli altri.

Prima di entrare, preparati l'uscita.

Quando un nemico è frustrato in ogni arte o astuzia sua, ricorre all'amicizia. Allora, come si sarà fatto amico, farà contro di te quanto nessun altro nemico potrebbe fare!

Quelli che veramente son gli amici di Dio altissimo, sono quei ricchi che tengono il costume dei poverelli, e quei poverelli che hanno l'indole dei ricchi. Il maggiore dei ricchi è colui che prende a cuore gli affanni dei poverelli, e il migliore dei poverelli è colui che meno importuna i ricchi.

Quello stolto che accende in giorno chiaro un cero sfavillante, tosto vedrai che non avrà la notte nella lucerna sua olio bastante.

Se un bel tacere dinanzi al savio onora, parlare a tempo e a luogo è cosa bella; stolto è del pari colui che muto è ognora, e chi quando tacer dovrebbe favella.

Servire il principe è come un viaggio di mare, giovevole e pericoloso. O peschi un tesoro, o muori fra lo sbattersi delle onde.

Severità che passa i limiti, apporta irritazione, e bontà intempestiva fa perdere il rispetto. Non mostrarti tanto duro e severo che la gente abbia da stancarsi di te, ma non mostrarti tanto dolce che la gente tenti poi di sopraffarti.

Spegnere il fuoco e lasciar la brace, uccidere la vipera e custodirne i figli, non è impresa da saggi.

Un astrologo, rientrando un giorno in casa, vi scorse là seduto uno sconosciuto e la sua moglie con lui. Si diede a imprecare e a ingiuriare, sì che ne nacque scompiglio e baruffa. Un uom di senno quand'ebbe inteso tutto ciò, disse: "Come saper puoi tu che rechi mai del ciel la volta se nulla sai di ciò che in casa tua avvien talvolta?".

Un re domandò ad un religioso: "Ti viene mai in mente nulla di noi?" "Sì!" rispose,; "ogni qual volta mi dimentico di Dio".

Un sapiente inconsiderato è come un cieco che regge una lampada. Guida gli altri con la lampada, ed egli rimane senza guida.

Una perla, anche se cade in un pantano, è pur sempre cosa preziosa; la polvere, anche se monta al cielo, è pur sempre vile.

Vi sono tre cose che non si sostengono senza altre tre; ciò sono: ricchezza senza traffico, scienza senza indagine, regno senza norma di governo.

Note
1. Lokman: antico sapiente arabo, di epoca antecedente a Maometto