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Frasi e citazioni sulla Shoah e l'Olocausto

Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulla Shoah, sull'Olocausto e sullo sterminio degli Ebrei. Il termine di origine ebraica "Shoah" può essere tradotto con "catastrofe", "disastro", e in effetti non ci sono parole più idonee per definire la terribile (quanto vergognosa) persecuzione degli Ebrei e del loro sterminio avvenuti durante gli anni '30 e '40 del secolo scorso per opera dei nazisti.
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Per il fatto che un Auschwitz è esistito,
nessuno dovrebbe ai nostri giorni parlare di Provvidenza. (Primo Levi)
Chi registra i campi di sterminio come "incidenti sul lavoro" della vittoriosa spedizione della civiltà, il martirio degli ebrei come un episodio irrilevante nel quadro della storia universale, non ricade soltanto al di qua della visione dialettica delle cose, ma perverte il senso della propria politica: che è quello di imporre un alt all'estremo del male.
Theodor Adorno, Minima moralia, 1951

L'idea che, dopo questa guerra, la vita potrà riprendere normalmente o la cultura essere ricostruita come se la ricostruzione della cultura non fosse già la sua negazione - è semplicemente idiota. Milioni di ebrei sono stati assassinati, e questo dovrebbe essere un semplice intermezzo, e non la catastrofe stessa.
Theodor Adorno, Minima moralia, 1951

Hitler ha imposto agli uomini nello stato della loro illibertà un nuovo imperativo categorico: organizzare il loro agire e pensare in modo che Auschwitz non si ripeta, non succeda niente di simile. Questo imperativo è tanto resistente alla sua fondazione quanto una volta la datità di quello kantiano.
Theodor Adorno, Dialettica negativa, 1966

Ciò che l'Olocausto ha identificato come il male più profondo è l'impiego sistematico ed organizzato della violenza contro i membri di un gruppo collettivo stigmatizzato, sia esso definito secondo criteri primordiali o ideologici. Questa rappresentazione non solo ha identificato come male radicale i colpevoli e le loro azioni, ma ha interpretato come male anche i non-attori. Secondo i criteri della moralità post-Olocausto ad ogni individuo è ora richiesto, normativamente, lo sforzo di intervenire contro qualsiasi Olocausto, al di là di ogni considerazione di costi e conseguenze personali. 
Jeffrey Alexander, La costruzione del male, 2006

Nella misura in cui l'Olocausto è giunto a definire la disumanità nel nostro tempo, esso ha dunque svolto una funzione fondamentalmente morale. 
Jeffrey Alexander, La costruzione del male, 2006
  
Non sono i sei milioni di ebrei che mi preoccupano, è che i record sono fatti per essere battuti. 
Woody Allen, in Harry a pezzi, 1997

Chi ha subito il tormento non potrà più ambientarsi nel mondo, l'abominio dell'annullamento non si estingue mai. La fiducia nell'umanità, già incrinata dal primo schiaffo sul viso, demolita poi dalla tortura, non si riacquista più.
Jean Améry, cit. in Primo Levi, I sommersi e i salvati, 1986

L'Olocausto non fu semplicemente un "problema ebraico" e non soltanto un evento della "storia ebraica". "L'Olocausto fu pensato e messo in atto nell'ambito della nostra società razionale moderna, nello stadio avanzato della nostra civiltà e al culmine dello sviluppo culturale umano: ecco perché è un problema di tale società, di tale civiltà e di tale cultura". Per questo motivo l'autoassoluzione della memoria storica che ha luogo nella coscienza della società moderna è più di un'oltraggiosa noncuranza per le vittime del genocidio. E anche il segno di una cecità pericolosa e potenzialmente suicida.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

È vero che l'Olocausto ha avuto luogo quasi mezzo secolo fa. È vero che i suoi esiti immediati stanno rapidamente sprofondando nel passato. La generazione che ne ha avuto esperienza diretta è ormai quasi pressoché scomparsa. Ma - e si tratta di uno spaventoso, sinistro «ma» - le istituzioni, un tempo familiari, che l'Olocausto ha reso di nuovo misteriose, sono ancora parte fondamentale della nostra vita. Esse non sono superate. E dunque non è superata la "possibilità" dell'Olocausto.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

L'ipotesi secondo cui i responsabili dell'Olocausto rappresentano una ferita o una malattia della nostra civiltà e non il suo prodotto terrificante ma coerente sfocia non soltanto nella consolazione morale dell'autoassoluzione, ma anche nella tremenda minaccia dell'inerzia morale e politica. Tutto è avvenuto «fuori di qui», in un altro tempo e in un altro paese.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

La civiltà moderna non è stata la condizione "sufficiente" dell'Olocausto, ma ha rappresentato senza alcun dubbio la sua condizione "necessaria". Senza di essa l'Olocausto sarebbe impensabile.
Zygmunt Bauman, ibidem

Il terrore inespresso che permea il nostro ricordo dell'Olocausto (collegato, e non a caso, al pressante desiderio di non trovarsi faccia a faccia con tale ricordo) è dovuto al tormentoso sospetto che l'Olocausto potrebbe essere più di un'aberrazione, più di una deviazione da un sentiero di progresso altrimenti diritto, più di un'escrescenza cancerosa sul corpo altrimenti sano della società civilizzata; il sospetto, in breve, che l'Olocausto non sia stato un'antitesi della civiltà moderna e di tutto ciò che (secondo quanto ci piace pensare) essa rappresenta. Noi sospettiamo (anche se ci rifiutiamo di ammetterlo) che l'Olocausto possa semplicemente aver rivelato un diverso volto di quella stessa società moderna della quale ammiriamo altre e più familiari sembianze; e che queste due facce aderiscano in perfetta armonia al medesimo corpo. Ciò che forse temiamo maggiormente è che ciascuna delle due non possa esistere senza l'altra, come accade per le due facce di una moneta. 
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

Il successo tecnico-amministrativo dell'Olocausto fu dovuto in parte alla sapiente utilizzazione dei «tranquillanti morali» messi a disposizione dalla tecnologia e dalla burocrazia moderne. Tra essi i più importanti furono la naturale invisibilità delle connessioni causali interne a un sistema di interazione complesso, e la collocazione «a distanza» degli esiti sgradevoli e moralmente ripugnanti dell'azione, fino al punto di renderli invisibili all'attore.
Zygmunt Bauman, ibidem

Non è l'Olocausto ciò che troviamo difficile da comprendere in tutta la sua mostruosità. "E' la civiltà occidentale che l'Olocausto ha reso pressoché incomprensibile.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

Possiamo sospettare che le condizioni che già una volta hanno dato origine all'Olocausto non siano radicalmente cambiate. Se c'era qualcosa, nel nostro ordine sociale, che rese possibile l'Olocausto nel 1941, non possiamo essere sicuri che da allora sia stato eliminato.
Zygmunt Bauman, ibidem

Qualunque cosa sia accaduta nel «corso della storia», non sono scomparsi quei fattori storici che con ogni probabilità contenevano la potenzialità dell'Olocausto, o almeno non possiamo essere sicuri che lo siano. Per quanto ne sappiamo (o, piuttosto, per quanto non ne sappiamo) essi potrebbero ancora essere presenti tra noi, aspettando un'occasione per agire.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

Come ogni altra cosa nella nostra società moderna, l'Olocausto fu un'impresa particolarmente ben riuscita sotto tutti gli aspetti, se valutata in base agli standard che questa società ha esaltato e istituzionalizzato. Esso torreggia accanto ai precedenti episodi di genocidio nello stesso modo in cui gli stabilimenti industriali moderni giganteggiano accanto alle botteghe artigianali
Zygmunt Bauman, ibidem

Dal fatto che l'Olocausto è un fenomeno moderno, non consegue che la modernità coincide con l'Olocausto. L'Olocausto è un prodotto collaterale dell'aspirazione moderna ad un mondo pienamente progettato e controllato, una volta che tale aspirazione sia sfuggita al controllo e si sia sviluppata senza freni.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

Dal punto di vista della società moderna il genocidio non è né un anomalia, né una disfunzione. Esso dimostra ciò di cui è capace la moderna tendenza alla razionalizzazione e all'ingegneria sociale se non viene controllata e mitigata.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto, 1989

Ora Hitler dovrebbe continuare a vivere come ebreo.
Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973

Se tutto diventa credibile, allora nulla è credibile. Insomma, la TV mette tutti in quelle scatole, uno di fianco all'altro. Da una parte c'è il matto da legare che afferma che l'Olocausto non è mai successo, e accanto a lui ci trovi il famoso stimato storico, che invece sa tutto sull'Olocausto, e te li vedi lì seduti fianco a fianco, sembrano proprio uguali. Tutto ciò che dicono sembra credibile, e così andando avanti non c'è più niente di credibile, e smettiamo di ascoltare. 
Eddie Langston (Lewis Black), in L'uomo dell'anno, 2006

Forse, quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare.
Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947 (in Appendice, 1976)

Auschwitz non ha nulla a che vedere con la guerra, non ne è un episodio, non ne è una forma estrema. La guerra è un terribile fatto di sempre: è deprecabile ma è in noi, ha una sua razionalità, la «comprendiamo». Ma nell'odio nazista non c'è razionalità: è un odio che non è in noi, è fuori dell'uomo, è un frutto velenoso nato dal tronco funesto del fascismo, ma è fuori ed oltre il fascismo stesso. Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce, e stare in guardia.
Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947 (in Appendice, 1976)

La Shoah, come in ambito ebraico viene chiamato l'Olocausto, termine a suo modo improprio, fu un evento senza precedenti perché mai era stato deciso a tavolino lo sterminio, l'annientamento di un popolo in quanto tale
Elena Loewenthal, Gli ebrei questi sconosciuti, 1996

"Notte dei cristalli": un nome squisitamente poetico per designare l'inizio di un interminabile eccidio. 
Paolo Maurensig, La variante di Lüneburg, 1993

L'olocausto ha trasformato la teoria razziale in pratica.
George Mosse, Il razzismo in Europa, 1978

L'olocausto non avrebbe potuto essere realizzato senza fare uso della tecnologia moderna, senza un moderno stato centralizzato con i suoi schedari e sistemi di comunicazione e senza la brutalizzazione delle coscienze degli uomini provocata dalle esperienze della prima guerra mondiale.
George Mosse, Il razzismo in Europa, 1978

Pur non tenendo conto degli innumerevoli orrori commessi quotidianamente prima e dopo il breve periodo che va dall'avvento del nazismo alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, ciò che è accaduto su scala mondiale in quegli anni è sufficiente, da solo, a macchiare in maniera indelebile l’umanità, rendendola disprezzabile e inaffidabile agli occhi di chiunque conservi ancora un po’ di senso della decenza.
Giovanni Soriano, Malomondo, 2013

Se con l'Olocausto Dio ha scelto di interrogare l'uomo, spetta a questi rispondere con una ricerca che ha Dio per oggetto.
Elie Wiesel, Al sorgere delle stelle, 1970

Note
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