Frasi spirituali di Edith Stein
Selezione di frasi e citazioni di Edith Stein, conosciuta anche col suo nome religioso di Teresa Benedetta della Croce (Breslavia, 1891 - Auschwitz, 1942), monaca cristiana, filosofa e mistica tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, vittima della Shoah.
Di origine ebraica, Edith Stein si convertì al cattolicesimo dopo un periodo di ateismo. Venne arrestata nei Paesi Bassi dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau dove, insieme alla sorella Rosa, venne trucidata.
Nel 1998, Edith Stein è stata proclamata santa da papa Giovanni Paolo II, il quale, l'anno successivo, l'ha dichiarata anche patrona d'Europa.
Ha detto Edith Stein: "Le mie meditazioni non raggiungono grandi altezze spirituali, sono per lo più molto semplici e modeste. La cosa migliore che contengono è il ringraziamento per aver ricevuto in dono un posto in questa patria terrena da cui salire alla patria eterna".
Ciò che possiamo fare è, in paragone a quanto ci viene dato, sempre poco. Ma quel poco dobbiamo farlo. (Edith Stein) |
Scritti e lettere
Selezione Aforismario
Anche nella vita più contemplativa il legame con il mondo non può essere reciso; credo anzi che quanto più si è sprofondati in Dio, tanto più si debba «uscire da sé», entrare nel mondo, per portarvi la vita divina.
La vocazione non la si trova semplicemente dopo aver riflettuto ed esaminato le varie strade: è una risposta che si ottiene con la preghiera.
Il posto di ciascuno di noi dipende unicamente dalla nostra vocazione.
Ci si può solo sforzare di vivere la vita che si è scelta con sempre maggior fedeltà e purezza rendendola sacrificio accettabile per tutti coloro ai quali si è legati.
Si deve accogliere la propria missione, giorno per giorno, attraverso il contatto con Dio, non sceglierla.
Esiste una chiamata a patire con Cristo e a collaborare così con lui alla sua opera di redenzione.
Non mi è mai piaciuto pensare che la misericordia di Dio si fermi ai confini della Chiesa visibile. Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no.
In fondo ciò che devo dire è sempre una piccola, semplice, verità: come imparare a vivere con la mano nella mano del Signore.
Dio conduce ciascuno per una via particolare: l'uno arriva più facilmente e più presto alla meta di un altro.
Ciò che possiamo fare è, in paragone a quanto ci vien dato, sempre poco. Ma quel poco dobbiamo farlo.
Pregare insistentemente affinché, quando ci verrà indicata la via, sappiamo assecondare la grazia senza resisterle. Chi va avanti così con perseveranza non potrà dire che i suoi sforzi furono vani. Però non si deve porre una scadenza al Signore
L’essenziale è solo che ogni giorno si trovi anzitutto un angolo tranquillo in cui poter avere un contatto con Dio, come se non ci fosse nient’altro al mondo − le ore del mattino, prima che cominci il lavoro, mi sembrano il momento migliore.
Concediti in chiesa tanto tempo quanto ti è necessario per trovare serenità e pace.
La religione non è qualcosa da confinare in un angolo tranquillo o in alcune ore di festa, ma deve essere radice e fondamento di tutta la vita, e non solo per pochi eletti, ma per ogni vero cristiano
Questo è il principio su cui si fonda la vita di tutti gli Ordini religiosi e in primo luogo del Carmelo: attraverso una libera e gioiosa sofferenza, intercedere per i peccatori e collaborare alla redenzione dell’umanità.
La via della sofferenza è la più sicura per giungere all'unione con Dio.
Quante catene sono già state sciolte e come sarà bello quando cadranno le ultime! In attesa di quell’ora, dobbiamo resistere in quelle che ci sono state assegnate − e più si resiste in silenzio, meno si sente il male.
In genere, quando ci si vuol liberare della propria vecchia croce, capita di doverne portare una più pesante.
Non vedete le sofferenze troppo grandi e le gioie troppo piccole. Il cielo non prende niente senza ripagare smisuratamente.
Che nella pratica non tutto vada secondo il buon senso, è dovuto al fatto che non siamo puri spiriti.
Ci sono situazioni in cui ci si capisce meglio senza parlare.
Si ha sempre da imparare quando si ascoltano e si considerano senza pregiudizio le vedute degli anziani, soprattutto partendo dalla loro esperienza.
La generazione di oggi è passata attraverso molte crisi e non ci può più capire. Siamo noi che dobbiamo cercare di capirla, e forse allora potremo un pochino aiutarla.
Se nell’intimo del nostro cuore sapremo costruire una cella ben protetta in cui ritirarci il più spesso possibile, non ci mancherà mai niente dovunque ci troveremo.
L’essenza più profonda dell’amore è di essere un dono. Dio, che è amore, si dona a tutte le creature che egli ha creato per amore.
La grazia mistica fa sperimentare ciò che la fede insegna: che Dio abita nell’anima.
Colui che cerca Dio, guidato dalla fede, si incamminerà liberamente verso il medesimo luogo in cui altri sono attirati per grazia mistica: cioè a spogliarsi dei sensi e delle «immagini» della memoria, dell’attività pratica naturale dell’intelletto e della volontà per ritirarsi nella deserta solitudine interiore, e rimanervi nella fede oscura, nel semplice sguardo amoroso dello spirito rivolto al Dio nascosto, che è velato, ma presente.
Per Dio non esiste il caso.
La via della fede ci dà di più che non la via della conoscenza filosofica: Dio vicino come persona, che ama ed è misericordioso, e una certezza che non è propria di alcuna conoscenza naturale.
Anche il cammino della fede è un cammino oscuro. Dio stesso accorda il suo linguaggio alla misura dell’uomo, al fine di permetterci di cogliere l’inafferrabile.
La fede è una «luce oscura». Ci fa comprendere qualcosa, ma solo tanto da indirizzarci a un qualcos’altro che resta per noi incomprensibile.
La fede è più vicina alla sapienza divina di ogni scienza filosofica e anche teologica.
Non potremmo credere senza la grazia. E la grazia è partecipazione alla vita divina. Quando ci apriamo alla grazia, accettiamo la fede, abbiamo in noi l’inizio della vita eterna.
Dio non esige nulla dall’uomo senza dargli contemporaneamente la forza necessaria. La fede ce lo insegna, e l’esperienza della vita di fede lo conferma.
Tutte le sofferenze che provengono dall’esterno sono nulla in confronto alla notte buia dell’anima, quando non risplende più la luce divina e la voce del Signore non si fa più sentire.
Il nostro animo è per natura pieno di sentimenti, tanto che l’uno soppianta sempre l’altro e tiene il nostro cuore in continuo movimento, spesso in tumulto ed inquietudine.
Nelle questioni più essenziali e di conseguenza nell’orientamento pratico della propria vita la persona più semplice, se è ispirata dalla grazia divina, può essere migliore del più grande scienziato.
Siccome la ragione naturale non può afferrare la luce divina, deve essere condotta nell’oscurità dalla contemplazione.
I misteri del cristianesimo costituiscono un tutto indivisibile. Quando si è penetrati in uno, si comprendono tutti gli altri.
Più l’anima si innalza verso Dio, più si sprofonda in se stessa: l’unione avviene nell’intimo dell’anima, nel suo fondo estremo.
Gioia senza fine, felicità senza ombre, amore senza limiti, massima intensità di vita senza cedimenti, attività vigorosa che sia al tempo stesso quiete perfetta e libertà da tutte le tensioni − questa è la beatitudine eterna… Questo è l’essere che cerca l’uomo nel suo esistere.
Note
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