Aforismi, frasi e citazioni sulla Peste
Raccolta di aforismi, frasi e citazioni sulla peste, malattia infettiva e contagiosa ad alta mortalità di origine batterica, causata dal bacillo Yersinia pestis e trasmessa agli esseri umani dagli animali, in particolare dalla pulce dei ratti Il termine "peste" deriva dal latino pestis, "distruzione, rovina, epidemia", e nel medioevo era utilizzato per indicare vari fenomeni epidemici caratterizzati da alta mortalità, come il colera, il morbillo o il vaiolo. Nel XVI secolo fu coniata l'espressione "peste nera" perché sulla pelle delle persone infette comparivano delle macchie scure di origine emorragica.
"Spesso la peste viene identificata come una malattia del passato poiché nei secoli è stata responsabile di grandi epidemie, che talvolta hanno raggiunto le dimensioni della pandemia, causando oltre 50 milioni di morti complessivi. Tuttavia, il batterio non è stato ancora debellato e rimane una minaccia con cui molte popolazioni del mondo, e in particolare quelle residenti in Africa, devono fare i conti". [Wikipedia].
Il termine "peste" è usato anche in senso figurato per indicare qualcosa di molto dannoso o un male, che tende a diffondersi e che è difficile estirpare.
Su Aforismario trovi altre raccolte di citazioni correlate a questa sull'epidemia, i batteri, i virus e il contagio. [I link sono in fondo alla pagina].
Ma che vuol dire la peste? È la vita, ecco tutto. (Albert Camus) |
Nacquero diverse paure e immaginazioni in quegli che rimanevano vivi, e tutti quasi a un fine tiravano assai crudele, ciò era di schifare e di fuggire gl’infermi e le lor cose; e così facendo, si credeva ciascuno medesimo salute acquistare.
Giovanni Boccaccio, Decameron, XIV sec.
Lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata ne’ petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano.
Giovanni Boccaccio, Decameron, XIV sec.
Se volete impegnarvi, fatelo contro la peste ovunque si trovi e io vi approverò. Altrimenti, farisei, sgombrate il campo!
Georges Brassens, Le strade che non portano a Roma, 2008 (postumo)
La peste. La parola non conteneva soltanto quello che la scienza ci voleva mettere, ma anche una lunga serie d'immagini straordinarie.
Albert Camus, La peste,1947
Se oggi la peste vi guarda, vuol dire che il momento di riflettere è venuto. I giusti non possono temere, ma i malvagi hanno ragione di tremare. Nell'immenso granaio dell'universo il flagello implacabile batterà la messe umana sino a che la paglia sia divisa dal grano. Ci sarà più paglia che grano, ci saranno più chiamati che eletti e la sventura non è stata voluta da Dio. Troppo a lungo il mondo è venuto a patti col male, troppo a lungo si è riposato sulla misericordia divina. Bastava il pentimento, tutto era permesso. E per il pentimento, ciascuno si sentiva forte. Venuto il momento, lo si proverebbe sicuramente. Di qui, la cosa più facile era lasciarsi andare, la misericordia divina avrebbe fatto il resto. Ebbene, questo non poteva durare! Dio, che per tanto tempo ha chinato sugli uomini di questa città il suo volto di pietà, stanco di aspettare, deluso nella sua eterna speranza, ora ne ha distolto lo sguardo. Privi della luce di Dio, eccoci per molto tempo nelle tenebre della peste!
Albert Camus, La peste,1947
Non vi è isola nella peste.
Albert Camus, ibidem
I flagelli, invero, sono una cosa comune, ma si crede difficilmente ai flagelli quando ti piombano sulla testa. Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre; e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati.
Albert Camus, La peste,1947
La peste aveva tolto a tutti la facoltà dell'amore e anche dell'amicizia; l'amore, infatti, richiede un po' di futuro, e per noi non c'erano più che attimi.
Albert Camus, ibidem
Il sole della peste stingeva tutti i colori e fugava ogni gioia.
Albert Camus, ibidem
I nostri concittadini non erano più colpevoli d'altri, dimenticavano di essere modesti, ecco tutto, e pensavano che tutto era ancora possibile per loro, il che supponeva impossibili i flagelli. Continuavano a concludere affari e a preparare viaggi, avevano delle opinioni. Come avrebbero pensato ala peste, che sopprime il futuro, i mutamenti di luogo e le discussioni? Essi si credevano liberi, e nessuno sarà mai libero sino a tanto che ci saranno i flagelli.
Albert Camus, La peste,1947
Persino il commercio era morto di peste.
Albert Camus, ibidem
Molti speravano sempre che l'epidemia si sarebbe fermata e che loro, con la famiglia, sarebbero stati risparmiati. Di conseguenza, non si sentivano ancora obbligati a nulla. Per essi la peste non era che una spiacevole visitatrice, che doveva andarsene un giorno, com'era venuta. Spaventati, ma non disperati, non era ancor giunto il momento in cui la peste gli sarebbe apparsa come la forma stessa della loro vita e in cui avrebbero dimenticato l'esistenza che avevano potuto condurre prima del morbo.
Albert Camus, La peste,1947
Persone che vivono nell'idea che la peste può, da un giorno all'altro, mettergli la mano sulla spalla e che forse si prepara a farlo nel momento in cui ci si rallegra di essere ancora sani e salvi.
Albert Camus, ibidem
La peste è la rovina del turismo.
Albert Camus, ibidem
Ciascuno la porta in sé, la peste, e nessuno, no, nessuno al mondo ne è immune.
Albert Camus, ibidem
Quello che è vero dei mali di questo mondo è vero anche della peste. Può servire a maturar qualcuno. Ciononostante, quando si vedono la miseria e il dolore che porta, bisogna essere pazzi, ciechi o vili per rassegnarsi alla peste.
Albert Camus, La peste,1947
La peste porta un suo beneficio, apre gli occhi, costringe a pensare!
Albert Camus, ibidem
Non bisogna tentare di spiegarsi lo spettacolo della peste, ma cercar d'imparare quello che si può impararne.
Albert Camus, ibidem
Con tutti noi che non siamo ancora morti di peste, sente che la sua libertà e la sua vita sono, tutti i giorni, alla vigilia di essere distrutte.
Albert Camus, ibidem
La peste aveva ricoperto ogni cosa: non vi erano più destini individuali, ma una storia collettiva, la peste, e dei sentimenti condivisi da tutti. Il più forte era quello della separazione e dell'esilio, con tutto quanto comportava di paura e di rivolta.
Albert Camus, La peste,1947
Se fosse stato un terremoto! Una buona scossa e non se ne parla più... Si contano i morti, i vivi, e il gioco è fatto. Ma questa porcheria di peste! Anche quelli che non l'hanno la portano nel cuore.
Albert Camus, ibidem
Quanto l'uomo poteva guadagnare, al gioco della peste e della vita, era la conoscenza e la memoria.
Albert Camus, ibidem
Ma che vuol dire la peste? È la vita, ecco tutto.
[Qu’est-ce que ça veut dire, la peste? C’est la vie, et voilà tout].
Albert Camus, ibidem
Ciò che è vero per i mali di questo mondo è vero anche per la peste: può servire a nobilitare qualcuno.
[Ce qui est vrai des maux de ce monde est vrai aussi pour la peste. Cela peut servir à grandir quelques-uns].
Albert Camus, ibidem
Lui sapeva quello che ignorava la folla, e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della peste non muore né scompare mai, che può restare per decine di anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe giorno in cui, per sventura e insegnamento agli uomini, la peste avrebbe svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città felice.
Albert Camus, La peste,1947
Ciò che è vero per i mali di questo mondo è vero anche per la peste: può servire a nobilitare qualcuno. (Albert Camus - Immagine: A Plague Tale: Innocence) |
Diceva a Jean Guitton Albert Camus: «È uno che non ha mai ucciso una mosca». Rispondeva Guitton: «La mosca che lui non ha ucciso, altrove ha portato la peste». Bisognava dire pulce, invece di mosca, ma la verità morale resta.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979
Dalla gelosia, secondo La Rochefoucauld, vengono la cancrena, la rabbia e la peste. Le epidemie di peste in effetti sono cessate da quando abbiamo imparato ad essere più tolleranti.
Guido Ceronetti, ibidem
Vi sono difetti che preservano da alcuni vizi più gravi, così come, in tempo di peste, i malati di febbre quartana si salvano dal contagio.
Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795 (postumo)
Peste, paura della "morte fisica". Per la peste vigeva la legge del "tutto o nulla": se non la si evitava, si moriva. Ma si poteva morire anche di angoscia o di paura, come certificava nel 1348 un anonimo cronista spettatore della "peste nera", annoverando tra le cause di morte lo «sbigottimento delle genti».
Giorgio Cosmacini, su la Repubblica, 2009
Lo zelo che tutti mostravano nell'accorrervi, l’ardore e la devozione che mettevano nell'ascoltare le parole dei sacerdoti, rendeva evidente come agli uomini l’adorazione di Dio importi soltanto quando credono di essere alla vigilia di morire.
Daniel Defoe, Diario dell’anno della peste, 1722
L'umanità non è che quella sottile striscia di terra che si stende tra un'ondata e l'altra della peste – emergendo allo scoperto soltanto quando la marea si ritira, prima di risalire e sommergerci di nuovo.
Roberto Esposito, La peste endemica nella storia umana, su la Repubblica, 2013
La peste è destino, ma anche, se misurata sul metro dell'etica, colpa di un uomo che, facendo parte della natura, ne condivide il carattere malvagio o, almeno, insensato.
Roberto Esposito, ibidem
La peste è la metafora del male. Del male che viene da fuori, o dall'alto, come le frecce scagliate da Apollo sui Greci in partenza per Troia. Ma anche, e soprattutto, del male che nasce, e cresce, dentro di noi. All'interno del mondo e dal mondo. Radicato in quella natura che insieme ci avvolge e ci costituisce come esseri finiti, fragili, esposti al vento gelido della morte.
Roberto Esposito, ibidem
Si parla della peste con paure e tremiti, eppure di distruttori come Alessandro e Napoleone non si parla che con entusiastica deferenza.
Kahlil Gibran, Massime spirituali, 1962 (postumo)
Ed ecco apparve ai miei occhi un cavallo livido, chi lo cavalca era chiamato Peste e Ade lo seguiva.
Giovanni, Apocalisse, I sec.
La paura è più contagiosa della peste e si comunica in un baleno.
Nikolaj Gogol', Le anime morte, 1842
Vittime della stessa pestilenza del ventesimo secolo. Non la Morte Nera, questa volta, ma la Vita Grigia.
Aldous Huxley [1]
Quando la terra trema per l'eruzione di un vulcano o quando la peste invade il paese, con quanta rapidità e profondità anche l'uomo più zotico, anche l'uomo più ignorante comprende l'incertezza di tutto! Ma quando la cosa è passata, ecco che non si riesce più a metterla in connessione con sé stesso, mentre invece proprio allora dovrebbe approfittare per farlo.
Søren Kierkegaard, Postilla conclusiva non scientifica alle briciole filosofiche, 1846
Il significato del colera è per addestrare gli uomini a essere Singoli, ciò che non ottiene nessuna guerra o altra calamità le quali piuttosto li ammassano. Ma la peste li disperde in Singoli, insegna loro − corporalmente − che son Singoli.
Søren Kierkegaard, Diario, 1834/55 (postumo 1909/49)
Quando non sono terremoti, eruzioni di vulcani, la peste, la guerra, ecc., a insegnare agli uomini l'incertezza del tutto, dovrebbero i sermoni dei pastori ricordarlo per la vita quotidiana.
Søren Kierkegaard, ibidem
L’egoismo è sempre stata la peste della società, e quanto è stato maggiore, tanto peggiore è stata la condizione della società.
Giacomo Leopardi, Zibaldone, 1817/32 (postumo 1898/1900)
Fra i tanti e schifosi effetti di quella peste, il più schifoso era la matta furia, la voluttà golosa della delazione. Appena toccato dal morbo, ognuno diventava la spia del padre e della madre, dei fratelli, dei figli, dello sposo, dell'amante, dei congiunti e degli amici più cari; ma non mai di se medesimo. Uno tra i caratteri più sorprendenti e ributtanti di quella straordinaria peste, era infatti quello di trasformare la coscienza umana in un orrido e fetido bubbone.
Curzio Malaparte, La pelle, 1949
Non mi piace vedere fino a che punto l'uomo possa avvilirsi, per vivere. Preferivo la guerra, alla 'peste'.
Curzio Malaparte, ibidem
Era, quella, una peste profondamente diversa, ma non meno orribile, dalle epidemie che nel medioevo devastavano di quando in quando l'Europa. Lo straordinario carattere di tal nuovissimo morbo era questo, che non corrompeva il corpo, ma l'anima. Le membra rimanevano in apparenza intatte, ma dentro l'involucro della carne sana l'anima si guastava, si disfaceva, Era una specie di peste morale, contro la quale non pareva vi fosse difesa alcuna.
Curzio Malaparte, La pelle, 1949
Anche nel pubblico, quella caparbietà di negar la peste andava naturalmente cedendo e perdendosi, di mano in mano che il morbo si diffondeva, e si diffondeva per via del contatto e della pratica; e tanto più quando, dopo esser qualche tempo rimasto solamente tra' poveri, cominciò a toccar persone più conosciute.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1827/42
La peste fu più creduta: ma del resto andava acquistandosi fede da sé, ogni giorno più.
Alessandro Manzoni, ibidem
In principio dunque, non peste, assolutamente no, per nessun conto: proibito anche di proferire il vocabolo. Poi, febbri pestilenziali: l'idea s'ammette per isbieco in un aggettivo. Poi, non vera peste, vale a dire peste sì, ma in un certo senso; non peste proprio, ma una cosa alla quale non si sa trovare un altro nome. Finalmente, peste senza dubbio, e senza contrasto: ma già ci s'è attaccata un'altra idea, l'idea del venefizio e del malefizio, la quale altera e confonde l'idea espressa dalla parola che non si può più mandare indietro.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1827/42
Coloro i quali avevano impugnato così risolutamente, e così a lungo, che ci fosse vicino a loro, tra loro, un germe di male, che poteva, per mezzi naturali, propagarsi e fare una strage; non potendo ormai negare il propagamento di esso, e non volendo attribuirlo a que' mezzi (che sarebbe stato confessare a un tempo un grand'inganno e una gran colpa), erano tanto più disposti a trovarci qualche altra causa, a menar buona qualunque ne venisse messa in campo. Per disgrazia, ce n'era una in pronto nelle idee e nelle tradizioni comuni allora, non qui soltanto, ma in ogni parte d'Europa: arti venefiche, operazioni diaboliche, gente congiurata a sparger la peste, per mezzo di veleni contagiosi, di malìe.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1827/42
Della peste si può guarire; ma agli anni non c'è rimedio: e, come dice, senectus ipsa est morbus. [2]
Alessandro Manzoni, ibidem
I pochi guariti dalla peste erano, in mezzo al resto della popolazione, veramente come una classe privilegiata. Una gran parte dell'altra gente languiva o moriva; e quelli ch'erano stati fin allora illesi dal morbo, ne vivevano in continuo timore; andavan riservati, guardinghi, con passi misurati, con visi sospettosi, con fretta ed esitazione insieme: ché tutto poteva esser contro di loro arme di ferita mortale.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, 1827/42
È stata un gran flagello questa peste; ma è anche stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più.
Alessandro Manzoni, ibidem
La peste dell'uomo è la presunzione di sapere.
Michel de Montaigne, Saggi, 1580/95
A chi di peste ha da morir, non giova mutar paese, e cercar aria nuova.
Cristoforo Poggiali, Proverbi, motti e sentenze, XIX sec.
D'onde è la peste, fuggi, e torna tardi, con pregar sempre Dio, che te ne guardi.
Cristoforo Poggiali, ibidem
Dei corpi fa la peste orrido scempio; dell'alme il fa maggiore, il mal esempio.
Cristoforo Poggiali, ibidem
I terremoti, le inondazioni, le carestie, le pestilenze sono applicazioni di cieche leggi della natura: cieche, perché la natura materiale non ha intelligenza né libertà.
Angelo Giuseppe Roncalli (papa Giovanni XXIII) (fonte sconosciuta - segnalala ad Aforismario)
Per mille anni nessuno ha messo in dubbio che la Peste fosse stata inviata sulla terra da Dio in persona, per punire i nostri peccati.
Fred Vargas, Parti in fretta e non tornare, 2001
La carestia, la peste e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo mondo.
Voltaire, Dizionario filosofico, 1764
Guardati dalla peste, dalla guerra e dai musi che guardano per terra.
Proverbio
Guerra, peste e carestia vanno sempre in compagnia.
Proverbio
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